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Locandina L'uomo senza sonno

Un film di Brad Anderson. Con Christian Bale, Jennifer Jason Leigh, Aitana Sánchez-Gijón, John Sharian, Michael Ironside. Titolo originale El maquinista. Horror, durata 102 min. – Spagna 2004. uscita venerdì 19 novembre 2004. MYMONETRO L’uomo senza sonno * * * 1/2 - valutazione media: 3,64 su 68 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Trevor Resnik è colpito da un attacco di insonnia particolarmente lungo: non dorme da un anno. Quando una amniotica routine fatta di lavoro e sesso a pagamento sarà perturbata da anomali accadimenti, l’uomo, già abbastanza sciupato di suo, si troverà a dubitare di chiunque: le risposte tarderanno ad arrivare. Il film non appare semplicemente lento bensì proiettato al rallentatore. Evitando battute che il titolo servirebbe su un piatto d’argento è impossibile non constatare una flemma sovrannaturale. Il tentativo di trasmettere il perenne stato di semi-coscienza in cui galleggia il protagonista è fin troppo riuscito, con la conseguenza di gettare a più riprese in uno stato di dormiveglia anche lo spettatore più “fresco” della sala, impotente dinnanzi a sequenze protratte oltre il limite del poetico. L’effetto di sospensione tra onirico e reale regala di contro al girato un’atmosfera che riesce ad essere comunque efficace, grazie anche alla buona prova di un Christian Bale ridotto all’osso ma particolarmente ispirato. Reminescenze da tunnel degli orrori e sferraglianti trovate visive aiuteranno inoltre la pellicola a non colare impietosamente a picco nel mare dell’oblio. Nonostante tali considerazioni e un promettente soggetto, il titolo delude, rivelando un plot a tratti appena intrigante, a tratti assolutamente deludente. Colpi di scena avvolti da una patina di scontato e palese carenza di solidi fondamenti riguardo i cardini dell’intreccio, tarpano le già deboli ali di questa sonnacchiosa opera. Solo scorci di talento registico (da evitare comunque paragoni azzardati) offrono dunque al titolo una fiera cavalcata sull’onda della mediocrità.

The Machinist (2004) on IMDb

Regia di Jean-Jacques Annaud. Un film Da vedere 1997 con Brad PittDavid ThewlisDorjee TseringBD WongMakoDanny DenzongpaCast completo Titolo originale: Seven Years in Tibet. Genere Avventura, – USA1997durata 135 minuti. Uscita cinema venerdì 19 dicembre 1997 distribuito da C.G.D – Cecchi Gori Distribuzione. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,85 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

La storia vera dell’austriaco Heinrich Harrer (1912-2006), tratta dalla sua autobiografia: alpinista, campione di sci, attore, arruolato nelle SS, conquistatore della parete Nord dell’Eiger nel 1938, mancato scalatore nel 1939 del Nanga Parbat, uno degli 8000 della catena himalayana. Prigioniero degli inglesi, evade dal campo di prigionia nel 1942 con un compagno. Giunto a Lhasa, città proibita del Tibet, diventa amico di un Dalai Lama adolescente, cinefilo e curioso dell’Occidente. Colossal alla “National Geographic” di grandiosità vacua senza brividi né vere emozioni in linea con la moda del buddismo tibetano, le velleità spiritualeggianti e New Age di fine millennio care agli intellettuali mezze calze della cultura euroamericana che si proclamano atei ma spiritualisti, riducendo il buddismo al suo afflato pacifista e alla compassione universale. La conversione di Harrer (il bel B. Pitt) da nazista egoista, spavaldo e muscolare ad adulto mite e buono è enunciata senza sfumature, ma non raccontata. Sfilacciato, prolisso e un po’ tedioso anche nelle sue parti semidocumentaristiche nell’esotismo quotidiano di Lhasa. Scritto da Becky Johnston.

