Category: Film dal 1930 al 1939


Frankenstein - Film (1931) - MYmovies.it

Un film di James Whale. Con Colin Clive, Mae Clarke, John Boles, Boris Karloff, Edward Van Sloan. Horror, b/n durata 71 min. – USA 1931. MYMONETRO Frankenstein * * * * - valutazione media: 4,14 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dal romanzo Frankenstein o il Prometeo moderno (1818), di Mary Wollstonecraft Shelley e da un adattamento teatrale (1927) di Peggy Webling. Nel suo laboratorio tra le montagne svizzere, all’inizio dell’Ottocento, il medico barone Henry Frankenstein riesce a creare un essere vivente mettendo insieme pezzi di cadaveri umani, ma la “creatura”, sobillata da un servo, si ribella e compie involontariamente alcuni crimini. Braccato dagli abitanti del villaggio, si rifugia in un mulino al quale la folla dà fuoco. Prodotto da Carl Laemmle Jr. per la Universal, il film cancella quasi completamente le tracce della mediazione teatrale grazie alla sceneggiatura e soprattutto alla regia inventiva e figurativamente raffinata dell’inglese Whale. Oltre a lasciare il suo segno sul copione (è sua l’idea del mulino), scelse il compatriota Karloff per la parte del mostro e ne affidò il trucco a Jack Pierce. Il suo modo fluido di far muovere la cinepresa (fotografia di Arthur Edeson), insolito nel 1931, che valorizza le scenografie e i comportamenti dei personaggi e crea un’atmosfera di morbosa suggestione, impressionò il pubblico e sottrasse il film all’usura del tempo. Numerose le sequenze da citare: i funerali d’apertura; la nascita della “creatura” con il suo motivo ascensionale; l’incontro con la bambina; la folla dei contadini con le fiaccole; l’incendio conclusivo. Come nel romanzo della Shelley, la colpa (il peccato) di Frankenstein non è di aver sfidato Dio nel creare la vita, ma nell’emularlo e nel competere con lui come padrone assoluto della “creatura”. Lo dimostra la delicata sequenza in cui nella camera dove il suo creatore l’ha rinchiuso penetra un raggio di sole, accolto dal “mostro” con un mezzo sorriso. Immediatamente Frankenstein gli toglie la luce ossia, simbolicamente, ogni conoscenza che non venga da lui. Il vero crimine di Frankenstein è contro la società. Karloff apparve in altri 4 film del ciclo, il primo dei quali (e il migliore) è La moglie di Frankenstein (1935) diretto da Whale, mentre in House of Frankenstein (1944) e in Frankenstein 70 (1958) fa la parte del barone. Nel 1987 fu restaurato in un’edizione di qualche minuto più lunga che fu distribuito negli USA in home video.

 Frankenstein
(1931) on IMDb
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Un film di Alexander Korda. Con Merle OberonRobert DonatCharles LaughtonElsa LanchesterDerrick De Marney Titolo originale The Private Life of Henry VIIIStoricob/n durata 97 min. – Gran Bretagna 1933.

Enrico Tudor, re d’Inghilterra nella prima metà del secolo sedicesimo. Qui c’è solo la storia privata, i rapporti con le sue molte mogli, da Caterina d’Aragona (che sposò dopo che era rimasta vedova del fratello) dalla quale volle divorziare per sposare Anna Bolena, da Jane Seymour a Caterina Howard a Anna di Clèves fino all’ultima Caterina Parr, che riuscirà a sopravvivere al terribile consorte.

The Private Life of Henry VIII (1933) on IMDb

Un film di Marcel Carné. Con Jules Berry, Jean Gabin, Arletty, Bernard Blier. Titolo originale Le jour se lève. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 93′ min. – Francia 1939. MYMONETRO Alba tragica * * * * 1/2 valutazione media: 4,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Ucciso un rivale in amore, l’operaio François si barrica nella propria stanza, assediato dalla polizia e rivive la sua storia. Una delle vette del realismo poetico francese prebellico. Determinante l’apporto dei dialoghi di J. Prévert alla sceneggiatura di Jacques Viot in questo film assai concreto, eppur ricco di echi simbolici che non contraddicono l’impianto realistico dell’azione.” ci ha sorpreso come una voce amica nel deserto” (E. Flaiano, 1940). Tutto concorre alla felicità creativa del risultato complessivo: il bianconero di Curt Courant, le scenografie di A. Trauner, la recitazione. Ma è straordinario l’uso del materiale plastico: le sigarette, l’orsacchiotto, la rivoltella, la sveglia, fotografie, cappelli, cartoline, mobili, fiori, ecc. Influenzò il cinema “nero” americano degli anni ’40. Rifatto a Hollywood nel 1947: La disperata notte.

