Archive for Agosto, 2024


Risultati immagini per La Chiave della Città locandina

Un film di George Sidney. Con Clark Gable, Loretta Young, James Gleason, Frank Morgan Titolo originale Key to the City. Commedia, b/n durata 101′ min. – USA 1950. MYMONETRO La chiave della città * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Da un racconto di Albert Beich. Durante un convegno a San Francisco Clarissa e Steve, entrambi sindaci, fanno conoscenza, danno scandalo con alcune scappatelle in comune, rischiano di perdere il posto. Commedia romantica di ordinaria amministrazione, basata su un copione mediocre. Minestra riscaldata. Bravi professionisti C. Gable e L. Young; ottimi i caratteristi di contorno.

Key to the City (1950) on IMDb

Regia di Uberto Pasolini. Un film Da vedere 2008 con Dharmapriya DiasGihan De ChickeraDharshan DharmarajNamal JayasingheSujeewa Priyalal. Genere Commedia, – ItaliaSri LankaGermania2008durata 108 minuti. Uscita cinema venerdì 12 settembre 2008 distribuito da Mikado Film. – MYmonetro 3,19 su 10 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Colombo, Sri Lanka. Quando apprendono che la Germania vorrebbe invitare la nazionale di pallamano dello Sri Lanka a un torneo in Baviera, Manoj e Stanley – in attesa da anni di un visto per emigrare – raccolgono altri 21 disperati cingalesi, ignari di pallamano, e s’imbarcano per Monaco, ma all’arrivo sono obbligati a giocare. 1ª regia di Pasolini, responsabile di Full Monty (1997) e del suo straordinario successo, e anomalo produttore indipendente in area anglofona, che l’ha scritto con Ruwanthie De Chickera. Dopo quella sulla disoccupazione della classe operaia britannica, una commedia sulla fuga dal Terzo Mondo in cerca di lavoro e di una nuova identità. Pur in toni quasi cronachistici per descrivere lo spaesamento degli emigranti nella parte finale in Germania, rimane una commedia: “Un tema di forte presa sociale, un certo cinismo nel prenderlo di petto, una malcelata componente di qualunquismo, ma anche una lucidità fuori dal comune…” (Sergio Di Lino). Esposto alle Giornate degli autori a Venezia 2008 dove prese il Premio FEDIC (Federazione dei Cineclub).

 Machan - La vera storia di una falsa squadra
(2008) on IMDb

Regia di Taylor Sheridan. Un film Da vedere 2017 con Jeremy RennerElizabeth OlsenJon BernthalKelsey AsbilleJulia JonesCast completo Titolo originale: Wind River. Genere Thriller, – USA2017durata 111 minuti. Uscita cinema giovedì 5 aprile 2018 distribuito da Eagle Pictures. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,39 su 9 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Cory Lambert è un cacciatore di predatori nella riserva indiana di Wind River, perduta nell’immensità selvaggia del Wyoming. Sulle tracce di un leone di montagna che attacca il bestiame locale, trova il corpo abusato ed esanime di una giovane donna amerinda. Il crimine prolunga il dolore di Cory che ha perso tre anni prima una figlia in circostanze altrettanto brutali. Per fare chiarezza sul caso, l’FBI invia Jane Banner, una recluta di Las Vegas senza esperienza. Tosta e disposta ad imparare, Jane chiede a Cory di affiancarla nell’indagine. Fortemente legato alla comunità indiana, è l’uomo giusto per aiutarla.

 I segreti di Wind River
(2017) on IMDb
Arriva John Doe

Un film di Frank Capra. Con Edward Arnold, Barbara Stanwyck, Walter Brennan, Gary Cooper, James Gleason. Titolo originale Meet John Doe. Commedia, b/n durata 132 min. – USA 1941. MYMONETRO Arriva John Doe * * * 1/2 - valutazione media: 3,58 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

In una città americana, il caporedattore di un giornale appena acquistato dall’editore D. B. Norton, fa licenziare numerosi impiegati per “fare pulizia” di personale. Tra questi c’è Ann Mitchell (Barbara Stanwyck) che, prima di lasciare il posto, fa pubblicare per la sua rubrica la falsa lettera di un disoccupato disperato che minaccia di gettarsi dal palazzo del municipio a mezzanotte della vigilia di Natale. La lettera crea subito scalpore, i centralini del municipio vengono inondati di telefonate da parte di cittadini e datori di lavoro pronti ad “adottare” il misterioso John Doe. Attorno a quest’uomo così determinato nella sua disperazione cresce l’interesse della gente. 