 Sette anni in Tibet
(1997) on IMDb
Una commedia sexy in una notte di mezza estate: Amazon.it: Allen/Farrow,  Allen/Farrow: Film e TV

Un film di Woody Allen. Con Mia Farrow, Tony Roberts, Woody Allen, José Ferrer.Titolo originale A Midsummer Night’s Sex Comedy. Commedia, durata 98 min. – USA 1982. MYMONETRO Una commedia sexy in una notte di mezza estate * * * 1/2 - valutazione media: 3,79 su 15 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nella casa di campagna di un inventore un po’ bizzarro e di sua moglie arrivano due coppie a trascorrere un fine settimana ai primi del ‘900. Fra i sei comincia un gioco di scambi di partner, di appuntamenti dati e ricevuti,fino alla buffa morte del più anziano degli ospiti, che non ha resistito all’ultimo appuntamento amoroso della sua vita. Musiche di Mendelssohn accompagnano la splendida fotografia di un film minore di Allen.

 Una commedia sexy in una notte di mezza estate
(1982) on IMDb
Locandina italiana Professione: reporter

Un film di Michelangelo Antonioni. Con Jack Nicholson, Maria Schneider, Ian Hendry, Jenny Runacre, Angel Del Pozo. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 126′ min. – Italia 1975. MYMONETRO Professione: reporter * * * 1/2 - valutazione media: 3,82 su 24 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Inviato nell’Africa settentrionale per un servizio sulla guerriglia, David Locke, giornalista televisivo angloamericano, assume i documenti e l’identità di un certo David Robertson, morto d’infarto in un hotel del Sahara.È come se, fra tutte le vite, sorteggiasse una vita qualunque, lasciandosi sedurre dall’avventura di esistere in un altro modo, pur intuendo e poi sapendo che questa seduzione porta soltanto a uno scacco o alla morte. Così accadrà. Da un soggetto di Mark Peploe che ha collaborato alla sceneggiatura con David Wollen e il regista, è uscito un “film intimista d’avventure”, un giallo che si porta addosso un mistero. Questa ossatura narrativa _ non nuova in Antonioni e, come il solito, incongruente e persino inattendibile _ si confronta col mestiere di riferire la verità (?) e si esprime con la tecnica dell’intervista. “Si ha la sensazione che una mano documentaria segua e registri la mano che sta inventando la storia e che si crei una tensione fortissima fra queste due mani, che è la vera tensione del film” (Furio Colombo), quasi si tentasse di dare una verità più grande di quanto ne possa contenere la trama. Ma il film può essere letto anche come un’autobiografia e un’autocritica. Allora acquistano un senso più profondo la contrapposizione tra gli sfondi desertici del Sahara e le eccentriche architetture di Antoni Gaudí a Barcellona, l’ossessivo indugio sul bianco come colore di morte, le 2 figure femminili (la moglie che, infaticabile e ottusa, cerca le “prove”; la piccola santa senza speranza di M. Schneider), la celebre, virtuosistica sequenza finale di 7 minuti. Fotografia di Luciano Tovoli. In Spagna: El reporter; nei Paesi di lingua inglese: The Passenger. Nastri d’argento a M. Antonioni per il miglior film e a Tovoli per la fotografia.

 Professione: reporter
(1975) on IMDb

A Girl Walks Home Alone at Night (2014) - IMDbUn film di Ana Lily Amirpour. Con Sheila Vand, Arash Marandi, Marshall Manesh, Mozhan Marnò, Dominic Rains. Horror, durata 104 min. – USA 2013.

Il film, recitato in farsi, racconta la storia di una città fantasma iraniana, Bad City, dove una strana e stanca popolazione è diventata la preda di un vampiro solitario che divora gli abitanti della città. La città è dominata da “cattive” persone. È sede di spacciatori, prostitute, criminali e altri strani e insoliti individui. Ma c’è un giovane che nutre ancora speranza per il futuro. Un giovane che crede ancora nell’amore. Nella colonna sonora verrà utilizzata della musica western suonata con la chitarra, e del pop iraniano. Le riprese cominceranno a gennaio a Taft, in California.