 Alba tragica
(1939) on IMDb

Sostituita versione dvdrip con bdrip 720p.

I subita li ho tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni

Locandina Tre canti su Lenin

Un film di Dziga Vertov. Titolo originale Tri pesni o LenineMutob/n durata 58′ min. – URSS 1934.

Le due diverse date fornite qui sopra riflettono la storia della copia attualmente disponibile. La versione sonora di Tri pesni o Lenine (Tre canti su Lenin) venne approntata nel 1934, quella muta nel 1935. Nel 1938 fu richiesto a Vertov di rimontare entrambe le versioni: nel frattempo le purghe staliniane avevano raggiunto il culmine e i “nemici del popolo” che erano stati fisicamente eliminati entro i tardi anni Trenta dovevano essere cancellati anche dal film. Le versioni originali del 1934 e 1935 non esistono più, ma possiamo supporre che differissero notevolmente da quelle ora disponibili.La prima della versione sonora di Tri pesni o Lenine si tenne al festival di Venezia nell’estate del 1934; in quella stessa estate il film fu presentato a Mosca ai delegati del primo Congresso degli scrittori sovietici: distribuito a novembre (sei mesi dopo che era stato completato), ebbe un considerevole successo sia in patria che all’estero. Lo scrittore inglese H.G. Wells (che aveva conosciuto Lenin) raccontò che pur avendo visto il film senza traduzione aveva compreso ogni parola.

La versione muta (1935) fu preparata per le sale di provincia non attrezzate per il sonoro (in Russia si videro film muti sino alla fine degli anni Quaranta). Queste versioni mute erano in genere reputate inferiori: si sapeva che erano fatte dagli aiuto-registi e di norma non venivano recensite. Nel caso in questione tuttavia la versione muta non era soltanto la parente povera della sonora: sappiamo che Vertov e la Svilova vi avevano lavorato e che le due versioni differiscono considerevolmente: non dal punto di vista qualitativo, ma nel contenuto e nel montaggio.La versione sonora di Tri pesni o Lenine è costituita da tre parti ognuna delle quali basata su materiali folklorici. La prima parte ritrae il leader sovietico attraverso canti e racconti popolari; la seconda è un requiem commorativo di Lenin; la terza (quella ottimista) asserisce l’immortalità di Lenin attraverso l’immortalità delle sue idee. Per Vertov, Lenin era un nuovo dio e ciò riflette la nuova religiosità comunista del cineasta. Nel film, Lenin è evocato come fosse un Messia, colui che non solo ha indicato alla Russia la nuova via, ma che – anche oltre la tomba – può continuare ad aiutare il paese a progredire. È propaganda, ma non soltanto. Vertov chiamava il tipo di montaggio qui adottato “spirale” e diede una forma a spirale alle stesse didascalie. Il sogno di Vertov (annunciato nei suoi tanti manifesti) era sempre stato quello di usare il potere del cinema per costruire l’Uomo Nuovo (ovvero, il Nuovo Adamo, come lui soleva chiamarlo). In questo film Lenin è il Futuro Adamo di Vertov e il montaggio a spirale è il suo genoma, scoperto da Vertov prima dei genetisti. Vertov cercò di fare ciò che l’Internazionale prometteva a parole e ciò che i Bolscevichi non riuscirono a fare nella pratica: costruire il Nuovo Mondo sulle rovine di quello vecchio. Il film fu per Vertov un trionfo, ma un trionfo che professionalmente non gli aprì nuove strade. Coloro che erano al potere si assicurarono che Vertov non avesse più l’opportunità di fare un fim messianico come questo.La versione muta di Tri pesni o Lenine omette le interviste post-sincronizzate per cui la versione sonora era diventata famosa. Ma questa versione muta non è Tri pesni – Tre canti – senza il sonoro. Le didascalie sono le stesse, ma qui ci sono scene nuove, mentre per certe scene già note vengono usate inquadrature alternative a quelle girate per il film sonoro. Vertov si avvale anche di quanto fatto in precedenza sul tema di Lenin. Come in Leninskaia Kino-Pravda (Kino-Pravda su Lenin), la versione muta inizia con il (muto) discorso rivolto al pubblico da un lavoratore, il quale dice di essere l’uomo che nel 1918 aveva catturato Fanny Kaplan, dopo che costei aveva tentato di uccidere Lenin sparandogli con una pistola. Era questo un argomento tornato di grande attualità, visto che uno dei più importanti esponenti del governo sovietico, Sergei Kirov, era stato assassinato nel dicembre del 1934. La versione muta vanta anche delle impeccabili riprese che non troviamo nel prototipo sonoro mentre nel montaggio riconosciamo il Vertov muto migliore. Se la versione sonora era l’ispirato inno di Vertov all’Uomo Nuovo, quella muta, in sintonia con il Vertov degli anni Venti, è un inno al Nuovo Cinema.

