Un film di Federico Bondi. Con Ilaria Occhini, Dorotheea Petre, Corso Salani, Vlad Ivanov, Maia Morgenstern. continua» Drammatico, durata 95 min. – Italia, Francia, Romania 2008. uscita venerdì 30 gennaio 2009. MYMONETRO Mar Nero valutazione media: 3,26 su 22 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Angela è appena giunta in Italia dalla Romania avendo trovato un posto come badante a Firenze. La donna anziana di cui si deve occupare è Gemma che ha un figlio sposato che vive a Trieste. Il marito le è appena morto e ha bisogno di aiuto. È però una donna dal carattere molto rigido e autoritario e fa fatica ad accettare che una sconosciuta le giri per casa. Progressivamente però si affeziona alla giovane romena che desidera mettere da parte un po’ di soldi per poi poter avere un figlio dal marito Adrian. Il quale però, durante le festività natalizie, smette di rispondere alle sue telefonate. Angela, che ha saputo che l’uomo è stato licenziato, vuole tornare in Romania per affrontare la realtà.
“Gemma è mia nonna e Angela è stata la sua ‘badante'”. Così dichiara Federico Bondi. È quindi dalla costante osservazione del rapporto instauratosi tra due persone reali che nasce una sceneggiatura riveduta poi da Ugo Chiti. Alla sua opera prima il giovane regista toscano rivela già una notevole propensione alla sobrietà stilistica e, al contempo, si mostra assolutamente in grado di lavorare con gli attori ottenendo da essi il massimo. Ogni singolo gesto di quella grande attrice che è stata ed è Ilaria Occhini rivela la fiducia reciproca che è intercorsa tra regista e attrice. Qualcuno potrà trovare l’argomento un po’ d’occasione ma non è così. Lo si avverte soprattutto nell’attenzione che viene prestata all’evoluzione della dinamica del rapporto tra le due donne. Gemma rivede se stessa giovane in Angela, un po’ alla volta e superando i pregiudizi. La Romania odierna ricorda ancora troppo da vicino l’Italia del secondo dopoguerra per non indurre raffronti e la volitiva fiorentina finisce con l’apprezzare la quieta determinazione della romena che finisce con il considerare come una figlia. Il pudore dei sentimenti che si nasconde dietro un’iniziale ruvidità lascia progressivamente il passo a un’intimità che non si avvale mai della retorica dei buoni sentimenti. Un film d’esordio quindi come ce ne vorrebbero tanti nel panorama del cinema italiano.
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