Regia di Jean Renoir. Un film Da vedere 1934 con Edouard Delmont, Jenny Hélia, Charles Blavette. Genere Drammatico – Francia, 1934, durata 95 minuti. Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni.
Antonio Canova (Blavette), detto Toni, cavapietre italiano emigrato a Martigues, nel sud della Francia, diventa l’amante e poi il marito di Marie (Hélia), sua padrona di casa, ma s’innamora della spagnola Josefa (Montalvan) che uno zio (Kovachevitch) costringe a sposare senza amore il caposquadra Albert (Dalban). Quando costui viene ucciso con una revolverata, Toni s’accusa dell’omicidio, mentre Josefa va a costituirsi e a confessare il delitto. In un tentativo di fuga Toni è ammazzato da un proprietario terriero. Il film si chiude, com’era cominciato, con l’arrivo di un treno carico di operai italiani e spagnoli. “Quest’opera dura, tragica e senza umorismo” (J. Lourcelles), basata su un fatto di cronaca raccontato a Renoir da un amico commissario di polizia, anticipa certi tratti del futuro neorealismo italiano (azione di ambiente popolare, riprese in ambienti naturali, ricorso ad attori non professionisti o poco noti) ma, più che dramma sociale, Renoir punta su una tragedia mediterranea fuori dal tempo, abitata da personaggi che sono “i più autentici eredi di quella civiltà greco-romana che ci ha fatti quello che siamo” (J. Renoir, 1956). Film unico nel panorama del cinema francese negli anni ’30, ha la fotografia di Claude, fratello di Jean, e il montaggio di Marguerite Renoir. Il ventottenne Luchino Visconti vi lavorò come stagiaire volontario. Uno dei tanti Renoir non distribuiti nell’Italia fascista. La RAI lo mandò in onda nel 1970.
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