Category: Film dal 1960 al 1969


Un film di Hans Abramson, Arne Arnbom, Hans Alfredson, Tage Danielsson, Lars Görling, Ingmar Bergman, Jörn Donner, Gustaf Molander, Vilgot Sjöman. Con Harriet Andersson, Ingrid Bergman, Lars Ekborg, Hans Abramson, Hans Alfredson. Commedia, b/n durata 105′ min. – Svezia 1967. MYMONETRO Stimulantia * * 1/2 - - valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Film a episodi della Svensk che reclutò 9 registi. Tema fisso: quali sono le cose più stimolanti per vincere la noia esistenziale? Chi sceglie lo sport, il sesso, l’emozione artistica. Per Bergman è il bambino, stimolo a vivere e presenza d’amore: in Daniel _ girato tra il ’63 e il ’65 _ si dedica a Daniel Sebastian, nato nel 1962 dalla pianista Käbi Laretei, 4ª moglie e sua collaboratrice per anni, anche dopo il 4° divorzio. Come gli altri registi, compare di persona sullo schermo, dicendo che, mentre gira un film, pensa al modo con cui il figlio lo vedrà e lo capirà. L’episodio (11 minuti) consiste in frammenti di filmetti familiari in Super8 da lui girati. Dà l’impressione di voler fare qualcosa di diverso dai film dei colleghi, realizzati con attori professionisti (in quello di Abramson recita Ingrid Bergman). Distribuito anche in Italia nel 1967.

Stimulantia (1967) on IMDb

In alcuni punti è in lingua originale con subita

Risultati immagini per Lo Spaccone

Un film di Robert Rossen. Con Myron McCormick, George C. Scott, Piper Laurie, Jackie Gleason, Paul Newman. Titolo originale The Hustler. Drammatico, b/n durata 135′ min. – USA 1961. MYMONETRO Lo spaccone * * * * 1/2 valutazione media: 4,57 su 26 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Ritratto di un giocatore professionista di biliardo la cui smania di vincere a tutti i costi ne farà un perdente. Dal romanzo The Hustler (1958) di Walter Tevis, adattato dallo stesso regista. 4 interpretazioni eccellenti (tutte candidate agli Oscar come anche film, regia, sceneggiatura, ma vinsero soltanto il veterano Eugen Schüfftan per la fotografia e Harry Horner e Gene Callahan per la scenografia), costruzione narrativa compatta, dialoghi infallibili, il film è rimasto nella memoria degli spettatori soprattutto per la sagace descrizione del mondo americano del biliardo, come apologo sull’America amara e i suoi falsi miti: un’aria che quasi si respira. Newman riprese il personaggio di “Fast” Eddie Nelson in Il colore dei soldi di Scorsese.

The Hustler (1961) on IMDb
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Un film di Jean-Luc Godard. Con Anna Karina, Claude Brasseur, Sami Frey, Louisa Colpeyn. Titolo originale . Commedia, durata 95′ min. MYMONETRO Bande à part * * * - - valutazione media: 3,38 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Amici per la pelle, Arthur Rimbaud e Franz s’innamorano di Odile la cui zia tiene in casa tutti i suoi risparmi. Decidono di impadronirsene, ma il colpo va male: la vecchia muore e Franz e Odile s’imbarcano con i soldi per l’America del Sud. Tratto da Fool’s Gold di Dolores Hitchens, romanzo della Série Noire, il 7° lungometraggio di J.-L. Godard è un riuscito compendio della sua prima maniera: beffardo e malinconico, è un dramma risolto in cadenze di commedia burlesca, e un tipico esempio del disinvolto menefreghismo di moda tra i giovani francesi negli anni ’60. Simpatiche canaglie, cugini suburbani del Belmondo di À bout de souffle, i due amiconi danzano, mimano la morte di Billy the Kid, attraversano di corsa il Louvre in poco più di 7 minuti, impacciati quando delinquono e quando cercano di nascondere i loro veri sentimenti.