A Girl Walks Home Alone at Night (2014) on IMDb
IL RUGGITO DEL TOPO (1959) VHS Columbia Peter Sellers Jean Seberg | eBay

Un film di Jack Arnold. Con Jean Seberg, Peter Sellers, Margaret Rutherford, William Hartnell, Leo McKern. Titolo originale The Mouse that Roared. Commedia, durata 83′ min. – Gran Bretagna 1959. MYMONETRO Il ruggito del topo * * 1/2 - - valutazione media: 2,88 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un piccolissimo Stato, il Ducato di Gran Fenwick, produttore di un famoso vino entra in una grave crisi economica per colpa di un’imitazione lanciata da un industriale vinicolo della California. Per superarla, dichiara guerra agli USA con lo scopo di perderla e ottenere sovvenzioni dai vincitori. Ma i soldati del ducato s’impossessano casualmente della bomba Q… Da un romanzo di Leonard Wibberley una commedia satirica che ebbe molto successo sui mercati di lingua inglese, ma che, vista oggi, rivela tutte le sue rughe per gli evidenti limiti di una sceneggiatura frettolosa e soprattutto di una regia poco inventiva, senza leggerezza. P. Sellers in 3 parti, ma non brilla. Da non perdere la breve sequenza prima dei titoli di testa. Magari tutto il film si fosse tenuto a quel livello.

The Mouse That Roared (1959) on IMDb
Locandina La vendetta del mostro

Un film di Jack Arnold. Con John AgarLori NelsonClint Eastwood Titolo originale The Revenge of the CreatureFantascienzaRatings: Kids+13, b/n durata 82 min. – USA 1955

La spedizione scientifica del Prof. Clete Ferguson scopre all’interno di una foresta amazzonica, in una zona paludosa, un essere mostruoso dalle sembianze umane ma ricoperto di squame come un pesce. Ansiosi di catturarlo, gli uomini tendono una trappola alla creatura misteriosa e dopo diversi tentativi riescono a farla prigioniera. Condotto in Florida, l’uomo-pesce viene esposto dentro una piscina dell’acquario di Marine Land alla curiosità della folla. Vittima della crudeltà degli uomini il mostro avverte una specie di comprensione da parte di una dottoressa che sembra l’unica ad accorgersi della sua sofferenza. Elusa la sorveglianza, l’essere anfibio fugge e si allontana verso la riva del mare.
Secondo episodio in 3-D delle avventure del Mostro della laguna nera diretto come il precedente da Jack Arnold. Al mostro sarà dedicato un terzo film, nel 1956, Terrore sul mondo, per la regia di John Sherwood. Clint Eastwood debutta nelle vesti di un assistente di laboratorio.

Revenge of the Creature (1955) on IMDb

Un film di Robert Aldrich. Con Olivia De Havilland, Joseph Cotten, Bette Davis, Mary Astor, Agnes Moorehead. Titolo originale Hush… Hush, Sweet Charlotte. Drammatico, b/n durata 133′ min. – USA 1965. MYMONETRO Piano… piano, dolce Carlotta * * * - - valutazione media: 3,48 su 14 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Una bella del Sud vive 37 anni in una villa solitaria, tormentata dai ricordi dell’assassinio del fidanzato. Parenti infidi che mirano alla sua eredità la terrorizzano con macabre trovate. Sulla scia del successo di Che fine ha fatto Baby Jane? (1962), un 2° thriller in cui O. de Havilland sostituisce la Crawford ammalata. 4 nomination agli Oscar, una delle quali per la fotografia di Joe Biroc. Il soggetto è di Henry Farrell, autore del romanzo che è all’origine di Baby Jane; anche lo sceneggiatore è il medesimo, Lucas Heller che ha più di un debito con P. Boileau e T. Narcejac e Les Diaboliques. L’anomala misoginia di R. Aldrich tocca qui il vertice del barocchismo.

