Category: Assayas Olivier


Regia di Olivier Assayas. Un film Da vedere 2014 con Juliette BinocheKristen StewartChloë Grace MoretzLars EidingerJohnny Flynn.Cast completo Titolo originale: Clouds of Sils Maria. Genere Drammatico – Francia2014durata 124 minuti. Uscita cinema giovedì 6novembre 2014 distribuito da Good Films. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,33 su 27 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Maria Enders è un’attrice quarantenne con una carriera di tutto rispetto che ha debuttato al cinema a 18 anni nel ruolo di Sigrid, una ragazza ambiziosa che fa innamorare di sè una donna matura, Helena, e l’abbandona una volta ottenuto cio’ che vuole. Vent’anni dopo quel debutto, un regista emergente propone a Maria di reinterpretare quella stessa storia a teatro, questa volta però nel ruolo di Helene. Il ruolo di Sigrid, invece, verrà affidato alla diciannovenne Jo-Ann, idolo dei preadolescenti abituata a recitare in blockbuster popolati da supereroi. 
Nonostante la perplessità iniziale, Maria accetta il ruolo di Helena, persuasa anche dall’insistenza gentile della sua assistente personale, Valentine, una ragazza intelligente che la segue come un’ombra, proteggendola con una cura amorevole che va oltre il dovere professionale. Attraverso numerose prove di dialogo con Valentine, che si presta a recitare il copione insieme alla grande attrice, Maria dovrà confrontarsi con la propria insicurezza e la propria paura di invecchiare, che le fa dire: “Io sono Sigrid. E voglio rimanere Sigrid”.


Olivier Assayas costruisce un racconto matrioska costellato di superfici riflettenti, giacchè l’intera vicenda è un continuo gioco degli specchi. Il rapporto fra Maria e Jo-Ann riflette quello fra Helena e Sigrid, ma anche l’interazione fra Maria e Valentine ricalca simili dinamiche. E’ un esercizio in metacinema, in cui il portato di Kristen Stewart, che interpreta Valentine, ha un notevole peso narrativo: gli innumerevoli riferimenti all’incontrollabilità della fama presso il pubblico dei teenager e all’eco mediatico globale degli scandali che travolgono le star nell’era di Internet sembrano un commentario amaro alle vicende personali dell’eroina della saga di Twilight.
Anche il ragionamento sulla pervasività della Rete e dei social media è di natura riflettente: da un lato fonte di deprecabili ingerenze nella vita privata delle persone e detestabili vetrine della crudeltà narcisistica degli utenti, dall’altro banca dati imprescindibile di informazioni istantanee e necessario veicolo di diffusione mediatica. E così come Internet annulla la linearità della sequenza spaziotemporale, Maria cerca di collocarsi in un non-tempo che prescinda dall’anagrafe. Tenendo conto della doppia natura della comunicazione contemporanea e delle sue ricadute sul vissuto dei singoli, Assayas riesce a costruire una storia estremamente verbosa il cui vero significato si insinua invece nel non-detto, come la nuvola detta “serpente del Maloja” che si snoda attraverso le valli alpine in cui è ambientata la storia. Allo stesso modo, ciò che è veramente è importante è ciò che non viene mostrato, che si cela alla cinepresa e sfugge al continuo gioco di rifrazioni, perchè necessita dell’unico ingrediente incontrollabile: l’attenzione di chi guarda. Dunque i momenti più importanti della storia saranno una scomparsa silenziosa e la dolorosa presa di coscienza di quanto quella scomparsa sia la conseguenza di non aver saputo “soffermare lo sguardo un solo istante in più”.
Chloe Grace Moretz, che interpreta il ruolo di Jo-Ann, è perfetta nel ricreare la rapiditè camaleontica della giovane generazione nel farsi riflesso delle altrui aspettative. Ma il film appartiene al duetto fra Juliette Binoche e Kristen Stewart, che si trasforma in uno specchio buio con un’abnegazione identica a quella che Valentine mostra nei confronti di Maria.
Attraverso una narrazione formalmente impeccabile, nitida come un cristallo e tagliente come un diamante (del quale ha tutta la durezza) Sils Maria racconta il percorso di crescita di una donna che rifiuta la maturità per rimanere aggrappata ai “privilegi della giovinezza”. Ma è anche una riflessione sul cinema come illusionista dello sguardo perche’, per parafrasare Assayas, anche un film è solamente un oggetto, e cambia prospettiva a seconda del punto da cui lo si osserva.

