Category: Film dal 1960 al 1969


Amazon.com: Lucia [Import Ntsc Region 0] Humberto Solas (1968): Movies & TV

Regia di Humberto Solás. Un film Da vedere 1968 con Raquel RevueltaEslinda NúñezAdele LegráRamón BritoAdolfo LlauradoCast completo Titolo originale: Lucía. Genere Episodi – Argentina1968durata 160 minuti.

La condizione femminile è il perno di questo affresco di storia cubana in forma di trittico: 1895 (colonialismo), 1933 (dittatura di Machado), 1959 (rivoluzione). Ciascuna delle 3 storie ha un proprio tono e stile: acceso melodramma nella 1ª (Revuelta), dramma psicologico con risvolti ironici e catarsi finale nella 2ª (Nuñez), commedia allegra e colorita nella 3ª (Legrá), contraddistinta dalla veloce parlata campesina . È il migliore, comunque, il più acclamato film cubano degli anni ’60. 2° film di Solas (1942) che l’ha scritto con Julía García Espinosa e Nelson Rodríguez, evita lo schematismo dell’ortodossia ideologica e la retorica della propaganda, non senza risvolti di ironia critica su alcuni aspetti del nuovo regime. Conta anche per la varietà del registro stilistico che passa dal barocchismo al cinema hollywoodiano classico e alla commedia neorealistica del 3° episodio. 1° premio al Festival di Mosca del 1969.

Locandina Quando torna l'inverno

Un film di Henri Verneuil. Con Jean-Paul BelmondoJean GabinNoël RoquevertGabrielle DorziatSuzanne Flon Titolo originale Un singe en hiverCommediab/n durata 105 min. – Francia 1963.

Un ex coloniale diventato gestore d’una locanda in un piccolo centro marittimo conosce un giovanotto giunto in quel luogo per visitare la figlia, ospite d’un collegio. I due fanno amicizia e si raccontano le loro avventure immaginarie, poi ci sarà il duro risveglio alla realtà.

Locandina L'invasione dei mostri verdi

Un film di Steve Sekely. Con Howard Keel, Nicole Maurey, Janette Scott, Jeannette Scott, Kieron Moore, Mervyn Johns. Titolo originale The Day of the Triffids. Fantascienza, durata 93 min. – USA, Gran Bretagna 1962. MYMONETRO L’invasione dei mostri verdi * * - - - valutazione media: 2,25 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Una pioggia di comete affascina il mondo e tutti si mettono a guardare l’incredibile spettacolo: la conseguenze è che tutti diventano ciechi. Bill Masen (Howard Keel) è ricoverato in ospedale per un’operazione agli occhi e si rammarica di non aver potuto seguire lo spettacolo a causa delle bende che gli coprono gli occhi. Si rammarica meno quando al risveglio si rende conto di quanto è accaduto e, toltesi le bende, si ritrova in una Londra desolata dove i ciechi brancolano disperatamente causando disastri. Altra conseguenza è che delle strane piante, i Trifidi, nate da semi provenienti dallo spazio, crescono impetuosamente diventando, dato che possono “camminare” e uccidere, una terribile minaccia per l’umanità. Tratto con parecchie libertà da uno dei classici della fantascienza inglese, dell’ottimo John Wyndham, è un film diseguale che però ben rappresenta, anche esteticamente, l’approccio britannico al fantahorror in rapporto a quello americano, più sbrigativo, dell’epoca. Più cura è data allo sviluppo dei personaggi e alle relazioni interpersonali, con il risultato che maggiore è la partecipazione dello spettatore alle loro vicende e migliore è conseguentemente l’impatto drammatico della storia. L’inizio è di grandissima efficacia, con il risveglio del protagonista nell’ospedale abbandonato e la sua scoperta di una Londra devastata e semideserta: non a caso verrà praticamente rifatto da Danny Boyle in #Vedi#28 giorni dopo. Il resto è meno efficace, ma non mancano buoni momenti di suspense. Gli effetti speciali sono poco memorabili, ma suscitano simpatia per la loro spiccata artigianalità. Le sequenze del faro sono girate da Freddie Francis (al suo esordio, non accreditato, alla regia) per aggiungere “polpa” a un film che al termine della lavorazione era risultato troppo corto.

