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Regia di Moustapha Akkad. Un film con Anthony QuinnOliver ReedRod SteigerIrene PapasJohn GielgudGastone MoschinCast completo Titolo originale: Omar Al-Mukhtar. Titolo internazionale: LION OF THE DESERT. Genere Guerra – LibiaUSA1980durata 173 minuti.

Libia 1929-31. Il governo italiano deve far fronte alla guerriglia che i beduini Senussi – sotto la guida di Omar Al-Mukhtar, insegnante di professione e ribelle per dovere – conducono in Cirenaica contro la colonizzazione italiana e la rinascita dell’impero romano in Africa (la Quarta Sponda). Mussolini nomina il generale Rodolfo Graziani (Reed) governatore di Libia e gli mette a disposizione un esercito moderno, il primo che, nella storia delle guerre coloniali, usò autoblindo, carri armati e aerei. Seguendo una strategia predisposta dal generale Pietro Badoglio (non nominato nel film), Graziani deporta le popolazioni di pastori seminomadi, fa distruggere il loro bestiame e costruire un reticolato di 270 km al confine con l’Egitto. Organizza campi di concentramento dove regnano denutrizione, stenti, epidemie e soffoca nel sangue la ribellione. Al-Mukhtar fu impiccato. Scritto da H.R.L. Craig. Fotografato in Cinemascope dal britannico Jack Hildyard ( Il ponte sul fiume Kwai ) e musica altisonante di Maurice Jarre, costato 25 milioni di petro-dollari, è un war film con tutte le carte (e gli stereotipi) in regola. Diretto da un regista siriano, già aiuto di Sam Peckinpah, sembra un western filoindiano in cui si parteggia per i più deboli. Quinn con barba bianca impersona il vecchio leone con biblica dignità e una sorta di eroica dolcezza. Non mancano i militari italiani “buoni” (Vallone, Capolicchio); quelli “feroci” hanno la camicia nera della Milizia. Steiger ripete il suo Mussolini di maniera, la Papas vaga qua e là senza sapere bene cosa fare. Le immagini dei lager, rinforzate da brani di cinecronache, vanno a segno. Dice, in fondo, qualcosa che i libri di scuola (italiani) hanno sempre taciuto. Nel luglio 1983 fu dato in anteprima al festival di Montecatini.

The Lion of the Desert (1980) on IMDb
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Un film di Dario Argento. Con Enrico Maria Salerno, Tony Musante, Suzy Kendall, Umberto Raho, Werner Peters. Giallo, durata 96′ min. – Italia 1970. MYMONETRO L’uccello dalle piume di cristallo * * * - - valutazione media: 3,33 su 34 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Di passaggio a Roma, un giovane scrittore americano assiste al tentato omicidio di una donna. Il sospettato n. 1 è proprio lui, ma l’assassino colpisce ancora più volte e tenta di uccidere lo stesso scrittore. La polizia brancola nel buio. 1° film del 30enne Argento che conserva ancora, come nei 2 successivi, quella struttura del giallo (chi è il colpevole) che da Suspiria (1977) in poi sarà polverizzata e abbandonata per alcuni anni. Oltre alla parte visiva, affidata alla fotografia di V. Storaro, hanno grande importanza suoni, rumori, amplificazioni e distorsioni.

The Bird with the Crystal Plumage (1970) on IMDb
Locandina italiana Buffalo Bill e gli indiani

Un film di Robert Altman. Con Geraldine Chaplin, Harvey Keitel, Paul Newman, Burt Lancaster, Joel Grey. Titolo originale Buffalo Bill and the Indians, or Sitting Bull’s History Lesson. Western, durata 120 min. – USA 1976. MYMONETRO Buffalo Bill e gli indiani * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


