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Regia di Theodoros Angelopoulos. Un film con Manos KatrakisMairi HronopoulouDionysis PapagiannopoulosDora VolanakiGiulio BrogiCast completo Titolo originale: Taxidi sta Kythira. Titolo internazionale: Voyage to Cythera. Genere Drammatico – GreciaItaliaGran BretagnaGermania1984durata 120 minuti.

Un vecchio comunista ritorna in Grecia dopo 37 anni trascorsi in Unione sovietica. Ma le cose non stanno come lui aveva sperato.

 Viaggio a Citera
(1984) on IMDb
Paesaggio nella nebbia (1988) | FilmTV.it

Un film di Theo Angelopulous. Con Michaelis Zeke, Tania Palaiologou, Stratos Tzortologlou Titolo originale Topio stin omichli. Drammatico, durata 127′ min. – Grecia 1988. MYMONETRO Paesaggio nella nebbia * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

L’undicenne Voula e il fratellino Alexandros intraprendono un viaggio attraverso la Grecia per raggiungere in Germania il padre che non hanno mai conosciuto e che esiste soltanto come una pietosa bugia della madre. Malinconica favola di taglio realistico, scritta con Tonino Guerra, che chiude la trilogia del viaggio (Viaggio a Citèra, 1984; Il volo, 1986) del maggior regista greco. Ha un’alta tenuta espressiva, qua e là estenuata in indugi compiaciuti. I momenti struggenti e gli scatti inventivi non mancano, ma si ha l’impressione di una poesia più cercata che trovata. Musiche tenere e avvolgenti di Eleni Karaindrou, funzionale fotografia di Giorgos Arvanitis.

 Paesaggio nella nebbia
(1988) on IMDb

Regia di Theodoros Angelopoulos. Un film con Alexandra AidiniNikos PoursanidisGiorgios ArmenisVasilis KolovosEva KotamanidouCast completo Titolo originale: Trilogia I: To Livadi pou dakryzei. Genere Drammatico – Grecia2004durata 170 minuti. – MYmonetro 3,00 su 9 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Le dolorose peripezie di Heleni (Aidini), ragazzina greca che ha messo al mondo due gemelli dopo uno stupro, e dell’amato Alexis (Poursanidis), suonatore di fisarmonica che emigra negli USA, s’innestano in una vicenda corale. Iniziata nel 1919 a Odessa con un gruppo di greci che rimpatriano dopo l’arrivo dell’Armata Rossa, l’azione si sposta a Salonicco e altrove in Grecia, attraversa l’occupazione tedesca durante il conflitto 1939-45 e la successiva guerra civile dove i due figli di Heleni combattono su fronti opposti. 1ª parte di una trilogia scritta dal regista con Petros Markaris (e Tonino Guerra). Ha al centro una donna, una madre. Fedele alla sua idea di cinema e alle sue idee sul mondo, Anghelopulos ha fatto, come talvolta in passato, un film a blocchi con ellittici e impervi passaggi temporali. È un film dominato dall’acqua – fermi o in movimento, vi scorrono milioni di metri cubi d’acqua – che, con la liturgica lentezza di un’azione ora lineare e ora labirintica, costringe lo spettatore a riflettere e a integrare qualora sia capace di seguirne, nel suo calmo ritmo fluviale, corsi e ricorsi, flussi e riflussi. Pur in bilico sul manierismo, è un film di molte bellezze in cui si trapassa dal lirico al tragico, dalla storia al mito, dal politico al contemplativo. Fotografia: Andreas Sinanos. Musica: Eleni Karaindrou. Scene: Giorgos Patsas. Edizione italiana curata da Carlo Di Carlo. Distribuito dall’Istituto Luce.

