Un film di Matteo Garrone. Con Aniello Arena, Loredana Simioli, Nando Paone, Graziella Marina, Nello Iorio. Drammatico, durata 115 min. – Italia 2012. – 01 Distribution uscita venerdì 28 settembre 2012. MYMONETRO Reality valutazione media: 3,39 su 99 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Luciano Ciotola vive a Napoli in un palazzo fatiscente con la moglie e i figli avendo come coinquilini numerosi parenti. Gestisce una pescheria mentre con la moglie ha attivato un traffico illegale di prodotti casalinghi automatizzati. Luciano ha una vocazione per l’esibizione spettacolare così il giorno in cui i familiari lo sollecitano a partecipare a un casting de ¨”Il Grande Fratello” non si sottrae. Entra così in una spirale di attese che trasformerà la sua vita.
Matteo Garrone ha dichiarato “Dopo Gomorra volevo fare un film diverso, volevo cambiare registro così ho deciso di tentare la via della commedia”. Sul piano formale ha sicuramente affermato il vero ma su quello del contenuto profondo non è così. Reality è, anche se potrebbe sembrare impossibile, un film ancora più tragico di Gomorra.Perché se la camorra è un fenomeno delinquenziale nei confronti del quale si sono prodotti, in vasti strati della popolazione, i necessari anticorpi non altrettanto è avvenuto nei confronti dei reality in genere. Siamo di fronte a una distorsione della percezione del reale che ha metastatizzato una vasta fascia della cosiddetta ‘audience’. Non importa se in questa fase trasmissioni come quella oggetto del film o altre simili stanno subendo sensibili cali di ascolto. Ciò che conta è che il seme è stato deposto e le sue radici sono ben salde.
Attraverso le vicende di Luciano (uno straordinario Aniello Arena che ha costruito la sua professionalità attoriale in carcere) Garrone non ci racconta solo Napoli. Gira in una città che ormai conosce bene e che gli offre un ritmo recitativo che sarebbe difficile trovare altrove ma è dell’Italia tutta che ci offre uno squarcio doloroso. Sarebbe facile definire Luciano, sua moglie Maria e tutte le figure che li circondano come personaggi che sarebbero piaciuti a Eduardo ma qui si va oltre. Pirandello (con il suo confine labile tra ragione e follia) si sposa con Orwell (che finalmente vede riscattare il titolo del suo romanzo grazie all’ossessione che si impossessa del protagonista) mentre la colonna sonora di Alexandre Desplat va alla ricerca di sonorità che ci rinviano a quelle del Danny Elfman del Nightmare Before Christmas burtoniano. Perché è un incubo quello in cui precipita Luciano e in cui dissolve ciò che resta della sua famiglia e della sua vita sociale. Un incubo costruito da continue attese, da ‘stazioni’ come quelle della Via Crucis della Settimana Santa, cerimonia che finisce con l’acquisire un valore simbolico. Dopo non ci può essere che una resurrezione; ma quella che la civiltà dell’immagine produce può avere luogo solo in un paradiso ineluttabilmente falso.
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Che, a mio parere, Garrone sia un grande regista l’ho già detto sufficientemente in altre occasioni. Che anche questo suo film sia molto importante, mi sembra dunque superfluo sottolinearlo. Con “Reality”, Garrone sembra proseguire nella dolorosa radiografia di un mondo devastato ormai completamente da mali incurabili. In “Gomorra” era la malavita organizzata, che minacciava tutto quello che costituisce l’identità di un popolo e i suoi valori, ma verso qualcosa di preciso ci si può sempre difendere, o almeno tentare di farlo. In “Reality”, la minaccia di cui si parla sembra addirittura più totale, perché il “condizionamento sociale” prodotto dai mass media non è facilmente identificabile. L’alienazione più completa, sembra dirci Garrone, è ormai dolorosamente compiuta, l’illusione di una vita facile, superficiale e deprivata da ogni senso dell’essere, più che dell’avere, è ormai cosa fatta.
Ho trovato questo film claustrofobico e emotivamente deprimente. Il cancro che colpisce la massa, l’appiattimento della cultura, generato dal tubo catodico, dalla musica di bassa qualità e solo di quantità, mi ha lasciato inerme. La mia generazione (1973) quando ha avuto l’età per capire qualcosa si è ritrovata con “non è la rai” e compagnia bella. Da li il nulla fino al grande fratello.
Io nel mio piccolo ho cercato, non so se ci sono riuscito, di distaccarmi cercando musica, libri e cinema di qualità ma l’ombra della noncultura la sento troppo presente ogni giorno, mi opprime, mi ratttrista.
Peccato non essermi gustato appieno questo film perchè non capisco quasi nulla quando parlano napoletano.
Io sono dell’alta Brianza, perciò diciamo che ho avuto lo stesso “problema” di Iper. Direi però che sia “Gomorra” che questo film perderebbero molto in italiano. Anche a volerli vedere con i sottotitoli (io con “Gomorra” ho provato a farlo) non credo si aggiunga molto alla loro “capibilità”, ma ovviamente questa è solo una mia opinabilissima opinione!
Se mi posso permettere, aggiungerei che la scelta di Garrone di fare dei film in dialetto (forse sarebbe meglio parlare di “lingua”, ma è un discorso lungo…) riguarda una ragione estetica e di stile, e anche di coraggio, se pensiamo alla probabile penalizzazione commerciale, a cui per “rigore” non ha voluto derogare (almeno finora). Olmi, per esempio, con il suo “L’albero degli zoccoli”, questa deroga l’ha fatta, ma in questo caso il rigore poteva essere eccessivo, se constatiamo che il dialetto bergamasco è davvero poco diffuso, e quello usato è in più risalente ai primi anni del secolo scorso, perciò addirittura molto ostico persino per gli stessi bergamaschi dei nostri giorni.
Dimenticavo una cosa davvero fondamentale, cioè che gli accenti “personali” di Iper nel suo commento sono comunque quello che più conta. Il “condizionamento sociale”, operato dei mass media, è si molto più profondo di quanto si possa immaginare, agendo sul nostro inconscio, ma lascia pur sempre spazio all’individuo che caparbiamente cerca degli anticorpi. Lo dimostrano le “qualità umane” di Iper e dello stesso Garrone, il quale, con coerenza con se stesso non si limita
a denunciare l’illusione della vita facile, e dei facili guadagni, ma dimostra concretamente che si può rinunciare a fare cinema solo per ragioni di “cassetta”.
In ogni caso la versione con i sottotitoli “non forced” io ce l’ho, eventualmente possiamo rimediare in seguito quando siamo su nuovi lidi.
Ci mancherebbe altro! Ben vengano i sottotitoli, se sono un’opzione in più! Se fosse un file srt staccato sarebbe anche meglio, se poi tu avessi anche i sottotitoli per “Gomorra” (in tal senso ho già una versione del video,ma non è delle migliori) per me sarebbe il massimo.
Reality che ho io è un file in formato MKV, quando IPER si assesta vediamo come fare. Se hai un player per mkv puoi decidere se abilitarli o meno. Altrimenti dovrai vedere con il pc.
Probabile in arrivo anche Gomorra con sub su file MKV
Il formato MKV non è un problema. Se metti a disposizione questi due video, quando puoi e al momento opportuno, fai un grande servizio non solo a me ma penso a tutti.
Attenzione, perchè il link di mega risulta solo nella home, se si apre il post spunta di nuovo quello di easybytez
non mi risulta ma tutto è possibile. prova ad aggiornare la pagina vedrai che hai solo mega