Three Songs About Lenin (1934) on IMDb

Ragazzi, – USA .
Serie di 75 cortometraggi di animazione, prodotti dallo Studio Disney dal 1929 al 1939. L’idea di base era di fare disegni animati che si adattassero a un motivo musicale antecedente, ribaltando l’operazione fatta con i Mickeys, i film con Mickey Mouse (Topolino) protagonista dov’era la musica ad adattarsi alle immagini in movimento. Le Silly Simphonies furono anche un laboratorio di sperimentazione per nuove tecniche e soluzioni visive da applicare ai futuri lungometraggi Disney. The Skeleton Dance (1929), inventato da Ub Iwerks su musica di Carl Stalling, fu il 1° film della serie. Flowers and Trees (1932), in cui le piante prendono vita al ritmo delle musiche di Mendelssohn e Schubert, fu la 1ª a colori (Technicolor tricromico) della serie e delle produzioni Disney. Vinse 1 Oscar, il 1° dei 32 vinti dalla Disney. La più famosa è The Three Little Pigs (I tre porcellini, 1933): la canzone di Frank Churchill “Who’s Afraid of the Big Bad Wolf?” (“Chi ha paura del grosso lupo cattivo?”) vinse il 2° Oscar e fu interpretata come un messaggio di ottimismo roosveltiano dopo la Grande Depressione (politicamente, Walt Disney si dichiarò sempre repubblicano). Nel 1934 nasce un personaggio destinato a far concorrenza in popolarità a Topolino: Donald Duck (Paperino) esordì in The Wise Little Hen (La gallinella saggia). È del novembre 1934 The Goddess of Spring (La dea della primavera) la cui protagonista, Persefone, avrebbe fatto da prototipo per Biancaneve. The Old Mill (Il vecchio mulino, 1937), storia di un mulino che prende vita durante la notte, privo di dialoghi e col solo accompagnamento musicale, vinse 1 Oscar grazie all’impiego per la 1ª volta della multiplane camera, massiccia cinepresa a piani multipli che garantiva ai disegni maggiore profondità di campo e tridimensionalità. The Ugly Duckling (Il brutto anatroccolo, 1939), rifacimento a colori dell’omonimo corto in bianconero del 1913, fu l’ultima symphony prodotta. In 11 anni la serie fruttò allo Studio Disney 11 nomination e 7 Oscar.

Walt Disney Treasures: The Chronological Donald (2004) on IMDb
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È arrivata la felicità - Film (1936) - MYmovies.itUn film di Frank Capra. Con Gary Cooper, Jean Arthur Titolo originale Mr. Deeds Goes to Town. Commedia, b/n durata 118′ min. – USA 1936. MYMONETRO È arrivata la felicità * * * 1/2 - valutazione media: 3,88 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dal racconto Opera Hat di Clarence Budington Kelland. Un giovanotto di provincia eredita venti milioni di dollari, si trasferisce in città, decide di distribuirli ai poveri. I parenti cercano di farlo passare per matto. Una delle più classiche commedie di Capra, quella che gli fece vincere il 2° Oscar per la regia e l’unica in cui la lieta fine sembra completamente logica. Grazie a un’impeccabile sceneggiatura di Robert Riskin, questa favola da boy-scout non diventa una predica e non perde mai il suo swing. Una delle più divertenti scene di tribunale di tutto il cinema americano con un Cooper perfetto. Fece diventare di uso comune il termine “picchiatello” (pixilated).