 La sorgente del fiume
(2004) on IMDb

Regia di Theodoros Angelopoulos. Un film con Willem DafoeBruno GanzMichel PiccoliIrène JacobChristiane Paul, Reni Pittaki, Kostas Apostolidis, Alexandros Mylonas, Norman MozzatoCast completo Titolo originale: Trilogia II: I skoni tou hronou. Genere Drammatico, – GreciaItaliaGermaniaFranciaRussia2008durata 125 minuti. Uscita cinema mercoledì 1 giugno 2011 distribuito da Movimento Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13

È il film più sottovalutato del 2011, ma vale la pena di vederlo anche soltanto per il duetto Ganz/Piccoli nella 2ª parte. È un lungo viaggio nel tempo: dal 1949-1953 al 31 dicembre 1999. Altrettanto lungo il viaggio nello spazio: Mosca, Siberia, Austria, Berlino, Roma, Parigi, Toronto. Si passa da un evento storico all’altro: arrivo di immigrati greci di sinistra, morte di Stalin, destalinizzazione (parziale), persecuzione degli ebrei all’Est. È la 2ª parte di una trilogia, scritta dal vecchio Anghelopulos con Petros Markaris e Tonino Guerra, aperta con La sorgente del fiume (2004). Come l’altro, è un film di molte bellezze e dai toni svarianti, qua e là inaridito non tanto dal manierismo, ma dai passaggi temporali (flashback) troppo ellittici o troppo compiaciuti sul tema del titolo, le paure, gli smarrimenti, le insicurezze. Nello scavo e nei contrasti dei sentimenti è forse il film più melodrammatico di Anghelopulos, ma non sembra un demerito. Non a caso la fotografia di Andrea Sinasos indugia sulla nebbia, sul buio, e le musiche di Eleni Karaindrou (pianoforte, organo, canzoni) hanno un’importante funzione narrativa. Ammirevole prova degli attori, compresa la Jacob nella difficile parte di madre e nonna. Finale liberatorio finalmente aperto sul futuro.

 La polvere del tempo
(2008) on IMDb

Regia di Theodoros Angelopoulos. Un film con Harvey KeitelErland JosephsonMaia MorgensternThanasis VengosGiorgos MihalakopoulosCast completo Titolo originale: To vlemma tou Odyssea. Genere Fantastico, – GreciaFranciaGermaniaItalia1995durata 130 minuti. Uscita cinema giovedì 19 ottobre 1995 distribuito da Istituto Luce. – MYmonetro 3,00 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

A. (Keitel), regista greco, torna in patria per la prima di un suo film e per cercare tre bobine di un negativo ( Le tessitrici ) impressionato nel 1905 dai fratelli Maniakas, pionieri del cinema, girovaghi nei Balcani. Il suo viaggio di ricerca attraversa Albania, Macedonia, Bulgaria, Romania e approda alla straziata Sarajevo dove l’attende un anziano cinetecario (Josephson). (La parte era destinata a Gian Maria Volonté, morto dopo pochi giorni di riprese.) Capolavoro imperfetto? Nella malinconica liturgia solenne del suo cinema di riflessione sulla Storia le pagine opache non mancano, ma le pagine riuscite sono di alto livello, e più numerose. Scritto con Tonino Guerra e Petros Markartis, il 10° film di T. Anghelopulos conferma che questo regista isolato, peculiare e inimitabile è uno dei pochi cui si può attribuire la qualifica di “europeo”: il suo è “un invito alla ragione (non alla ragion di Stato), di cui abbiamo bisogno perché il relativo sonno non generi altri goyeschi mostri” (L. Pellizzari). Non c’è ritorno a Itaca per il suo Ulisse: l’epica sfocia in tragedia. Lo sguardo innocente dei pionieri del cinema è perduto per sempre. Gran Premio della Giuria a Cannes 1995 quando la Palma d’oro toccò a Underground di Kusturica, come dire l’Odissea e l’Iliade di questa fine di secolo.