Meet John Doe (1941) on IMDb

Titolo originale: El esqueleto de la señora Morales Anno: 1960 Genere: commedia (bianco e nero) Regia: Rogelio A. González Cast: Arturo de CórdovaAmparo RivellesElda PeraltaGuillermo OreaRosenda MonterosLuis Aragón

Lui è un tassidermista mite, amante dei bambini e degli animali e vorrebbe solo vivere in pace ma la moglie bacchettona e manipolatrice lo fa passare come un uomo crudele e vizioso, rendendogli la vita impossibile fino a quando… Gustosa satira del bigottismo e dell’ìpocrisia della Chiesa in cui de Córdova interpreta un personaggio speculare rispetto a El: nel capolavoro di Buñuel era un marito che ossessionava la moglie con la sua folle gelosia, qui è un brav’uomo martirizzato dalla consorte. Dove vada a parare lo si comprende dal titolo, ma questo non compromette il divertimento.

Skeleton of Mrs. Morales (1960) on IMDb


I subita sono stati tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni.

Regia di Mike Figgis. Un film con Nicolas CageJulian SandsElisabeth ShueValeria GolinoDanny HustonXander Berkeley. Titolo originale: Leaving Las Vegas. Genere Drammatico – USA1995durata 110 minuti. – MYmonetro 3,09 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Ben, alcolizzato quasi terminale, giustamente licenziato, va a Las Vegas per suicidarsi con l’alcol. Incontra Sara, prostituta disperata e masochista. Le loro miserie sono un ottimo collante. Si frequentano, si sostengono, stanno male insieme, non “consumano”, perché lui proprio non ce la fa. Buon film enfatizzato dagli americani, immeritatamente. Va detto che l’interpretazione di Cage, che gli ha dato addirittura l’Oscar, è il solito esercizio accademico e non difficilissimo di un attore in una parte sopra le righe, un ruolo che gli americani hanno sempre preso molto sul serio (basti ricordare Ray Milland, premio Oscar in Giorni perduti). C’è anche qualche punta di sesso verbale

Leaving Las Vegas (1995) on IMDb
So Che Mi Ucciderai (1952): Amazon.it: Crawfors,Palance,Grahame,  Crawfors,Palance,Grahame: Film e TV

Un film di David Miller. Con Gloria Grahame, Jack Palance, Joan Crawford, Bruce Bennett, Mike Connors Titolo originale Sudden Fear. Drammatico, Ratings: Kids+13, b/n durata 110′ min. – USA 1952. MYMONETRO So che mi ucciderai * * * - - valutazione media: 3,04 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Da un romanzo di Edna Sherry. Ereditiera di San Francisco e commediografa sposa un attore. Scopre che lui progetta con una ex amante di ucciderla. Decide di escogitare un contro piano, ma avrà abbastanza sangue freddo? Nero di buon artigianato, con una bella colonna sonora di Elmer Bernstein e una suggestiva fotografia di Charles Lang Jr. Entrambi nominati agli Oscar, J. Crawford e J. Palance sono assai efficaci nel rendere con ambiguità la perversità del rapporto tra i loro personaggi, ma anche G. Grahame scava in profondità nel masochismo del suo.

 So che mi ucciderai
(1952) on IMDb

Regia di Roland Joffé. Un film con Paul NewmanJohn CusackNatasha RichardsonClark GreggDwight SchultzCast completo Titolo originale: Fat Man and Little Boy-Shadow Makers. Genere Guerra – USA1989durata 121 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Siamo durante la seconda guerra mondiale, alle prese con la costruzione della bomba atomica da parte di un gruppo di ricercatori, fra i quali il celeberrimo Robert Oppenheimer. Leslie Groves è il generale che conduce l’operazione denominata Progetto Manhattan. Dal regista di Mission Urla del silenzio,un film un po’ prolisso anche se in parte risulta interessante. Controllata l’interpretazione di Paul Newman. 

Fat Man and Little Boy (1989) on IMDb
DARDO EDITORE - PICCOLO SCERIFFO 2, IL PICCOLO SCERIFFO 2

Kit Hodgkins è un personaggio immaginario noto come Il Piccolo Sceriffo creato da Tristano Torelli e disegnato da Camillo Zuffi e protagonista di una serie a fumetti di genere western pubblicata dal 1948 al 1966 dall’editore Torelli e poi dall’editore Angelo Fasani.

