Nel corso della rivoluzione bolscevica, una donna dalla mira infallibile ha ucciso quaranta nemici. Le viene affidato un prigioniero da trasferire. Durante il viaggio i due si innamorano ma lui, alla vista dei compagni, tenta di scappare…
Il tenue filo che lega i nove episodi del film è costituito da un rivenditore di libri usati che presenta alcuni volumi. Per ognuno Blasetti ha saputo trovare la giusta chiave narrativa, ben sostenuto da un gruppo di attori di prim’ordine.
Scapolo impenitente tenta di dissuadere il nipote dal matrimonio, ma il giovane parte alla controffensiva e vince la battaglia. Lo zio sconfitto finirà per sposare la segretaria che l’amava in segreto. Commedia umoristica senza molte pretese è più che altro una sfilata di storielle, abbastanza ben condite da trovate divertenti, interpretate da noti attori di varietà.
Carlo, avendo vinto al gioco una forte somma, lascia il natio paesino presso Cremona e si reca a Roma per far bagordi. Giunto nella capitale, si accorge d’esser stato derubato di tutti i soldi. Cominciano allora innumerevoli peripezie del povero cremonese che però si concluderanno con un felice matrimonio.
Da un romanzo di Raymond F. Jones. Una coppia di scienziati terrestri è rapita da misteriosi visitatori alieni e trasportata in un remoto pianeta, devastato da una guerra interplanetaria. Hanno bisogno di loro. Li aiutano e poi scappano. Uno dei migliori SF degli anni ’50, e uno dei meno reazionari a livello ideologico. “… al di là dei suoi molti meriti… merita una menzione… per il suo strepitoso BEM (Bug Eyed Monster il mostro extraterrestre della narrativa pulp) per quanto gli siano riservati meno di cinque minuti.” (Andrea Ferrari). Fu fonte d’ispirazione per innumerevoli personaggi tra cui i marziani del Mars Attack! delle figurine Topps e del film di Tim Burton.
Un’americana sposata trascorre qualche settimana di vacanza a Roma. Qui si innamora di un professore e ne diventa l’amante. Un giorno, dopo una telefonata da casa, la donna decide di partire. A nulla valgono i tentativi dell’uomo per trattenerla: la paura dello scandalo è più forte di lei, benché giuri allo spasimante che lo amerà per sempre.
Durante la guerra di Secessione il generale Grant incarica un colonnello nordista di condurre due reggimenti di cavalleria a distruggere le linee ferrate che portano rifornimenti ai sudisti. L’ufficiale ce la farà ma dovrà vedersela con una patriottica sudista (di cui finirà per innamorarsi) e con un ufficiale medico che prima disprezzerà (la prima moglie del colonnello è morta per un errore dei dottori) e che poi imparerà a rispettare. Il film è senza dubbio inferiore alla trilogia che Ford dedicò alla cavalleria americana negli anni Quaranta-Cinquanta, ma contiene scene memorabili, quali l’assalto della fanteria sudista per le vie della città e, soprattutto, l’attacco dei giovanissimi allievi di una scuola militare di fronte al quale il colonnello preferisce fuggire.
Un ingenuo fattorino riesce, con alcuni colpi fortunati, a diventare giornalista. Un suo losco amico gli propone di rubare alcuni cani di razza per poi acquistare fama con servizi sullo strano furto. In realtà il mascalzone fugge con i preziosi animali e la ragazza del protagonista.
In una miniera del Nuovo Messico un operaio è sepolto vivo. Giornalista senza scrupoli sfrutta la situazione e, ritardando la liberazione del prigioniero, trasforma il luogo in un “grande carnevale” . Caffè forte di effetto simpaminico. Uno dei migliori film del primo Wilder sull’America amara e l’ultimo di carattere drammatico, con la parziale esclusione di L’aquila solitaria (1957). Oltre a essere un violento atto d’accusa contro il giornalismo scandalistico, è il film più esplicito di Wilder nell’analizzare l’economia (il denaro) come misura di valore e motore del mondo moderno. Altro titolo originale: The Big Carnival.
La bellissima Cleopatra fa assassinare tutti i militari che, a turno, passano la notte con lei. Nessuno vuole essere il prescelto tranne un giovane sprovveduto, appena arrivato all’accampamento e ignaro della macabra consuetudine. La notte in cui tocca a lui, però, la regina egiziana raggiunge in incognito Marc’Antonio e mette al suo posto una sosia. I due giovani si innamorano.
Gli eventi storici appaiono un pretesto rispetto all’intreccio amoroso. Della bellissima Cleopatra, da tempo legata a Marc’Antonio, si innamora il centurione Curridio, giunto ad Alessandria per evitare una guerra tra Antonio e Augusto. Il centurione fallisce nell’intento. Frattanto l’aspra battaglia che si è scatenata tra i due condottieri vede la totale sconfitta di Antonio. Nell’eccidio, Curridio riuscirà a evitare la morte di Marianna, una fanciulla che da tempo lo ama in silenzio.
