Category: Film dal 1920 al 1929


Ballet mécanique Poster | Anthology film, Fantasy posters, Avant garde film

Un film di Ferdinand Leger. Con Kiki da Montparnasse Cortometraggio– Francia 1924.

Unseen Cinema – set di sette DVD con 155 film per una durata complessiva di 1200 minuti (20 ore) – ci fa conoscere le opere finora ignorate di cineasti americani che hanno lavorato negli Stati Uniti e all’estero dall’invenzione del cinema alla seconda guerra mondiale e ci propone un diverso e spesso controverso approccio al cinema sperimentale, visto come il risultato sia collettivo sia individuale dell’attività – ad ogni livello della produzione cinematografica – di artisti d’avanguardia, registi professionisti, cineasti amatoriali. Molti di questi film non sono mai stati disponibili dopo la loro realizzazione, altri non sono mai stati proiettati in pubblico, quasi nessuno si poteva vedere così bene come adesso. Sessanta fra i maggiori archivi cinematografici mondiali hanno collaborato con l’Anthology Film Archives per restituire al pubblico moderno un periodo a lungo trascurato della storia del cinema. Per ulteriori informazioni, si veda il sito www.unseen-cinema.com.

Variety (Varieté) (1925) by Emil Jannings: Amazon.it: Emil Jannings, Lya  De Putti, Warwick Ward, E. A. Dupont: Film e TV

Un film di Ewald André Dupont. Con Emil JanningsWarwick WardLya De Putti Drammaticob/n durata 104 min. – Germania 1925.

Huller lavora al Luna Park. Conosce Berta Maria, se ne innamora e si separa dalla moglie. Un drammone diretto con grande mestiere e pieno di suggestioni visive molto interessanti.

Sinfonia nuziale (1926) | FilmTV.it

Un film di Erich von Stroheim. Con Fay WrayMaude GeorgeGeorge FawcettCesare GravinaErich von Stroheim. continua» Titolo originale The Wedding MarchCommediadurata 109′ min. – USA 1926

The Wedding March, che costituisce con Greed una delle più significative realizzazioni di Stroheim, doveva essere proiettato in due parti, d’una dozzina di bobine ciascuna: ma, come ricorda Davide Turconi, l’insipienza e il gretto commercialismo della Paramount, che aveva assunto la distribuzione del film, rovinò tutta la seconda parte – The Honeymoon (Luna di miele) – affidandone il montaggio a von Sternberg con l’ordine di farne un film a se stante. Stroheim così estromesso non riconobbe questa arbitraria manomissione e proibì la presentazione in America di questa parte del film, che circolò solo in Europa e nel Sud America.Negli ultimi anni della sua vita, Stroheim ebbe l’opportunità di rimontare il film. Nel 1954, alla Cinémathèque française realizzò una versione della prima parte che è la stessa che viene qui proiettata. Alla Cinémathèque era conservata anche l’unica copia sopravvissuta di The Honeymoon, ma per Stroheim ciò fu unicamente fonte di imbarazzo. La pellicola andò distrutta in un incendio, cinque giorni dopo la morte del regista. Ha scritto la storica Lotte Eisner (in Von Stroheim, edito nel 1994 dalla Stiftung Deutsche Kinemathek e dal Festival di Berlino): “Avevamo iniziato a proiettare The Wedding March per Stroheim da pochi minuti, quando egli balzò in piedi dicendo: ‘È insopportabile. Il film è noioso, terribile.’ Lo guardai inorridita. Le sue parole mi sembravano quasi blasfeme. ‘A che velocità lo state proiettando?’, egli chiese. ’16 fotogrammi al secondo’, risposi, ‘la velocità giusta per i film muti.’ ‘Ma è stato girato a 24 fotogrammi al secondo. E c’erano dei dischi con l’accompagnamento musicale.’ Corsi in cabina. Ripristinato il suo ritmo originario, il film era stupendo. Eppure Stroheim non era contento.

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La Vedova Allegra (The Merry Widow) – Erich von Stroheim (1925) | E Muto Fu

Un film di Erich von Stroheim. Con Roy D’ArcyJohn GilbertMae MurrayJosephine CrowellGeorge Fawcett. continua» Titolo originale The Merry WidowDrammaticodurata 110 min. – USA 1925.