Kit Hodghins (o Hodgkins), rimasto orfano del padre sceriffo, cattura l’assassino del padre e diviene il nuovo sceriffo di Praire Town. I comprimari sono Piggy, la sorella Lizzie, la fidanzata Flossie figlia di Garrett, e Roki, un coyote addomesticato[1] che da quel periodo diede il suo nome a migliaia di cani in Italia.

Risultati immagini per Chernobyl miniserie

Chernobyl è una miniserie televisiva statunitense e britannica, creata e scritta da Craig Mazin e diretta da Johan Renck.I cinque episodi raccontano la storia del Disastro di Černobyl’ a oltre 30 anni dall’accaduto, e seguono gli uomini e le donne che si sono sacrificati per salvare l’Europa da un disastro nucleare.Le vicende raccontate si basano, in gran parte, sui resoconti degli abitanti di Pripyat, raccolti dalla scrittrice Premio Nobel per la letteratura Svetlana Alexievich nel suo libro Preghiera per Černobyl’

La miniserie si concentra sulla portata devastante del disastro di Černobyl’ che si verificò nell’Ucraina sovietica il 26 aprile 1986, rivelando come e perché è accaduto, e raccontando le vicende degli eroi che hanno combattuto a costo della loro vita.

Chernobyl (2019) on IMDb

Regia di Ridley Scott. Un film Da vedere 2015 con Matt DamonJessica ChastainKristen WiigMackenzie DavisKate MaraJeff DanielsCast completo Titolo originale: The Martian. Genere Fantascienza, – USA2015durata 130 minuti. Uscita cinema giovedì 1 ottobre 2015 distribuito da 20th Century Fox Italia. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,38 su 9 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

L’equipaggio della missione Ares 3 sul suolo di Marte si trova nel mezzo di una tempesta che non lascia scampo. Il botanico Watney viene colpito da un detrito: credendolo morto, il comandante Lewis ordina alla squadra di abortire la missione e tornare sulla Terra. Ma Watney è vivo e, mentre cercherà di prolungare il più possibile la sua sopravvivenza sul Pianeta Rosso, la Nasa ricorrerà a ogni stratagemma per provare a riportarlo a casa.
Hanno detto che Sopravvissuto – The Martian rimette la “sci” in sci-fi, ovvero pone l’accento sulla “scienza” di fantascienza. E non sono andati lontani dal vero. Ridley Scott, alle prese con uno script non suo – autore il Drew Goddard della scuderia Joss Whedon – e tratto dal meticoloso romanzo di Andy Weir, un ingegnere informatico reinventatosi scrittore, si dimentica di essere il profeta dei futuri distopici di Alien e Blade Runner. E si limita a fare quel che gli riesce meglio, ossia rendere cinematografica materia che tale non è. Concedendo qualcosa al 3D ma il minimo indispensabile alla computer graphics, Scott consegna la sua epica alle riprese in esterni della desolazione marziana. Le passeggiate di Matt Damon sul suolo di Marte, a bordo del suo rover, ricordano tanto le cavalcate fordiane nella Monumental Valley che gli orizzonti infiniti di Lawrence d’Arabia. E non casualmente, visto che quest’ultimo è stato girato in luoghi vicini al deserto della Giordania scelto per The Martian. La visione di Scott e il suo racconto di un’odissea in cui Ulisse e Robinson Crusoe trovano un ideale punto d’incontro procede in parallelo con i teoremi infallibili di Weir, che vede nel suo protagonista l’ingegnere perfetto, un MacGyver di Marte pronto a elaborare modalità di sopravvivenza sempre nuove in un pianeta ostile. Rosso, brullo e indomabile, il quarto pianeta viene privato della allure che lo ha accompagnato in un tutt’altro che brillante passato cinematografico, attraverso l’espediente di ipotetiche civiltà pre-terrestri (Mission to Mars) o alieni belligeranti (La guerra dei mondi). E presentato per ciò che è, un gigantesco e suggestivo ostacolo alla vita. Solo con la forza dello humour da middle-class americana di Damon-Watney e con il pragmatismo della Nasa (collaboratrice e sponsor del film) il racconto regge per la sua lunga durata, avvince e infine porta all’immedesimazione con il protagonista. E pur trattandosi questi, ancora una volta, di un Matt Damon da salvare (Salvate il soldato Ryan) per il bene dell’America e del mondo, lo script spinge il minimo indispensabile sul pedale di un enfatico patriottismo; scegliendo anzi, con un’inattesa svolta narrativa, di ridimensionare il ruolo statunitense di superpotenza infallibile. Il futuro non è mai parso più verosimile di così, divaricando ulteriormente le due storiche branche della fantascienza: da un lato una space opera sempre più assetata di effetti speciali e meraviglie, dall’altro la controparte pseudo-scientifica, con i piedi ben piantati per terra, nonostante gli occhi osservino il cielo. Con buona pace di chi cerca una sua personale terza via, come il Nolan di Interstellar. Resta da domandarsi, visto il palesato intento di promozione a un rilancio dei viaggi aerospaziali della Nasa, se si tratti di uno spot centrato o controproducente. Proprio in virtù della stretta aderenza ai fatti di The Martian, infatti, Marte come meta non è mai parsa meno allettante di così. Omini verdi malvagi con i laser compresi. 