 Lo sguardo di Ulisse
(1995) on IMDb

Regia di Theodoros Angelopoulos. Un film con Kostas PavluVanghelis KazanKostas SfikasThanos GrammenosPetros Zarkadis. Titolo originale: Meres tu ’36. Genere Drammatico – Grecia1972durata 110 minuti. – MYmonetro 3,09 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Ambientata all’inizio del 1936 – anno di nascita del regista – nei giorni precedenti alle elezioni che portarono al governo il generale Joannis Metaxas e, subito dopo, alla dittatura militare, è la storia di un ex collaboratore della polizia che in carcere prende in ostaggio un deputato della destra e minaccia di ucciderlo se non sarà liberato. 2° film di Anghelopulos con un linguaggio antinaturalistico di straniamento brechtiano, fondato sull’attenuazione (litote), l’omissione (ellissi) e i piani-sequenza, che si propone di non coinvolgere emotivamente lo spettatore, ma di metterlo in rapporto critico con quello che vede. Film sull’avvisaglia della dittatura, descrive la nascita del fascismo come il risultato di silenzi, favorita dalla corruzione della classe dirigente e dall’involuzione reazionaria della democrazia borghese. L’antagonismo di classe è messo in immagini e suoni nella potente sequenza del grammofono.

 I giorni del '36
(1972) on IMDb
Locandina Non uccidere

Un film di Claude Autant-Lara. Con Horst FrankLaurent TerzieffSuzanne Flon Titolo originale Tu ne tueras pointGuerrab/n durata 90 min. – Francia, Jugoslavia 1961.

Un seminarista tedesco, che durante la guerra ha ucciso un partigiano francese per non essere ucciso a sua volta, dopo la guerra si consegna alle autorità francesi. In carcere incontra un obiettore di coscienza francese. Si raccontano le loro storie e le loro scelte.

Thou Shalt Not Kill (1961) on IMDb

The Strange Thing About the Johnsons è un cortometraggio del 2011 scritto e diretto da Ari Aster, al suo esordio alla regia.

Lo scrittore Sidney Johnson sorprende involontariamente suo figlio di dodici anni, Isaiah, intento a masturbarsi.Imbarazzato, si scusa e lo rassicura dicendogli che è una cosa del tutto normale, ignorando il fatto che il ragazzino si stesse masturbando su una sua foto.

Non aggiungo altro per non fare spoiler (Ipersphera)

The Strange Thing About the Johnsons (2011) on IMDb

Un film di Brad Anderson. Con Woody HarrelsonEmily MortimerKate MaraEduardo Noriega (II)Thomas Kretschmann. continua» Thrillerdurata 111 min. – Gran Bretagna, Germania, Spagna 2007MYMONETRO Transsiberian valutazione media: 3,23 su 14 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Una coppia di americani, Jessie e Roy, aderenti a una Chiesa protestante che si occupa di aiuto ai bambini in Cina, decide di utilizzare per il ritorno la linea ferroviaria transiberiana. I due hanno come compagni di viaggio in cabina lo spagnolo Carlos e la sua compagna Abby i quali dichiarano di pagarsi i viaggi lavorando come insegnanti di lingue e poi di arrotondare con la vendita di oggetti di artigianato esportati illegalmente: In questo viaggio hanno con sé numerose matrioske russe. A una fermata Roy scompare e Jessie finisce con il trovarsi da sola con Carlos per il quale prova attrazione. Sarà lei a baciarlo per prima per poi sfuggire al suo tentativo di rapporto sessuale colpendolo con una trave di legno… L’incubo è solo cominciato.
Un thriller ferroviario/turistico (anche se dopo averlo visto non verrà a molti il desiderio di percorrere la Transiberiana) ben riuscito questo film di Brad Anderson noto da noi per l’ossessivo L’uomo senza sonno. La tensione cresce progressivamente e i colpi di scena, tutti logicamente giustificabili, non mancano. 
Il mistero degli spazi attraversati dal treno nonché l’enigmaticità di una Russia in cui, come afferma il luciferino personaggio interpretato da Ben Kingsley, “Quando c’era il comunismo gran parte della popolazione viveva nell’ombra mentre oggi muore alla luce del sole” aggiungono fascino alla storia. Il treno poi, sin dalle origini del cinema (La grande rapina al treno, 1903) è un mezzo di trasporto del tutto congeniale alla costruzione di atmosfere di tensione. Se poi ci si aggiunge la menzogna grazie alla quale, come ricorda un adagio russo, si può andare avanti nella vita ma poi non si può tornare indietro, il gioco è fatto. Anderson sa condurlo magistralmente grazie anche al faccino innocente di Emily Mortimer. Se qualcuno faticasse a ricordare dove può averla vista di recente, prima di cercare nelle biografie pensi a Woody (non Harrelson ma Allen).

