Incaricato di travestirsi da omosessuale masochista per individuare uno psicopatico che batte il mondo dei sadomasochisti gay del West Greenwich Village di New York, un poliziotto finirà per domandarsi se sia ancora eterosessuale come all’inizio. Tratto liberamente da un romanzo di Gerald Walker, è un film che sostanzialmente non funziona. Il difetto sta in A. Pacino, che voleva ripetere il colpo di Serpico ma ha avuto paura di distruggere la sua immagine di star con un personaggio troppo negativo, e nella sceneggiatura che, dopo mezz’ora di indubbio impatto descrittivo, si avvita su sé stessa e diventa ripetitiva. Scatenò le ire delle associazioni gay degli USA.
3° film ispirato al popolare personaggio di Giulio Cesare Croce (1550-1609), il villano (scarpe grosse e cervello fino) che, alla corte di re Alboino, dà lezione e rischia la vita. Come spasso, è modesto. Come moralità, è innocuo, senza grinta né irriverenza. Come favola, non ha scatti né voli nell’immaginario. Brancaleone è lontano. La recitazione, un minestrone di dialetti. Lello Arena è il migliore.
Harry e Sally s’incontrano tre volte nell’arco di dieci anni e lui ogni volta ci prova, ma non va. Poi diventano amici e un bel giorno finiscono a letto insieme. Da una sceneggiatura, scritta da Nora Ephron, abile, non troppo originale ma ricca di battute frizzanti, R. Reiner, figlio di Carl, ha cavato una piacevole commedia a tratti davvero divertente, con due bravi protagonisti, belle musiche (Berlin, Gershwin e Goodman) e qualche strizzata d’occhio a Woody Allen e Blake Edwards.
A Ostia un gruppo di tossicodipendenti trascorre tutta la giornata nel cercare di procurarsi la droga con tutti i mezzi possibili. Due ragazzi, Cesare e Michela, decidono di uscire dal giro, ma non è così semplice.
Negli anni Quaranta un detective scalcinato cerca di scagionare il suo cliente dall’accusa di aver ucciso un corteggiatore della moglie. Qui però il cliente è un personaggio dei cartoni animati (che somiglia a Bugs Bunny) e le indagini si svolgono a “Cartoonia” dove vivono “cartoni” buoni e cattivi. La “factory” di Steven Spielberg e la Walt Disney uniscono le loro forze per un best-seller che è nel contempo un grande exploit tecnico (la perfetta fusione fra cartone e fotogramma recitato) e poi un superdivertimento dalle mille trovate (per la precisione 93 nei 93 minuti di proiezione).
Il piccolo Bastian che ha da poco perso la mamma, si rifugia nella soffitta della scuola a leggere un vecchio libro che si rivela magico; così Bastian “entra” nella storia e combatte contro il Nulla per difendere il mondo di Fantasia con l’aiuto di un drago volante e di un fanciullo guerriero.Tratto dalla prima parte del romanzo (1979) di avventure fantastiche di Michael Ende che, furioso dopo aver visto il film, fece togliere il suo nome dai titoli: “auguro la peste ai produttori. M’hanno ingannato. Quello che mi hanno fatto è una sozzura a livello umano, un tradimento a quello artistico”. Costato 25 milioni di dollari _ la più costosa produzione del cinema tedesco _ è un film fantastico con messaggio: se la gente smette di sognare, non può sopravvivere. Trionfo degli effetti speciali, pachidermica macchina di spettacolo, sfilata di mostri, ma senza violenza e nemmeno orrore. Manca di tensione drammatica e di ritmo avventuroso.
