Un film di Wong Kar-wai. Con Chen Chang, Maggie Cheung, Kimura Takuya, Carina Lau, Tony Leung. Fantascienza, durata 120 min. – Cina 2004. uscita venerdì 29 ottobre 2004. MYMONETRO 2046 valutazione media: 3,66 su 34 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
1966. Hong Kong è sull’orlo della guerra civile. Il signor Chow, un giornalista e autore di romanzi, torna in città dopo essere stato a Singapore. E’ alla ricerca di Su Li-Zhen, un antico amore, e trova alloggio in un alberghetto non rinunciando a cercare compagnia femminile. Sta scrivendo un romanzo su un futuro in cui sarà possibile ritrovare i ricordi perduti. L’anno sarà il 2046, suggerito dal numero della stanza accanto alla sua. Mentre si trova nell’hotel ha una relazione con due donne in successione: la figlia del proprietario innamorata di un giapponese e Bai Ling, una prostituta che si innamora di lui. Nella sua vita entrerà anche una nuova Li-Zhen.
2046: una data, un titolo di romanzo, un numero. Nel 2046 Hong Kong, dopo l’amministrazione speciale iniziata nel 1997, tornerà a far parte definitivamente della Repubblica Popolare Cinese. Per Wong Kar-wai questo anno cruciale diventa rappresentazione di un futuro ipoteticamente felice ma dal quale si desidererà fuggire per tornare nella realtà. Una realtà che prende le mosse da una stanza inizialmente luogo inesplorato e poi spazio in cui poter entrare sapendo che c’è una via d’uscita. La quale si rivelerà però soltanto fisica perché i personaggi dei film del regista nato a Shanghai finiscono sempre con il rimanere prigionieri delle storie che hanno vissuto anche se apparentemente pretendono di liberarsene attraverso il sesso praticato con altri o, come in questo caso, con il gioco d’azzardo. Non è un caso che la donna cercata in 2046 abbia lo stesso nome di quella perduta in In the Mood for Love anche se qui si presenta come altre due figure femminili che portano lo stesso nome. Il mondo di Won Kar-wai è fatto di interni in cui la luce ha un ruolo predominante e la composizione dell’inquadratura si avvale di una definizione curata al millimetro. Ci sono spesso elementi della scenografia che sottolineano i rapporti tra i personaggi così come, altrettanto spesso, il buio domina occupando un terzo dello schermo, quasi assorbendo in sé il non detto dei personaggi. Perché la dimensione estetica nel suo cinema assoggetta l’intero processo creativo rischiando talvolta di raggelare la tensione emotiva che è sempre elevata.
Il signor Chow scrive romanzi concettuali che si ispirano alla vita così come Wong Kar-wai scrive sceneggiature complesse che diventano film. Entrambi pensano di difendersi in questo modo dal sentimento che invece prevarica il loro volere a dispetto di qualsiasi eccesso di estetismo.
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