Hush...Hush, Sweet Charlotte (1964) on IMDb
Locandina italiana Gosford Park

Un film di Robert Altman. Con Maggie Smith, Jeremy Northam, Emily Watson, Kristin Scott Thomas, Stephen Fry. Giallo, durata 134 min. – Gran Bretagna, USA, Germania 2001. MYMONETRO Gosford Park * * * 1/2 - valutazione media: 3,88 su 24 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Novembre 1932. Sir William McCordie sua moglie Lady Silvia organizzano una partita di caccia. Gli invitati che raggiungono la sontuosa abitazione di Gosford Park si fanno accompagnare dai domestici. I quali avvertono rapidamente la tensione che sale tra gli invitati tra cui spiccano una contessa, una star del cinema, un produttore hollywoodiano e un ufficiale in pensione. Quando Sir William, che si era allontanato per controllare i propri fucili, viene ritrovato morto, l’indagine non sarà semplice. L’ispettore Thompson potrà verificare che molti avevano un motivo per assassinarlo. Robert Altman ci regala un giallo calibrato dove la domanda “chi è stato?” è d’obbligo. Ma in realtà vuole proporci una sceneggiatura al vetriolo sui rapporti di classe all’epoca. Come al solito lo sguardo è lucido e l’ironia non manca. Insieme all’autoironia. Alla domanda al festival di Berlino: “Perché dopo tanti film contemporanei un film in costume?” la risposta è stata: “Se lei sapesse quando sono nato comprenderebbe che per me è un film contemporaneo”.

Gosford Park (2001) on IMDb
I ragazzi di via panisperna

Un film di Gianni Amelio. Con Mario AdorfAndrea ProdanLaura MoranteVirna LisiEnnio Fantastichini. continua» BiograficoRatings: Kids+16, durata 180 min. – Italia 1988MYMONETRO I ragazzi di via Panisperna ***1/2- valutazione media: 3,84 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

E’ la storia di Enrico Fermi, di Ettore Majorana e del gruppo dei giovani che misero le basi, in un laboratorio romano, per la nuova era nucleare. In particolare è la storia di Majorana, la personalità forse più brillante e certo più enigmatica del gruppo, misteriosamente scomparso poco prima della guerra. Gianni Amelio, dopo un silenzio di cinque anni, ci dà uno dei film più stimolanti della stagione (rende appassionante un argomento che la maggior parte degli spettatori non ha mai digerito nemmeno sui banchi del liceo).

I ragazzi di via Panisperna (1988) on IMDb

Un film di Jack Arnold. Con Grant Williams, Randy Stuart, April Kent, Paul Langton, Raymond Bailey, William Schallert.Titolo originale The Incredible Shrinking Man. Fantascienza, b/n durata 81 min. – USA 1957. MYMONETRO Radiazioni BX distruzione uomo * * * 1/2 - valutazione media: 3,88 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Scott Carey non dà molto peso ad una improvvisa nebbia che per qualche momento lo investe durante una gita in motoscafo. Ma alcuni mesi più tardi scopre che gli abiti gli stanno diventando un po’ larghi e che la statura è leggermente diminuita. E con il passare dei giorni, lo strano fenomeno diventa sempre più avvertibile. Apparentemente la sua salute è buona, gli stessi medici non riescono a trovare una spiegazione scientifica al “rimpicciolimento”. Scott finisce col perdersi in una casa che per lui è diventata un mondo gigantesco ricolmo di trappole, insidie e pericoli mortali. Mentre la moglie lo crede morto, l’uomo, finito dentro la cantina di casa, si industria per sopravvivere combattendo contro un ragno: e in questa lotta per la vita, sente di crescere moralmente e di poter rivendicare di fronte all’universo intero la sua dignità di uomo.
Da uno dei capolavori di Matheson, uno dei più bei film (se non il migliore) di un regista a lungo sottovalutato dalla critica, ma da sempre considerato un maestro dai cultori del genere.Il soggetto ha ispirato nel 1981 una versione al femminile, The Incredible Shrinking Woman.

The Incredible Shrinking Man (1957) on IMDb
Locandina italiana Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore

