È la nota storia della bellissima spia e ballerina, che durante la prima guerra mondiale si innamorò, ricambiata, di un pilota russo, e per amor suo uccise e venne condannata a morte.
Alcune parti non presenti nella versione italiana sono in inglese ma il film è in Italiano per la maggior parte
La storia infrangibile della Signora delle camelie (1848) di Alexandre Dumas figlio: cortigiana si innamora di un bel giovane ricco che la ama, rinuncia a lui con la morte nel cuore e muore di tisi tra le sue braccia. È, forse, la più grande interpretazione della Garbo, in perfetto equilibrio tra cuore e cervello. Fredda, ma, sotto, ribelle. Incandescente, ma controllata. Superba capacità di trarre il massimo dal minimo, ma non va trascurata l’eleganza geniale del regista. La Garbo ebbe una nomination all’Oscar che fu vinto da Louise Rainer per Il paradiso delle fanciulle .
1789. Tre marsigliesi, condannati ingiustamente dagli aristocratici, fuggono sulle montagne. Ne scendono quando comincia la rivoluzione. A capo di un gruppo di concittadini puntano su Parigi cantando l’inno di Rouget de L’Isle, che diventerà poi “La Marsigliese”. Il gruppo prende parte al famoso assalto alle Tuileries.
Piccolo classico degli anni Trenta, firmato da Renoir e Jacques Prévert nel pieno dell’euforia populista. Lange è un industriale odiato a morte (e giustamente) dai suoi dipendenti. Quando sparisce è creduto morto, e gli operai prendono in mano l’azienda gestendola come una cooperativa.
La storia dei celeberrimi innamorati di Verona. Fanno parte di due famiglie divise da rivalità e odio. Si innamorano ma non riescono a essere liberi. E letteralmente muoiono d’amore. Forse il loro sacrificio servirà a portare finalmente la pace. Una delle rappresentazioni classiche di maggior qualità spettacolare mai realizzate. Ma non solo spettacolare, anche artistica. Stranamente questo film non ha mai sedotto la critica. Forse era giudicato troppo fastoso. È senz’altro vero che il cinema entra con grande prepotenza nel teatro, ma è un preciso diritto del cinema. Il lavoro è squisitamente o disperatamente Metro-Goldwyn- Mayer, con tutte quelle caratteristiche: sfarzo di tutto, grande ricerca storica, budget cospicuo. Vennero assunti i massimi esperti di Shakespeare, di costumi e musica dell’epoca, in omaggio alla cultura inglese (un amore-odio che è precisa tendenza degli americani, che diventa solo amore quando si tratta di Hollywood). Il regista Cukor era noto per le sue attitudini allo stile, all’eleganza e alla cultura. Volle che Romeo fosse uno dei più grandi attori di teatro dell’epoca, Leslie Howard, che aveva quarantatré anni ed è forse il più vecchio Romeo della storia del teatro. Giulietta venne affidata a Norma Shearer, allora trentaquattrenne e dunque a sua volta inadeguata: era la moglie di Irwing Thalberg, boss della Metro. A Howard la produzione contrappose il più grande attore americano di ogni epoca, John Barrymore, che, bizzarro e alcolizzato, creò enormi problemi, ma che accende la sequenza ogni volta che appare. Nella parte di Mercuzio, Barrymore esegue un vero esercizio di virtuosismo, specie nel lungo monologo iniziale. Nell’ottica classica il film presta sicuramente il fianco a molte critiche per le visibili contaminazioni, ma se si accetta la collaborazione tra teatro e cinema, il risultato è straordinario. E finirei con un’altra menzione, che non viene mai fatta: i doppiatori. Spesso le nostre voci hanno migliorato il prodotto, in questo caso certamente non lo hanno peggiorato. Ricordiamo le tre principali: Ruffini (Barrymore), Panicali (Howard) e Pagnani (Shearer).
Regia di Luis Buñuel. Un film Titolo originale: Las Hurdes/Tierra sin pan. Genere Documentario – Spagna, 1932, durata 28 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 4 recensioni.
Suggerito dalla tesi di laurea di Maurice Legendre, è un documentario sulla zona montagnosa delle Hurdes, nel villaggio di Alberca, un centinaio di km a sud-ovest di Salamanca, una delle regioni più povere e arretrate della Spagna, abitata da gente che la miseria, le malattie (malaria, cretinismo), gli incesti hanno ridotto a larve subumane. In questo film di contrasti (fotografia di Eli Lotar) la violenza delle immagini, degne di Goya, ha come contrappunto l’apparente indifferenza del commento del poeta Pierre Unik e la musica di Brahms (4ª Sinfonia op. 98 in mi min.). “Lo considero più importante di L’âge d’or perché… contiene tutti i furori di Luis, tutte le sue ossessioni, tutte le sue ragioni di lotta” (M. Oms, 1961). Proibito dal governo repubblicano perché disonorava la Spagna e denigrava gli spagnoli, ebbe una colonna sonora soltanto nel 1937 quando, acquistato da Pierre Braumberger, fu distribuito in Francia. Nello stesso anno Ramon Acín, anarchico di Huesca che figura come produttore, fu fucilato dai franchisti.