Un film di Ermanno Olmi. Con Marco Esposito, Simona Brandalive, Stefania Busarello, Graziella Menichelli, Luciano Rossi.Commedia, Ratings: Kids+16, durata 105′ min. – Italia 1987. MYMONETRO Lunga vita alla signora! valutazione media: 3,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Sei ragazzi allievi di una scuola alberghiera fanno il praticantato in un lussuoso hotel di montagna per un banchetto in onore di una vecchia signora. Gli invitati sono personalità della finanza, della politica, della cultura. Nella scala gerarchica della società di cui il pranzo è un emblema la signora è in cima e i suoi camerieri in fondo. All’alba del giorno dopo Licenzio, uno dei sei, lascia l’hotel come si fugge da una prigione. È il 1° film espressionista di Olmi che vi tenta la corda per lui inedita del grottesco, una favola fredda, intransigente, dura nel giudizio, scostante sebbene strappi più di una risata e sia pervasa da una pudica tenerezza per i giovani servitori. Continua il discorso sul Potere di Camminacammina. Nonostante la Musique de table (1733) di G.Ph. Telemann, è poco settecentesco, molto irrigidito, troppo metaforico con estrosi spunti felliniani. È il film del rientro sul set, dopo una lunga malattia, di Olmi che, come il solito, ne cura la fotografia (Eastmancolor), con l’aiuto di Maurizio Zaccaro, e il montaggio. Collaboratore al suono suo figlio Fabio e segretaria di edizione sua figlia Elisabetta. Prodotto da RAI, Cinemaundici e Istituto Luce.
Un ragazzo amoreggia con la ragazza quando scopre che i nuovi dirimpettai sono davvero strani e misteriosi. Aglio, acquasanta e crocefissi non basteranno. Sembrerebbe un film dell’orrore legato alla retorica del genere, e invece si rivela presto libero di volare su audaci invenzioni di regia e pervaso da un sottile senso dell’umore. Notevoli effetti speciali. Fu fatto anche L’ammazzavampiri 2 (1989), trascurabile
Un professionista di Pavia rivede dopo vent’anni la donna di cui fu innamorato da giovane. Poi gli dicono che è morta. Intanto una portinaia viene trovata barbaramente assassinata. È stata l’antica fiamma che aveva un conto da regolare?
La dottoressa Lillian Reynolds (Louise Fletcher), alla testa di un gruppo di ricercatori, ha ideato un sistema computerizzato in grado di leggere l’attività cerebrale e registrare su nastro le emozioni, le idee, i pensieri, le sensazioni di un individuo. La possibilità di sperimentare, rivivendole, le esperienze altrui apre incredibili prospettive alla creatività umana e può rinsaldare equilibri psicologici compromessi: grazie ad essa, ad esempio, il dottor Michael Brace (Christopher Walken)e sua moglie Karen (Natalie Wood) – entrambi dell’equipe della Reynolds – hanno recuperato un matrimonio che sembrava definitivamente in crisi. Il progetto, portato a termine per conto di una grossa industria, ha subito destato l’interesse di alcuni settori dei servizi segreti, che pensano ad un suo impiego in campo politico e militare, e fanno pressioni affinché venga ceduto loro. La dottoressa Reynolds è colpita da infarto mentre è collegata alla macchina, e Michael, pur consapevole di andare incontro ad una esperienza drammatica e molto pericolosa, tenta in tutti i modi di visionare il nastro che ha registrato la morte della collega. Allontanato dai laboratori, riesce avventurosamente a mettersi in contatto con il calcolatore e a vanificare l’illecita strumentalizzazione della rivoluzionaria scoperta. Brainstorm è uno di quei film che con il tempo andrebbero rivalutati, non tanto per la traccia narrativa quanto per l’originalità dell’idea e la ingegnosità delle soluzioni cinematografiche proposte. Esperto nelle teniche degli effetti speciali, Douglas Trumbull fu tra i primi a comprendere le eccezionali possibilità della computer graphic e la storia che egli racconta anticipa singolarmente la riflessione su una realtà “virtuale” parallela a quella “oggettiva” che dai contemporanei Tron e Dreamscape (altri due film poco fortunati) conduce ai più recenti Tagliaerbe, Strange Days, Matrix. L’ipotesi che Trumbull avanza è quella di un avveniristico intreccio di esperienze esistenziali (comportamento sessuale, riflessione etica, accettazione della vita e della morte) che sollecita l’uomo a nuovi modelli culturali. Un film, dunque, da gustare con il senno di poi, preferibilmente sul grande schermo dove è più facile apprezzare i trucchi pensati appositamente per una pellicola a 70 mm. Accolto tiepidamente al momento della sua uscita, il film fu funestato dalla tragica scomparsa di Natalie Wood durante la lavorazione
In piena preistoria due tribù si contendono il segreto del fuoco, che può conferire la superiorità all’una o all’altra. La sopravvivenza è messa in pericolo dagli elementi, dalle fiere, dai nemici, ma l’istinto e la primitiva intelligenza avranno la meglio. Film ambizioso, splendidamente fotografato, nel quale Annaud sfugge abilmente alle trappole (il ridicolo innanzitutto) che una tale ambientazione poteva creare.