Un film di Wes Anderson. Con Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray, Frances McDormand, Tilda Swinton. Titolo originale Moonrise Kingdom. Drammatico, durata 94 min. – USA 2012. – Lucky Red uscita mercoledì 5 dicembre 2012. MYMONETRO Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore * * * - - valutazione media: 3,35 su 66 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Estate 1965. Su un’isola del New England vive la dodicenne Suzy, preadolescente incompresa dai genitori. Sulla stessa isola si trova in campeggio scout il coetaneo Sam, orfano affidato a una famiglia che lo considera troppo ‘difficile’ per continuare ad occuparsene. I due si sono conosciuti casualmente, si sono innamorati e hanno deciso di fuggire insieme seguendo un antico sentiero tracciato dai nativi nei boschi. Gli adulti, ivi compreso lo sceriffo Sharp, si mettono alla loro ricerca anche perché è in arrivo una devastante tempesta.
È indispensabile prestare attenzione all’ouverture di Moonrise Kingdom e non abbandonare la sala prima della fine dei titoli di coda per comprendere il senso profondo del film di Anderson che, altrimenti, rischia di essere letto superficialmente come un’ulteriore esibizione di genialità narrativa infarcita di gag e di trovate visive senza però che si vada oltre. Non è così. Chi era bambino nella prima metà degli Anni Sessanta ha molto probabilmente nella propria raccolta di vinili la suite didattica “Young Person’s Guide to the Orchestra” di Benjamin Britten in cui si presentavano i diversi strumenti che compongono l’orchestra basandosi su un tema di Purcell in cui l’ensemble si riuniva per eseguire una fuga.
Una fuga è esattamente ciò che mettono in atto Suzy e Sam. Una fuga che serve apparentemente a scomporre ma in realtà ha come meta la ricomposizione dei frammenti di due vite che rischiano la dissoluzione. Alla fine del film Anderson gioca con questo fil rouge sonoro di nuovo ‘scomponendo’: questa volta tocca alla musica di Desplat, autore del soundtrack originale del film. Ci ricorda così, al contempo, che fare cinema (stanno scorrendo i titoli di coda non dimentichiamolo) è ‘orchestrare’ varie e quasi innumerevoli professionalità ma riesce anche a fare di più. Sottolinea che il suo cinema più recente è orientato a cercare le radici del comportamento adulto in accadimenti che hanno marcato gli anni giovanili.
Così era per i fratelli de Il treno per il Darjeeling, così è stato per Fantastic Mr.Fox (un ritorno alle proprie origini con il portare sullo schermo il primo libro che Anderson ricorda di aver letto), così accade ora. Suzy e Sam sono non dei disadattati ma dei ‘disadatti’ a un mondo adulto che si sta spegnendo nell’indifferenza (la famiglia della ragazzina) o sopravvive grazie a regole applicate puntigliosamente che pretendono di imbrigliare l’avventura (il campo scout per Sam). Nel prologo, dalla casa di bambola in cui vive con i genitori e i fratelli, Suzy osserva il mondo grazie alla distanza del suo binocolo ma, per un istante, guarda in macchina interrogandoci.
Siamo ancora capaci di emozionarci per un bacio? Sappiamo capire fino a che punto un essere umano in formazione abbia bisogno del nostro aiuto per togliersi il costume nero da corvo (e viene in mente “Blackbird”, masterpiece dei Beatles) e quanto invece possa e debba affrontare il piacere dell’avventura della vita con quel tanto di libertà che gli permetta di dipingere un mondo nuovo? Sono quesiti che ogni tanto gli adulti dovrebbero porsi. Anderson fa bene a riproporceli.

Moonrise Kingdom (2012) on IMDb

Regia di Alexandros Avranas. Un film con Themis PanouRena PittakiEleni RoussinouSissy ToumasiKalliopi ZontanouCast completo Genere Drammatico – Grecia2013durata 99 minuti. Uscita cinema giovedì 31 ottobre 2013 distribuito da EyeMoon Pictures. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 –

Festa di compleanno in famiglia. Angeliki compie 11 anni. Ma la festa volge subito in tragedia: la piccola si getta dal balcone e muore sul colpo. Restano nell’appartamento il nonno patriarca, la nonna, una donna adulta e tre ragazzini. Tutti sembrano voler chiudere l’incidente come una disgrazia. Ma lentamente si chiariscono i torbidi rapporti familiari, il marcio che si nasconde dietro un perbenismo di facciata. Presentato alla 70ª Mostra di Venezia, dove ha vinto un Leone d’argento e una Coppa Volpi per il protagonista maschile Panou, il film prosegue nel solco di una sorta di filone del cinema greco contemporaneo che punta sulla realtà vissuta come incubo. Forse anche perché la situazione sociopolitica del paese è davvero angosciante. Pur senza (quasi) mai mostrare immagini sconvenienti, è un film di una violenza che a tratti sembra più voler provocare che non denunciare.

