Sette banditi rapinano una banca e scappano attraverso il deserto. Arrivano a un villaggio abbandonato, dove trovano una ragazza e un vecchio che cerca l’oro. Un classico del western, robusto e asciutto.
È la rievocazione della tragica vicenda dell’esploratore Scott e dei suoi uomini, che giunsero al Polo Nord tra dai disagi naturali e mancanza di viveri.
Sette professori ospitano una sciantosa ricercata dalla polizia. Uno s’innamora, ricambiato. Parafrasi sarcastica di Biancaneve e i sette nani, un cocktail ad alta gradazione alcolica di glottologia e gangsterismo con dialoghi ricchi di battute spiritose. Billy Wilder tra gli sceneggiatori. Rifatto dalla stesso Hawks con Venere e il professore (1941).
Sogni proibiti (The Secret Life of Walter Mitty) è un film del 1947 diretto da Norman Z. McLeod.
Walter Mitty, un giovane mite dai modi un po’ impacciati, è un impiegato in una casa editrice di New York specializzata nella pubblicazione di riviste di varie specie il cui principale è l’imponente e autoritario Sig. Pierce. Il giovane vive con una madre oppressiva e assilante e sta per sposarsi con una ragazza dal carattere capriccioso e antipatico di nome Geltrude Griswald. La ragazza infatti, accompagnata sempre dalla madre, tratta Walter in maniera piuttosto fredda e indifferente, rispettando e apprezzando decisamente di più l’amico e corteggiatore Tommy Watson.
Per evadere così dalla routine quotidiana, Walter sogna ad occhi aperti in continuazione, prendendo spunto da ciò che gli accade durante il giorno. Tra i personaggi ricorrenti che popolano i suoi sogni vi sono il suo antagonista in amore e una bellissima ragazza bionda. Inoltre, per via della scarsa memoria, segna tutto su un piccolo libretto nero tutte le commissioni che la madre gli chiede ogni giorno di fare. Un giorno, mentre prende un treno che lo porta al lavoro, incontra una bella e affascinante ragazza bionda identica a quella dei suoi tanti sogni.
All’inizio dell’Ottocento, un’istitutrice assunta per seguire la bimba d’un nobile prova simpatia per il padre della piccina, ma è sconvolta dal grande mistero che aleggia sulla casa. Scoprirà alla fine che la prima moglie dell’uomo, diventata pazza, è nascosta nel castello. Un provvidenziale incendio renderà il nobile vedovo e gli consentirà di sposare la ragazza.
Ragazza di ricca famiglia viene mandata in convalescenza a fare una crociera nel Sud America. Conosce un uomo sposato e i due si innamorano perdutamente.
Film così, oggi, non sanno farli più, e non soltanto perché attori con quel carisma non ne esistono più in circolazione. L’assurdo e il sublime vanno a braccetto, la 1ª parte è nettamente superiore alla 2ª, ma perché chiedere la luna quando si hanno le stelle? Scritto da Casey Robinson e tratto da un romanzo di Olive Higgins Prouty. B. Davis era capace di tutto, anche di un personaggio romantico. Oscar per la musica a Max Steiner.
Tre uomini aspirano alla mano di una ragazza: un milionario, un semplice operaio ed un saggio filosofo. Inizialmente lei sembra attratta dal denaro, ma poi il saggio la dirotta sul giovane e onesto operaio.
Un avventuriero sposa una maestrina in vacanza in Messico solo per ottenere la cittadinanza americana. Dramma sentimentale con risvolti divertenti nei dialoghi. La storia è raccontata in flashback da C. Boyer al regista M. Leisen sul set del film I Wanted Wings . La sceneggiatura di Billy Wilder e Charles Brackett è di prima qualità, calzante per un bravo Boyer, avventuriero imbroglione e innamorato romantico.