El Presidente 1961 DVD Le président: Amazon.it: Jean Gabin, Bernard Blier,  Renée Faure, Henri Cremieux, Alfred Adam, Louis Seigner, Georges Adet,  Albert Michel,, Henri Verneuil, Jean Gabin, Bernard Blier, Renée Faure,  Henri

Il presidente è un film del 1961 diretto da Henri Verneuil. Il soggetto è tratto dal romanzo omonimo di Georges Simenon.

Ex Presidente del consiglio dei ministri, il vecchio Émile Beaufort dedica gran parte del proprio tempo a dettare le memorie alla sua devota segretaria, la signorina Millerand, a La Verdière, dove si è ritirato. Anche se non fa più parte dell’agone politico, tiene sempre d’occhio le notizie. Davanti a una crisi istituzionale, la stampa ritiene che il deputato Philippe Chalamont possa formare un governo di ampia unità nazionale. Beaufort, benché ritiratosi in provincia, si sente chiamato e coinvolto: Chalamont, venti anni prima, è stato suo segretario particolare, e Beaufort ne aveva coperto qualche errore, conservando però un dossier su di lui e una lettera di autoaccusa dello stesso tra le proprie carte. Perciò mette e poi rifiuta di levare il proprio veto per un ritorno al governo di Chalamont. I due si incontrano, ma le minacce reciproche non portano a un accordo. Nonostante la salute malferma e l’età, il “presidente” non rinuncia alle proprie idee di correttezza morale.

Locandina America, America, dove vai?

Un film di Haskell Wexler. Con Verna BloomRobert ForsterMarianna HillSid McCoy Titolo originale Medium CoolDrammaticoRatings: Kids+16, durata 110 min. – USA 1969.

Dal romanzo The Concrete Wilderness di Jack Couffer. Un cameraman deve filmare la convenzione democratica del 1968. Si verificano molti incidenti, la polizia carica gli studenti. Morti e feriti, ma il cameraman continua a filmare. Succede però che il cameraman mentre con la sua amante è alla ricerca del figlioletto di lei, sparito nella confusione, resti coinvolto in un mortale incidente.

Incontro Al Central Park (1948): Amazon.it: Portier,Winters,Hartman,  Portier,Winters,Hartman: Film e TV

Un film di Guy Green. Con Shelley WintersSidney PoitierWallace FordElizabeth Hartman Titolo originale A Patch of BlueDrammaticob/n durata 105 min. – USA 1965.

Responsabile involontaria della cecità della figlia Selina, la madre si oppone al sentimento di questa verso l’amico e maestro Gordon Ralfe, un giovane di colore, incontrato al Central Park. Il giovane ama la ragazza, ma prima di rivelarle il suo sentimento, vuole che essa accetti la sua menomazione.

Risultato immagini per Situazione disperata ma non seria

Un film di Gottfried Reinhardt. Con Robert RedfordFrank WolffMike ConnorsAlec GuinnessAnita Höfer Titolo originale Situation Hopeless–But Not SeriousCommediab/n durata 97 min. – USA 1965.

Durante la seconda guerra mondiale due aviatori americani, abbattuti sulla Germania, vengono raccolti da un solitario e bizzarro vecchietto che, felice di avere qualcuno con cui parlare, li sequestra considerandoli suoi prigionieri personali. Finito il conflitto, il singolare individuo non rivela nulla ai suoi involontari inquilini che, quando finalmente riescono a fuggire, non dubitano delle sue parole perché nella zona si sta girando un film.

Locandina La città spietata

Un film di Gottfried Reinhardt. Con E.G. MarshallRobert BlakeBarbara RüttingKirk DouglasRichard Jaeckel. continua» Titolo originale Town Without PityDrammaticob/n durata 105 min. – USA, Germania 1961.

Quattro militari americani in Germania violentano una ragazza tedesca. Una corte marziale è riunita mentre l’opinione pubblica reclama la condanna a morte. Il loro avvocato, però, riesce a salvare loro la pelle, convincendo i giudici che da parte della fanciulla vi fu una certa provocazione.