Band of Outsiders (1964) on IMDb
DDLNews.com

Paese: Italia Anno: 1967 Genere: Sceneggiato TV – Storico Durata: 185 min. Regia: Daniele D’Anza

L’America è colpita al cuore. La sera del 14 aprile 1865 viene assassinato, nel palco di un teatro, uno dei più grandi presidenti: Abramo Lincoln. Il bellissimo sceneggiato di Daniele D’Anza racconta le ultime 24 ore dell’uomo che dal 1860 aveva guidato gli Stati Uniti durante il conflitto fraticida tra nordisti e sudisti schiavisti. Solo di fronte a un grande paese smarrito, che deve riappacificare, ricostruire ed accettare le ragioni di una civiltà, si trova accerchiato ai facinorosi tavoli post bellici, dove introduce il tredicesimo emendamento sull’emancipazione della schiavitù, mettendo fine ai quattro anni di guerra civile. Sospetti, denuncie, inchieste, articoli ma nulla di fatto e come sempre la verità resta nascosta nelle pieghe del tempo.

Abramo Lincoln - Cronaca di un delitto (1967) on IMDb
Doctor Who - guarda la serie in streaming online

Prodotto dalla Bbc, mai giunto in Italia ma oggetto di culto nei paesi anglosassoni, Doctor Who vanta il record di longevità fra le serie di fantascienza: l’esordio è datato 1963, e la sua programmazione è durata oltre ventisei anni, con seicento episodi all’attivo. Ma le ragioni di un tale successo non sono certo un mistero, considerando il fascino enigmatico delle storie, l’alone d’inquietudine che vi è diffusa, l’ipnotico tema musicale di Ron Grainer e l’intelligente caratterizzazione del personaggio principale (interpretato fino al 1966 dal bravo William Hartnell), anziano scorbutico, suscettibile ed egoista, pronto a spingere la sua sete di conoscenza fino all’irresponsabilità; tutti pregi che, insieme ad alcune trovate visionarie (la foresta pietrificata di The Dead Planet, l’impiego espressivo – a tratti “espressionista” – della fotografia in bianco e nero), consentono d’ignorare le scenografie un po’ grossolane e qualche lunghezza di troppo nelle sceneggiature. Un prodotto godibile ancora oggi,

