Öszi almanach, Ungheria/1984) di Béla Tarr (119′)
In un appartamento dal mobilio antico e ormai in declino vive l’anziana Hédi, insieme a suo figlio Janós, alla sua infermiera Anna e ad altri due uomini: l’insegnante Tibor e il musicista Miklós. La convivenza, però, è problematica: i rapporti interpersonali sono infatti improntati alla tensione e all’ambiguità. E il patrimonio della padrona di casa fa gola a tutti.
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Due sono i films in cui Tarr utilizza il colore: questo “Almanacco d’autunno” e il precedente “L’Outsider”. La gamma dei cromatismi di “L’Outsider” è volutamente impoverita, mentre si può considerare “Almanacco d’autunno” il suo vero e unico film a colori. L’interesse di questo film, a mio parere, avendo potuto rivederlo a distanza di tempo, sta proprio nell’utilizzo magistrale del colore. I toni sono veementi e accesi, di un impeto tale da pensare che abbiano con questo esaurito la voglia di Tarr di utilizzare ancora il colore.
Grazie del reup… A buon rendere !!!
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