Locandina Metti, una sera a cena

Un film di Giuseppe Patroni Griffi. Con Jean-Louis TrintignantFlorinda BolkanLino CapolicchioTony MusanteAnnie Girardot. continua» Commediadurata 123 min. – Italia 1969

Michele, uno scrittore annoiato, e sua moglie Nina concepiscono la famiglia in modo anticonvenzionale. Ricevono spesso a casa l’attore Max e la bella e ricca Giovanna. Quest’ultima è innamorata di Michele, mentre Nina tradisce il marito con Max. Ma alla lunga anche questi scambi annoiano, e Max offre a Nina un amante a pagamento, l’intellettuale Ric. Questi prende sul serio il rapporto con Nina fino a innamorarsene e a tentare il suicidio. Nemmeno l’amore esclusivo della coppia Ric-Nina dura a lungo. Finché, quando Ric riporta la moglie a Michele, questi lo fa entrare nel “giro” di casa, nella sua annoiata famiglia degenerata in clan.

Regia di Giulio Questi. Un film con Gina LollobrigidaJean-Louis TrintignantEwa AulinJean SobieskiGiulio DonniniCast completo Genere Drammatico – ItaliaFrancia1968durata 85 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Il giovane intelletuale Marco è sposato con un’allevatrice di polli allevati con metodi sperimentali e ha una relazione con una cugina di lei che medita di sbarazzarsi di entrambi per ereditare. Ne succedono delle belle. Questi, bergamasco bizzarro, pigia il piede sul pedale del grottesco nero. Squinternato sul piano narrativo, stimolante su quello stilistico (grazie anche al montaggio di Franco (Kim) Arcalli che collaborò alla sceneggiatura). Musiche di Bruno Maderna. Essere riusciti a coinvolgere l’ignara Lollo in questo flm di cultura pop-sessantottina è stata una bella impresa anche se non giovò al botteghino.

La guerra di Troia - Film (1961)

Un film di Giorgio Ferroni. Con Steve ReevesEdy VesselWarner BentivegnaNerio BernardiNino Marchetti. continua» Avventuradurata 115 min. – Italia 1961.

Morto Ettore il comando viene affidato ad Enea. Paride, suo rivale, stipula una tregua con i greci, consegnando loro l’amata di Enea. Questi sfida Achille per riaverla, ma Paride uccide il nemico a tradimento e fa imprigionare il troiano. Quella notte i greci entrano in città: Enea fugge col figlioletto.

Locandina italiana Pagine chiuse

Un film di Gianni Da Campo. Con Duilio Laurenti, Silvano De Munari, Maria Gazziola, Luigi Nadali, Giorgio Da Ros Drammatico, b/n durata 88 min. – Italia 1969. MYMONETRO Pagine chiuse * * * - -valutazione media: 3,00 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nord Italia, fine anni Sessanta. In piena crisi familiare, con i genitori sull’orlo della separazione, il piccolo Luciano è costretto a trasferirsi in un collegio religioso. Il severo padre, da tempo distratto da un’amante, teme che l’influenza della madre possa nuocere al figlio in un periodo così delicato. Ma Luciano mal si adatta alla vita in collegio. Mentre i rigidissimi preti soffocano ogni suo slancio, il ragazzino, che ha nostalgia di casa, si chiude sempre più in se stesso e non riesce a fare amicizia con i compagni.
Le pulsioni antiautoritarie di fine anni Sessanta soffiano, con i loro venti di ribellione, sul film diretto da un giovane Gianni Da Campo, assistito da Valerio Zurlini. Ma sono venti mitigati dal tocco lieve e sensibile di una regia intimista, interessata più al racconto di un piccolo dramma individuale che alla fotografia del contemporaneo disagio sociale. Certo, la critica a un mondo ostile, autoritario, repressivo e ipocritamente religioso è evidente e traspare con grande impatto dalla sequenza sulla comunione. Eppure, il regista si concentra soprattutto sulla sofferenza, tutta interiore, del ragazzino protagonista, alle prese con una difficile situazione familiare. Anziché spiegargli i problemi nel rapporto con la madre, il padre lo taglia fuori, allontanandolo brutalmente da casa e dai suoi affetti più cari. Un cambiamento così radicale sconvolgerebbe chiunque e l’ostilità dei religiosi, tesi a impartire una rigida disciplina, secondo metodi educativi tanto in voga all’epoca, non fa che peggiorare il disagio di Luciano, un pesce fuor d’acqua in collegio, anche rispetto ai compagni.
Da Campo rappresenta questo isolamento con immagini emblematiche, come quella del pulcino nero che il ragazzino mette nella gabbia con i bianchi, per vedere «se mangia con gli altri». Anche il senso di oppressione provato da Luciano è messo in scena plasticamente, con quello sguardo sognante che vola oltre la finestra del severo corridoio del collegio, in quell’intenso bisogno di libertà simboleggiato da un piccione che si libra in cielo. Queste immagini così dolenti e sensibili, sincere e pudiche, sono il punto di forza di un film – restaurato in digitale a partire dai negativi originali in 16 mm – che si richiama a illustri predecessori, quali I quattrocento colpi di François Truffaut e Zero in condotta di Jean Vigo, pur non possedendo il toccante lirismo del primo né l’impatto iconoclasta del secondo.

