Rientrato in casa mentre la moglie dorme, un ingegnere-designer si prepara una ricca cenetta. Trova una vecchia pistola, la rimette in ordine, si proietta filmini, scivola nel letto della cameriera, elimina la moglie e s’imbarca su un veliero. Forse il miglior film di Ferreri in assoluto. Nelle apparenze di un esercizio di stile quasi sperimentale (per tre quarti della sua durata soltanto Piccoli davanti alla cinepresa) è un notturno happening sulla nevrosi, l’alienazione e l’orrore del quotidiano. Astratto e, insieme, concretissimo.
Una bella ragazza svedese e un suo amico greco sono ospiti di una coppia in crisi, in una villa al mare. I nuovi arrivati sconvolgono l’esistenza dei due coniugi: il marito si innamora della ragazza, mentre la moglie finisce fra le braccia del giovane greco. Ma dura poco.
La serie è un libero adattamento dei romanzi e dei racconti di Sir Arthur Conan Doyle e vede come protagonista il detective Sherlock Holmes, affiancato dal suo amico e assistente, il dottor John Watson. Le avventure dei due si svolgono però nella Londra odierna, e non in quella presentata da Doyle. Watson è un reduce della guerra in Afghanistan e deve ancora ritrovare il suo posto nella società. Quando un amico gli suggerisce di trovarsi un coinquilino con cui dividere le spese di un appartamento, si ritrova a vivere con l’eccentrico Holmes, che col passare degli anni diventerà suo compagno di avventure. Sono state realizzate quattro stagioni, ognuna delle quali composta da tre episodi, oltre ad un mini episodio e ad un episodio speciale.
Ken Russell attacca con le consuete punte eterodosse un artista non molto conosciuto fuori dai paesi anglosassoni, lo scultore Henri Gaudier. La storia è imperniata soprattutto sul suo difficile rapporto con la quarantenne polacca Sophie che si rifiuta a lui, pur assistendolo nei momenti più oscuri della carriera.
Sopravvissuta alla prigionia di un lager nazista, Karin si sostituisce ad un’amica rimasta uccisa e raggiunge l’America dove vive il figlio della defunta. Tutti credono che sia lei la madre del bambino che, nel frattempo, ha ereditato un patrimonio. I soldi fanno gola a molti
Per questa biografia cinematografica di Ciaikowskij, Russell ha giocato la carta stilistica del romanticismo esasperato. Ne risulta un’opera pregevole, ma discontinua, in cui a sequenze di rara suggestione se ne accostano altre di difficile sopportazione. Di indiscutibile valore sono le scenografie e l’interpretazione.
Da un romanzo di James Ronald. Londra, 1902. Per amore di una ragazza uccide la moglie odiosa e si risposa. Ricattato, uccide anche il ricattatore. Una delle più belle e meno note interpretazioni di Laughton in un melodramma criminale paragonabile ai film neri di F. Lang dello stesso periodo. Suggestiva atmosfera, ritmo impeccabile, suspense.
Un giovane docente dell’Università di Bologna abbandona lavoro, carriera, amici e si rifugia in un rudere sulle rive del Po. Con gli abitanti del posto intreccia storie di amicizia, amore, vita quotidiana. Film epico e straordinario, apparentemente semplice e necessariamente scandaloso, che racconta la storia di un Cristo delle strade, come egli lo chiama, di una figura cristologica nel senso che diventa un Cristo, come è successo nei secoli a tutti coloro che l’hanno imitato nei fatti. È una parabola trasgressiva: sostiene la fede contro le religioni “che non hanno mai salvato il mondo e i popoli” e che, anzi, si sono spesso messe al servizio dei potenti, talvolta come potenza alternativa.
David si trasferisce in un piccolo villaggio inglese insieme alla bella moglie Amy, originaria del paese. David ha appena ricevuto una borsa di studio e deve completare degli studi complessi in matematica. Amy riceve subito delle avances da parte di alcuni ex-spasimanti ma, pur sentendosi attratta da loro, li rifiuta. Nello stesso tempo, il timido ed educato David diventa lo zimbello di questi bulli del paese. Il tempo passa e David è sempre preso dagli studi mentre Amy si annoia e comincia a lanciare “messaggi” ai suoi corteggiatori.
Anna dai capelli rossi (赤毛のアン Akage no An?) è un anime prodotto dalla Nippon Animation in 50 episodi nel 1979 e trasmesso dalla Fuji TV a partire da gennaio 1979. È l’adattamento dell’omonimo romanzoper ragazzi della scrittrice canadese Lucy Maud Montgomery, che ha attinto a piene mani dai ricordi della propria infanzia per la stesura del libro. Fa parte del progetto World Masterpiece Theater della Nippon Animation. La Nippon Animation in occasione del trentennale dell’anime, ha prodotto un prequel dal titolo Sorridi, piccola Anna trasmesso in Giappone da Fuji TV a partire da aprile 2009 e in Italia da ottobre 2010.
