Un film di Matteo Garrone. Con Toni Servillo, Gianfelice Imparato, Maria Nazionale, Salvatore Cantalupo, Gigio Morra. Drammatico, durata 135 min. – Italia 2008. – 01 Distribution uscita venerdì 16 maggio 2008. MYMONETRO Gomorra valutazione media: 4,02 su 289 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Totò ha tredici anni, aiuta la madre a portare la spesa a domicilio nelle case del vicinato e sogna di affiancare i grandi, quelli che girano in macchina invece che in motorino, che indossano i giubbotti antiproiettile, che contano i soldi e i loro morti. Ma diventare grandi, a Scampia, significa farli i morti, scambiare l’adolescenza con una pistola. O magari, come accade a Marco e Ciro, trovare un arsenale, sparare cannonate che ti fanno sentire invincibile. Puoi mettere paura, ma c’è sempre chi ne ha meno di te. Impossibile fuggire, si sta da una parte o dall’altra, e può accadere che la guerra immischi anche Don Ciro (Imparato), una vita da tranquillo porta-soldi, perché gli ordini sono mutati, il clan s’è spezzato in due. Si può cambiare mestiere, passare come fa Pasquale dalla confezione di abiti d’alta moda in una fabbrica in nero a guidare i camion della camorra in giro per l’Italia, ma non si può uscire dal Sistema che tutto sa e tutto controlla. Quando Roberto si lamenta di un posto redditizio e sicuro nel campo dello smaltimento dei rifiuti tossici, Franco (Servillo), il suo datore di lavoro, lo ammonisce: non creda di essere migliore degli altri. Funziona così, non c’è niente da fare.
Matteo Garrone porta sullo schermo Gomorra, libro-scandalo di Roberto Saviano che in Italia ha venduto oltre un milione di copie, aprendo il sipario sulla luce artificiale e ustionante di una lampada per camorristi vanitosi ed esaltati. Il sole non illumina più le province di Napoli e Caserta, impossibile rischiarare questa terra buia e straniera al punto che gli italiani hanno bisogno dei sottotitoli per decifrarla. Siamo in un altro paese: all’inferno. Che non si trova nel centro della terra, ma solo pochi metri giù dalla statale o sotto la coltivazione delle pesche che mangiamo tutti, nutrite di scorie letali, trasformate in bombe che seminano tumori con la compiacenza dei rispettabili industriali del nord.
Nessun barlume di bellezza dentro questo buio fitto sotto il sole; forse la bellezza è nata qui, per caso o per errore, ma è volata lontano, addosso a Scarlett Johansson, col risultato che chi l’ha partorita è rimasto ancora più solo ed impotente.
Il film di Garrone è crudo e angosciante, ripreso dal vero, musicato dal suono delle grida e degli spari di Scampia. Una volta si diceva “giusto”, quando dire “bello” non aveva senso. Giustissimo, dunque.
Del libro, il film sceglie alcuni fili, li intreccia, s’impone come uno sciroppo avvelenato, senza la possibilità di voltar pagina o sospendere la lettura. Del libro, soprattutto, sposa il punto di vista, da dentro, e tuttavia inevitabilmente fuori, in salvo. “Ma – scrive Saviano – osservare il buco, tenerlo davanti insomma, dà una sensazione strana. Una pesantezza ansiosa. Come avere la verità sullo stomaco”. Gomorra, sullo stomaco, pesa come un macigno. Solo una ruspa potrebbe sollevarlo, per “sversarlo” altrove e chiudere in circolo vizioso, come il suono del film.
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Di Garrone ho già avuto modo di tesserne gli elogi. Si tratta di un giovane regista che, almeno ha partire dai suoi ultimi quattro films, ha cessato di essere solo una promessa del cinema, dimostrando tutta la sua sicura bravura. Di Gomorra non c’è molto da dire, che non sia già stato detto, e pochi non ne hanno tessuto gli elogi. Lo spirito del libro-denuncia di Saviano, da cui è stato tratto il soggetto, mi sembra pienamente rispettato da questo film, ma quello che mi preme rilevare è che il cinema di Garrone non è solo di “impegno sociale”. Garrone, a mio parere, ha una formazione nel campo della pittura e fotografia che richiama molto un altro regista della sua generazione: Steve McQueen. In poche parole, il cinema di Garrone mi sembra una sintesi del tutto riuscita del binomio forma/contenuto, padronanza di stile/significato, ricercatezza estetica/senso del racconto.
Ciao, se potessi aggiornare il link su mega te ne sarei grato.
La butto li, perché non aggiorni su meta i film con recensioni via via decrescenti?
Almeno il meglio è disponibile.
Capisco la rottura di tutto questo e davvero non comprendo la tenacia con cui continui il lavoro che hai (che avete?) intrapreso.
Grazie grazie
Ciao Agostino, te lo metto domani o stasera se ho un minuto Gomorra.
Riguardo alla tua proposta è un’ottima idea, non ci avevo pensato, stavo facendo tutto in ordine alfabetico.
La rottura di caricare tutto da solo, si sono da solo a fare tutto questo dal 2008, è enorme. Ma ormai è diventata un’abitudine e mi mancherebbe non farlo ti dico la verità
Grazie a te
Iper