William F. Cody ovvero Buffalo Bill, sul finire del XIX secolo dirige una spettacolo circense che rievoca le sue imprese. Tra i tendoni si aggira, non gradito, Ned Buntline, colui che ha trasformato un cacciatore di bisonti in un mito inventandone in buona parte le imprese. Per attrarre un maggior numero di spettatori Cody ingaggia il vero Toro Seduto il quale parla con lui solo attraverso un portavoce. Il rapporto tra i due non è dei migliori ma il capo indiano vuole fondamentalmente conservare la propria dignità.
Robert Altman, dopo aver dedicato il suo capolavoro Nashville all’America in cui vive torna a celebrare a suo modo il Bicentenario andando a scavare alle radici del mito fondante cioè quello del ‘selvaggio West’. Lo fa con una star (Paul Newman) nel ruolo di una star di una leggenda che vive più di finzione che di realtà ripartendo da quel circo con cui aveva chiuso Anche gli uccelli uccidono. Gli spettacoli del West Wild Show di Buffalo Bill sono stati reali (sono giunti anche in Italia per ben due volte) così come originali sono le marcette che vengono eseguite nel film ma quello che più conta in questo film non è la traduzione cinematografica di un altro celebre film: L’uomo che uccise Liberty Valance di John Ford con la sua celebre frase su leggenda e realtà. Altman vuole sì entrare polemicamente a dire la sua sul rapporto tra cowboys e pellerossa e, in senso ancora più lato, tra l’istituzione e ciò che è diverso (vedi il Presidente in visita allo Show) ma soprattutto sta elaborando un saggio teorico sul rapporto tra realtà e rappresentazione. Non è un caso che sia Buntline (interpretato da una star come Burt Lancaster) a offrirci una precisa cifra di lettura del film: è lui che ha ‘creato’ Buffalo Bill, è lui che ne viene tenuto a distanza ora che il mito si è consolidato ed è sempre lui ad abbandonarlo ai soliloqui allucinati che possono solo tradursi in un’ennesima finzione con se stesso e con gli altri. La scena in cui Toro Seduto (che nel gioco continuo tra essere e apparire risulta troppo poco imponente in relazione alle imprese che gli vengono attribuite, entra di notte nell’appartamento di Cody è rivelatrice. Sorpreso nel sonno la prima cosa di cui il nostro ‘eroe’ si preoccupa è di essere stato sorpreso senza il suo toupet tutto boccoli ricadenti sulle spalle. La finzione è stata rivelata e a nulla varrà il tentativo di Buffalo di screditare il capo indiano nel momento in cui entrerà per la prima volta in pista. Per i due il modo di rapportarsi con la rappresentazione è estremamente diverso e in questo sta anche il lor modo di affrontare la realtà.

Buffalo Bill and the Indians, or Sitting Bull's History Lesson (1976) on IMDb

Regia di Agata Alexander. Un film con Annabelle WallisAlice EveThomas JaneAlex PettyferKylie BunburyCast completo Titolo originale: Warning. Genere Fantascienza – CanadaUSA2021,

Ambientato nel futuro, il film esplora le interconnessioni tra le esistenze di varie persone.

Warning (2021) on IMDb

Regia di Gregg Araki. Un film con James DuvalRose McGrowanJohnathon SchaechParker Posey. Genere Commedia, – USA1995durata 100 minuti. Uscita cinema martedì 5 settembre 1995 distribuito da Lucky Red. – MYmonetro 2,00 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Due ragazzi e una ragazza girano l’America rapinando, mangiando ai fast food e facendo l’amore. Un braccio staccato dal corpo, la testa mozzata di un cinese che continua a parlare, lo sperma che schizza, un tatuaggio sul pene. Inoltre citazioni della Nouvelle Vague. Sarebbe cinema underground, con qualche singolare picco espressionista.

The Doom Generation (1995) on IMDb

Un film di Goffredo Alessandrini. Con Doris Duranti, Mario Ferrari, Carlo Ninchi, Carlo Duse.Guerra, b/n durata 85′ min. – Italia 1942. MYMONETRO Giarabub * * * - - valutazione media: 3,31 su 13 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

L’eroica resistenza del fortino di Giarabub, in un’oasi della Cirenaica (Libia) al confine con l’Egitto, che fu conquistato dalle truppe britanniche nel gennaio del 1941. “Colonnello, non voglio encomi…” diceva la canzone. Il futuro regista Beppe De Santis che nel ’42 faceva il critico divideva il giudizio in due parti: consenso per la parte di azione, dissenso per il dramma e i suoi personaggi, falsi, retorici e propagandistici.