Transsiberian (2008) on IMDb

Regia di Alejandro Amenábar. Un film Da vedere 2001 con Nicole KidmanAlakina MannJames BentleyFionnula FlanaganChristopher EcclestonCast completo Genere Horror – USASpagnaFranciaItalia2001durata 104 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,30 su 135 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Grace è una vedova di guerra con due figli, Anne e Nicholas. Un giorno arrivano tre domestici e la donna mostra loro la casa ricordando che una porta non va mai aperta prima che sia chiusa l’altra. Ma i domestici conoscono l’abitazione, ci hanno già lavorato tre anni prima. C’è un segreto familiare: Anne e Nicholas dicono che da qualche tempo la mamma è diventata matta. Grace manifesta una personalità molto rigida, mentre Anne afferma che in casa, oltre al fratello, c’è un bambino. Nicole Kidman è ormai un’attrice per tutte le stagioni. Non c’è ruolo, non c’è film che non la vedano protagonista efficace e versatile, capace di reggere sceneggiature d’autore così come film commerciali. È il caso di quest’opera che vuole consolidare il suo status di Grace Kelly degli anni Novanta, tenendo presente il bisogno di non far adagiare troppo a lungo il pubblico in poltrona. Brividi e colpo di scena non mancano.

The Others (2001) on IMDb

Regia di Woody Allen. Un film Da vedere 1987 con Paul HermanWallace ShawnMichael TuckerJeff DanielsKenneth WelshDanny AielloCast completo Genere Commedia – USA1987durata 85 minuti. – MYmonetro 3,07 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Woody Allen è del 1935 e la sua formazione, oltre che da libri, musica e generica comunicazione newyorkese, è dovuta in gran parte alla radio. Almeno è ciò che lascia intendere con questo film. Adolescente negli anni del dopoguerra ha vissuto la sindrome della radio, allora del tutto simile a quella della televisione, nel nostro tempo. C’erano le novelas, i quiz, i giornali, proprio come adesso. In più c’era lo sforzo attivo della fantasia che doveva dare forma a ciò che veniva suggerito dall’udito. Davvero bei tempi, e Allen si rivela onesto e nostalgico. Lui non appare nel film, racconta soltanto fuori campo. Ecco dunque i personaggi della sua vita reale, in quella New York, intrecciarsi con quelli suggeriti dalla radio. Ci sono i parenti che concorrono a tutti i quiz radiofonici, quelli che non perdono una puntata, quelli che consumano tutti i prodotti suggeriti dalla pubblicità. Allen, grande ammiratore di Fellini, ha dunque realizzato il suo Amarcord. Il punto d’arrivo è la prima serata al Radio Music Hall, al quale Allen partecipò come scrittore di testi comici. E fu l’inizio… Va detto che in questo caso gran parte del merito va a Oreste Lionello, il doppiatore di Woody, che regge quasi da solo tutto il film come voce narrante.

