Una commedia fiabesca che affronta il tema del viaggio in corriera, delle ossessioni di un uomo che riesce a liberarsi delle immagini di tre donne (madre, moglie, tentatrice) che poi, attraverso un sogno si riveleranno la stessa persona.
Una ragazza scopre che suo cognato, con altri membri del Ku Klux Klan, è uno degli autori di un omicidio, ma non lo denuncia. Gli uomini della setta la processano e la condannano ma la polizia arriva a salvarla. Uno dei 53 film dell’ex presidente USA e tra i migliori. Democratico, antirazzista, un po’ melodrammatico. Tra gli sceneggiatori c’è Richard Brooks. Bravi soprattutto G. Rogers e R. Reagan che dà il meglio di sé come affiliato del KKK.
Vita misera, imprese criminali e morte di alcuni ragazzi in un quartiere povero di Città del Messico. 3° film messicano di Buñuel e quello che, presentato e premiato a Cannes nel 1951, rilanciò la sua fama in Europa. Fu definito dal suo autore “film di lotta sociale”. A questo crudele e malinconico “poema d’amore sulla mancanza d’amore” (M. Argentieri) il francese Jacques Prévert dedicò questi versi: “Los olvidados/ragazzi affettuosi e male amati/assassini adolescenti/assassinati…”. “Un’opera precisa come un meccanismo, allucinante come un sogno, implacabile come la marcia silenziosa della lava” (Octavio Paz). Fotografia di G. Figueroa.
Una casa in riva a un lago. Le cognate Rakel, Karin, Annette e Marta stanno aspettando i reciproci mariti. Oltre a loro sono presenti anche Erik, figlio di Annette, e Mary giovane sorella di Marta. A un certo punto Annette comincia a parlare del proprio difficile rapporto con il coniuge e viene seguita dalle altre. Nessuna di loro ha trovato nel matrimonio la felicità. I due giovani ascoltano e a loro non resta che sperare, nonostante tutto, di saper costruire un futuro migliore. Bergman in questo film, uscito dai confini svedesi in ritardo rispetto alla sua realizzazione, sperimenta alcune soluzioni narrative che gli saranno utili nelle sue opere successive. Compare così la distribuzione dei ruoli principali tra quattro personaggi femminili (scelta questa che verrà condotta al suo vertice in Sussurri e grida). Decide poi di allargare la dimensione del racconto partendo da un monologo di Annette di impianto teatrale per poi aprirsi all’inserimento di flashback nei racconti successivi. Inverte quindi la classica progressione che vorrebbe si procedesse da una dimensione colloquiale distesa per poi progressivamente passare al dramma aprendo invece con il racconto più desolatamente doloroso per finire con la lieve accettazione di un universo coniugale in cui i reciproci tradimenti sono la regola. Quest’ultima vicenda avrà quello che oggi definiremmo quasi uno spin off in Una lezione d’amore. Sul piano tematico Bergman continua la sua analisi della vita di coppia mitigando il pessimismo di base con la possibilità di una soluzione diversa affidata ai due giovani Erik e Mary, lasciando però, ancora una volta, allo spettatore la libertà di decidere in merito.
Dal romanzo di Rodolfo Usigli: Archibaldo de la Cruz (Alessandro nella versione italiana) è un uomo ricco, distinto e feticista con l’hobby della ceramica. Ha un difetto: è un assassino di donne che, però, non ha mai ucciso. S’è limitato ad augurarsene la morte azionando un carillon. Al resto provvede il caso. “Capolavoro dell’humour nero e del surrealismo” (G. Sadoul). “Allegoria trasparente dell’impotenza sessuale” (A. Moravia). Per la prima e unica volta Buñuel ricorre a un Leitmotiv nella colonna musicale. Titolo per l’estero La vida criminal de Archibaldo de la Cruz . Distribuito in Italia nel 1964.
Un insegnante meridionale si trasferisce a Milano e si innamora di una supplente che lavora nella sua stessa scuola. Lei, però, lo abbandona, e lui accetta di associarsi ad un bidello in un grosso affare. L’iniziativa ha fortuna ma il maestro, che sente una profonda nostalgia per la scuola, vi fa definitivamente ritorno.
Fuggita da un riformatorio in una notte di tempesta, la giovane Susana arriva in una fattoria isolata dove, fomentando il desiderio di tre uomini, porta al collasso la situazione. Sullo schema di una tipica commedia ranchera , il regista dissemina i ribaltamenti ironici del suo umorismo. “Lo feci in 20 giorni, ma questa non è una buona scusa.” (L. Buñuel). Inadatta alla parte, R. Quintana, moglie del produttore Sergio Kogan, nuoce al racconto. Altro titolo originale: Susana, demonio y carne.
I protagonisti sono una coppia di violinisti, Marta (Nilsson) e Stig (Stig Olin) la cui relazione è nata nei ranghi dell’orchestra filarmonica di Helsingborg diretta da Sönderby (Victor Sjöström). Il film è essenzialmente basato sul contrasto tra la sublimità della musica apportatrice di gioia (l'”Inno alla gioia” di Beethoven ne è la colona sonora) e la pochezza delle vicenda umana apportatrice di dolore e miseria.