I meriti più evidenti dell’opera includono un cast impeccabile. Sarebbe difficile immaginare attori diversi al posto di Claude Rains e Cary Grant, apoteosi dei loro personaggi sullo schermo. La scelta di Ingrid Bergman era quasi indispensabile, insieme a Casablanca sarebbe stato uno dei ruoli iconici della sua carriera. Ma il vero trionfo del film è la complessità emotiva e morale della vicenda. Lo script di ferro di Ben Hecht e Oden Clifford è geniale nel gioco di due uomini, uno contro l’altro, innamorati della stessa donna: l’intreccio sentimentale più lineare che esista. È l’anatomia di una storia d’amore in cui ne sono mappati gli elementi di contraddizione, tra tradimento e lealtà, tra onore e irresponsabilità. Una duplicità che serve ad intensificare la potenza del suo finale dall’impianto quasi bressoniano. Per il cineasta il film è ricco di echi delle sue opere precedenti e future e segnato dalla presenza di temi molto ricorrenti nella sua cinematografia (dall’inganno di identità alle madri invadenti). La pellicola fu una delle esperienze hollywoodiane di maggior successo per il grande maestro, dopo Rebecca, la prima moglie il regista cominciò a ad andare maggiormente incontro ai gusti del pubblico e agli stilemi americani. Durante la preparazione della sceneggiatura Hitchcock si mise alla ricerca di un Mac Guffin attorno a cui far ruotare la storia e alla fine decise che i cospiratori avrebbero trafficato illecitamente dell’uranio allo scopo di realizzare una bomba atomica. Gli Studios si disinteressarono addirittura al film, pensando che il MacGuffin fosse troppo ridicolo. Ironicamente Hitchcock aveva centrato l’elemento segreto e l’FBI lo aveva seguito per tre mesi per scoprire la fonte della sua informazione. Nel 1946 il governo degli Stati Uniti era ancora molto sensibile all’argomento e J. Edgar Hoover, allora capo del FBI secondo alcune indiscrezioni si mostrò titubante per la realizzazione del film, fermo restando che nel copione non vi era alcuna menzione del FBI o di armi nucleari. È celeberrima la sequenza che partendo dall’alto di una scalinata (uno dei topoi adorati dal maestro del brivido, essendo la scala sempre al centro di moltissime scene madri dei suoi film), con un vertiginoso movimento di gru, arriva scendendo in mezzo ad una folla fino ad una chiave stretta nelle mani di Ingrid Bergman. Da antologia. Per TruffautNotorius è la quintessenza di Hitchcock.
Edit 15/6/2024 sostituito con versione Criterion Collection
Nella primavera del 1941 un giovane pilota (Girotti), salvatosi col paracadute dal suo caccia in fiamme, finisce in un campo di concentramento in Grecia dal quale evade e, a bordo di un aereo nemico, torna in Italia dove riesce ad atterrare sotto il fuoco della contraerea. 2° film di Rossellini, fa parte della cosiddetta trilogia della guerra fascista con La nave bianca (1941) e L’uomo della croce (1943). Alterna momenti di carattere documentaristico nella 1ª parte a quelli avventurosi nella 2ª, rivelando già la mano e l’occhio di Rossellini: spiccio, disadorno nella ricerca di autenticità e nel rifiuto della retorica propagandistica. Soggetto di Tito Silvio Mursino, pseudonimo anagrammistico di Vittorio Mussolini (1916-97), figlio di Benito e presidente dell’ACI, società produttrice. 7 nomi in sceneggiatura tra cui Antonioni. L’episodio dell’amputazione della gamba in cancrena rimanda a Le mie prigioni di S. Pellico.
Prodotto dei fratelli Korda, è una piacevole mistura di azione, fantasia e musica in grado di battere, in materia di affabulazione e di effetti speciali, la concorrenza americana e, per i suoi ammiccamenti sornioni, modello per le nuove avventure della nuova Hollywood. Trucchi ottici e meccanici strepitosi per l’epoca, e un eccellente Technicolor. 3 Oscar per la fotografia (Georges Périnal), la scenografia (Vincent Korda) e gli effetti speciali (Lawrence Butler e Jack Whinney).
Agente del controspionaggio USA s’imbarca su piroscafo dove viaggia professore venduto ai giapponesi. Conclusione nella giungla di Panama. Per la 3ª volta Huston dirige i 3 attori del Mistero del falco. Piatto, enfatico, convenzionale, inverosimile, finale assurdo. Bogart dà qualche zampata.
Doc Holliday, veterano della delinquenza, ha molta simpatia per Billy the Kid, fuorilegge alle prime armi. La simpatia si trasforma in odio quando si accorge che Billy ha una relazione con Rio, amante di Doc da molto tempo. Doc ha cattive intenzioni nei confronti dei due, ma prima gli indiani e poi lo sceriffo lo costringono a rimandare la vendetta. È proprio lui a rimetterci la pelle, mentre Billy e Rio se ne vanno insieme.