Radio Days (1987) on IMDb
L'Ultimo Apache (1954)

Un film di Robert Aldrich. Con Burt Lancaster, Jean Peters, John McIntire, Charles Bronson, John Dehner. Titolo originale Apache. Western, durata 91′ min. – USA 1954. MYMONETRO L’ultimo apache * * * 1/2 - valutazione media: 3,63 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

1886: dopo la resa di Geronimo e dei suoi guerrieri, il giovane Massai continua da solo la lotta finché si rassegna a trasformarsi in contadino e a sposarsi. Il 1° dei 6 western di Aldrich e, forse, il più bello, certamente il più vigoroso, quello in cui il discorso filoindiano è più esplicito. Ricco di invenzioni, con un Lancaster solido come una roccia. Una delle più belle e significative carrellate del cinema hollywoodiano. Finale imposto dalla produzione, cioè da Lancaster: Aldrich lo voleva meno ottimista. Buchinsky è Bronson.

Apache (1954) on IMDb

Edit 29/4/24 sostituito satrip con 1080p h265

La Porta Sul Buio (Box 4 Dvd Dario Argento): Amazon.it: Betti, Regiani,  Cerusico, Tedesco, Tolo, Salvino, Venier, D'Angelo, Betti, Regiani,  Cerusico, Tedesco, Tolo, Salvino, Venier, D'Angelo: Film e TV

La porta sul buio è una miniserie televisiva antologica formata da quattro episodi gialli di circa un’ora, curati e prodotti da Dario Argento e trasmessi dalla RAI per quattro settimane nel settembre 1973 sul Programma Nazionale (l’odierna Rai 1).Ogni episodio viene presentato da Dario Argento, che firmò la regia del secondo episodio con lo pseudonimo Sirio Bernadotte e subentrò a Roberto Pariante nella regia del quarto.
Reduce dai successi dei primi tre film, Dario Argento cura e produce per la RAI una serie di quattro mediometraggi della durata di circa un’ora ciascuno. Oltre a presentare ogni episodio, il regista ne dirige personalmente uno, Il tram, subentrando inoltre a Roberto Pariante nella direzione di Testimone oculare, mentre gli altri due film sono affidati a Luigi Cozzi, collaboratore di Argento, e a Mario Foglietti. Si trattava di un team già collaudato, in quanto in Quattro mosche di velluto grigio Pariante era stato aiuto regista di Argento e Cozzi assistente alla regia e coautore del soggetto con Foglietti ed Argento.Fondamentale apporto alla confezione della serie fu dato dalle musiche, opera di Giorgio Gaslini, pianista e compositore jazz. La serie fu trasmessa dal primo canale in prima serata, ma, non essendo i telespettatori dell’epoca avvezzi a scene “forti” in televisione, Argento e colleghi dovettero contenersi nella rappresentazione di scene cruente e di terrore, come fino ad allora il regista aveva abituato le platee cinematografiche. Non per questo gli autori delle quattro storie rinunciarono ad imbastire delle trame dalle tinte fosche, atmosfere stranianti e con una sufficiente dose di suspense. Argento in particolare cercò di trasferire in queste brevi storie le sue idee, già proposte sul grande schermo, rappresentando la mini serie un’occasione per il regista di sperimentare nuove tecniche di ripresa e di esplorare nuovi linguaggi cinematografici adatti al thriller.

La porta sul buio (1973) on IMDb
Genesis (Resident Evil) (English Edition) eBook : DeCandido, Keith R. A.:  Amazon.it: Kindle Store

Vi sono sei film sulla serie Resident Evil, scritti da Paul W. S. Anderson, anche se inizialmente il regista di film horror George A. Romero è stato molto vicino a dirigere i film.[53]

A dispetto della critica negativa, i film hanno incassato abbastanza da incoraggiare l’approvazione di una esalogia. Paul W.S. Anderson aveva dichiarato in un’intervista che il quarto film, Resident Evil: Afterlife, sarebbe stato l’inizio di una nuova trilogia e che il film sarebbe stato sviluppato usando cineprese 3D.[54]

La trama dei film rivisita quella del videogioco, risultando dunque non canonica a quella originale.