Il cassiere Legrand, sposato a una megera, si fa ladro per amore di una prostituta e la uccide, dopo averla trovata fra le braccia del suo lenone che viene processato al suo posto. Diventato barbone, Legrand incontra il primo marito della moglie, intanto defunta, e con lui va a far baldoria grazie alla vendita di un suo autoritratto. Tratto da un romanzo di Georges de la Fouchardière (e dal copione teatrale di André Mouézy-Eon), è il 1° film sonoro di J. Renoir e il suo 1° capolavoro per la felice miscela di naturalismo sordido, lucido realismo psicologico, acre umorismo sardonico, bellezza figurativa, uso funzionale del suono. Grande prova di M. Simon in altalena tra dramma e grottesco. Rifatto da Fritz Lang con La strada scarlatta (1945)
Un soldato tedesco si innamora di una ragazza francese che abita in un villaggio occupato, ma muore durante un’azione. Un altro soldato tedesco, che andato in licenza scopre di essere tradito dalla moglie, morrà in un ospedale francese da campo dopo aver combattuto da valoroso. La sua morte sarà confortata dal fraterno saluto di un soldato nemico che sta morendo accanto a lui.
Peachum, organizzatore di una vasta rete di finti accattoni londinesi, viene a scoprire la relazione che lega la figlia Polly al malvivente Macheath e monta su tutte le furie; ciò non impedisce ai due di sposarsi ugualmente. Intanto Peachum è deciso a eliminare l’indesiderato genero, peraltro bigamo, con mezzi legali, facendolo arrestare. Varie e confuse vicende si succedono fin quando Macheath, che sta per essere condotto al patibolo, riceve la grazia dalla regina insieme a terre e titolo nobiliare. In realtà l’ultima parola spetta a Peachum, che invita a non prestar fede al lieto fine, perché nella realtà le grazie arrivano molto raramente, soprattutto se a ribellarsi sono i deboli. Nonostante le intrinsiche qualità del film, l’adattamento di Pabst non rende l’intento satirico e politico dell’opera di Brecht-Weil. Infatti il film non solo non piacque a Brecht, ma provocò una forte reazione da parte del drammaturgo che, in antagonismo all’opera di Pabst, produsse un proprio film Pance gelate affidandone la regia a Dudow e le musiche a Eisler. In effetti L’opera da tre soldi dà inizio al distacco dall’impegno in chiave progressista del regista boemo.
Reduce da un ospedale psichiatrico, un uomo tenta di ricostruire la propria esistenza accanto alla figlia e alla moglie. Quest’ultima però non intende aiutarlo in alcun modo, mentre la figlia dedica tutta se stessa al reinserimento del padre nella vita normale.
Un film di George Cukor. Con Norma Shearer, Joan Crawford, Rosalind Russel, Mary Boland, Paulette Goddard. Titolo originale The Women. Commedia, b/n durata 132′ min. – USA 1939. MYMONETRO Donne valutazione media: 3,75 su 15 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Da una commedia (1936) di Clare Boothe Luce: arrivata a Reno (Nevada) per ottenere il divorzio dal marito fedifrago, la ricca Mary Haines fa la conoscenza di diverse signore che vi albergano per la stessa ragione. Da una commedia salottiera, riscritta da due altre donne (Anita Loos, Jane Martin), un film corale piccante, elegante (nella versione originale una sfilata di moda di 5′ a colori) e cattivo che toglie la pelle sorridendo. Soprattutto una parata di attrici dirette al meglio dal più raffinato regista di donne di Hollywood. 135 donne sullo schermo, e nemmeno un uomo. Rifatto con Sesso Debole (1956) di David Miller.
Da un romanzo di Compton Mackenzie: dopo la morte della madre, Sylvia Scarlett fugge, travestita da ragazzo, dalla Francia in Inghilterra, col padre, un imbroglione ricercato dalla polizia. Si aggregano a uno scalcinato Carro di Tespi e, con un intraprendente giovanotto, commettono varie truffe ai danni dei gonzi. Fiasco al botteghino e poco apprezzata dalla critica del suo tempo, è una commedia insolita, pungente e fantasiosa imperniata sul gioco, la finzione, il travestimento, ricca di malizie e volute ambiguità tanto che fu boicottata dalla Legion of Decency, interpretata benissimo da una squadretta di attori tra cui spicca la Hepburn, magnifica.