dunque, con ottimi attori e una interessante struttura narrativa: le storie – ciascuna coincidente con un viaggio spazio-temporale dei protagonisti – sono autoconclusive, ma si svolgono nell’arco di più episodi, alla fine dei quali un’immagine (o una rivelazione inaspettata) stimola la suspence e la curiosità per la puntata successiva.
Da scoprire, per ritrovare il gusto di una fantascienza genuina e naif.
All’incirca tra il 1967 ed il 1978 gran parte del materiale più vecchio della BBC memorizzato su nastri magnetici o contenuto in videoteche andò distrutto o fu semplicemente cancellato per un riutilizzo. Andarono così persi molti vecchi episodi di Doctor Who, riguardanti soprattutto i primi tre dottori – William Hartnell, Patrick Troughton e Jon Pertwee. A seguito di un’opera di catalogazione e recupero gli archivi sono stati ripristinati completamente solo dal punto in cui sì passò dal b/n al colore, cioè da quando Jon Pertwee divenne il nuovo Dottore – anche se alcuni episodi con lui hanno richiesto una notevole opera di restauro e recupero. Un gruppetto è stato recuperato soltanto come pellicola in bianco e nero e di altri le uniche copie a colori superstiti sono vecchi nastri NTSC recuperati nel nordamerica (alcune sono registrazioni casalinghe su nastro Betamax, e di bassa qualità). In tutto, 108 dei 253 episodi prodotti durante i primi sei anni del programma non sono più presenti negli archivi della BBC. A quanto si sa, nel 1972 quasi tutti gli episodi fino ad allora girati esistevano ancora presso la rete televisiva,ed è dal 1978 che la pratica della cancellazione dei nastri è stata abbandonata.
Per il recupero la BBC ha utilizzato le prime registrazioni a colori effettuate da fans e spettatori da tutto il mondo, come pure i brani filmati tramite videocamere a 8 mm oppure andati in onda all’interno di altre trasmissioni. Di tutti gli episodi perduti sono state recuperate le versioni solo audio, grazie alle registrazioni eseguite all’epoca da vari telespettatori.
Oltre a ciò, esistono fotografie fatte durante le riprese dal fotografo John Cura, impiegato dalle varie produzioni della rete per documentare molti dei loro programmi durante gli anni ’50 e ’60: sono state utilizzate in ricostruzioni delle puntate fatte dai fan, e tollerate dalla BBC, poiché non messe in commercio per profitto e distribuite con vhs a bassa risoluzione.
Uno degli episodi persi più agognati è la quarta parte dell’ultima serie con William Hartnell, dal titolo “The Tenth Planet” (Il decimo pianeta) del 1966, che si conclude con la trasformazione del primo dottore nel secondo: ne resta un solo frammento, formato da alcuni fotogrammi in 8 mm senza sonoro e di qualità scadente, raffigurante proprio i pochi secondi della scena della rigenerazione, come è stato mostrato dal programma Blue Peter.
Con l’approvazione della BBC, sono in atto sforzi per ricreare la maggior parte di episodi possibili tramite il materiale esistente. Cominciando dall’inizio degli anni ’90, la BBC ha cominciato a rendere disponibili le registrazioni audio delle puntate perse su cassette e cd, collegate tramite la voce narrante di ex attori della serie. Ricostruzioni “ufficiali” inoltre sono vendute dalla BBC su VHS e CD e come extra in alcuni DVD. La BBC, insieme con lo studio Cosgrove Hall ha ricostruito gli episodi mancanti 1 e 4 di “The Invasion” (1968) tramite animazione, usando le tracce audio e le sceneggiature originali: sono comprese per i dvd della serie entrati in commercio nel novembre 2006. La Cosgrove Hall aveva manifestato il proprio interesse per l’animazione di ulteriori episodi perduti, poi di simili ricostruzioni non si è più avuta notizia dall’inizio del 2007 ed è dell’aprile dello stesso anno l’annuncio che questo tipo di progetto è stato sospeso a tempo indefinito.
taggata stagione 1 episodi 1-18
In effetti sono si 18 episodi ma si riferiscono alla prima stagione.
Incompleta. Il motivo è semplice.
Diversi episodi sono andati perduti e questo è quello che rimane.
Per questo motivo lo avevo taggato Doctor Who Classic 1963-65
Questo è quanto di meglio potrete trovare sul Dottore relativo al suo inizio.
L’Episodio 14 Marco Polo ad esempio, è un vero capolavoro.
Sono rimasti solamente diversi fotogrammi e l’audio originale.
Ebbene per la prima volta in Italia potrete gustarvi l’intero episodio vedendo le foto,
ascoltando l’audio originale e leggendo i sub in Italiano per rendere gradevole la cosa.

Doctor Who (1963) on IMDb
Locandina La gaia scienza

Un film di Jean-Luc Godard. Con Jean-Pierre LéaudJuliet Berto Titolo originale Le gai savoirSociologicob/n durata 97 min. – Francia 1968.

Un giovane studente e un’operaia si incontrano, si amano e discutono del mondo e delle immagini che li circondano.