Un grande scassinatore spera che il figlio, una volta adulto, segua le sue orme. Ma il ragazzo, dopo aver aiutato per qualche tempo il padre dichiara che non seguirà le sue orme. Il padre ci rimane male e punisce il figlio chiudendolo in camera sua. Ma il ragazzo si libera facilmente e lo denuncia. Commedia diretta con insospettabile umorismo da Costa-Gavras e interpretata con insospettabile bravura da Halliday.
A Chicago l’avvocato penalista Ann Talbot si trova costretta a difendere in un processo di estradizione il proprio padre Mike Laszlo, naturalizzato americano da oltre quarant’anni, accusato di essere stato un criminale di guerra nella natìa Ungheria.
Una agente dell’FBI viene inviata sotto falsa identità in una comunità agricola del Colorado per indagare sull’assassinio di un giornalista radiofonico ebreo. Uno dei sospettati è un reduce dal Vietnam, vedovo, padre di due bambini, rispettabile. E se ne innamora. Non è il primo film sul Ku Klux Klan e sulla destra fascista americana, ma l’ottica è abbastanza nuova: il razzismo come malattia dell’anima, le radici della violenza e dell’intolleranza nella gente comune. Basato su una sceneggiatura di Joe Eszterhas, è di notevole respiro nella 1ª parte, esonda poi nei dilemmi individuali che nemmeno la sobria regia riesce a controllare. Illuminato dalla presenza dell’intensa D. Winger.
Declino di una famiglia del latifondo toscano (Grosseto) che gestisce un’azienda agricola e in cui contano (e lavorano) soprattutto le donne. Grande film borghese che arricchisce il povero panorama del cinema italiano degli anni ’80 per il sapiente impasto di toni drammatici, umoristici e grotteschi, la splendida galleria di ritratti femminili, la continua oscillazione tra leggerezza e gravità, il modo con cui – senza forzature ideologiche – sviluppa il discorso sull’assenza, la debolezza, l’egoismo dei maschi. Scritto dal regista con Suso Cecchi D’Amico, Tullio Pinelli, Benvenuti e De Bernardi.
Michael Dorsey, attore di Broadway bravo ma disoccupato perché rompiscatole, raggiunge il successo quando si traveste da donna: Dorothy Michaels, poi detta Tootsie. Comincia in farsa, si trasforma in commedia e finisce quasi come un dramma. Riflessione sul mestiere dell’attore: descrizione critica, non priva di veleni satirici, dell’ambiente televisivo: storia di un uomo che, costretto a fare i conti con la componente femminile della propria natura e a vivere in prima persona la condizione di una donna, migliora. Hoffman, piccola grande donna, è perfetto. Messo sotto come regista, Pollack s’è preso una piccola rivincita come attore. 6 candidature agli Oscar (tra cui quella per la sceneggiatura di Larry Gelbart e Murray Shisgal sotto il controllo di Hoffman), ma una sola statuetta per la Lange. 1° film di G. Davis.