Mr. Deeds Goes to Town (1936) on IMDb
Locandina Schiavo d'amore [1]

Un film di John Cromwell. Con Reginald Owen, Bette Davis, Frances Dee, Leslie Howard Titolo originale Of Human Bondage. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 83 min. – USA 1934. MYMONETRO Schiavo d’amore [1] * * * 1/2 - valutazione media: 3,67 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Melodramma che riesce a restituire ottimamente il clima d’angoscia che contraddistingue il romanzo (di Somerset Maugham) da cui è tratto, è il primo film dove Bette Davis appare nel ruolo della maliarda senza scrupoli, una maschera che condizionò la sua carriera negli anni a venire. Per questo ruolo le venne ingiustamente negato l’Oscar, assegnatole prontamente come risarcimento l’anno successivo. Philip Carey (Leslie Howard), un pittore fallito storpio diventato in seguito studente di medicina, si innamora follemente di Mildred (Bette Davis) che sembra ricambiarlo, nonostante continui a flirtare anche con altri uomini. Mildred decide però di sposare un altro, ma quando resta incinta viene abbandonata e fino alla sua morte continuerà a ricorrere a Philip nei momenti di maggiore difficoltà, lasciandolo poi ogni volta nella più completa disperazione. Il film di John Cromwell è uno dei più riusciti drammi sentimentali hollywoodiani e costituisce la prima e più convincente versione del romanzo di Somerset Maugham, a cui ne seguirono altre molto meno soddisfacenti.

Of Human Bondage (1934) on IMDb

Locandina italiana IncantesimoUn film di George Cukor. Con Edward Everett Horton, Katharine Hepburn, Cary Grant, Lew Ayres, Doris Nolan. Titolo originale Holiday. Commedia, b/n durata 93 min. – USA 1938. MYMONETRO Incantesimo * * * 1/2 - valutazione media: 3,90 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Una fanciulla ricchissima si innamora di un ragazzo orgoglioso e testardo che non vuole farsi mantenere dalla famiglia di lei. Nessuno lo comprende, tranne la sorella della fidanzata che lo accetta così com’è e lo sposa.

Holiday (1938) on IMDb

Un film di Lewis Milestone. Con Louis Wolheim, Lew Ayres, John Wray, Arnold Lucy, Ben Alexander. Titolo originale All Quiet on the Western Front. Guerra, Ratings: Kids+13, b/n durata 105′ min. – USA 1930. MYMONETRO All’Ovest niente di nuovo * * * * 1/2 valutazione media: 4,67 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dal romanzo (1929) di Erich Maria Remarque: nel 1914, istigati da un loro insegnante, alcuni studenti tedeschi si arruolano volontari, ma presto al fronte scoprono che la guerra ha poco da spartire col coraggio, il dovere o l’etica. Un classico del cinema pacifista, distribuito in Italia soltanto nel 1956. Fu uno dei primi “colossi” del cinema sonoro. La sua forza e soprattutto la sua fama derivano da una sagace fusione delle sue componenti: il realismo della regia, la spettacolarità delle scene di battaglia, il lirismo dei dialoghi. 2 Oscar: miglior film e migliore regia. Ebbe un seguito (The Road Back, 1937, di James Whale) e un rifacimento nel 1979 con la regia di Delbert Mann, Niente di nuovo sul fronte occidentale.

All Quiet on the Western Front (1930) on IMDb

Edit 28/12/23: sostituita versione 480p con 1080p, sempre Collectors Edition

Risultati immagini per Wyoming OutlawUn film di George Sherman. Con John WayneRay CorriganPamela Blake Titolo originale Wyoming OutlawWesternb/n durata 100 min. – USA 1939MYMONETRO Wyoming * * - - - valutazione media: 2,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

John Wayne e due amici hanno a che fare con un politicante che imbroglia i contadini facendo vendere la terra con certificati falsi. Wayne lo smaschera e fa fuori i “duri” al servizio del politicante.