Un film di Charles Chaplin. Con Charles Chaplin, Virginia Cherril, Harry Myers, Florence Lee, Al Ernest Garcia, Hank Mann Titolo originale City Lights. Commedia, b/n durata 86 min. – USA 1931. MYMONETRO Luci della città valutazione media: 4,88 su 29 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Uno dei capolavori immortali del grande Charlie Chaplin, che girò ben centomila metri di pellicola nell’arco di tre anni, ripetendo all’infinito intere sequenze e scegliendo di lasciare il film muto (con accompagnamento musicale) proprio nel periodo in cui si cominciava ad affermare il sonoro. Charlot, povero vagabondo dall’animo sensibile e pieno di generose aspirazioni, acquista una rosa da una giovane fioraia cieca che per un equivoco lo scambia per un milionario. Vagabondando per la città, Charlot arriva sul molo dove salva dal suicidio un vero milionario, in vena di generosità solo quando è ubriaco. Deciso ad aiutare la fioraia di cui si è innamorato, bisognosa di una costosa operazione chirurgica che le potrebbe restituire la vista, Charlot fa mille mestieri tra i quali lo spazzino e il pugile, prima di reincontrare il milionario da cui riceve finalmente il denaro sufficiente per l’operazione… ma il finale ha un sapore malinconico. Charlot infatti è finito per un equivoco in prigione e dopo un anno ritrova la ragazza guarita e ora proprietaria di un negozio di fiori, che lo riconosce solo nel momento in cui gli prende la mano per fargli l’elemosina. Il film, con il suo magistrale intreccio tipicamente chapliniano di tragico e comico, ebbe un enorme successo tra un pubblico già minacciato dalla recessione economica sia in Europa che in America.
Avvenne vicino a Sebastopoli il 24 ottobre 1854: un reggimento di ussari inglesi fu massacrato “per il re e per la patria”. La guerra di Crimea e il massacro di Balaklava mistificati in chiave eroica, sulla scorta di un famoso poema di Alfred Tennyson, per la maggior gloria di E. Flynn superstar. Sceneggiatura di M. Jacoby, R. Leigh. Prodotto da Warner Bros. Sono passati più di 60 anni, eppure la carica è ancora molto eccitante. Episodio rievocato da Tony Richardson in I seicento di Balaklava (1968) in tono critico.
Un film di David Burton. Con Gary Cooper, Lily Damita, Ernest Torrence Titolo originale Fighting Caravans. Western, b/n durata 84 min. – USA 1931. MYMONETRO Il fuciliere del deserto valutazione media: 2,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Un intreccio in cui si mischiano avventure del West e una tenera storia d’amore tra una ragazza francese e il giovane Clint, avventuriero ubriacone cui lo sceriffo dà la caccia.
Una donna viene assassinata a Londra. L’uomo che l’aveva ospitata, braccato dalla polizia e dagli assassini, fugge in Scozia e si ritrova ammanettato con una ragazza e prosegue la fuga. C’è di mezzo una banda di spioni. Liberamente tratto da un romanzo di John Buchan, questo film d’inseguimento all’insegna della leggerezza e dell’umorismo è, forse, l’opera più famosa dell’Hitchcock inglese, e uno dei preferiti dallo stesso regista. “Un miracolo di velocità e di luce” (O. Ferguson). Rifatto goffamente con I 39 scalini nel 1959 da Ralph Thomas e nel 1978 da Don Sharp.
Stanlio e Ollio, in inglese Laurel & Hardy, è stato un famoso duo comico interprete del cinema slapstick, composto da Stan Laurel (soprannominato Stanlio in italiano e Stan in inglese) e Oliver Hardy (Ollio in italiano, in inglese Oliver, Ollie o Babe come si racconta fosse stato per la prima volta soprannominato dal suo barbiere).[1][2]
« Il mondo è pieno di persone come Stanlio e Ollio. Basta guardarsi attorno: c’è sempre uno stupido al quale non accade mai niente, e un furbo che in realtà è il più stupido di tutti. Solo che non lo sa. »
Famoso ballerino s’innamora a Londra di gentile signora in attesa di divorzio. 2° film RKO della più grande coppia di ballerini mai vista sullo schermo. Trabocca di balletti deliziosi e di canzoni. C’è la stupenda “Night and Day”, ma anche “Continental” (17′ di danza e musica) dove, per chi sa vedere, è chiaro che per la coppia ballare corrisponde a far l’amore. C’è anche B. Grable, allora sconosciuta, che si fa valere.
Il film è la trasposizione cinematografica di una commedia scritta e rappresentata in teatro da Mae West nel 1928, dal titolo Diamond Lil. La storia ruota attorno ad una cantante affascinante e civettuola, che gestisce un night club, non sapendo di alcuni loschi traffici che avvengono al suo interno per opera di alcuni suoi soci non molto raccomandabili. Un giovane poliziotto in incognito attira la sua attenzione, e la donna si mostra più che disponibile ad un possibile rapporto con lui, ma lui invece si mostra insensibile al suo fascino provocante. Si tratta del miglior film interpretato dalla diva Mae West, che qui ha ampia opportunità di dimostrare la sua intramontabile verve, piazzando qua e là piccanti freddure e allusioni; alla domanda «Nessun uomo l’ha mai fatta felice?», lei risponde «Sicuro. Un sacco di volte». Accanto all’attrice un giovanissimo Cary Grant.
Le richieste di reupload di film,serie tv, fumetti devono essere fatte SOLO ED ESCLUSIVAMENTE via email (ipersphera@gmail.com), le richieste fatte nei commenti verrano cestinate.