Nel 2021 iniziano le riprese del reboot della serie. Il film si distingue notevolmente dalla saga cinematografica originale, ha per protagonisti i personaggi principali del franchise e conta su una forte componente horror. Il film è ambientato a Raccoon City e prende spunto dai primi due capitoli della saga videoludica

 Resident Evil
(2002) on IMDb
Locandina italiana Il cigno nero

Un film di Darren Aronofsky. Con Natalie Portman, Vincent Cassel, Mila Kunis, Barbara Hershey, Winona Ryder. Titolo originale Black Swan. Thriller, durata 110 min. – USA 2010. – 20th Century Fox uscita venerdì 18 febbraio 2011. – VM 14 – MYMONETRO Il cigno nero * * * - - valutazione media: 3,05 su 268 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nina è una ballerina del New York City Ballet che sogna il ruolo della vita e un amore che spezzi l’incantesimo di un’adolescenza mai finita. Incalzata da una madre frustrata, si sottopone a un allenamento estenuante sotto lo sguardo esigente di Thomas Leroy. Coreografo appassionato e deciso a farne una fulgida stella, Leroy le assegna la parte della protagonista nella sua versione rinnovata del “Lago dei cigni”. Sul palcoscenico Nina sarà Odette, principessa trasformata in cigno dal sortilegio del mago Rothbard, da cui potrà scioglierla soltanto il giuramento di un eterno amore.

Black Swan (2010) on IMDb
Risultati immagini per I Quattro del Texas

Un film di Robert Aldrich. Con Charles BronsonAnita EkbergDean MartinFrank Sinatra.  Titolo originale 4 for TexasAvventuradurata 124 min. – USA 1963.MYMONETRO I quattro del Texas * * 1/2 - - valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Un pistolero entra casualmente in possesso di un’ingente somma di denaro. Un suo rivale vuole portargliela via con l’aiuto di un banchiere disonesto, ma, quando si accorge che l’uomo manovra per eliminare anche lui….

4 for Texas (1963) on IMDb

Regia di Theodoros Angelopoulos. Un film con Marcello MastroianniSerge ReggianiNadia MourouziDimitris PulikàkosDinos IliopoulosCast completo Titolo originale: O melissokomos. Genere Drammatico – Grecia1986durata 140 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 18 – MYmonetro 2,50 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Ex insegnante che s’è dedicato al mestiere del padre e del nonno, l’apicultore Spiros (Mastroianni) mette le sue arnie su un camion all’inizio della primavera e parte dall’Epiro verso il Sud. Dopo l’incontro con una disinibita ragazza vagabonda (Mourouzi), arrivato alla fine del viaggio nel Peloponneso, si dà la morte per mezzo delle sue api. In questo 7° film sul silenzio della Storia, dell’amore e di Dio – ancora appoggiata all’inquadratura-sequenza, fonte della liturgica lentezza del suo narrare per immagini – la tensione stilistica s’incrina e s’inclina talvolta verso la maniera, ma conta almeno 3 sequenze memorabili: la festa nuziale, l’incontro con un amico malato (Reggiani), la struggente scena a tre sulla spiaggia. Scritto con Dimitris Nollas e Tonino Guerra, fotografato da Yorgos Arvanitis, poco parlato, ha una bellezza visiva che è la sostanza stessa del racconto. Mastroianni? Sembra che non faccia nulla, ma è grande.