Joy of Learning (1969) on IMDb
Risultati immagini per il mafioso lattuada

Regia di Alberto Lattuada. Un film Da vedere 1962 con Alberto SordiNorma BengellUgo AttanasioCinzia Bruno. Genere Drammatico – Italia1962durata 103 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,00 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Film anomalo De Laurentiis prodotto da Antonio Cervi, frutto di 2 sceneggiature sovrapposte: una di Marco Ferreri (che doveva dirigerlo) e Rafael Azcona, l’altra di Age & Scarpelli. Nino Badalamenti, caporeparto in una fabbrica milanese, porta in vacanza moglie e figli nella natia Sicilia. Il boss di un’organizzazione mafiosa lo obbliga a compiere un omicidio su commissione a New York. Rientrato in Italia, torna a Milano. È un film atroce sulla mafia: ebbe la sfortuna critica di uscire nello stesso 1962 di Salvatore Giuliano di Rosi. Tolte occasionali cadute, ha nell’asciutta, fredda eleganza della regia la sua qualità più evidente sebbene Sciascia trovasse eccessiva “la sua presunta neutralità” (P. Cherchi Usai). In Italia ebbe un soddisfacente successo di pubblico, grazie anche a Sordi, tenuto a briglia corta, nel personaggio più amorale della sua carriera. Fotografia funzionale in chiaroscuro di Armando Nannuzzi. 1° premio al festival di S. Sebastian 1963.

Mafioso (1962) on IMDb
Locandina Donne facili

Un film di Claude Chabrol. Con Bernadette LafontStéphane AudranClotilde JoanoLucille Saint-Simon Titolo originale Les bonnes femmesDrammaticob/n durata 95 min. – Francia 1960MYMONETRO Donne facili * * 1/2 - - valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

In un negozio di articoli casalinghi lavorano quattro ragazze che, per evadere dalla monotonia quotidiana, finiscono nei pasticci. La più giovane e romantica cade nelle mani di un uomo che aveva scambiato per un innocente ammiratore e che si rivela un bruto.

Les Bonnes Femmes (1960) on IMDb

Un film di Flaminio Bollini. Con Lilla BrignoneGianni SantuccioGiancarlo Sbragia Formato Serie TV, Storico– Italia 1969.

Pulita, non eccezionale (e certo non la migliore occasione interpretativa per una Lilla Brignone decisamente poco convinta) biografia della celebre attrice d’inizio secolo. La cosa più divertente è la colorita (e molto maligna) recitazione di Giancarlo Sbragia nei panni di D’Annunzio.

Eleonora Duse (1969) on IMDb
La tigre ama la carne fresca (1964) - Film - Movieplayer.it

Un film di Claude Chabrol. Con Daniela BianchiRoger HaninMaria Mauban Titolo originale Le tigre aime la chair fraîcheSpionaggiodurata 85 min. – Francia 1964.

Avventure di un agente francese soprannominato “il Tigre”. Il nostro eroe sventa il rapimento di un ministro turco.

Code Name: Tiger (1964) on IMDb
Stereo (1969 film) - Wikipedia

Un film di David Cronenberg. Con Ronald MlodzikJack MessingerPaul MulhollandIain EwingClara Mayer. continua» Grottescob/n durata 65 min. – Canada 1969.

Nei futuristici laboratori della “Canadian Academy for Erotic Inquiry” un gruppo di volontari, tra loro sconosciuti, si sottopone ad un esperimento di induzione biochimica cerebrale teso a sviluppare le potenzialità telepatiche del cervello, rendendo superfluo l’uso della parola. Coordinato dal dottor Luther Stringfellow (che, peraltro, è assente durante il test) e monitorato dai computer, il progetto mira a liberare la psiche umana dalle pastoie inibitrici del comportamento quotidiano, aprendo prospettive infinite all’espressione, alla percezione e alla creatività. Gli individui prescelti, sotto l’effetto di droghe e afrodisiaci, esaltano i propri impulsi sessuali, ma scoprono, al tempo stesso, la capacità di nascondersi l’un l’altro proiettando un ego fittizio. L’esperienza è traumatizzante, rischia di condurre alla schizofrenia e non consente ritorno: due uomini, incapaci di eliminare il bisogno della dipendenza psichica, si suicidano.
Dopo aver firmato due cortometraggi (Transfer e From the Drain) Cronenberg realizza un soggetto più articolato con la collaborazione degli amici di università che si prestano ad interpretarlo. Il regista si autofinanzia e riesce a presentare il film in alcuni festival d’avanguardia fino a richiamare l’attenzione della International Film Archive di New York. La pellicola, girata in 35 mm, è tutta risolta in immagini: l’unica voce è quella del narratore che introduce la storia e commenta, con un bizzarro liguaggio scientifico (il titolo stesso allude ad una forma di comunicazione multidirezionale) le fasi dell’esperimento. Anche se il racconto è permeato di un morboso gusto per l’orrore e di istanze intellettualistiche, gli angosciosi temi cronenberghiani del dualismo intelletto/materia cominciano già a delinearsi con rigorosa coerenza.