Miss Violence (2013) on IMDb

Matador (1986) - IMDbUn film di Pedro Almodóvar. Con Assumpta Serna, Eusebio Poncela, Carmen Maura, Antonio Banderas, Julieta Serano. Grottesco, durata 110′ min. – Spagna 1986. – VM 18 – MYMONETRO Matador * * 1/2 - - valutazione media: 2,92 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Torero in ritiro e avvocatessa s’incontrano, si amano, si uccidono nell’attimo del piacere. Melodramma sulla corrida tutto sopra le righe dove gli esseri umani sostituiscono i tori, con un sottofondo di ironia provocatoria. Amore e morte in una Spagna divisa tra rock e Opus Dei.

Matador (1986) on IMDb
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Regia di Mathieu Amalric. Un film Da vedere 2014 con Mathieu AmalricLéa DruckerStéphanie Cléau, Mona Jaffart, Laurent Poitrenaux. Titolo originale: La Chambre Bleue. Genere Drammatico, – Francia2014durata 75 minuti. distribuito da Movies Inspired. Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Julien e Esther s’incontrano in una camera d’hotel tappezzata di azzurro, per amarsi appassionatamente e scambiare qualche parola dopo l’amplesso. Un dialogo senza impegno, o almeno così crede Julien. Di fronte alle domande del commissario di polizia, però, non ne è più sicuro. Arrestato per l’omicidio del marito di Delphine, che forse non ha mai commesso, Julien scopre che ricordare può essere un’azione complessa, che le immagini affiorano prepotenti, si accavallano, si ripetono e possono farsi rapidamente materia di ossessione.

The Blue Room (2014) on IMDb

Mignon è partita (DVD) - DVD - Film di Francesca Archibugi Drammatico | IBSUn film di Francesca Archibugi. Con Stefania Sandrelli, Micheline Presle, Leonardo Ruta, Massimo Dapporto, Daniela Morelli. Commedia, Ratings: Kids+13, durata 94′ min. – Italia 1988. MYMONETRO Mignon è partita * * * - - valutazione media: 3,29 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

A Roma la scombinata famiglia Forbicioni ospita la giovinetta Mignon che viene da Parigi. È un po’ antipatica, ma turba i sogni del cugino Giorgio cui lei, però, preferisce un ragazzo di borgata. Scritta con due coetanee (Gloria Malatesta e Claudia Sparigia), è la brillante opera prima della giovane Archibugi, premiata da pubblico e critica. Sceneggiatura sapiente in delicato equilibrio tra patetico e comico sottovoce e un’omogenea squadra di attori. 5 David di Donatello (regista esordiente, attrice protagonista, attore non protagonista, sceneggiatura, suono) e 2 Nastri d’argento.

Mignon è partita (1988) on IMDb

Un film di Jack Arnold. Con Richard Carlson, Barbara Rush, Charles Drake, Russell Johnson, Kathleen Hughes. Titolo originale It Came from Outer Space. Fantascienza, b/n durata 81′ min. – USA 1953. MYMONETRO Destinazione … Terra! * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Il ricchissimo filone di film fantascientifici prodotti ad Hollywood (ma non solo, si pensi ad esempio al nipponico Godzilla) negli anni ’50 viene generalmente in una ristretta cerchia di capolavori del genere, come Ultimatum alla Terra e Il mostro della laguna nera da una parte, e dall’altra una infinità di piccole produzioni dalla qualità abbastanza scadente, realizzate sfruttando i set precedentemente attrezzati per film più importanti. In realtà, se andiamo a scavare bene a fondo nelle opere uscite al cinema in quel periodo, ci accorgeremo che c’è anche una tendenza “di mezzo”, cioè alcune pellicole che, pur non potendo essere assolutamente considerate artisticamente di livello, si distinguono dalla massa anonima di spettacoloni ingenui per tutta una serie di motivi.