Sequestro di persona (1968)

Un film di Gianfranco Mingozzi. Con Charlotte RamplingFrank WolffFranco NeroEnnio BalboGino Cassani. continua» Drammaticodurata 96 min. – Italia 1967.

Discreto giallo, con sequestro di un ragazzo, lotte tra i componenti della banda rapitrice e morte finale dell’insospettabile capobanda.

Un film di George Pal. Con Rod Taylor, Alan Young, Yvette Mimieux, Sebastian Cabot, Tom Helmore.Titolo originale The Time Machine. Fantascienza, Ratings: Kids+13, b/n durata 103 min. – Gran Bretagna, USA 1960. MYMONETRO L’uomo che visse nel futuro * * * - - valutazione media: 3,05 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

La storia si svolge tra il 31 dicembre 1899 e il 5 gennaio 1900. In questo arco di tempo, il protagonista, George, vive l’incredibile avventura di un viaggio nel futuro, ai comandi della macchina del tempo che egli stesso ha progettato e costruito. Agli increduli amici invitati la sera del 5 gennaio, George – stanco e disfatto – racconta di essere stato testimone, nella sua corsa nel tempo, di una serie ininterrotta di guerre, l’ultima delle quali lo imprigiona all’interno di una montagna, costringendolo a viaggiare per secoli e secoli a venire, fino a rivedere la luce nell’anno 802.701. George si ferma ad esplorare quel mondo incredibilmente lontano, e lo scopre abitato da Eloi e Morlock: entrambe le genti, pur così diverse tra loro, costituiscono quanto rimane del genere umano. Gli Eloi vivono in uno stato di completa apatia, ignari del passato e del presente, alla luce del sole, immersi in una natura rigogliosa. I Morlock, che hanno conservato qualche conoscenza, vivono nell’oscuro sottosuolo, ma si sono mutati in bruti dediti al cannibalismo, ed usano i loro strani macchinari per controllare e guidare gli Eloi come mandrie di bestiame per cibarsene. George racconta del suo incontro con una ragazza, Weena, di averla salvata dalla tragica fine a lei riservata dai Morlock e di avere risvegliato tra i giovani Eloi l’istinto della sopravvivenza. Salvatosi egli stesso dalle grinfie dei Morlock che avevano sottratto e nascosto la macchina del tempo, George torna nel 1900, ma soltanto per spostare la macchina e riprendere la corsa nel futuro per liberare l’uomo dalla schiavitù e dall’ignoranza. Posta la variabile tempo, può un corpo continuare ad occupare la stessa posizione nello spazio attraverso lo scorrere dei secoli? Il quesito sembra richiamare alla mente i paradossi degli antichi sofisti, ma a George Pal non interessa la filosofia ed il fatto che la macchina del tempo rimanga inchiodata nella stessa posizione (anche quando viene spostata) sia nel 1990 che nel 802.701 è essenziale ai fini dello sviluppo del racconto cinematografico. La parte più interessante del film è quella iniziale, durante la quale George prende gradualmente confidenza con i comandi della macchina del tempo e visita gli anni 1917 e 1940 (quelli delle due guerre mondiali) incontrando il figlio del suo più caro amico. Agli occhi del protagonista il trascorrere del tempo è testimoniato, di volta in volta, dal consumarsi di una candela, dal rapido alternarsi del giorno e della notte, dall’aprirsi e dal chiudersi dei petali dei fiori, dal frenetico cambiamento degli abiti di un manichino in un negozio di moda femminile. La seconda parte, quella che si svolge nel 802.701, è forse più prevedibile e convenzionale, ma è riscattata da buoni momenti drammatici (la scena del libro che si polverizza tra le mani di George è un feroce atto di accusa contro ogni forma di oscurantismo e barbarie) e il racconto degli “anelli che parlano” stende sull’avventura un velo di pessimismo vicino a quello che anima le pagine di Wells. Oltre ai pregevoli effetti speciali, merita di essere ricordata la macchina del tempo, vero e proprio gioiello realizzato da William Ferrari, tra i comandi della quale fa bella mostra la targhetta in cui è citato il nome del suo costruttore: H.G. Wells. Buona l’interpretazione di Rod Taylor (subentrato a James Mason e a Michael Rennie) e del piccolo stuolo di valenti caratteristi. Nel ruolo di George – che altri non è se non H.G. Wells – si riassumono i tratti dell’eroe vittoriano, artefice di civiltà e progresso, nel rispetto della tradizione e della cultura: nella scena conclusiva, veniamo a sapere che George, di ritorno nel futuro, ha portato con sé tre libri … la scelta dei titoli è affidata alla intuizione dello spettatore. Nel documentario di Arnold Leibovit The Fantasy Film Worlds of George Pal (1985), omaggio alla carriera del regista, Rod Taylor presenta e rievoca alcune fasi della lavorazione del film. Remake nel 2002 con il titolo The Time Machine.