Una ballerina dell’Opera di Stoccolma, rievoca tredici anni dopo un’estate felice al mare con uno studente che morì tragicamente. Il suo blocco emotivo si scioglie quando decide di accettare un nuovo amore. 10° film di Bergman, il più risolto del primo periodo: gli aprì la via al successo internazionale. Malinconia struggente nel mito di un’estate irripetibile, caducità dell’adolescenza, erotismo lirico, polemici accenti contro la divinità: il giovane Bergman mette il suo cuore a nudo. Scritto con Herbert Grevenius. Splendido bianconero di Gunnar Fischer, musiche di Chopin e &8 iajkovskij. Titolo originale: Giochi d’estate.
Tra il 20 e il 21 maggio 1927 Charles Lindbergh volò per primo attraverso l’Oceano Atlantico da New York a Parigi in 33 ore e mezzo. Una delle grandi imprese del secolo. Film “positivo” e celebrativo, dunque anomalo nella carriera del caustico Wilder. Sempre nobile, spesso avvincente, qua e là tedioso e soporifero. Impeccabile ricostruzione d’epoca. La musica aiuta.
Anna è l’amante del direttore del circo. Quando quest’ultimo manifesta l’intenzione di tornare a vivere con la moglie, la ragazza accetta la corte di un giovane attore. Ma il suo amante, respinto dalla moglie, poi torna alla carica, sfidando l’antagonista. Nella lotta avrà la peggio e si ritirerà nel suo carrozzone con la disperazione nel cuore.
Da un romanzo di Henri Castillou. Lotte, intrighi, tradimenti e rivolte nell’isola di Ojeda, sede di un penitenziario, in un’immaginaria dittatura militare dell’America Latina. Buñuel lo considerava il peggiore dei suoi film francesi. Melodramma turgido e artificioso, con una mediocre direzione degli attori, in parte riscattato dalla cruda e onesta descrizione del quadro sociale e dalla figura di un intellettuale idealista e ambizioso stritolato dal meccanismo del potere che s’illude di riformare dall’interno. Ultimo film di Philipe, già malato di cancro durante le riprese. Titolo messicano: Los ambiciosos.
Don Quintyn, commesso viaggiatore, rientrando a casa prima del previsto, scopre la moglie a letto con un amico di famiglia. Furioso, caccia la moglie di casa, mentre questa gli rivela che la loro figlioletta non è figlia di Don Quintyn. Il pover’uomo abbandona la figlia presso dei contadini e cerca di cambiare vita aprendo un locale nella capitale. Ma il passato ritorna inesorabile.
Violento assoldato per terrorizzare chi non paga l’affitto s’innamora della figlia di una sua vittima, ma la passione lo porta alla morte. “Poteva essere un buon film, la sceneggiatura era molto interessante, ma me l’hanno fatta cambiare da cima a fondo. Ora è un film qualsiasi” (Buñuel, nel 1967). Miscuglio di neorealismo e melodramma, è uno dei peggiori film di Buñuel.
Sequestrato con i passeggeri di una diligenza da tre banditi, allevatore li mette uno contro l’altro, e li fa fuori. Tratto da un racconto di Elmore Leonard e sceneggiato da Burt Kennedy, è uno dei 12 western di B. Boetticher. Comincia in chiave di commedia e finisce in tragedia. Stringato, diretto con energia pari alla finezza, quasi un Hawks.
Nei primissimi minuti della versione dvdrip ci sono delle scritte messe da chi ha rippato il dvd che non si possono togliere. Le scene non doppiate sono quelle della versione integrale, non credo abbiamo sottotitoli
22/8/24 aggiunta versione 1080p gentilmente inviata da un utente.
Scritto dal regista con Jean Gruault, prodotto da F. Truffaut e C. Chabrol a basso costo. Mentre il regista Gérard sta provando a Parigi la messinscena di Pericle, principe di Tiro (1608-9) di W. Shakespeare, un suo amico chitarrista è trovato ucciso in circostanze misteriose. Ex critico dei Cahiers du Cinéma il 30enne J. Rivette esordisce con un film ermetico, stilisticamente influenzato da Fritz Lang, dove più che alla progressione della vicenda, “la suspense è affidata al confronto dei personaggi, alla creazione di un’atmosfera, all’innesto di elementi onirici o quasi, insomma a un’osmosi morale” (B. Tavernier). Già si trovano i futuri temi di Rivette: il complotto, il passaggio da un livello di realtà a un altro, la dimensione del teatro.
Una donna sui quarant’anni, passionale e libera, chiamata la “Lupa” per i suoi costumi poco castigati, diviene l’amante di un soldato, il quale però, innamoratosi di sua figlia Maricchia, la sposa. Gelosa, la Lupa tenta di dividerli, finché, odiata dalla figlia stessa e da tutto il villaggio, si lascia morire nel rogo di un edificio che lei stessa dà alle fiamme.
Una fotografa, accompagnata da una modella, parte per una città dove risiede un uomo sposato di cui si è innamorata. I due amanti s’incontrano, ma, dopo che la donna ha avuto un colloquio con la moglie di lui, troncheranno la loro relazione. La modella, intanto, ha conosciuto un distinto signore di una certa età; però anche lei l’abbandonerà dopo aver parlato con l’avida figlia di costui.
Un padre di famiglia, in provincia, allaccia una relazione con una bella attrice, umiliando senza remore di sorta la moglie e la figlia. Il figlio maschio, attaccato morbosamente alla madre, per vendicarla, uccide l’attrice. Poi cerca di convogliare i sospetti sul fidanzato della sorella. Ma gli va male.
In un albergo di lusso situato in una località marina, suscita grande scandalo la scoperta che una distinta signora in vacanza con la figlia è in realtà una prostituta. Tutti allontanano la donna, finché un riccone non le offre il braccio per condurla sulla passeggiata.
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