Un film di Renato Polselli. Con Hélène Remy, Tina Gloriani, Isarco Ravaioli, Walter Brandi. Horror, b/n durata 83 min. – Italia 1960. MYMONETRO L’amante del vampiro valutazione media: 1,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Brigida, una ragazza andata alla fonte a prendere l’acqua per le mucche viene aggredita da un essere mostruoso che le succhia il sangue. Attirati dalle sue grida, i contadini arrivano con forconi e bastoni, ma è troppo tardi: Brigida, ferita, viene portata dal medico. È la terza a essere stata colpita nel giro di un anno. I contadini ritengono sia colpa di un vampiro, ma il medico rassicura tutti, non è niente di grave. Il professore presso la cui casa Brigida è stata momentaneamente portata sta dando ospitalità a un gruppo di ragazze che prepara un balletto con suo nipote Luca (Isarco Ravaioli). Questi è fidanzato con una delle ragazze, Francesca (Tina Gloriani), e ha organizzato tutto per stare con lei. Brigida intanto muore, ma in realtà è diventata una vampira. Sorpresi nel bosco da un temporale, Luca, Francesca e l’amica Luisa (Hélène Remy) si rifugiano in un castello abbandonato. O meglio creduto tale perché i nostri vi trovano un’austera contessa (Maria Luisa Rolando) e il suo truce servitore Herman (Walter Brandi). Sulla scia del successo del #Vedi#Dracula con Christopher Lee, Polselli realizza un film in parte derivativo, ma in gran parte originale nelle atmosfere e nel connubio apertamente voluto tra horror d’atmosfera e sleaze puro, con un paio di lunghi numeri di danza piuttosto lascivi per i tempi. La storia è semplice e i personaggi sono dei cliché, ma il racconto procede bene e ha un fascino tra l’ingenuo e il morboso arricchito da alcune ricercatezze visive, come la soggettiva della non-morta trasportata nella bara sino alla sua fossa in un’estensione della famosa soggettiva dreyeriana da #Vedi#Il vampiro. I mezzi sono pochi, ma le ambientazioni azzeccate consentono al film di avere una certa ricchezza visiva, valorizzata da un bel bianco e nero. Anche se il vampiro è un essere mostruoso e incartapecorito, la cui identità sarà svelata solo nel finale, l’effetto che sprigiona sulle ragazze colpite è quello di aumentarne la sensualità. Bella la prova di Walter Brandi in un ruolo di sottomissione-dominazione con la sensuale Maria Luisa Rolando, contessa morbidamente scosciata che dice almeno una frase sublime (“Sono prigioniera di un pazzo che ha la passione per la sua pazzia”). Nel cast anche l’efficiente Isarco Ravaioli, frequente collaboratore di Polselli
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Se possibile anche questo, grazie e scusami delle troppe richieste.
Ciao
Grazie mille per questo e tutti i film che posti!