Wyoming Outlaw (1939) on IMDb

Il re dei Pecos, John Wayne, 1936 Foto stock - AlamyUn film di Joseph Kane. Con John Wayne, Muriel Evans, Cy Kendall Titolo originale King of the Pecos. Western, b/n durata 54 min. – USA 1936. MYMONETRO Il re dei pecos * 1/2 - - - valutazione media: 1,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un allevatore prepoente vuol mettere le mani sull’intera regione e non esita a sterminare una famigliola. Scampa solo un ragazzino che, divenuto uomo, fa del suo meglio per farla pagare all’assassino dei suoi. Dapprima con i metodi legali (trascina in tribunale l’allevatore). Poi a colpi di pistola.

King of the Pecos (1936) on IMDb

Il grande sperone (1938) | FilmTV.itUn film di George Sherman. Con John Wayne, Ray Corrigan, Raymond Hatton Titolo originale Santa Fé Stampede. Western, b/n durata 90 min. – USA 1938. MYMONETRO Il grande sperone * * - - - valutazione media: 2,00 su 1 recensione.

Un cowboy, per difendere un ragazzo, si mette contro una banda di fuorilegge e contro lo stesso sceriffo. Rischia perfino di essere linciato.

Santa Fe Stampede (1938) on IMDb

Locandina Il bandito della CasbahUn film di Julien Duvivier. Con Jean Gabin, Mireille Balin, Gabriel Gabrio, Marcel Dalio, Saturnin Fabre.Titolo originale Pépé le Moko. Drammatico, b/n durata 85 min. – Francia 1937. MYMONETRO Il bandito della Casbah * * * 1/2 - valutazione media: 3,94 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Braccato dalla polizia a causa di numerosi furti e rapine, il bandito Pepé le Moko (Jean Gabin, qui all’apice della sua carriera) si rifugia nella casbah di Algeri, dove gode di appoggi e protezioni, sempre tenuto d’occhio a distanza dall’ispettore Slimane.La travolgente passione per Gaby, una sensuale ragazza parigina, porterà Pépé a lasciare la casbah per tentare inutilmente di imbarcarsi alla volta della Francia (così come ne Il porto delle nebbie Jean non riuscirà a partire per il Sudamerica), ma quando vedrà il suo piano fallire, Pepè decide di uccidersi prima di cadere nelle mani della polizia.
Uno dei più famosi cult-movie del cinema francese, che consacra la stagione del ‘realismo poetico’, debitore in parte ai gangster movie americani (Scarface di Hawks), ma con un sottofondo di romanticismo e di esotismo esaltato da complessi movimenti di macchina e da ricchi contrappunti sonori. Un’autentica “romantica tragedia moderna” segnata da una pesante sconfitta umana e dall’impossibilità di una qualunque forma di riscatto sociale.

 Il bandito della Casbah
(1937) on IMDb

Margherita Gauthier (1937) | FilmTV.itUn film di George Cukor. Con Lionel Barrymore, Robert Taylor, Greta Garbo, Elizabeth Allan, Jessie Ralph.Titolo originale Camille. Drammatico, b/n durata 108 min. – USA 1936. MYMONETRO Margherita Gauthier * * * 1/2 - valutazione media: 3,99 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Armando Duval si innamora della “Signora dalle Camelie” di dubbia reputazione e lei lo ricambia appassionatamente. Il padre di Duval si reca da lei e la scongiura di lasciare suo figlio. Margherita finge allora di accettare le attenzioni di un rivale e Armando si allontana deluso. 