Tratto dall’operetta di Franz Lehár è stato girato in parte a colori. Il principe Mirko e suo cugino Danilo fanno la corte a Sally, una ballerina americana. Danilo decide di sposarla ma il re Nikita e la consorte Milena non vogliono. Allora Sally per ripicca sposa un vecchio ricco, il barone Sadoja, costretto sulla sedia a rotelle

Locandina Zingaresca

Un film di D.W. Griffith. Con W.C. FieldsAlfred LuntCarol DempsterErville AldersonEffie Shannon. continua» Titolo originale Sally of the SawdustMutob/n durata 135′ min. – USA 1925.

Sally of the Sawdust è un film curioso per molti motivi. Infatti, pur non mancando di spettacolarità, non possiede la grandeur dei precedenti film epici di D.W. Griffith. Inoltre è una commedia, un genere che, fin dai tempi della Biograph, Griffith aveva sempre preferito lasciare nelle mani di registi quali Mack Sennett o Billy Quirk. Senza considerare che, oltre alla sua supposta mancanza di talento per la commedia, Griffith affidava le sorti di Sally of the Sawdust a una inedita coppia di protagonisti formata da W.C. Fields, un clown appena arrivato dalle Ziegfeld Follies, e da Carol Dempster, unanimemente ritenuta una delle luci meno brillanti nel grande firmamento di stelle che Griffith ha lasciato al cinema. L’artista aveva debutto come comparsa in una scena danzata di Intolerance (1916) e poi Griffith le aveva affidato parti di comprimaria o di protagonista in suoi film a partire da The Girl Who Stayed at Home (1919). Nondimeno, riferendosi alla prima attrice di Sally of the Sawdust, Frederick James Smith di Motion Picture Classic ammetteva che solo con Isn’t Life Wonderful aveva pensato che “Miss Dempster fosse in grado di recitare”.Ma, cosa ben peggiore, anche il grande lustro personale del regista cominciava ad appannarsi. Se da un lato il successo di pubblico di The Birth of a Nation (1915) aveva ampiamente contribuito a diffondere in pari misura la fama e l’infamia di Griffith, non gli aveva tuttavia assicurato l’indipendenza produttiva cui egli massimamente aspirava. Il fallimento dello studio Fine Arts era stato foriero di ulteriori difficoltà.

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Risultati immagini per Salome - 1923

Un film di Charles Bryant. Con Alla NazimovaMitchell Lewis, Rose Dione Storicob/n durata 75′ min. – USA 1923.

Il film, frutto della quarta collaborazione tra la Nazimova (1879-1945) e la costumista / scenografa Natasha Rambova (1897-1966), è uno dei pochi lungometraggi hollywoodiani che si possano definire, nell’accezione più rigorosa del termine, sperimentali. Nazimova era stata produttrice, attrice, ma anche regista de facto e sceneggiatrice con lo pseudonimo di Peter Winters, quando, dopo dieci anni di successi, decise di abbandonare gli studios hollywoodiani per dedicarsi alla produzione indipendente. Nazimova decise di interpretare personalmente la caparbia eroina quattordicenne del dramma originale di Wilde, pubblicato solo venticinque anni prima, confidando che la propria figura non tradisse affatto i suoi 43 anni. La sua protegée, nata Winifred Shaughnessy, usò il nome d’arte di Rambova, che aveva adottato quando era entrata a far parte della compagnia di ballo di Theodore Kosloff. Con Salomè le due intendevano dimostrare la totale compatibilità tra arte e cinema; e Rambova, per le scene e i costumi, si ispirò alle illustrazioni di Aubrey Beardsley che accompagnavano la prima traduzione in inglese del dramma di Wilde. Il budget fu di 350.000 dollari, una cifra esorbitante per un film che non era certo un kolossal, ma i soli materiali per i costumi, che dovevano evocare il fasto decadente della corte di Erode, vennero fatti arrivare appositamente dalla Francia. I dirigenti dello studio ritennero il film troppo sofisticato per i gusti delle masse; Salomè venne distribuito male, e Nazimova perdette in un colpo solo il proprio patrimonio personale investito nel film e il prestigio decennale acquisito a Hollywood. Nella cerchia internazionale che ruotava attorno a Nazimova era presente Paul Ivano (1899-1984) che, in seguito, come altri collaboratori del film, avrebbe continuato la sua esperienza nel cinema sperimentale: assistente operatore in Salomè, egli fu poi uno dei cameraman di The Life and Death of 9413 – A Hollywood Extra, il cui regista, Robert Florey, era anch’egli un entusiasta sostenitore di Salomé. 

