Un film di Martin Brest. Con Robert De Niro, Charles Grodin, Yaphet Kotto, John Ashton, Dennis Farina. Titolo originale Midnight Run. Poliziesco, durata 126 min. – USA 1988. MYMONETRO Prima di mezzanotte valutazione media: 3,21 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Da quando è stato radiato dalla polizia di Chicago, Jack Walsh si guadagna da vivere come cacciatore di taglie per un garante di cauzioni di Los Angeles. Quando questi gli propone una grossa cifra per recuperare Jonathan Mardukas detto “Il Duca”, ex contabile del gangster Jimmy Serrano al quale ha sottratto quindici milioni di dollari, Jack si mette subito sulle sue tracce e in poco tempo riesce a trovarlo in un appartamento a New York. Solo che il viaggio per riportarlo a Los Angeles si rivela più arduo del previsto: Mardukas ha paura di volare e costringe Jack a utilizzare altri mezzi di trasporto. Inoltre, sulle loro tracce vi è più di una persona: dagli agenti federali che vogliono la collaborazione di Mardukas per arrestare Serrano, ai sicari dello stesso gangster che lo vogliono morto, fino ad un cacciatore di taglie rivale che vuole riscuotere la taglia al posto di Jack.
Nello slang americano, la midnight run che da titolo al film è il modo per chiamare la fuga notturna all’emporio più vicino per saziare gli appetiti fuori orario. Questa idea di un richiamo inconsulto della golosità è anche la chiave per interpretare l’aspetto sostanzialmente godereccio di questa fuga rocambolesca coast to coast. Di tale genere, Martin Brest si è già dimostrato abile chef con il primo Beverly Hills Cop, commedia d’azione che modulava il genere poliziesco in funzione della risata di Eddie Murphy. Ma in Prima di mezzanotte, non è un talento comico a scoprire la fisicità dell’eroe, piuttosto un attore solido e metodico ad adattarsi ai tempi serrati e ai toni leggeri dell’action comedy.
Robert De Niro, che fino ad ora è stato più che altro scultore di personaggi folli e lucidi, spostati e mefistofelici, comunque sempre capaci di accentrare su di loro il baricentro del film, scopre la tradizione del buddy movie e la recitazione di coppia, meno istrionica e più interattiva. Come la formula del genere prevede, il prodotto dell’incompatibilità dei caratteri è direttamente proporzionale al ritmo e alla comicità del film, così che all’immedesimazione dell’ex poliziotto cinico e rabbioso De Niro, Brest sceglie di affiancare la presenza sobria e rasserenante del contabile truffatore ma dal cuore d’oro Charles Grodin. Le loro schermaglie su etica e salutismo (condite del turpiloquio caratteristico di De Niro) si alternano a sequenze d’inseguimento ogni volta più frenetiche e rumorose, anche se non abbastanza da coprire l’evoluzione del rapporto di amicizia fra i protagonisti. Difatti, nell’intera economia del film, è l’idea dell’amicizia e della complicità ad essere continuamente messa in rilievo.
I vari giochetti che De Niro instaura con ognuno dei suoi inseguitori (gli occhiali da sole con l’agente Mosely, il falso allarme con il cacciatore di taglie rivale, gli scambi di battute con i due sicari di Serrano) da una parte eleggono la priorità dell’aspetto bonario e cameratesco sulla spettacolarità delle sequenze d’azione, dall’altra servono a dimostrare come il rigore del metodo non si applichi solo a primattori tragici e solitari, ma possa dotare di senso comico un buon lavoro di squadra.
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