 Margherita Gauthier
(1936) on IMDb

Regia di Jean Renoir. Un film Da vedere 1937 con Jean GabinPierre FresnayErich von StroheimDita ParloMarcel DalioJulien CaretteCast completo Titolo originale: La grande illusion. Genere Drammatico, – Francia1937durata 113 minuti. Uscita cinema lunedì 3 marzo 2014 distribuito da Cineteca di Bologna. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 4,06 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nel 1916 due aviatori francesi, il proletario tenente Maréchal e l’aristocratico capitano de Boïeldieu vengono abbattuti dall’asso tedesco barone von Rauffenstein il quale prova un’immediata simpatia per De Boïeldieu. Trasferiti in un campo di concentramento militare i due sono sul punto di fuggire quando vengono trasferiti. Finiranno con il raggiungere un’antica fortezza comandata proprio da Von Rauffenstein.
Renoir con questa sua opera raggiunge un enorme successo di pubblico e di critica anche se la sua presentazione alla Mostra di Venezia (nata nel 1932) suscitò un forte disappunto nel regime fascista che intervenne sulla giuria affinché non ricevesse il Leone d’oro (che andò a un altro film francese considerato innocuo: Carnet di ballo di Julien Duvivier). Ciò che dava fastidio era il suo dichiarato pacifismo universale in tempi in cui la seconda guerra mondiale non era ancora imminente ma il nazismo non nascondeva più le sue mire. In La grande illusione però è presente molto più di questo. Certamente il riconoscimento dell’altro al di là della razza e della nazionalità è il fil rouge che attraversa il film. Il legame sentimentale che avvicina Maréchal e la vedova di guerra tedesca Elsa ci parla di esseri umani e non di ‘nemici’. Così come non sono ‘nemici’ ma uomini dotati di un’etica le guardie che non spareranno ai due protagonisti ormai giunti in salvo ma ancora allo scoperto. Va al di là delle all’epoca ormai prossime leggi razziali la solidarietà che si instaura tra Maréchal e il compagno di fuga ebreo Rosenthal (il che gli procurò un duro attacco da parte di Céline in “Bagatelle per un massacro”). In questo film (che Renoir co-scrive e dirige sulla base di conversazioni con il maresciallo Pinsard che, nel corso del conflitto mondiale, gli aveva salvato la vita) il soggetto di base erano inizialmente i tentativi di evasione che avrebbero potuto dar luogo a un succedersi di elementi avventurosi. Non a caso una delle scene visivamente più riuscite è proprio quella di un’ evasione ma quello che rimane come elemento ancor più dirompente (anche se meno appariscente) è la lettura della guerra come rafforzamento delle differenze di classe.
L’immediata sintonia che si instaura tra De Boïeldieu e Von Rauffenstein (e che travalica le loro opposte militanze) è dettata dall’appartenenza all’aristocrazia. Maréchal appartiene a un’altra condizione sociale e anche se il senso dell’onore del capitano lo spingerà al sacrificio in suo favore la distanza resterà intatta. Nessuna concessione quindi alla facile retorica da parte di Renoir ma una lucida, anche se emotivamente partecipe, analisi delle dinamiche soci-economiche che che continuano a far sentire il loro peso in ambito bellico.
Ciò accade anche grazie alla partecipazione di Erich von Stoheim caduto in disgrazia ad Hollywood e qui perfetto nei rigidi panni del barone (un ruolo minore nella sceneggiatura originale e progressivamente ampliato proprio in seguito alla sua presenza).

The Grand Illusion (1937) on IMDb

Vampyr (1932) - IMDbUn film di Carl Theodor Dreyer. Con Sybille Schmitz, Julian West, Henriette Gérard, Rena Mandel Titolo originale Vampyr ou l’étrange aventure de David Gray. Drammatico, b/n durata 75 min. – Francia 1932. MYMONETRO Vampyr * * * 1/2 - valutazione media: 3,89 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

David si ferma per una notte in una locanda e conosce uno strano vecchio che gli lascia un incartamento che gli chiede di leggere dopo la propria morte. Ripreso il viaggio giunge al maniero dell’anziano personaggio ed è testimone della sua morte. Letto il manoscritto scopre l’esistenza di una vampira, certa Marguerite Chopin. Dopo alterne vicende David riesce a sconfiggere il male, colpendo al cuore la vampira con un paletto. Capolavoro pieno di inquadrature mirabili come la soggettiva di David che viene condotto, nella bara, verso la sepoltura. Dreyer miscela realtà e onirismo in uno spettacolo di grande effetto. Tratto dal libro Camilla di Sheridan Le Fanu e fotografato da Rudolph Matè. In circolazione non esistono copie in italiano restaurate. Per poterlo vedere al meglio bisogna accontentarsi di copie in originale con sottotitoli in inglese.