Clouds of Sils Maria (2014) on IMDb
Ore d'estate (2008) - Film - Movieplayer.it

Regia di Olivier Assayas. Un film Da vedere 2007 con Juliette BinocheCharles BerlingJérémie RenierEdith ScobDominique ReymondCast completo Genere Drammatico – Francia2007durata 100 minuti. – MYmonetro 3,50 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Due fratelli e una sorella si ritrovano insieme per una dolorosa riunione: la morte della loro madre. Dopo le lacrime e il funerale, Jeremie, Frederic e Adrienne devono occuparsi del patrimonio di famiglia: un’enorme casa nella campagna francese con una splendida collezione d’arte che la madre, negli anni, aveva fatto crescere con cura. Il tesoro familiare, da custodire con amore, li riporta indietro nel tempo, a quando la caccia al tesoro era solo un gioco da fare in un rigoglioso giardino, d’estate. Una decisione da prendere diventa, così, il punto di partenza di un viaggio nelle memorie d’infanzia, grazie al quale impareranno a dare un nuovo significato alla parola famiglia.

 Ore d'estate
(2008) on IMDb

Un film di Olivier Assayas. Con Virginie Ledoyen, Laszló Szábó, Cyprien Fouquet Drammatico, durata 92′ min. – Francia 1994. MYMONETRO L’eau froide * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Nel 1972 Gilles e Christine, entrambi figli di genitori divorziati, vivono diversamente i loro problemi. Dopo un furto in comune di dischi in un supermercato, lei è spedita dal padre in un istituto psichiatrico da dove fugge. Fugge da tutto, ma insieme con Gilles, verso una maturità impossibile. Versione lunga di un film TV di un’ora (La Page blanche) della bellissima serie “Tous les garçons et les filles de leur âge”, 9 film, 3 per decennio, sull’adolescenza dagli anni ’60 a oggi. Ricco di emozioni forti, momenti teneri, rabbia e disperazione, è un bellissimo e struggente film che meriterebbe come epigrafe un famoso incipit di Paul Nizan: “Avevo vent’anni e non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita”. C’è anche una coinvolgente colonna sonora, formata da canzoni e motivi del 1972: “Knockin’ On Heaven’s Door” di Bob Dylan, “Janitor of Lunacy” di Nico, “School ‘s Out” di Alice Cooper, “Me & Bobby McGee” con la voce di Janis Joplin.

 L'eau froide
(1994) on IMDb

Regia di Olivier Assayas. Un film Da vedere 2016 con Kristen StewartLars EidingerAnders Danielsen LieNora von WaldstättenSigrid BouazizCast completo Titolo originale: Personal Shopper. Genere DrammaticoThriller, – Francia2016durata 105 minuti. Uscita cinema giovedì 13 aprile 2017 distribuito da Academy Two. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,26 su 9 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Personal shopper di Kyra, una star che le mette a disposizione considerevoli cifre da spendere per il suo abbigliamento, Maureen è affetta dalla stessa malattia cardiaca che ha ucciso suo fratello Lewis. Ma soprattutto, come lui, è una medium che comunica con l’aldilà. Quando una presenza cerca di entrare in contatto con lei, cominciano ad accaderle fatti inspiegabili e misteriosi. Thriller metafisico ambizioso con il chiaro obiettivo di porsi al di sopra dei limiti imposti dal genere. Regia intrigante (Palma D’Oro a Cannes) per un plot sfilacciato che si perde tra 3 assi narrativi – la dimensione intimista, l’horror soprannaturale, il noir psicologico – incapaci di dialogare tra di loro e tanto meno di trovare una sintesi compiuta, perdendosi in un magma confuso di buone intenzioni maldestramente realizzate. Ottima la Stewart, alle prese con un ruolo di post adolescente problematica che sembra cucito su misura per lei.