Giarabub (1942) on IMDb
L'occhio caldo del cielo - Film (1961)

Un film di Robert Aldrich. Con Carol Lynley, Rock Hudson, Joseph Cotten, Dorothy Malone, Kirk Douglas. Titolo originale The Last Sunset. Western, durata 112′ min. – USA 1961. MYMONETRO L’occhio caldo del cielo * * 1/2 - - valutazione media: 2,83 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Brandon O’Malley (Douglas) passa in Messico, inseguito dallo sceriffo Dana Stribling (Hudson) che gli addebita l’uccisione di suo cognato e il suicidio della sorella. S’incontrano nel ranch di John Breckenridge (Cotten) la cui moglie Belle (Malone), a sedici anni, aveva avuto una relazione con O’Malley. I due accettano l’offerta di Breckenridge di scortare una grossa mandria nel Texas. Durante il viaggio l’allevatore viene ucciso, la sedicenne Missy (Lynley), figlia di Belle, s’innamora di O’Malley che salva la vita a Stribling. Al Rio Grande, confine tra Messico e Texas, O’Malley decide di partire con Missy, dopo aver regolato i conti con Stribling, ma apprende da Belle che la ragazza è sua figlia… Intitolato anche The Day of the Gun, il film fu un insuccesso di pubblico e di critica (con poche eccezioni). Lo stesso Aldrich lo considerava poco riuscito, rimproverando allo sceneggiatore Dalton Trumbo di aver trascurato il lavoro per dedicarsi a Exodus, e a Douglas, produttore per conto della Universal, di aver usurpato le sue funzioni di regista. Nonostante le ambizioni pseudoculturali da tragedia greca della storia (tratta dal romanzo Sundown at Crazy Horse di Howard Rigsby) e l’enfasi liricheggiante dei dialoghi, il 3° dei 5 western di Aldrich è tutt’altro che trascurabile. Il conflitto tra l’outsider O’Malley e il campione della legge Stribling è congeniale al regista che conferma il suo talento in diverse sequenze d’azione o di introspezione (l’apparizione della Lynley di giallo vestita alla festa di bivacco) e nella sapiente organizzazione dello spazio (la bufera di sabbia, il duello finale).

The Last Sunset (1961) on IMDb
Risultato immagini per Quell'ultimo Ponte

Un film di Richard Attenborough, Sidney Hayers. Con Sean Connery, Gene Hackman, Maximilian Schell, Michael Caine, Elliott Gould. Titolo originale A Bridge Too Far. Guerra, durata 150 min. – Paesi Bassi, Gran Bretagna, USA 1977. MYMONETRO Quell’ultimo ponte * * * 1/2 - valutazione media: 3,73 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nel ’44, 35.000 paracadutisti alleati scendono in Olanda con lo scopo di impadronirsi di una serie di ponti che favoriranno l’avanzata delle forze alleate. L’impresa non riesce per un ponte di troppo.

A Bridge Too Far (1977) on IMDb

Regia di Theodoros Angelopoulos. Un film con Thanos GrammenosToula StathopoulouGiannis TotsikasPetros ChoidasJannis TotsikasCast completo Titolo originale: Anaparastasi. Genere Drammatico – Grecia1970durata 110 minuti. – MYmonetro 2,50 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

A Timphea, tra i monti dell’Epiro, con la complicità dell’amante (Totsikas), una contadina (Stathopulu) uccide il marito (Photopulos) e ne sotterra il cadavere nell’orto. La ricostruzione del delitto si svolge a 3 livelli che s’intersecano dialetticamente in una struttura circolare: l’inchiesta giudiziaria, quella di un gruppetto di giornalisti e il punto di vista del regista-narratore cui non interessa l’itinerario psicologico, ma quello pubblico: il contesto di violenza sociale che fa da retroterra e innesco di una esplosione di violenza individuale. Film severo e scabro sullo sfondo di un paesaggio piovoso, di una regione la cui unica fonte di ricchezza è l’emigrazione, di un paese abitato da donne, vecchi e bambini in cui la comunicazione è ridotta a rare parole, a gemiti, mugolii, gesti silenziosi, spia di una condizione umana degradata a desolazione ferina e di una cupa rassegnazione al dolore e alla miseria. 1° film di T. Anghelopulos. Distribuito in Italia nel 1977.