Una collana che in 16 dvd raccoglie il meglio delle tre trasmissioni che portarono i fumetti in tv.La Gazzetta dello Sport, in collaborazione con RAI Trade, porta in edicola SuperGulp! una collana in 16 dvd dedicata alle tre mitiche trasmissioni che hanno portato i fumetti in tv. L’opera è realizzata con la consulenza di Guido de Maria e Giancarlo Governi, rispettivamente autore e regista delle tre trasmissioni.SuperGulp! raccoglie il meglio degli episodi delle trasmissioni Gulp!, SuperGulp! e Buonasera con…SuperGulp!, i tre programmi di fumetti in tv andati onda sul Secondo canale dal 1972 al 1981 e che per quasi dieci anni hanno divertito milioni di spettatori. Con SuperGulp!,un nome magico per la generazione del baby boom, quei fumetti ritornano in dvd per i bambini di allora..e di oggi. Ciascun dvd, di volta in volta, riporta in copertina uno dei protagonisti dei cartoni animati, da Nick Carter a Spider-Men, da Alan Ford a Corto Maltese e contiene una selezione di episodi e contenuti extra. A integrazione del dvd, un booklet realizzato con la supervisione editoriale di Fabio Licari, giornalista de La Gazzetta dello Sport, che di volta in volta ne firma l’introduzione. Il primo dvd è dedicato a Nick Carter che debuttò con l’episodio Il mistero dei 10 dollari andato in onda durante la prima puntata di Gulp! del 14 settembre del 1972. Gli altri episodi contenuti riguardano: I fantastici quattro, Jack Mandolino, Corto Maltese, Spider-Men, Mandrake, Il signor Rossi.
Mario, un palermitano, killer della mafia emigrato a New York, è incaricato di tornare a casa per eliminare un alto magistrato. Le cose però non andranno come previsto. A casa Mario ritrova il fratello, onesto e buono, che ha bisogno del suo aiuto per liberare dalla prostituzione la ragazza che ama. Mario gli chiede in cambio di lavorare per lui, ma il poveretto non ce la fa e mette nei guai se stesso e il fratello. Apparentemente Mario riesce a sistemare tutto, ma la mafia non perdona e lo uccide a New York, nella sua pizzeria. Un altro film denuncia sulla mafia di Damiani (autore di Il giorno della civetta), anche se meno interessante e più “popolare”. Placido dà una bella prova.
C’è anche audio russo, non avevo voglia di ripparlo per toglierlo.
In un ristorante francese di Londra si consuma, con la complicità dello chef, l’adulterio tra la moglie di un volgare e ricco mafioso e un bibliotecario. Scoperta la tresca, il marito uccide l’amante. La moglie si vendica, costringendolo a mangiarne il cadavere, e poi l’abbatte. Esaltato dalla fotografia del vecchio Sacha Vierny (1919) e dalla musica genialmente semplice di Michael Nyman, fondato sul trinomio cibo-sesso-violenza, è il film più sarcastico, feroce e divertente di P. Greenaway. Anche il più politico. La ripetitività del racconto, scandito in dieci giornate (e pranzi) può indurre a sazietà, ma l’assiste l’angelo custode di un umorismo nero.
Il capo della squadra mobile romana viene ucciso proprio mentre sta per incastrare una grossa cosca mafiosa. Il questore affida l’incarico di continuare le indagini a un collaboratore della vittima, ma gli astuti delinquenti riescono a insinuare nelle menti degli investigatori il sospetto che la mafia abbia corrotto tutti i poliziotti.
Le richieste di reupload di film,serie tv, fumetti devono essere fatte SOLO ED ESCLUSIVAMENTE via email (ipersphera@gmail.com), le richieste fatte nei commenti verrano cestinate.