Stereo (1969) on IMDb

Un film di Jean-Luc Godard. Con Brigitte Bardot, Françoise Hardy, Jean-Pierre Léaud, Chantal Goya, Eva Britt. Titolo originale Masculin féminin. Drammatico, b/n durata 103 min. – Francia 1966. MYMONETRO Il maschio e la femmina * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Tratto da due novelle di Guy De Maupassant, il film racconta di due giovani amici che utilizzano il loro tempo libero per scoprire il mondo delle donne e per approfondire le loro idee politiche; uno dei due giovani morirà per un incidente, proprio quando sta per diventare padre.

Masculine Feminine (1966) on IMDb
Locandina italiana Rocco e i suoi fratelli

Un film di Luchino Visconti. Con Claudia Cardinale, Alain Delon, Roger Hanin, Katina Paxinou, Annie Girardot. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 180 min. – Italia 1960. MYMONETRO Rocco e i suoi fratelli * * * * 1/2 valutazione media: 4,55 su 24 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Alla morte del marito, la lucana Rosaria Parondi si trasferisce a Milano, dove abita il primogenito Vincenzo, con gli altri quattro figli maschi: Simone comincia una carriera nella boxe, Rocco fa il garzone in una stireria, Ciro va a lavorare in fabbrica e Luca, il minore, rimane a casa con la madre. L’ossessione di Simone per la prostituta Nadia, della quale si invaghirà anche Rocco, porterà alla tragedia e alla disgregazione della famiglia Parondi.
A dodici anni da La terra trema, Luchino Visconti torna ad occuparsi della questione meridionale, questa volta, dal punto di vista di chi è costretto ad emigrare: le difficoltà di adattamento in una nuova realtà sociale, la condizione di chi si sente straniero in una città ostile, tra sogni di ritorno alla terra natia e voglia di integrazione, un certo verismo nelle modalità di racconto fanno di Rocco e i suoi fratelli un seguito ideale del precedente capolavoro ispirato a “I Malavoglia”. Anche qui c’è una fonte letteraria precisa, la raccolta “Il ponte della Ghisolfa” di Giovanni Testori, cui si aggiungono suggestioni da altre opere quali “Giuseppe e i suoi fratelli” di Thomas Mann, “L’idiota” di Dostoevskij e “Uno sguardo dal ponte” di Arthur Miller, che il regista portò in teatro solo due anni prima. Ma al di là della sua dimensione di saga famigliare, evidentissimi gli echi verghiani, di maestoso romanzo popolare, questo capolavoro del cinema anni Sessanta è soprattutto un grande melodramma, un miscuglio sapientissimo di sentimenti forti, pulsioni ancestrali e arcaiche, uno dei risultati più alti di Visconti, che mette in scena la sua Milano attraverso gli occhi di chi ne è respinto, allontanato, fagocitato.
Compatta da un punto di vista drammaturgico, poderosa da quello descrittivo, è il caso di un’opera in grado di superare l’evidente carica ideologica grazie a virtù riferibili ad una mano registica che ha pochi eguali: «I valori assai alti di Rocco e i suoi fratelli […] vanno, come al solito, individuati, più che nelle intenzioni ideologiche, nella concentrata densità drammatica del racconto, nella sua grandiosità epico-melodrammatica e drammaturgico-romanzesca, nei livelli altissimi della scrittura filmica e dell’orchestrazione polifonica, nella potenza con cui vengono delineati i sentimenti e fatte esplodere le passioni» (Lino Micciché, Luchino Visconti, Marsilio).
Fu osteggiato dalla censura che impose un insensato “annerimento” nella sequenza dello stupro di Nadia, tra le scene madri più forti e sconvolgenti di tutto Visconti. Il titolo è un duplice omaggio che mescola insieme “Giuseppe e i suoi fratelli” di Mann e il nome di Rocco Scotellaro, scrittore e poeta interessato alla cultura e alla società contadina, di cui il regista era un appassionato lettore.