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Locandina Il mostroUn film di Roland West. Con Lon Chaney, Johnny Arthur, Gertrude Olmstead, Hallam Cooley, Charles Sellon, Walter James. Titolo originale THE MONSTER. Fantascienza, b/n durata 71 min. – USA 1925.
Johnny Goodlittle (Johnny Arthur), giovane allievo di un corso per corrispondenza di tecnica investigativa, scopre che il dottor Ziska (Lon Chaney) è responsabile dei numerosi misteriosi incidenti stradali avvenuti di notte lungo la strada che costeggia il suo fatiscente sanatorio. Ziska, che studia i segreti della vita e della morte, ha più volte tentato invano di trasferire lo spirito di un corpo esanime da una vittima all’altra, e, adesso, vuole sperimentare l’operazione sull’improvvisato detective che, insieme alla sua ragazza e ad un rivale in amore, è andato a curiosare nel suo laboratorio.
Tratto da una commedia di Crane Wilbur rappresentata in teatro nel 1922, il film consente all’inimitabile Lon Chaney di aggiungere alla sua galleria di sinistri personaggi il bizzarro ritratto di un folle – un po’ chirurgo e inventore, un po’ ipnotizzatore e stregone – che rilegge con discreta ironia gli stereotipi dello scienziato pazzo e di Frankenstein. La figura di Ziska è volutamente costruita con un eccesso parodistico (e tuttavia poco valorizzata sullo schermo) per bilanciare i tre giovani protagonisti, tanto intraprendenti quanto terribilmente maldestri, ma la storia conserva intatte le atmosfere dei film dell’orrore, con tanto di casa apparentemente stregata, munita di porte segrete e tenebrosi corridoi e con la rituale presenza di un servitore fedele e idiota. L’ingegnoso sistema ideato per mandare fuori strada gli automobilisti consiste in un gioco di specchi che proiettano sulla strada una figura spettrale. View full article »

Photobucket Pictures, Images and PhotosUn film di Paul Wegener, Carl Boese, Henrik Galeen. Con Paul Wegener, Albert Steinruck, Lyda Salmonova, Carl Ebert, Jacob Tiedtke. Titolo originale Der Golem, wie er in die Welt kam. Fantastico, durata 85′ min. – Germania 1920. MYMONETRO Il Golem – Come venne al mondo * * * - - valutazione media: 3,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Nella Praga del Cinquecento, sotto il regno di Rodolfo II d’Asburgo, il rabbino Löw costruisce con l’argilla un potente automa, dandogli la vita _ ma non la parola _ con una formula magica. La creatura, però, si ribella al creatore. La storia è ispirata ad antiche leggende giudeo-cabalistiche che simboleggiano la creazione dell’uomo che vuole imitare Dio, creando un essere a propria immagine. Più volte rielaborate da scrittori dell’Europa centrale, furono messe a punto dal viennese Gustav Meyrink in un famoso romanzo (1915) fantastico. Sceneggiato dal regista _ che v’interpreta il ruolo del Golem _ con Henrik Galeen, rimane il miglior film sull’argomento per un concorso di fattori espressivi e tecnici: le originali scenografie di Hans Pölzig, la fotografia di Karl Freund, la potenza dinamica delle scene di massa, l’efficacia dei trucchi, la forza suggestiva del Golem stesso che influenzò non poco James Whale nel suo Frankenstein del 1931. Lo stesso Wegener aveva messo a punto storia e personaggio nei precedenti Der Golem, und wie er auf die Welt kam (1915) e Der Golem und die Tänzerin (1917). L’argomento fu ripreso nel 1935 da J. Duvivier in Le Golem e nel 1952 dal cecoslovacco Martin Fric in L’imperatore della città d’oro View full article »