Regia di Hany Abu-Assad. Un film con Lubna Azabal, Hamza Abu-Aiaash, Kais Nashif, Lutuf Nouasser, Ali Suliman. Cast completo Titolo originale: Paradise Now. Genere Drammatico – Germania, Paesi Bassi, Francia, 2005, durata 90 minuti. Uscita cinema venerdì 14 ottobre 2005Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,23 su 20 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Khaled e Said si conoscono fin da quando erano bambini ed ora lavorano presso un meccanico seppure con qualche problema causato dalle intemperanze di uno dei due. E’ però arrivato per loro un giorno speciale: sono stati scelti perché, dopo un lungo periodo di inattività, si è deciso di tornare a compiere un attentato kamikaze a Tel Aviv. Dovranno farsi esplodere a un quarto d’ora di distanza l’uno dall’altro.
Non era per nulla facile né prevedibile che un film fondamentalmente di produzione palestinese potesse affrontare un tema da sempre scottante come quello degli attentati compiuti da uomini pronti a farsi esplodere con l’equilibrio e la lucidità che Hany Abu-Assad mette in questo film vincitore del Golden Globe come miglior film straniero.
A fare da fondamentale ago della bilancia è un personaggio non citato nella sinossi. Si tratta di Suha, la giovane donna che apre il film. È cresciuta all’estero e ora torna nella sua terra per vederla disseminata di posti di blocco che non sono solo fisici ma che si sono moltiplicati anche sul piano mentale. È con lei che Said potrebbe veder iniziare una vicenda sentimentale ed è sempre con lei che Khaled si troverà a confrontarsi in modo molto diretto sulla situazione. Chi è martire e chi è carnefice? Gli israeliani o i palestinesi? In lontananza sembrano riecheggiare le riflessioni dell’israeliano Amos Oz raccolte nel libro “Contro il fanatismo” mentre seguiamo il rituale della ‘vestizione’ con l’esplosivo e ciò che accade successivamente.
Non manca anche un giudizio, non poi così tra le righe, su chi invia gli altri a conquistarsi il Paradiso: sia il braccio armato che quello reclutante e colto non sono altrettanto disponibili ad offrire le proprie vite alla causa. Rimane poi impressa nella memoria (oltre a tutta la parte finale) la sequenza in cui si videoregistra il testamento dei due ‘martiri’: è una lezione di cinema. Di quel cinema che non vuole imporre un pensiero ma piuttosto suscitarlo.