Rocco and His Brothers (1960) on IMDb
Locandina Ro.Go.Pa.G.

Un film di Jean-Luc GodardRoberto RosselliniUgo GregorettiPier Paolo Pasolini. Con Ugo TognazziRosanna SchiaffinoLaura BettiJean-Marc BoryLisa Gastoni. continua» Film a episodib/n durata 110 min. – Italia, Francia 1963MYMONETRO Ro.Go.Pa.G

In quattro racconti, quattro registi di scuole e di esperienze diverse, riflettono sui condizionamenti dell’uomo nella società contemporanea e sull’angoscia di oggi e di domani.
“Il mondo nuovo”, l’episodio firmato da Godard (per l’interpretazione di Jean-Marc Bory e Alexandra Stewart, e con musiche di Beethoven) prospetta un mondo scampato alle radiazioni di un’atomica nel quale gli uomini, svuotati di ogni qualità, esprimono in un linguaggio allusivo la loro disperazione esistenziale. L’olocausto immaginato dal regista francese non reca tracce visibili sulla pelle dell’uomo, ma ne rivela il vuoto interiore e l’impossibilità del sentimento: la società immaginata da Godard è, in definitiva, il ritratto esasperato di quella moderna e la città nella quale si svolge la breve vicenda è Parigi, assunta (come sarà anche in Alphaville) a simbolo di metropoli del futuro. L’episodio è girato in puro stile “nouvelle vague”, con voce fuori campo e inquadrature dal taglio documentaristico. Il titolo con il quale la pellicola è più conosciuta è composto dalle prime sillabe dei cognomi dei registi. Gli altri episodi sono: “Illibatezza” (di Rossellini), “Il pollo ruspante” (di Gregoretti), “La ricotta” (di Pasolini).

Ro.Go.Pa.G. (1963) on IMDb

Regia Koji Wakamatsu. Sceneggiatura Chûsei Sone, Takao Yoshizawa. Attori Hiroko Fujino Sì, mio Chikako Natsumi. 1965.

Giappone, 1960. In un complesso residenziale, un giovane studente introverso osserva i suoi vicini attraverso un telescopio. Il voyeurismo di un giovane isolato e cupo, provocherà un’esplosione di follia.

Secrets Behind the Wall (1965) on IMDb
Violenza Per Una Giovane (1960): Amazon.it: Scott,Hamilton,Meersman,  Scott,Hamilton,Meersman: Film e TV

Regia di Luis Buñuel. Un film con Zachary ScottBernie HamiltonKay Meersman. Titolo originale: La joven – The Young One. Genere Drammatico – Messico1960durata 96 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