Il giornalista Moreau e il fotografo Delmas apprendono che un noto uomo politico misteriosamente scomparso è morto d’infarto. Delmas non conosce scrupoli davanti alla possibilità di realizzare un servizio eccezionale.
Al termine della terza guerra mondiale, l’emisfero settentrionale è un mondo completamente distrutto dalle esplosioni nucleari. Anche il resto della Terra è destinato a subire l’ondata devastatrice delle radiazioni, ma, per il momento, in Australia la gente si illude o finge di illudersi di avere ancora una via di scampo. Un sottomarino americano, il Sawfish, comandato da Dwight Lionel Towers, sfuggito al disastro perchè in immersione al momento dell’esplosione atomica, fa rotta verso le coste australiane per valutare le possibilità di sopravvivenza. Le speranze sono destinate a sfumare e gli uomini, consapevoli dell’approssimarsi della fine, fanno un bilancio della propria esistenza misurandosi con il significato della vita. In questo contesto si articola la struggente storia d’amore tra il comandante Towers e la disillusa Moira Davidson. Il film, per molti versi toccante, si chiude con la desolante immagine delle piazze di Melbourne prive di vita mentre il ritmo della celebre canzone “Waltzing Mathilda”, che per gli australiani è quasi un secondo inno nazionale, accompagna il silenzioso ed insignificante sventolio di una bandiera. Al momento della sua uscita L’ultima spiaggia suscitò più di una polemica al punto, perfino, di essere tacciato di sovversivismo dagli ambienti più conservatori. Rivista oggi, la pellicola conserva intatto il messaggio pacifista e si conferma come opera coraggiosa, nello stile migliore di Stanley Kramer.
Giovane medico condotto (Mastroianni), assegnato a un paesino appenninico del Sud, deve fare i conti con la concorrenza sleale di Don Antonio (De Sica), guaritore un po’ imbroglione, e con l’ignoranza diffidente della gente. Scritta da Age & Scarpelli, è una commedia flebilmente progressista sul conflitto tra scienza e superstizione con qualche gaia trovata, un’ambientazione strapaesana di maniera, un De Sica amabilmente gigione, un Mastroianni con la sua faccia di bravo ragazzo e un Sordi in ombra.
La guerra di Troia, dal rapimento della bella moglie di Menelao fino all’incendio. L’impostazione è filotroiana con Elena onesta, sposa malmaritata, Paride eroicizzato, atleta senza macchia né paura che tende all’apertura a sinistra, capace di mandare al tappeto un marcantonio come Aiace. Ulisse: scettico pacifista. Achille: un bullo. Gli Atridi fanno la peggior figura. Colosso Warner Bros girato a Cinecittà. Tolte poche scene di massa, gestite da Yakima Canutt (e da Raoul Walsh non accreditato), sembra diretto da Wise soltanto per ritirare la paga. Record degli strafalcioni storici concentrati in una sola scena: quella in cui Paride presenta Elena a Priamo.
Un giovane viene arrestato per un delitto non commesso. Tutti gli indizi gli sono contro. Lo aiutano un avvocato di pochi scrupoli e un’amica dalla quale si è rifugiato dopo esser sfuggito a un primo arresto. Il vero colpevole viene poi scoperto e il giovane potrà riabbracciare la donna che lo aiutò.
Firenze negli anni ’20: pettegolezzi, intrighi, teneri amori e passioni politiche in via del Corno, dietro Palazzo Vecchio, mentre col manganello e l’olio di ricino i fascisti si avviano a conquistare il potere. Dal romanzo (1947) di Vasco Pratolini. Prodotto in cooperativa, è uno dei più robusti, efficaci e commossi film di C. Lizzani che, però, sacrificò un po’ la dimensione privata del libro. Una bella galleria di personaggi sullo sfondo di una Firenze suggestiva nel bianconero del grande Gianni Di Venanzo. Il governo democristiano dell’epoca intervenne per non farlo premiare al Festival di Cannes.
Nishida, uno studente di ingegneria, è costretto ad alloggiare in un decrepito caseggiato per risparmiare il più possibile. Situata nei pressi di una base militare americana, la casa è divisa in una decina di piccole stanze ed è abitata per lo più da prostitute, alcolizzati o famiglie di bassissima estrazione sociale; quasi nessuno riesce a pagare l’affitto e la proprietaria dell’immobile, un’avida cinquantenne, non vede l’ora di sfrattare gli inadempienti. L’occasione di cacciare gli inquilini si presenta quando un imprenditore è disposto ad rilevare la proprietà, demolire l’edificio e costruirci un bagno pubblico. Per liberare il caseggiato, la padrone si avvale dei servizi di Jo, un violento delinquente fidanzato con la cameriera Shizuko, innamorata di Nishida.
Dissidi tra il commendatore Cesari, proprietario di una casa di edizioni musicali, e sua figlia Giulia. Il primo vorrebbe continuare a produrre le canzoni melodiche, la seconda punta sugli “urlatori”. Fiacco, convenzionale, dilettantesco, ma con un certo interesse retrospettivo su un’epoca della canzone italiana. C’è anche F. Buscaglione, tornato di moda negli anni ’90. Anzi, giustamente rivalutato.
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