 Ricostruzione di un delitto
(1970) on IMDb

Regia di Theodoros Angelopoulos. Un film con Manos KatrakisMairi HronopoulouDionysis PapagiannopoulosDora VolanakiGiulio BrogiCast completo Titolo originale: Taxidi sta Kythira. Titolo internazionale: Voyage to Cythera. Genere Drammatico – GreciaItaliaGran BretagnaGermania1984durata 120 minuti.

Un vecchio comunista ritorna in Grecia dopo 37 anni trascorsi in Unione sovietica. Ma le cose non stanno come lui aveva sperato.

 Viaggio a Citera
(1984) on IMDb
Paesaggio nella nebbia (1988) | FilmTV.it

Un film di Theo Angelopulous. Con Michaelis Zeke, Tania Palaiologou, Stratos Tzortologlou Titolo originale Topio stin omichli. Drammatico, durata 127′ min. – Grecia 1988. MYMONETRO Paesaggio nella nebbia * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

L’undicenne Voula e il fratellino Alexandros intraprendono un viaggio attraverso la Grecia per raggiungere in Germania il padre che non hanno mai conosciuto e che esiste soltanto come una pietosa bugia della madre. Malinconica favola di taglio realistico, scritta con Tonino Guerra, che chiude la trilogia del viaggio (Viaggio a Citèra, 1984; Il volo, 1986) del maggior regista greco. Ha un’alta tenuta espressiva, qua e là estenuata in indugi compiaciuti. I momenti struggenti e gli scatti inventivi non mancano, ma si ha l’impressione di una poesia più cercata che trovata. Musiche tenere e avvolgenti di Eleni Karaindrou, funzionale fotografia di Giorgos Arvanitis.

 Paesaggio nella nebbia
(1988) on IMDb

Regia di Theodoros Angelopoulos. Un film con Alexandra AidiniNikos PoursanidisGiorgios ArmenisVasilis KolovosEva KotamanidouCast completo Titolo originale: Trilogia I: To Livadi pou dakryzei. Genere Drammatico – Grecia2004durata 170 minuti. – MYmonetro 3,00 su 9 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Le dolorose peripezie di Heleni (Aidini), ragazzina greca che ha messo al mondo due gemelli dopo uno stupro, e dell’amato Alexis (Poursanidis), suonatore di fisarmonica che emigra negli USA, s’innestano in una vicenda corale. Iniziata nel 1919 a Odessa con un gruppo di greci che rimpatriano dopo l’arrivo dell’Armata Rossa, l’azione si sposta a Salonicco e altrove in Grecia, attraversa l’occupazione tedesca durante il conflitto 1939-45 e la successiva guerra civile dove i due figli di Heleni combattono su fronti opposti. 1ª parte di una trilogia scritta dal regista con Petros Markaris (e Tonino Guerra). Ha al centro una donna, una madre. Fedele alla sua idea di cinema e alle sue idee sul mondo, Anghelopulos ha fatto, come talvolta in passato, un film a blocchi con ellittici e impervi passaggi temporali. È un film dominato dall’acqua – fermi o in movimento, vi scorrono milioni di metri cubi d’acqua – che, con la liturgica lentezza di un’azione ora lineare e ora labirintica, costringe lo spettatore a riflettere e a integrare qualora sia capace di seguirne, nel suo calmo ritmo fluviale, corsi e ricorsi, flussi e riflussi. Pur in bilico sul manierismo, è un film di molte bellezze in cui si trapassa dal lirico al tragico, dalla storia al mito, dal politico al contemplativo. Fotografia: Andreas Sinanos. Musica: Eleni Karaindrou. Scene: Giorgos Patsas. Edizione italiana curata da Carlo Di Carlo. Distribuito dall’Istituto Luce.