In un’isoletta del Sud degli Stati Uniti vivono il guardacaccia Miller (Scott) e l’orfana quattordicenne Ewie (Meersman). Sbarca sull’isola il nero fuggiasco Travers (Hamilton), accusato di avere violentato una bianca. Miller gli danneggia l’imbarcazione e, durante la convivenza a tre, approfitta di Ewie. Arrivano un pastore (Brook) e un bianco razzista (Denton)… Tratto dal racconto Travellin’ Man di Peter Matthiessen, sceneggiato con H.B. Addis, è un film che spiazza lo spettatore (quando uscì spiazzò anche molti critici) per la sua assenza di manicheismo, il modo insolito di rappresentare il tema razzista e di proporre un superamento dei pregiudizi e dei tabù. Persino l’abuso di minore assomiglia molto a una seduzione consensuale: il ritratto di Ewie è quello di una ninfetta consapevole della propria attrazione erotica. Aveva ragione Truffaut a dire che Buñuel aveva saputo “con grande abilità mescolare la nozione di personaggi simpatici e antipatici, e mescolare le carte del gioco psicologico tenendo un discorso perfettamente chiaro e logico”. Uno dei 4 film di Buñuel con la fotografia di Gabriel Figueroa. Premio speciale della giuria a Cannes 1960.

The Young One (1960) on IMDb
Risultati immagini per Weekend, un Uomo e una Donna dal Sabato alla Domenica

Un film di Jean-Luc Godard. Con Mireille Darc, Jean Yanne, Jean-Pierre Léaud, Virginie Vignon Titolo originale Week-end. Drammatico, durata 95′ min. – Francia 1967. MYMONETRO Week-end, un uomo e una donna dal sabato alla domenica * * * - - valutazione media: 3,33 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Corinne e Roland, coppia di borghesi, partono in auto per il weekend. Incappano in lunghe code, sanguinosi incidenti, strani incontri (Emily Brontë, Cagliostro, Alice, Saint-Just) prima di essere catturati dal Fronte di Liberazione di Seine-et-Oise. Da una barbarie all’altra, il 15° film di Godard comincia come un pamphlet satirico sulla borghesia neocapitalistica e la civiltà del tempo libero e diventa una favola visionaria, profetica e apocalittica (annuncio del ’68?). Famosa la lenta carrellata di quasi 10 minuti senza stacchi sulla strada intasata di auto in coda.

Weekend (1967) on IMDb

Un film di Jean-Luc Godard. Con Anna Karina, Sady Rebbot, Gilles Queant, André S. Labarthe, Guylaine Schlumberger. Titolo originale Vivre sa vie. Drammatico, b/n durata 85′ min. – Francia 1962. MYMONETRO Questa è la mia vita * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nanà (Karina), giovane commessa, diventa una professionista del marciapiede. Ha anche un protettore, Raoul (Rebbot) che, oltre a darle istruzioni e porle divieti, la vende. Non essendo l’acquirente d’accordo sul prezzo, ne nasce un alterco, seguito da una sparatoria… 4° lungometraggio di J.-L. Godard (e il 3° con la danese Karina, nome d’arte di Ann Karin Bayer), è considerato da alcuni l’opera meno invecchiata e più adulta del suo primo periodo, quella in cui le invenzioni appaiono più congeniali e integrate a un progetto che non è soltanto cinematografico. I 12 quadri _ nei quali Nanà vive la sua vita, rivelandone casuali frammenti _ hanno registri diversi (sociologico, documentario, letterario, cinematografico: quello in cui al cinema Nanà piange vedendo la morte della Giovanna d’Arco di Dreyer) con linguaggi diversi, non uniti da una logica narrativa, ma giustapposti, forse ricombinabili: “vivere la propria vita”, accettarla com’è, mostrarla nella sua mescolanza di realtà e di finzione (rappresentazione), ma anche aiutarne una comprensione, aprire a un possibile giudizio. Affrontato altrove in modi obliqui, allusivi, episodici, qui il tema della prostituzione diventa centrale. Lo spunto è quello di un’inchiesta giornalistica (Où en est avec la prostitution? di Marcel Sacotte), ma “le domande e le risposte vere vengono da ben più lontano, come rivela la citazione da Montaigne che apre il film: ‘Bisogna prestarsi agli altri e donarsi a sé stessi’” (A. Farassino). Premio speciale della giuria a Venezia.