LA VITA PRIVATA DI HENRY ORIENT - Spietati - Recensioni e Novità sui Film

Un film di George Roy Hill. Con Peter SellersPaula PrentissAngela LansburyTom Bosley Titolo originale The World of Henry OrientComicoRatings: Kids+13, durata 106 min. – USA 1964.

Un pianista di scarso talento incontra casualmente due ragazzine tutto pepe che, da quel momento, giudicandolo una specie di idolo, incominciano a perseguitarlo procurandogli un sacco di guai e facendogli anche registrare un solenne fiasco in occasione di un importante debutto. I guai per il povero pianista finiranno solo quando le due piccole pesti rivolgeranno le loro attenzioni verso altri obiettivi.

Locandina Missione in Oriente

Un film di George Englund. Con Pat HingleMarlon BrandoEiji OkadaSandra ChurchArthur Hill. continua» Titolo originale The Ugly AmericanDrammaticodurata 120 min. – USA 1963.

Carter MacWhite si insedia al consolato americano di Sarkhen, piccolo Stato del sud-est asiatico travagliato da una forte opposizione antigovernativa che unisce comunisti e antiamericani. Il nuovo ambasciatore, animato da una ferma convinzione democratica, si sforza di indurre la fazione nazionalista di Deong a collaborare nello sviluppo economico contando sull’aiuto tecnico e finanziario di Washington, ma Deong tentenna pensando che il progetto serva soltanto a legittimare a livello internazionale il regime militarista filoamericano di Kwen Sai. L’opera di mediazione di MacWhite e dell’ingegnere Atkins è resa difficile dalle rivalità interne al gruppo dei comunisti e Deong accetta l’offerta di Kwen Sai soltanto quando viene a conoscenza di un complotto ordito dai suoi contro la sua stessa persona. Ma è troppo tardi: ferito da un attentatore che vorrebbe farne un martire della causa comunista, Deong ha il tempo di denunciare, prima di morire, le oscure trame del partito e di riconoscere l’onestà morale dell’ambasciatore. MacWhite stigmatizza la dolorosa esperienza in un conferenza stampa: i potenti del mondo, egli dice, devono imparare ad aiutare i popoli deboli rispettandone l’identità politica e culturale; gli uomini di ogni paese devono uscire dal guscio del proprio egoismo ed abituarsi a guardare al futuro… Ma mentre egli parla, un telespettatore americano si avvicina al televisore per spegnerlo.
Tra i film di fantapolitica degli anni ’60, questo è uno dei meno coinvolgenti, non tanto per mancanza di spettacolo – anche se non ci sono qui bombe atomiche (Il dottor Stranamore, A prova d’errore) o protagonisti dalla coscienza condizionata (Va’ e uccidi) o fanatici militari (Sette giorni a maggio) che pensano al colpo di stato -, quanto per la fastidiosa presunzione che anima i protagonisti di capire la Storia, di dare risposte risolutive sulle cause della guerra fredda e dell’imperialismo. Voluto da Marlon Brando che già dal 1958 con Englund e Stern meditava di realizzare qualcosa sul Terzo Mondo, Missione in Oriente è un film irrisolto che tradisce nel grande attore la seriosità dell'”intellettuale” circonfuso di luce messianica. Un film freddo, oggi quasi dimenticato, che alla sua uscita alla vigilia della crisi del Vietnam, non incontrò il favore del pubblico.Il coautore del romanzo Eugene Burdick ha scritto anche il libro che ha ispirato il citato A prova di errore. Anche se Marlon Brando domina la scena, Eiji Okada nel ruolo di Deong non ne rimane soffocato. Jocelyn Brando, sorella di Marlon, interpreta la moglie dell’ingegnere Atkin al quale dà volto il bravo Pat Hingle.