 Personal Shopper
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Regia di Olivier Assayas. Un film Da vedere 2012 con Clement MetayerLola CretonFelix ArmandCarole CombesIndia MenuezCast completo Titolo originale: Après mai. Genere Drammatico, – Francia2012durata 122 minuti. Uscita cinema giovedì 17 gennaio 2013 distribuito da Officine Ubu. – MYmonetro 3,07 su 13 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Parigi, primi anni ’70. Gilles è un liceale preso dall’effervescenza politica del dopo maggio ’68 che esita tra un impegno radicale e aspirazioni affettive e artistiche più personali. In un viaggio che, attraverso l’Italia, termina a Londra, Gilles e i suoi compagni/amici dovranno fare scelte decisive per trovare loro stessi. Assayas lo considera un prolungamento del suo L’eau froide (1994) in cui, però, mancava la politica. “Tra noi e l’inferno o tra noi e il cielo c’è solo la vita che è la cosa più fragile del mondo”. All’inizio del film questa frase di Blaise Pascal è una definizione della gioventù totalmente concentrata sul presente. Nella 1ª parte del film la repressione poliziesca condotta dalle brigate speciali di intervento contro la manifestazione, indetta dal Secour Rouge di taglio maoista a sostegno di 2 dirigenti della Sinistra Proletaria incarcerati, è di una violenza inaudita. Diversamente da Désordre (1986), 1° film di Assayas, qui ognuno accetta la sua parte di responsabilità. Alain se ne sente esonerato; Christine la lascia dietro di sé e cambia vita. Non teorizzano il senso di colpa, lo vivono. Paradossalmente Gilles, il meno colpevole di tutti, si confronta di più col senso di colpa e ne trae una lezione. Prodotto da MK2, distribuisce Officine UBU.

 Qualcosa nell'aria
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Regia di Olivier Assayas. Un film con Gina GershonConnie NielsenCharles BerlingChloë Sevigny. Genere Drammatico – Francia2002durata 129 minuti. – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

La manager Diane (Nielsen) lavora per una multinazionale, presieduta da Volf (Malartre), in gara per rilevare la società Tokioanime che produce un nuovo tipo di videogiochi erotici contesi da due società, Mangatronics e Demonlover. Diane fa la spia per la prima, mentre la seconda controlla l’Hell Fire Club, portale di torture interattive. Ma Diane sa troppo. In concorso a Cannes 2002, fu stroncato dai più ed esaltato dai meno. Se ci si pone a mezza strada, è lecito dire che è “un film sbagliato, ma non esente da un certo fascino” (R. Censi) e che il suo autore ha radicalmente subordinato la sceneggiatura (una spy-story industriale informatica) alla regia, cioè alla scrittura: totali rarissimi, prevalenza di piani ravvicinati, cinepresa mobile, formato scope, partitura noise dei Sonic Youth in funzione di basso continuo, recitazione straniata, “indugi narrativi su situazioni in apparenza anodine” (Bandirali-Terrone). Opera polisemica, si presta a varie letture tra cui: 1) riflessione su flussi audiovisivi, protesi tecnologiche, osmosi di realtà e finzione; 2) 2ª versione di Assayas, dopo Irma Vep , di Les Vampires di Feuillade in chiave cyber-high-tech; 3) prolissa scimmiottatura, ad alto costo, del godardiano Alphaville ; 4) pretesto ipertecnologico per filmare Connie Nielsen.

 Demonlover
(2002) on IMDb