Siamo nella seconda metà del XIX secolo. Anna Shirley, una bambina “magra e tutta occhi”,[1] nasce a Bolinghroke nella Nuova Scozia da Walter e Bertha Shirley nel 1886, docenti di liceo.[2] Purtroppo dopo tre mesi entrambi i genitori muoiono di una malattia infettiva, e Anna, non avendo altri parenti, viene affidata alla signora Thomas, una vicina povera e con il marito alcolizzato. La bambina vive con la famiglia Thomas fino all’età di 8 anni, accudendo i figli della signora, fino a che il marito muore travolto da un treno dopo essersi addormentato ubriaco sui binari.[3] A questo punto per Anna non c’è più posto nella famiglia e viene quindi affidata alla signora Hammond, che vive con il marito e i suoi 8 figli (tra cui tre coppie di gemelli) in una misera baracca in riva al fiume. La bambina, esperta di bimbi piccoli, accudisce anche i figli della signora Hammond, fino a che, con la morte del marito avvenuta due anni dopo, viene affidata all’orfanotrofio di Hopetown, dove rimane per cinque mesi…
Uno yuppie di Manhattan una sera viene morsicato da una vampira. Almeno così lui crede. In realtà è soggetto a una paurosa schizofrenia che lo porta a comportarsi come un Dracula.
La domanda è: si puo fare un film originale con degli zombie al giorno d’oggi? Shaun of the dead è l’inattesa risposta affermativa. Il titolo, ovvio omaggio a Dawn of the Dead di Romero, contiene la chiave di lettura del film che riesce a coniugare commedia e horror come non si vedeva da tempo. Parliamo quindi di un brillante esordio alla regia per Edgar Wright coadiuvato dal protagonista e co-sceneggiatore Simon Pegg; i due, dopo aver lavorato assieme alla acclamata serie “Spaced” (1999) per il circuito televisivo, si confermano qui coppia affiatata. Ci troviamo da subito catapultati nella vita di Shaun, trentenne che non riesce a dare una svolta alla propria vita, e a dire la verità, nemmeno ci prova. Lo stralunato protagonista è messo alle strette dalla fidanzata, e in poco convinti tentativi di “cambiare” riuscirà solo a ingarbugliarsi fino ad essere scaricato. Immerso nei propri guai e pensieri, una mattina si renderà improvvisamente conto in compagnia dello sfaccendato ed inseparabile amico Ed che le strade sono invase da zombi. Comincerà così una spassosa corsa per raggiungere i propri cari e mettersi al sicuro. La commedia e le relazioni tra i personaggi si svilupperanno con risultati sorprendenti in uno scenario ameno, quale può essere una Londra infestata da morti viventi. La trama non è certo un capolavoro ma è ben lungi dall’essere un pretesto per girare un film con morti viventi, anzi, l’intreccio risulta gradevole e l’idea di girare un Love Actually in mezzo agli zombi è veramente carina; in più l’opera risulta molto divertente e stupisce riuscendo a non cadere nel baratro senza ritorno della demenzialità e a evitare le brutture dello splatter. Un buon lavoro quindi, sorretto da una strepitosa colonna sonora integrata attivamente in molti indimenticabili siparietti. Film non per tutti i palati, ma che indubbiamente ha da dire la sua.
Il 25 marzo del 1938Ettore Majorana scompare dopo essere stato visto salire su un traghetto in partenza da Napoli con destinazione Palermo, lasciando solo due lettere, indirizzate una alla famiglia ed un’altra ad un collega di studi, nelle quali è contenuta una apparente volontà di scomparire. A quarant’anni di distanza una studentessa di fisica si interroga sulla sua sparizione.
Un vecchio e decrepito palazzo romano a fitto bloccato è di proprietà di Amedeo Pecoraio e di sua sorella Ofelia, maturi zitelli. Una società immobiliare offre loro una grossa somma a condizione che tutti gli inquilini siano sfrattati. La morte per veleno del loro soriano offre ai due proprietari il pretesto per spiare la vita degli inquilini resistenti. Come in Lo scopone scientifico , soggetto e sceneggiatura (con Augusto Caminito) sono di Rodolfo Sonego: il tono generale è più cupo e crudele, ma eccede nella tensione verso la metafora a scapito della verosimiglianza. È uno dei film degli anni ’70 che segnano, all’insegna del pessimismo, la fine della commedia italiana, egemone nel decennio precedente. Infallibile duo Tognazzi-Melato. Musica: Ennio Morricone. Prodotto da Sergio Leone.
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