Vivre sa vie (1962) on IMDb

Regia di Alberto Lattuada. Un film con Catherine SpaakChristian MarquandJean SorelGiacomo FuriaPatrizia BiniGisella ArdenCast completo Genere Commedia – Italia1960durata 95 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 7 recensioni.

Francesca è una liceale diciassettenne di buona famiglia. Assistiamo a una sua giornata in cui non entra in orario a scuola per andare a far visita a Enrico, un architetto che ha vent’anni più di lei e l’ha conosciuta bambina. Rientrata in classe assisterà a un conflitto sull’amore tra studentesse e poi trascorrerà il resto del tempo in parte con l’amico Renato nel lussuoso palazzo di una affascinante quanto algida principessa e poi in un antico edificio alla cui ristrutturazione sta lavorando Enrico.
Le cronache di un tempo avrebbero iniziato così: “Correva l’anno…”. È un incipit appropriato per questo film perché ‘correva l’anno 1960’ e Alberto Lattuada si mostrava nettamente in anticipo sui tempi dell’evoluzione della morale sessuale senza per questo rinunciare a una lettura problematica di quanto stava per verificarsi nel tessuto sociale. Lo sguardo in macchina finale di Francesca rimanda a un altro ‘storico’ sguardo in macchina: quello dell’Antoine Doinel de I quattrocento colpi di Truffaut che lo precede di un anno sugli schermi. Certo il contesto socio-culturale dei due film si colloca a distanze siderali ma in entrambi gli sguardi c’è il bisogno di risposte che gli adulti non hanno saputo dare, c’è l’incertezza di un futuro pieno di incognite.

È questo che i censori dell’epoca non compresero fermandosi solo alla superficie di una scena iniziale (il risveglio dopo un sogno erotico) brutalmente mutilata nonché sull’epilogo. Ricorda Lattuada: “La censura fece un massacro perché la ragazza non si pentiva di aver perduto la verginità e non piangeva, non andava dal prete, non andava dalla madre e neanche da un’amica. Si guardava in uno specchio e nasceva sul suo volto un sorriso leggerissimo, pieno d’innocenza, con la coscienza che da quel momento cominciava per lei l’altra problematica, quella dell’amore: ora la partita diventava molto più grossa, era quella dei sentimenti.” La debuttante Catherine Spaak offriva il suo giovane corpo, nascosto da un babydoll e con un solo nudo a mezzo busto di schiena, a una riflessione che, strutturandosi narrativamente nell’arco di un giorno, mostrava un microcosmo vuoto come la casa in cui Francesca abita con la famiglia. Se le figure femminili brillano per la loro vuota apparenza (protagonista esclusa) sono i maschi a risultare psicologicamente irrisolti. Enrico passa dal sottile piacere della seduzione di una vergine all’innamoramento che non sarà corrisposto mentre Renato ha la bellezza del Jean Sorel giovane e una sfrontatezza dietro cui resta ben poco da scoprire. Rimane il fratello Eddy, testimone frastornato della fondamentale fase di passaggio attraversata dalla sorella. Entrambi sono cresciuti in un mondo apparentemente protetto da sommovimenti che però stanno cominciando a presentarsi e Francesca mostra la consapevolezza necessaria per affrontarli da donna libera.

Sweet Deceptions (1960) on IMDb
Una Storia Americana - film a Milano

Un film di Jean-Luc Godard. Con Anna KarinaJean-Pierre LéaudMarianne FaithfullLászló SzabóYves Afonso Titolo originale Made in UsaPoliziescodurata 90 min. – Francia 1966

Una giornalista francese indaga negli Stati Uniti sulla morte di un amico comunista. I suoi avversari la sorvegliano e cercano di impedirle di scoprire la verità.

Made in U.S.A (1966) on IMDb