 La sorgente del fiume
(2004) on IMDb

Regia di Theodoros Angelopoulos. Un film con Willem DafoeBruno GanzMichel PiccoliIrène JacobChristiane Paul, Reni Pittaki, Kostas Apostolidis, Alexandros Mylonas, Norman MozzatoCast completo Titolo originale: Trilogia II: I skoni tou hronou. Genere Drammatico, – GreciaItaliaGermaniaFranciaRussia2008durata 125 minuti. Uscita cinema mercoledì 1 giugno 2011 distribuito da Movimento Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13

È il film più sottovalutato del 2011, ma vale la pena di vederlo anche soltanto per il duetto Ganz/Piccoli nella 2ª parte. È un lungo viaggio nel tempo: dal 1949-1953 al 31 dicembre 1999. Altrettanto lungo il viaggio nello spazio: Mosca, Siberia, Austria, Berlino, Roma, Parigi, Toronto. Si passa da un evento storico all’altro: arrivo di immigrati greci di sinistra, morte di Stalin, destalinizzazione (parziale), persecuzione degli ebrei all’Est. È la 2ª parte di una trilogia, scritta dal vecchio Anghelopulos con Petros Markaris e Tonino Guerra, aperta con La sorgente del fiume (2004). Come l’altro, è un film di molte bellezze e dai toni svarianti, qua e là inaridito non tanto dal manierismo, ma dai passaggi temporali (flashback) troppo ellittici o troppo compiaciuti sul tema del titolo, le paure, gli smarrimenti, le insicurezze. Nello scavo e nei contrasti dei sentimenti è forse il film più melodrammatico di Anghelopulos, ma non sembra un demerito. Non a caso la fotografia di Andrea Sinasos indugia sulla nebbia, sul buio, e le musiche di Eleni Karaindrou (pianoforte, organo, canzoni) hanno un’importante funzione narrativa. Ammirevole prova degli attori, compresa la Jacob nella difficile parte di madre e nonna. Finale liberatorio finalmente aperto sul futuro.

 La polvere del tempo
(2008) on IMDb

Regia di Theodoros Angelopoulos. Un film con Harvey KeitelErland JosephsonMaia MorgensternThanasis VengosGiorgos MihalakopoulosCast completo Titolo originale: To vlemma tou Odyssea. Genere Fantastico, – GreciaFranciaGermaniaItalia1995durata 130 minuti. Uscita cinema giovedì 19 ottobre 1995 distribuito da Istituto Luce. – MYmonetro 3,00 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

A. (Keitel), regista greco, torna in patria per la prima di un suo film e per cercare tre bobine di un negativo ( Le tessitrici ) impressionato nel 1905 dai fratelli Maniakas, pionieri del cinema, girovaghi nei Balcani. Il suo viaggio di ricerca attraversa Albania, Macedonia, Bulgaria, Romania e approda alla straziata Sarajevo dove l’attende un anziano cinetecario (Josephson). (La parte era destinata a Gian Maria Volonté, morto dopo pochi giorni di riprese.) Capolavoro imperfetto? Nella malinconica liturgia solenne del suo cinema di riflessione sulla Storia le pagine opache non mancano, ma le pagine riuscite sono di alto livello, e più numerose. Scritto con Tonino Guerra e Petros Markartis, il 10° film di T. Anghelopulos conferma che questo regista isolato, peculiare e inimitabile è uno dei pochi cui si può attribuire la qualifica di “europeo”: il suo è “un invito alla ragione (non alla ragion di Stato), di cui abbiamo bisogno perché il relativo sonno non generi altri goyeschi mostri” (L. Pellizzari). Non c’è ritorno a Itaca per il suo Ulisse: l’epica sfocia in tragedia. Lo sguardo innocente dei pionieri del cinema è perduto per sempre. Gran Premio della Giuria a Cannes 1995 quando la Palma d’oro toccò a Underground di Kusturica, come dire l’Odissea e l’Iliade di questa fine di secolo.