Locandina David e Lisa

Un film di Frank Perry. Con Keir DulleaJanet Margolin Titolo originale David and LisaDrammaticob/n durata 94 min. – USA 1963.

Sensibile e delicata storia d’amore fra due giovani nevrotici ricoverati in una casa di cura. David è ossessionato dall’idea della morte, Lisa perde spesso coscienza della propria identità e parla con cadenze infantili. L’affetto reciproco che li unisce giorno dopo giorno è descritto senza patetismi, fino a che, dopo una lite, David cerca disperatamente Lisa fuggita dalla casa di cura e la ritrova lucida e diversa, libera dalla sua nevrosi. Forse sarà per entrambi l’inizio di una nuova vita.

Locandina La notte dei generali

Un film di Anatole Litvak. Con Peter O’TooleOmar SharifTom CourtenayPhilippe NoiretJoanna Pettet. continua» Titolo originale The Night of the GeneralsDrammaticodurata 148 min. – Gran Bretagna 1967.

Varsavia, durante la seconda guerra mondiale. Un integerrimo maggiore della polizia militare tedesca scopre che il colpevole dell’assassinio di una prostituta è Tanz, un generale nazista.

Locandina Sulle ali dell'arcobaleno

Un film di Francis Ford Coppola. Con Fred AstairePetula ClarkTommy Steele Titolo originale Finian’s RainbowMusicaledurata 145 min. – USA 1968.

Intorno ad un magico vaso, capace di soddisfare tre desideri, si intessono divertenti avventure. Dapprima un odioso razzista. Poi una ragazza muta.

Locandina Non torno a casa stasera

Un film di Francis Ford Coppola. Con Robert DuvallJames CaanShirley Knight, Marya Zimmet, Andrew Duncan Titolo originale The Rain PeopleDrammaticodurata 102 min. – USA 1969

Quando Natalie scopre di essere incinta, decide di scappare di casa lasciando un biglietto al marito in cui dichiara che per quella sera non tornerà. Una fuga senza meta, la cui unica coordinata è New York, il punto di partenza, e la direzione è il verso opposto alla sua stessa vita. Natalie si imbatte in un autostoppista che diventerà compagno di un viaggio che si prolunga di giorno in giorno. Scopre di aver a che fare con un ritardato, ma pur cercando di liberarsene non troverà il coraggio di abbandonarlo.
Dimenticando per un attimo l’ingenuo titolo italiano e partendo dal titolo originale, The Rain People, s’intuisce l’intenzione sottesa a quest’opera acerba di un ancor giovane Coppola. L’intestazione rivela la volontà di descrivere il turbamento di una coppia apparentemente felice e serena attraverso l’allegoria della pioggia, fenomeno atmosferico imprevisto che irrompe nella limpidezza di una vita solare.
Lo spettatore non sa nulla di questo idillio, ma lo percepisce dallo stupore dei genitori di lei per il gesto insensato della fuga – avvenuta proprio in un giorno di pioggia – e dall’incredulità del marito, rappresentato esclusivamente come una voce all’altro capo del telefono. Al fianco della protagonista si assiste così ad un road movie incentrato sulla crisi di coppia, l’incomunicabilità e la paura delle proprie responsabilità. Ma il tutto rimane ingabbiato nello schermo: Coppola non riesce a trasmettere allo spettatore queste sensazioni, fotografando gli eventi senza infondergli anima.
L’incontro con il fortuito compagno di viaggio ritardato (un James Caan scarsamente calato nel ruolo) è poco credibile, dato che Natalie si renderà conto della condizione di questo ex campione di rugby solo quando saranno altri a farglielo notare. Di rilievo la caratterizzazione della società americana, i rapidi flashback inseriti a supporto del flusso narrativo, ma sono molti i punti incerti di questo film dal finale sospeso. Un soggetto a tratti ingenuo – Natalie scappa di casa senza bagaglio ma ha un cambio d’abito per ogni giornata – in cui la cura formale dei capolavori firmati dal grande profeta del cinema – Apocalypse Now piuttosto che Dracula di Bram Stoker – è ancora lontana.