Doc Holliday, veterano della delinquenza, ha molta simpatia per Billy the Kid, fuorilegge alle prime armi. La simpatia si trasforma in odio quando si accorge che Billy ha una relazione con Rio, amante di Doc da molto tempo. Doc ha cattive intenzioni nei confronti dei due, ma prima gli indiani e poi lo sceriffo lo costringono a rimandare la vendetta. È proprio lui a rimetterci la pelle, mentre Billy e Rio se ne vanno insieme.
4ª regia (esclusi i documentari) di Huston, che l’ha scritto con Richard Brooks dal dramma omonimo (1939) di Maxwell Anderson. L’ufficiale in congedo Frank Mc Cloud arriva a Key Largo, isoletta a largo della Florida, a far visita alla vedova e al padre di un commilitone morto a Cassino che gestiscono un alberghetto. L’hotel è occupato da una banda di criminali, guidati da Johnnie Rocco, espulso dagli USA dove sta rientrando illegalmente. Intanto è in arrivo un uragano. La parentela con La foresta pietrificata (1936) è evidente, ma il film ha altri temi: la disillusione postbellica, la corruzione politica, l’analogia tra fascismo e banditismo. Aiutato dalla fotografia in profondità e dai piani sequenza di Karl Freund, Huston riesce a mitigare la verbosità teatraleggiante del testo, a sveltire al montaggio l’azione concentrata quasi sempre su un solo set e a cavare il meglio dagli interpreti: l’istrionismo ben temperato di Robinson, la sobrietà della coppia Bogart-Bacall e su tutti l’umiliata Gaye Down della Trevor, premiata con l’Oscar della non protagonista.
Una coppia di sposi in cattive acque entra casualmente in possesso di un’enorme somma di denaro rubato. Lui vorrebbe avvertire la polizia, ma lei lo persuade a nasconderla in un posto sicuro. Il ladro tenta di recuperare la refurtiva, ma la donna uccide lui e il marito, scappa oltre confine e muore mentre fugge da un poliziotto.
I subita sono stati tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni.
Dal romanzo Anne Pedersdotter di Hans Wiers-Jenssen e dal dramma (1918) di Karl Gustav Vollmoeller: nella Danimarca del 1623 l’amore tra il figlio di un pastore protestante e la sua giovane matrigna che, accusata di stregoneria dopo la morte del marito, dinanzi all’atteggiamento dell’amante, anch’egli convinto della sua colpevolezza, preferisce morire attribuendosi un delitto non commesso. Di altissima tenuta stilistica nella sua maestosità (Dreyer: “Non il montaggio è lento, ma il movimento dell’azione. La tensione si crea nella calma.”), di grande ricchezza psicologica e sapiente rievocazione storica, è una vetta nell’itinerario di Dreyer e nella storia delcinema. Per il regista danese _ al di là delle interpretazioni che se ne possono dare _ la più terrificante sequenza musicale della liturgia cristiana diventa un inno alla vita e alla libertà contro il fanatismo, l’intolleranza, la cecità spirituale degli uomini.
Negli anni Trenta, un gruppo di patrioti cubani complotta contro il feroce dittatore dell’isola e mette a punto un ambizioso progetto che mira ad eliminare tutta la cricca del tiranno. Il piano fallisce, però scoppia ugualmente la rivoluzione che provoca il tripudio della popolazione, ma l’americano che aveva ideato il piano muore nel momento del trionfo.
Un agente segreto vuole catturare una banda che agisce in margine agli ambienti sportivi. Si fa prendere in simpatia dal capo e lo convince a farlo partecipare a qualche colpo importante.
Un film di Billy Wilder. Con Anne Baxter, Eric von Stroheim, Fortunio Bonanova Titolo originale Five Graves to Cairo. Guerra, b/n durata 96 min. – USA 1943. MYMONETRO I cinque segreti del deserto valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Durante l’ultimo conflitto mondiale, in Africa, un sottufficiale inglese si sostituisce a una spia al servizio dei tedeschi. Scopre così dove si trovano i depositi di carburante che i tedeschi avevano predisposto addirittura prima della guerra per rifornire i propri carri armati. Questa scoperta permette all’esercito inglese di neutralizzare la minaccia tedesca e di vincere una battaglia decisiva per le sorti del conflitto. Tratto dal dramma Hotel Imperial di Lajos Biro, già ispiratore del film omonimo.
Le truppe inglesi di stanza nel Canada devono affrontare la ribellione di indiani e meticci. Questi ultimi sono sobillati da un evaso; lo sceriffo che gli dà la caccia si allea alle Giubbe Rosse. Dopo scontri e imboscate le sorti della battaglia volgono a favore dei militari; l’evaso è arrestato e una storia d’amore si conclude lietamente. È un classico del “genere”, anche se i toni sono più complessi. Memorabile la fotografia contrastata alla DeMille, valorizzata dal rosso sfavillante delle divise canadesi.