 Lo sguardo di Ulisse
(1995) on IMDb

Regia di Theodoros Angelopoulos. Un film con Kostas PavluVanghelis KazanKostas SfikasThanos GrammenosPetros Zarkadis. Titolo originale: Meres tu ’36. Genere Drammatico – Grecia1972durata 110 minuti. – MYmonetro 3,09 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Ambientata all’inizio del 1936 – anno di nascita del regista – nei giorni precedenti alle elezioni che portarono al governo il generale Joannis Metaxas e, subito dopo, alla dittatura militare, è la storia di un ex collaboratore della polizia che in carcere prende in ostaggio un deputato della destra e minaccia di ucciderlo se non sarà liberato. 2° film di Anghelopulos con un linguaggio antinaturalistico di straniamento brechtiano, fondato sull’attenuazione (litote), l’omissione (ellissi) e i piani-sequenza, che si propone di non coinvolgere emotivamente lo spettatore, ma di metterlo in rapporto critico con quello che vede. Film sull’avvisaglia della dittatura, descrive la nascita del fascismo come il risultato di silenzi, favorita dalla corruzione della classe dirigente e dall’involuzione reazionaria della democrazia borghese. L’antagonismo di classe è messo in immagini e suoni nella potente sequenza del grammofono.

 I giorni del '36
(1972) on IMDb
Locandina Non uccidere

Un film di Claude Autant-Lara. Con Horst FrankLaurent TerzieffSuzanne Flon Titolo originale Tu ne tueras pointGuerrab/n durata 90 min. – Francia, Jugoslavia 1961.

Un seminarista tedesco, che durante la guerra ha ucciso un partigiano francese per non essere ucciso a sua volta, dopo la guerra si consegna alle autorità francesi. In carcere incontra un obiettore di coscienza francese. Si raccontano le loro storie e le loro scelte.

Thou Shalt Not Kill (1961) on IMDb

The Strange Thing About the Johnsons è un cortometraggio del 2011 scritto e diretto da Ari Aster, al suo esordio alla regia.

Lo scrittore Sidney Johnson sorprende involontariamente suo figlio di dodici anni, Isaiah, intento a masturbarsi.Imbarazzato, si scusa e lo rassicura dicendogli che è una cosa del tutto normale, ignorando il fatto che il ragazzino si stesse masturbando su una sua foto.

Non aggiungo altro per non fare spoiler (Ipersphera)

The Strange Thing About the Johnsons (2011) on IMDb

Un film di Brad Anderson. Con Woody HarrelsonEmily MortimerKate MaraEduardo Noriega (II)Thomas Kretschmann. continua» Thrillerdurata 111 min. – Gran Bretagna, Germania, Spagna 2007MYMONETRO Transsiberian valutazione media: 3,23 su 14 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Una coppia di americani, Jessie e Roy, aderenti a una Chiesa protestante che si occupa di aiuto ai bambini in Cina, decide di utilizzare per il ritorno la linea ferroviaria transiberiana. I due hanno come compagni di viaggio in cabina lo spagnolo Carlos e la sua compagna Abby i quali dichiarano di pagarsi i viaggi lavorando come insegnanti di lingue e poi di arrotondare con la vendita di oggetti di artigianato esportati illegalmente: In questo viaggio hanno con sé numerose matrioske russe. A una fermata Roy scompare e Jessie finisce con il trovarsi da sola con Carlos per il quale prova attrazione. Sarà lei a baciarlo per prima per poi sfuggire al suo tentativo di rapporto sessuale colpendolo con una trave di legno… L’incubo è solo cominciato.
Un thriller ferroviario/turistico (anche se dopo averlo visto non verrà a molti il desiderio di percorrere la Transiberiana) ben riuscito questo film di Brad Anderson noto da noi per l’ossessivo L’uomo senza sonno. La tensione cresce progressivamente e i colpi di scena, tutti logicamente giustificabili, non mancano. 
Il mistero degli spazi attraversati dal treno nonché l’enigmaticità di una Russia in cui, come afferma il luciferino personaggio interpretato da Ben Kingsley, “Quando c’era il comunismo gran parte della popolazione viveva nell’ombra mentre oggi muore alla luce del sole” aggiungono fascino alla storia. Il treno poi, sin dalle origini del cinema (La grande rapina al treno, 1903) è un mezzo di trasporto del tutto congeniale alla costruzione di atmosfere di tensione. Se poi ci si aggiunge la menzogna grazie alla quale, come ricorda un adagio russo, si può andare avanti nella vita ma poi non si può tornare indietro, il gioco è fatto. Anderson sa condurlo magistralmente grazie anche al faccino innocente di Emily Mortimer. Se qualcuno faticasse a ricordare dove può averla vista di recente, prima di cercare nelle biografie pensi a Woody (non Harrelson ma Allen).

