Un ricco scapolo s’innamora di un’affascinante ragazza e riesce a convincerla a trascorrere una vacanza con lui alle Bermuda. Per una serie di comici contrattempi, i due non riescono mai a trascorrere qualche ora di intimità: dovranno attendere il matrimonio.
L’emancipata Margherita riunisce in una villa a Dubrovnik un harem alla rovescia: tre amanti e un amico omosessuale con le mansioni di eunuco. Ma i maschietti si alleano, la riducono al ruolo di casalinga finché la precipitano in mare. 1° film a colori di Ferreri, segna una svolta nel suo itinerario: si passa dalla commedia di costume al grottesco quasi metafisico. Girato contro la sceneggiatura (scritta con Raphael Azcona) e montato contro il modo con cui era stato girato. Diseguale, dissonante esempio di cinema della crudeltà. La Baker, spaesata, rivela i suoi limiti interpretativi. Titoli disegnati da Mario Schifano, breve apparizione di Tognazzi nel ruolo di sé stesso.
L’ Eunuco dell’Impero ha ordinato la condanna a morte del comandante del suo esercito per tradimento e insurrezione. La famiglia del comandante è stata assassinata, ma i suoi due figli più giovani, un figlio e una figlia, sono stati esiliati dall’impero. Al fine di completare il piano, l’eunuco ha mandato il suo scagnozzo segreto ad assassinare i due bambini. Il piano fallisce, dando inizio a numerose battaglie.
I subita sono stati tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni
Il prototipo dell’eroe sfortunato che con il sacrificio riguadagna la propria dignità. Lo spadaccino monco a cui dà vita Jimmy Wang Yu è un’icona di riscossa tipica del cinema di Chang Cheh, uno dei due padri del wuxia pian: spregiudicato nello stile eccessivo, impareggiabile nell’epica action.
Dal romanzo (1967) di Ercole Patti: irrequieto e incompreso adolescente s’innamora focosamente della zia, sposata e senza figli, che lo contraccambia distrattamente per combattere la noia. Turco si barcamena non male, la zia sgarzolina-Lollobrigida porta in giro una faccia, la fotografia di Nannuzzi è bellissima, Ferzetti si fa notare, ma il film è inamidato.
Una ragazza si allontana dalla famiglia che l’opprime. Gli impieghi che trova non fanno che peggiorare la sua situazione; ben che vada il suo titolare vuol portarsela a letto. La conoscenza di un ragazzo tetro e insoddisfatto le crea altri problemi. I due predispongono addirittura un suicidio, che poi non realizzano perché tutto sommato è meglio restar vivi e volersi bene.
Film di attori: Manfredi è bravo e non strafà; Tiffin è carina e ben doppiata; Tognazzi, che ricorda Harpo Marx, ha la modestia di rinunciare alla parola. La dolorosa istoria della contrastata passione tra Marino, barbiere di Alatri, e la sventurata Marisa. Dopo tante sciagure e tentati suicidi, coronano il loro sogno d’amore. Scritto da Age & Scarpelli, con dialoghi ricalcati sulla lingua della subcultura popolare (fotoromanzi, canzoni, ecc.).
La guerra partigiana a Genova e nell’Appennino ligure fino al passaggio dei repubblichini tra le file dei partigiani. Realizzato in formula cooperativa, il 1° film di Lizzani è apprezzabile per le intenzioni più che per i risultati. Un po’ troppo didattico, ha qualche momento efficace. Lollo spaesata. Giuliano Montaldo appare nel ruolo del commissario Lorenzo.
In questo film, Romy Schneider interpreta il ruolo di Julia Kreuz, una donna che confessa al marito di aver abbandonato il figlio che aveva avuto sei anni fa. Lei si propone di trovarlo. Bussando alla porta della coppia che ha adottato il suo giovane figlio, Julia provocherà uno scandalo dal quale nessuno si riprenderà…
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Uno dei primi film di Koncialovskij, proibito dalla censura sovietica per quasi vent’anni (solo recentemente, Gorbaciov ha dato via libera). È la storia di una ragazza madre, una giovane contadina di kolchoz, amata da due uomini, un poco di buono e un bravo lavoratore. Asja rimane incinta del primo, ma rifiuta l’offerta di matrimonio del secondo. Decide di tenersi il figlio, sfidando l’ambiente gretto e moralista del kolchoz.