 Il volo
(1986) on IMDb

Regia di Roy Andersson. Un film Da vedere 2014 con Holger AnderssonNisse VestblomLotti TörnrosCharlotta LarssonViktor GyllenbergCast completo Titolo originale: En Duva Satt På En Gren Och Funderade På Tillvaron. Genere Commedia drammatica, – Svezia2014durata 100 minuti. Uscita cinema giovedì 19 febbraio 2015 distribuito da Lucky Red. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,38 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un anziano muore d’infarto mentre stappa una bottiglia; un’attempata insegnante di flamenco tocca il suo giovane allievo che la rifiuta; una taverniera zoppa offre da bere a giovani squattrinati per un bacio; in un bar irrompono soldati del ‘700 e il re Carlo XII (1682-1718) che si invaghisce del barista; militari inglesi del primo ‘900 ustionano vivi schiavi africani in un cilindro metallico che trasforma le loro urla in musica sublime per ricchi bianchi. Sono alcuni di 39 tableaux vivants , ognuno un piano-sequenza, a volte parzialmente intersecati. 5° lungo del regista svedese, il 1° in digitale, con Canzoni del secondo piano (2000) e You, the Living – Gioisci dunque o vivente! (2007) completa un trittico sull’esistenza umana che ha la forma di un puzzle. È un film pittorico, ispirato a Otto Dix (1891-1969) e Georg Scholz (1890-1945), che comunica, più che con le parole – ridotte a tormentoni di luoghi comuni -, attraverso immagini impeccabili, tutte in toni diversi, ma ugualmente spenti, di beige-verde (fotografia di István Borbás e Gergely Pálos), al fine di indurre contemplazione e riflessione. Lo fa col tocco leggero dell’ironia, fondendo tragico e comico, tanto da suscitare la smorfia e il sorriso allo stesso tempo. Andersson chiama la sua poetica “trivialismo”, o anche “super-realismo”, perché per lui l’essenza dell’uomo sta nella coscienza della propria banalità. La sua è una poetica dell’umiltà e del distacco ironico contro ogni superomismo e ogni fanatismo. Le si attaglia una sentenza di Pascal: “L’uomo è solo una canna, la più fragile della natura; ma è una canna che pensa”. Leone d’oro a Venezia 2014. Distribuisce Lucky Red.

 Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza
(2014) on IMDb

Regia di Ridley Scott. Un film Da vedere 2021 con Matt DamonBen AffleckAdam DriverJodie ComerHarriet WalterNathaniel ParkerCast completo Titolo originale: The Last Duel. Genere Drammatico, – USA2021, Uscita cinema giovedì 14 ottobre 2021 distribuito da Walt Disney. – MYmonetro 3,44 su 19 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Jean de Carrouges e Jacques Le Gris sono eterni rivali. Scudieri normanni con alterne fortune, affrontano la vita come il campo di battaglia. Jean de Carrouges crede nella spada e nell’onore, Jacques Le Gris nell’astuzia e nella fedeltà a chi fa i suoi interessi. Se il primo è abile sul campo, il secondo è scaltro a corte dove si guadagna la simpatia e la protezione di Pierre d’Alençon, conte e cugino del re Carlo VI. Ma più della competizione per i feudi può la bellezza di Marguerite de Thibouville. Sposa con dote di de Carrouges, Marguerite diventa l’ossessione di Le Gris, che approfitta dell’assenza del rivale per rivelarle tutta la meschinità dei suoi sentimenti.

The Last Duel (2021) on IMDb

Regia di Michelangelo Antonioni. Un film Da vedere 1964 con Monica VittiGiovanni LolliHiram Mino MadoniaGiuliano MissiriniGiuliana CalandraCast completo Genere Drammatico – Italia1964durata 120 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,29 su 9 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

A Ravenna, ridotta a deserto industriale, una giovane borghese nevrotica, moglie di un ingegnere, cerca vanamente un equilibrio. 9° film di Antonioni, e il suo primo a colori, in funzione soggettiva (fotografia di Carlo Di Palma, Nastro d’argento) come espressione di una realtà dissociata e con ambizione di trasformarlo esso stesso in racconto come “mito della sostanziale e angosciosa bellezza autonoma delle cose”. Come nei 3 precedenti film con Monica Vitti, la donna è l’antenna più sensibile di una nevrosi comune nel contesto della società dei consumi e della natura inquinata. Leone d’oro a Venezia.

Red Desert (1964) on IMDb