Un esempio classico è proprio Destinazione… Terra!, in cui il regista Jack Arnold, uno dei capisaldi del cinema dell’orrore e della fantascienza insieme a John Carpenter, James Whale e Wes Craven, per la prima volta si cimenta in una produzione di questo genere. L’indiscutibile abilità di Arnold conferisce al film caratteristiche di cui i suoi contemporanei improvvisati sono completamente sprovvisti: prima di tutto l’impeccabile regia, in grado di mostrare ogni elemento dell’inquadratura con una vividezza che sorprende e affascina. I contorni sono marcati ed evidenti, il panorama (il deserto dei western) è qui sfruttato con maestria, a dimostrazione di come un regista capace sia in grado di servirsi con successo anche di materiali di scarto e non propriamente legati al genere di riferimento. Grande trovata anche la soggettiva dagli occhi, anzi dall’occhio, dell’alieno, e superba è la sequenza in cui la creatura esce dalla miniera, rivelandosi in tutto il suo orribile aspetto, emergendo piano piano dalle ombre e materializzandosi come puro incubo visivo. Inoltre va segnalato che Arnold per primo nella storia si servì dell’espediente narrativo, poi reso celeberrimo da Don Siegel ne L’invasione degli ultracorpi, di far assumere agli extratterestri la forma degli uomini con cui erano entrati in contatto. In ogni caso, la sola regia non basterebbe ad elevare questo film una spanna al di sopra di molti suoi simili… la vera genialità di Arnold sta nell’importante riflessione etica che viene proposta, e che in parte ricalca, almeno nella concezione che il regista ha degli alieni, il film di Robert Wise, nel quale, proprio come in questo, gli esseri venuti dallo spazio erano dei “visitatori” e non degli “invasori”; inoltre sono dotati non solo di una tecnologia superiore alla nostra, ma anche di una più profonda capacità di relazionarsi con gli altri, di accettare la diversità e di convivere con essa. Ecco dunque che Arnold cala all’interno di un cinema troppo spesso di mero intrattenimento una discussione intensa che si tramuta anche in denuncia dell’ottusità umana, della sbagliata paura dell’uomo nei confronti dell’ignoto, e del suo impulso istintivo a distruggere tutto ciò che non si può capire e dominare, anzichè cercare di comprenderlo. Gli alieni del film cercherebbero il contatto, ma sono consapevoli che l’umanità non è ancora pronta per un passo del genere. Il finale è un magnifico invito a superare tutti i pregiudizi razziali della nostra epoca, a liberarci dall’infondato e autodistruttivo timore del “diverso”, nella speranza che un giorno sia possibile il ritorno sul pianeta di una specie così superiore che potrà portare soltanto benefici agli uomini. Dunque il film esula dal semplice argomento narrativo per mostrarsi come una preghiera universale di tolleranza, amore e rispetto nei confronti degli altri, e questo è indice di grandezza e valore artistico.

It Came from Outer Space (1953) on IMDb

Regia di Pupi Avati. Un film Da vedere 1986 con Gianni CavinaCarlo Delle PianeDiego AbatantuonoAlessandro HaberGeorge Eastman (II)Cast completo Genere Drammatico – Italia1986durata 101 minuti. – MYmonetro 3,47 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nella notte di Natale quattro amici e un industrialotto, il pollo da spennare, si trovano per una partita di poker che sarà, in molti sensi, un regolamento di conti. Come si addice a una partita di poker, che è il fulcro del film, c’è suspense, ma vien fuori bene anche la conoscenza che il bolognese Avati ha della vita in provincia e del suo continuo peggioramento. Sua è l’orchestrazione sapiente di un quintetto di attori eterogenei che hanno le facce giuste. C. Delle Piane premiato come attore protagonista a Venezia 1986; Nastro d’argento a D. Abatantuono non protagonista; David di Donatello a R. De Luca (suono), Riz Ortolani (musica).