4ª regia (esclusi i documentari) di Huston, che l’ha scritto con Richard Brooks dal dramma omonimo (1939) di Maxwell Anderson. L’ufficiale in congedo Frank Mc Cloud arriva a Key Largo, isoletta a largo della Florida, a far visita alla vedova e al padre di un commilitone morto a Cassino che gestiscono un alberghetto. L’hotel è occupato da una banda di criminali, guidati da Johnnie Rocco, espulso dagli USA dove sta rientrando illegalmente. Intanto è in arrivo un uragano. La parentela con La foresta pietrificata (1936) è evidente, ma il film ha altri temi: la disillusione postbellica, la corruzione politica, l’analogia tra fascismo e banditismo. Aiutato dalla fotografia in profondità e dai piani sequenza di Karl Freund, Huston riesce a mitigare la verbosità teatraleggiante del testo, a sveltire al montaggio l’azione concentrata quasi sempre su un solo set e a cavare il meglio dagli interpreti: l’istrionismo ben temperato di Robinson, la sobrietà della coppia Bogart-Bacall e su tutti l’umiliata Gaye Down della Trevor, premiata con l’Oscar della non protagonista.
Una coppia di sposi in cattive acque entra casualmente in possesso di un’enorme somma di denaro rubato. Lui vorrebbe avvertire la polizia, ma lei lo persuade a nasconderla in un posto sicuro. Il ladro tenta di recuperare la refurtiva, ma la donna uccide lui e il marito, scappa oltre confine e muore mentre fugge da un poliziotto.
I subita sono stati tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni.
Dal romanzo Anne Pedersdotter di Hans Wiers-Jenssen e dal dramma (1918) di Karl Gustav Vollmoeller: nella Danimarca del 1623 l’amore tra il figlio di un pastore protestante e la sua giovane matrigna che, accusata di stregoneria dopo la morte del marito, dinanzi all’atteggiamento dell’amante, anch’egli convinto della sua colpevolezza, preferisce morire attribuendosi un delitto non commesso. Di altissima tenuta stilistica nella sua maestosità (Dreyer: “Non il montaggio è lento, ma il movimento dell’azione. La tensione si crea nella calma.”), di grande ricchezza psicologica e sapiente rievocazione storica, è una vetta nell’itinerario di Dreyer e nella storia delcinema. Per il regista danese _ al di là delle interpretazioni che se ne possono dare _ la più terrificante sequenza musicale della liturgia cristiana diventa un inno alla vita e alla libertà contro il fanatismo, l’intolleranza, la cecità spirituale degli uomini.
Negli anni Trenta, un gruppo di patrioti cubani complotta contro il feroce dittatore dell’isola e mette a punto un ambizioso progetto che mira ad eliminare tutta la cricca del tiranno. Il piano fallisce, però scoppia ugualmente la rivoluzione che provoca il tripudio della popolazione, ma l’americano che aveva ideato il piano muore nel momento del trionfo.
Un agente segreto vuole catturare una banda che agisce in margine agli ambienti sportivi. Si fa prendere in simpatia dal capo e lo convince a farlo partecipare a qualche colpo importante.
Un film di Billy Wilder. Con Anne Baxter, Eric von Stroheim, Fortunio Bonanova Titolo originale Five Graves to Cairo. Guerra, b/n durata 96 min. – USA 1943. MYMONETRO I cinque segreti del deserto valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Durante l’ultimo conflitto mondiale, in Africa, un sottufficiale inglese si sostituisce a una spia al servizio dei tedeschi. Scopre così dove si trovano i depositi di carburante che i tedeschi avevano predisposto addirittura prima della guerra per rifornire i propri carri armati. Questa scoperta permette all’esercito inglese di neutralizzare la minaccia tedesca e di vincere una battaglia decisiva per le sorti del conflitto. Tratto dal dramma Hotel Imperial di Lajos Biro, già ispiratore del film omonimo.
Le truppe inglesi di stanza nel Canada devono affrontare la ribellione di indiani e meticci. Questi ultimi sono sobillati da un evaso; lo sceriffo che gli dà la caccia si allea alle Giubbe Rosse. Dopo scontri e imboscate le sorti della battaglia volgono a favore dei militari; l’evaso è arrestato e una storia d’amore si conclude lietamente. È un classico del “genere”, anche se i toni sono più complessi. Memorabile la fotografia contrastata alla DeMille, valorizzata dal rosso sfavillante delle divise canadesi.
Le richieste di reupload di film,serie tv, fumetti devono essere fatte SOLO ED ESCLUSIVAMENTE via email (ipersphera@gmail.com), le richieste fatte nei commenti verrano cestinate.