Un film di Roger Corman. Con Ray Milland, Hazel Court, Richard Ney Titolo originale The Premature Burial. Horror, durata 81′ min. – USA 1961. MYMONETRO Sepolto vivo valutazione media: 2,71 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Terrorizzato dall’idea di essere sepolto vivo si fa costruire una bara speciale. Quando gli succede davvero, ne esce e si vendica. 3° dei 5 film di Corman ispirati ai racconti di E.A. Poe, unico in cui R. Milland sostituisce Vincent Price. Scritto da Charles Beaumont e Ray Russel e, come gli altri, affidato a Floyd Vrosby (fotografia) e Daniel Haller (scene). Ha il torto di avere un’azione statica e, dunque, un’atmosfera gotica che talvolta sembra fine a sé stessa invece di essere un veicolo di suspense e paura. Come il solito, emerge qua e là una vena di umorismo ironico. Milland efficace nelle scene oniriche.
Un industriale si trova in cattive acque. Ma potrebbe salvarlo un riccone, ex gerarca fascista. Per ingraziarselo, l’industriale lo riceve nel suo castello. L’ospite è in brodo di giuggiole, la società sta per nascere quando s’intromette lo spirito del castello
Tre uomini e due donne fanno conoscenza su un treno per Nizza. Una volta a destinazione, vengono coinvolti in un delitto che non hanno commesso. Il caso e la dabbenaggine fanno sì che venga messo insieme un vero castello di prove che li inchioderebbe, se non fosse per l’intelligenza dell’ispettore che riesce piano piano a venire a capo di tutto. Ma non è finita: al ritorno a Roma i cinque si mettono ancora nei guai.
Un pastore finisce in prigione per un delitto d’onore. Evade e assieme ad alcuni complici organizza rapimenti di persone facoltose. Abbandonato dai suoi uomini comprende che non potrà sfuggire.
Uno scrittore squattrinato accetta il lavoro propostogli da una vecchia e strana signora: riordinare le carte del marito, uno scrittore famoso quanto controverso. Nella vecchia casa conosce Aura, una bella ragazza che si dice nipote della signora. Ma l’abitazione sembra stregata.
La vita e il dramma di Galileo Galilei. Il fisico italiano studia le stelle con un telescopio da lui perfezionato e dichiara che il Sole è posto al centro dell’universo. Processato per eresia dopo la pubblicazione delle sue teorie, Galileo preferisce ritrattare piuttosto che subire la tortura.
All’inizio del dramma Tom, che è sia il protagonista che il narratore della storia, si rivolge direttamente al pubblico (cosa che farà spesso nel corso della recita) spiegando che si tratta di un suo ricordo della madre Amanda e la sorella Laura. Siamo alla fine degli anni ’30 del XX secolo. Amanda ha cresciuto i suoi due figli da sola, dopo che suo marito li ha abbandonati. La donna, volitiva ed energica, viene dagli Stati del Sud, dove era ammirata per la sua bellezza, e prova ancora rimorso per aver lasciato tutto e aver seguito suo marito. Il suo rapporto con Tom e Laura oscilla tra il tenero e l’eccessivo; in particolare la donna si preoccupa del futuro di Laura, resa zoppa da una malattia e pertanto introversa e chiusa: ella si è chiusa in un suo mondo di illusioni, e passa tutto il suo tempo ad ascoltare vecchi dischi, leggere romanzi e soprattutto accudire una collezione di animaletti di vetro. Tom lavora in una fabbrica di scarpe per mantenere Laura e Amanda, ma la vita noiosa e banale che conduce (nonché la morbosa presenza della madre) lo rende irascibile. Il ragazzo tenta senza successo di diventare un poeta, e cerca conforto recandosi al cinema a tutte le ore della notte per vivere delle avventure almeno con la fantasia. Questo scatena l’ansia di Amanda, che teme suo figlio sia un alcolizzato come il padre….
L’operaio Luigi Bianchi va a Milano con lo scopo di compiere un attentato alla sede principale della società mineraria per cui ha lavorato, responsabile di un gravissimo incidente. Ma cambierà il suo proposito e si farà completamente integrare nella vita della metropoli lombarda.
1925: in un piccolo villaggio USA il pastore, d’accordo con i “maggiorenti” locali, denuncia un insegnante perché illustra ai suoi allievi le teorie darwiniste sull’evoluzione delle specie. Il regista di Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo e di Indovina chi viene a cena? (entrambi sempre con Spencer Tracy) realizzò nel 1960 questo interessante dramma giudiziario tratto da un testo teatrale famoso, Inherit the Wind di Jerome Lawrence e Robert E. Lee. Soltanto un film d’attori, ma di classe. Intitolato anche L’erede del vento. Rifatto nel 1988 per la TV.
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