 Vampyr
(1932) on IMDb

Regia di Yasujirô Ozu. Un film con Takeshi SakamotoNobuko FushimiDen ObinataChôko Iida. Titolo originale: Dekigokoro. Genere Drammatico – Giappone1933durata 100 minuti.

Kihachi (Takeshi Sakamoto) non è istruito, ha perso la moglie ed è costretto a mantenere suo figlio Tomio (Tokkan Kozou) in condizioni economiche assai precarie. Padre e figlio si innamoreranno però della stessa ragazza Harue (Nobuko Fushimi), rimasta orfana, dando luogo a rivalse e rivendicazioni. Prodotto dalla Shochiku, il film di Ozu rivolge la sua attenzione agli strati meno facoltosi e abbienti della popolazione giapponese e, di riflesso, anche ai luoghi e agli ambienti che essi abitano. Il personaggio di Kihachi ritornerà in Storia di erbe fluttuanti (1934), Una ragazza innocente (1935) e Una locanda di Tokyo (1935), a riprova di un’affezione di Ozu non solo per lui ma anche per l’universo di debolezze e fragilità che egli è in grado di evocare. Capriccio passeggero però è ben lontano dall’empireo della produzione del regista nipponico: si tratta, a conti fatti, di una ronda familiare venata di ritorsioni e sopraffazioni, in cui l’innamoramento, unico motore di liberazione e rivalsa sociale, finisce con il rivelare la natura solitaria e prevaricatrice del desiderio. Tale impianto, che volente o nolente non può che risultare contaminato da elementi cinici e poco idilliaci, mal si sposa allo sguardo languido e commovente che il regista provvede a veicolare, generando un ibrido non del tutto fallimentare, ovviamente, ma ben al di sotto delle possibilità del cinema di Ozu

Passing Fancy (1933) on IMDb

Regia di Yasujirô Ozu. Un film con Yoshiko OkadaUreo EgawaKinuyo TanakaShinyo Nara. Genere Muto – Sconosciuto1933durata 46 minuti.

Chikako vive in un quartiere operaio della capitale insieme al fratello minore Ryoichi. Il suo lavoro d’ufficio non è sufficente per sopravvivere per cui è costretta a lavorare in un locale equivoco. La scoperta sarà molto amara per Ryoichi…

Woman of Tokyo (1933) on IMDb

Regia di Yasujirô Ozu. Un film con Okada TokihikoYagumo EmikoIchimura MitsukoYamamato TogoSaito TatsuoCast completo Titolo originale: Sono yo no tsuma. Genere Drammatico 1930durata 65 minuti.

Shuji è sposato con Mayumi e hanno una figlia di nome Michiko. La bambina è gravemente malata e Shuji non ha il denaro necessario per provvedere alle cure mediche, decide pertanto di procurarselo compiendo una rapina.

That Night's Wife (1930) on IMDb

Un film di Leni Riefenstahl. Con Leni Riefenstahl, Mathias Wieman, Max Holboer, Beni Führer, Franz Maldacea Titolo originale Das blaue Licht. Drammatico, b/n durata 84′ min. – Germania 1932. MYMONETRO La bella maledetta * * - - - valutazione media: 2,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Soltanto la bella e selvaggia Junta, tenuta per strega dai valligiani, riesce a scalare una montagna da dove, nelle notti di luna piena, emana una misteriosa luce blu. Girato sulle Dolomiti del Brenta e sui monti del Canton Ticino, opera prima dell’attrice L. Riefenstahl, ha un indubbio fascino visivo, una sorta di magia fantastica cui non è estranea la lezione del cinema espressionista. Legato all’ideologia völkisch (popolare) e al suo dubbio misticismo nazionalistico, è di un’ingenuità enfatica che sfiora il ridicolo. Alla sceneggiatura, da un racconto di Gustav Renker, collaborò Béla Balász, scrittore e teorico del cinema; al montaggio Arnold Fanck, noto regista di film di montagna.

The Blue Light (1932) on IMDb