 Regalo di Natale
(1986) on IMDb

Edit 13/1/2024: sostituita versione dvdrip con una migliore

Locandina italiana The WrestlerUn film di Darren Aronofsky. Con Mickey Rourke, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood, Mark Margolis, Todd Barry. Drammatico, durata 109 min. – USA, Francia 2008. – Lucky Red uscita venerdì 6 marzo 2009. MYMONETRO The Wrestler * * * 1/2 - valutazione media: 3,73 su 202 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Negli anni ’80 Randy “The Ram” Robinson era un eroe del pro wrestling all’apice della carriera. L’incontro con il rivale Ayatollah, sconfitto il 6 aprile 1989, sarebbe rimasto per sempre nella storia dello spettacolare sport. Tuttavia, venti anni dopo “l’ariete” porta sul corpo i segni della lotta. Appesantito e decaduto, lavora part time in un grande magazzino e pratica il wrestling nelle palestre dei licei, ogni fine settimana, per la gioia dei (pochi) fan che gli sono rimasti.
Il fallimento e la distruzione fisica sono temi che Darren Aronofsky aveva già esplorato in passato ma nel narrare la ballata del lottatore errante, trova il modo per estenderli a una sfera più ampia. Il personaggio di The Ram (interpretato da un Mickey Rourke in stato di grazia) rappresenta infatti l’essenza stessa del fallimento. 

The Wrestler (2008) on IMDb

Regia di Darren Aronofsky. Un film con Hugh JackmanRachel WeiszEllen BurstynStephen McHattieMark MargolisFernando HernandezCast completo Titolo originale: The Fountain. Genere Drammatico, – USA2006durata 96 minuti. Uscita cinema venerdì 16 marzo 2007 distribuito da 20th Century Fox Italia. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 2,42 su 24 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Thomas Creo è rispettivamente un conquistador, uno scienziato e un astronauta che vuole vincere la morte e salvare la donna che ama, Isabel: una scrittrice, una regina, un pensiero fatto albero di vita. Il viaggio epico di Thomas ha inizio nella Spagna del sedicesimo secolo, governata da Isabella e minacciata dal Grande Inquisitore, prosegue nello studio di un biologo del ventunesimo secolo e termina con un esploratore del futuro in viaggio verso Xibalba, una nebulosa lontana. Tre storie, un personaggio e un solo amore per tre periodi temporali che confluiranno davanti all’Albero della Vita, una pianta leggendaria la cui linfa dona a chi la beve la vita eterna.
La ricerca dell’immortalità diventa una corsa contro il tempo per salvare il proprio amore. Ma è la morte l’unica via percorribile per ricongiungersi all’amata. Tutti vorremmo vivere per sempre ma nessuno ha più accesso diretto all’Albero della Vita, così facciamo i conti con la morte, la nostra e quella delle persone care. Darren Aronofsky prova a riflettere su questo desiderio di eternità ideando un racconto decisamente innovativo che attraversa lo spazio e il tempo alla ricerca della Fontana della Giovinezza. L’idea del regista è più magica che religiosa, il Thomas sospeso nella bolla è un mago divinatore che interroga le forze che governano il mondo per salvare chi lo abita. Il suo spirito, innalzato dalla disciplina (quella militare e quella scientifica), è al di sopra del mondo materiale ed esprime una cosmologia fantastica, sostenuta da scenografie ed effetti visivi squisitamente new age.
Per concepire la fountain del titolo originale (la fontana della giovinezza viene intesa come un albero rovesciato), il regista si è ispirato alle culture e alle mitologie che meglio di altre hanno saputo rappresentarla. Combinando la cultura Maya con quella biblica, Aronofsky crea un mondo nuovo, che risulta familiare perché risponde a esigenze conoscitive e classificatorie presenti a tutte le società. Modelli archetipici noti e miti di creazione e di fondazione della realtà condivisi, che soddisfano il bisogno di cercare spiegazioni e di darsi ragione sul bisogno di infinità ed eternità.
Ma L’albero della vita è anche e più semplicemente una storia d’amore, è una dichiarazione di fallibilità, è l’accesso negato al segreto della vita eterna e l’invito a rassegnarsi alla propria natura umana come fa la giovane moglie del protagonista. In tempi in cui si è persa familiarità con la morte, quella privata e non quella rappresentata in diretta (suicidio o esecuzione capitale), il regista statunitense ne affronta il mistero in un’opera controversa, sospesa e confusa tra fantasy e metafisica. Dopo Pi greco – Il teorema del delirio e Requiem for a dream, Aronofsky come Thomas prosegue la sua ricerca del significato ultimo della vita. Fosse anche celato dietro una stella estinta o dentro un amore ostinato.

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