Un film di David Cronenberg. Con Ronald Mlodzik, Jack Messinger, Paul Mulholland, Iain Ewing, Clara Mayer. continua» Grottesco, b/n durata 65 min. – Canada 1969.
Nei futuristici laboratori della “Canadian Academy for Erotic Inquiry” un gruppo di volontari, tra loro sconosciuti, si sottopone ad un esperimento di induzione biochimica cerebrale teso a sviluppare le potenzialità telepatiche del cervello, rendendo superfluo l’uso della parola. Coordinato dal dottor Luther Stringfellow (che, peraltro, è assente durante il test) e monitorato dai computer, il progetto mira a liberare la psiche umana dalle pastoie inibitrici del comportamento quotidiano, aprendo prospettive infinite all’espressione, alla percezione e alla creatività. Gli individui prescelti, sotto l’effetto di droghe e afrodisiaci, esaltano i propri impulsi sessuali, ma scoprono, al tempo stesso, la capacità di nascondersi l’un l’altro proiettando un ego fittizio. L’esperienza è traumatizzante, rischia di condurre alla schizofrenia e non consente ritorno: due uomini, incapaci di eliminare il bisogno della dipendenza psichica, si suicidano.
Dopo aver firmato due cortometraggi (Transfer e From the Drain) Cronenberg realizza un soggetto più articolato con la collaborazione degli amici di università che si prestano ad interpretarlo. Il regista si autofinanzia e riesce a presentare il film in alcuni festival d’avanguardia fino a richiamare l’attenzione della International Film Archive di New York. La pellicola, girata in 35 mm, è tutta risolta in immagini: l’unica voce è quella del narratore che introduce la storia e commenta, con un bizzarro liguaggio scientifico (il titolo stesso allude ad una forma di comunicazione multidirezionale) le fasi dell’esperimento. Anche se il racconto è permeato di un morboso gusto per l’orrore e di istanze intellettualistiche, gli angosciosi temi cronenberghiani del dualismo intelletto/materia cominciano già a delinearsi con rigorosa coerenza.