Durante una delle tante guerre con gli indiani nel 1763, una ragazza condannata per aver difeso il fratello (deportata dall’Inghilterra nelle colonie dell’America settentrionale) è contesa da un ufficiale buono e uno fellone. Da un romanzo di Neil H. Swanson, con larghissimi mezzi a disposizione, De Mille ha realizzato uno dei suoi film più ridicoli, ma ricco di spettacolo e di momenti divertenti. C’è un’emozionante discesa in canoa e Katherine De Mille, figlia del regista e moglie di Anthony Quinn, vestita da pellerossa.
Un ex militare americano teme di essere un assassino. Egli infatti ha perso la memoria e possiede (per errore) i documenti di un uomo accusato di omicidio. Riesce a far luce sulla vicenda con l’aiuto di una ragazza innamorata di lui.
Brennan interpreta, in maniera quanto mai pittoresca, il vecchio giudice Roy Bean, detto “la legge ad Ovest del Pecos” (o altrimenti l'”uomo dai sette capestri”: ricordate il film con Paul Newman?). Bean è un personaggio divertente e picaresco, ma anche un fior di filibustiere che taglieggia gli agricoltori della sua zona. La resa dei conti per lui arriva nella persona del vagabondo Gary Cooper che attira il giudice in una trappola fuori del suo paese-fortezza.
In un cottage sulla costa del New England lo spettro di un capitano di mare appare a una bella vedovella e le detta le sue memorie. Invece di spaventarsi, la donna s’innamora. Un suo corteggiatore si secca. Sapientemente adattato da Philip Dunne da un romanzo di R.A. Dick, è uno dei più bizzarri e teneri film di Mankiewicz. L’atmosfera fantastica è sostenuta dalle suggestive musiche di B. Hermann, compositore preferito di Hitchcock, e dalla fotografia di C. Lang. Nel 1968 ne fu tratta una serie TV.
Da un romanzo di John Klempner, sceneggiato dal regista. Eva Ross (che nel film non compare mai) spedisce alle sue tre migliori amiche una lettera cumulativa in cui annuncia che lascerà definitivamente la città portando con sé uno dei loro mariti. Un quadro di provincia americana descritta con una geniale cura dei particolari e con un saporoso gusto dell’humour che ammorbidisce la polemica di costume. 2 Oscar a Mankiewicz come regista e sceneggiatore; quello del miglior film toccò a Tutti gli uomini del re
Un impresario viene ingiustamente accusato dell’omicidio di una ragazza che proteggeva e che l’aveva abbandonato per tentare la fortuna ad Hollywood. Riuscirà a scoprire il vero assassino e chi tramava per farlo arrestare.
Tornato a casa dopo la guerra, Nick trova il suo paese in balia delle speculazioni di Mike, un grossista di frutta, responsabile tra l’altro dell’incidente che ha ridotto all’invalidità il padre di Nick. Il giovane affronta coraggiosamente il disonesto commerciante.
Una ragazza serba rifiuta qualsiasi rapporto col marito perché così facendo, secondo le superstizioni del suo popolo, si trasformerebbe in una belva assassina.
In un carcere oppresso dai metodi brutali di un poliziotto avvengono incidenti sempre più gravi e sanguinosi. Alcuni detenuti studiano un piano di fuga, ma un gruppo di compagni, torturati senza pietà, li fa scoprire. Il poliziotto e alcuni carcerati muoiono; l’ordine e la legge tornano a regnare sovrani.
L’eroica resistenza del fortino di Giarabub, in un’oasi della Cirenaica (Libia) al confine con l’Egitto, che fu conquistato dalle truppe britanniche nel gennaio del 1941. “Colonnello, non voglio encomi…” diceva la canzone. Il futuro regista Beppe De Santis che nel ’42 faceva il critico divideva il giudizio in due parti: consenso per la parte di azione, dissenso per il dramma e i suoi personaggi, falsi, retorici e propagandistici.
Per vendicare la morte violenta del padre, William Bonney diventa un fuorilegge famoso col nome di Billy the Kid. Quando ammazzano anche l’uomo che più ammira per onestà, si scatena. Uno dei tanti film sulla famosa coppia Billy the Kid-Pat Garrett, ma Bob Taylor non ha più l’età per Billy. Western medio, con una suggestiva fotografia a colori che fu candidata all’Oscar. La vicenda storica è assai idealizzata.
Realizzato dal centro cinematografico del Ministero della Marina questo lungo documentario fa parte della trilogia dedicata ai “combattenti del mare”. Gli altri due film erano Uomini sul fondo dello stesso De Robertis e La nave bianca scritto e sceneggiato da De Robertis stesso ma realizzato poi da Roberto Rossellini.
Il sommergibile Enrico Toti rientra alla sua base, al termine di una missione. Dopo una breve licenza, i membri dell’equipaggio, che hanno abbracciato i famigliari, riprendono il mare. Si imbattono in un sottomarino inglese, l’HMS Triad.
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