Transsiberian (2008) on IMDb

Regia di Alejandro Amenábar. Un film Da vedere 2001 con Nicole KidmanAlakina MannJames BentleyFionnula FlanaganChristopher EcclestonCast completo Genere Horror – USASpagnaFranciaItalia2001durata 104 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,30 su 135 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Grace è una vedova di guerra con due figli, Anne e Nicholas. Un giorno arrivano tre domestici e la donna mostra loro la casa ricordando che una porta non va mai aperta prima che sia chiusa l’altra. Ma i domestici conoscono l’abitazione, ci hanno già lavorato tre anni prima. C’è un segreto familiare: Anne e Nicholas dicono che da qualche tempo la mamma è diventata matta. Grace manifesta una personalità molto rigida, mentre Anne afferma che in casa, oltre al fratello, c’è un bambino. Nicole Kidman è ormai un’attrice per tutte le stagioni. Non c’è ruolo, non c’è film che non la vedano protagonista efficace e versatile, capace di reggere sceneggiature d’autore così come film commerciali. È il caso di quest’opera che vuole consolidare il suo status di Grace Kelly degli anni Novanta, tenendo presente il bisogno di non far adagiare troppo a lungo il pubblico in poltrona. Brividi e colpo di scena non mancano.

The Others (2001) on IMDb

Regia di Woody Allen. Un film Da vedere 1987 con Paul HermanWallace ShawnMichael TuckerJeff DanielsKenneth WelshDanny AielloCast completo Genere Commedia – USA1987durata 85 minuti. – MYmonetro 3,07 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Woody Allen è del 1935 e la sua formazione, oltre che da libri, musica e generica comunicazione newyorkese, è dovuta in gran parte alla radio. Almeno è ciò che lascia intendere con questo film. Adolescente negli anni del dopoguerra ha vissuto la sindrome della radio, allora del tutto simile a quella della televisione, nel nostro tempo. C’erano le novelas, i quiz, i giornali, proprio come adesso. In più c’era lo sforzo attivo della fantasia che doveva dare forma a ciò che veniva suggerito dall’udito. Davvero bei tempi, e Allen si rivela onesto e nostalgico. Lui non appare nel film, racconta soltanto fuori campo. Ecco dunque i personaggi della sua vita reale, in quella New York, intrecciarsi con quelli suggeriti dalla radio. Ci sono i parenti che concorrono a tutti i quiz radiofonici, quelli che non perdono una puntata, quelli che consumano tutti i prodotti suggeriti dalla pubblicità. Allen, grande ammiratore di Fellini, ha dunque realizzato il suo Amarcord. Il punto d’arrivo è la prima serata al Radio Music Hall, al quale Allen partecipò come scrittore di testi comici. E fu l’inizio… Va detto che in questo caso gran parte del merito va a Oreste Lionello, il doppiatore di Woody, che regge quasi da solo tutto il film come voce narrante.

Radio Days (1987) on IMDb