The Martian (2015) on IMDb

Questa collana di 15 numeri, denominata “Top nuova serie”, pubblica alternativamente due serie western: Coyote, disegnata da Pietro Gamba, e Lupo Bianco, disegnata da Ivo Pavone

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Un film di Mario Camerini. Con Kirk Douglas, Silvana Mangano, Anthony Quinn, Rossana Podestà, Jacques Dumesnil. Avventura, durata 103′ min. – Italia 1954. MYMONETRO Ulisse * * 1/2 - - valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Mentre a Itaca Penelope (Mangano) tiene a bada i Proci, attendendo col figlio Telemaco (Interlenghi) il ritorno del marito, Ulisse (Douglas) si sveglia sulla spiaggia dell’isola dei Feaci, incontra Nausicaa (Podestà) e, ritrovata la memoria, rievoca le sue peripezie (Polifemo; le Sirene; la maga Circe). Con una nave messa a sua disposizione dal re Alcinoo (Dumesnil) riparte, approda a Itaca e liquida i Proci con una strage. Dall’Odissea (sec. VIII-VII circa a.C.) di Omero, il film italiano più costoso del dopoguerra, prodotto da Ponti-De Laurentiis per la Lux, con 7 firme (tra cui quelle di F. Brusati, Ennio De Concini, Ben Hecht, Irwin Shaw) in una sceneggiatura abilmente strutturata in flashback con qualche idea notevole (la stessa interprete _ S. Mangano _ per Penelope-Circe; il canto delle sirene con le voci camuffate di Penelope e Telemaco) e ottimi effetti speciali di Eugen Shüfftan.La fotografia è di Harold Rosson. Modellato sulla misura del suo interprete hollywoodiano, l’eroe è atletico e scattante, sprezzante di ogni superstizione, avido di conoscenza, diviso tra la curiosità del mondo e il bisogno di sicurezza, di famiglia. Altri film dal poema omerico: L’Odissea (1911) di Francesco Bertolini e Adolfo Padoan (1925 metri); Odissea (1968), sceneggiato TV in 8 puntate di Franco Rossi, protagonista Bekim Fehmiu. Ne fu fatta un’edizione cinematografica di 106 minuti: Le avventure di Ulisse.

Ulysses (1954) on IMDb

The Sixth Sense - Il sesto senso - Film (1999) - MYmovies.itIl sesto senso è un film di M. Night Shyamalan del 1999, con Bruce Willis, Haley Joel Osment, Toni Collette, Olivia Williams, Mischa Barton, Donnie Wahlberg, Peter Anthony Tambakis, Jeffrey Zubernis. Prodotto in USA. Durata: 107 minuti.

Un ragazzo afferma di sentire e parlare con i morti, sarà Malcom, uno psicologo per bambini, ad occuparsi di lui.
 The Sixth Sense - Il sesto senso
(1999) on IMDb

Il Grinta - Film (1969)Un film di Henry Hathaway. Con John Wayne, Glen Campbell, Kim Darby, Jeremy Slate, Robert Duvall. Titolo originale True Grit. Western, durata 128′ min. – USA 1969. MYMONETRO Il grinta * * 1/2 - - valutazione media: 2,94 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Vecchio sceriffo monocolo è assoldato da giovane proprietaria per catturare l’assassinio del padre. Dal romanzo Un vero uomo per Mattie Ross di Charles Portis, un western consueto in funzione del gigionismo di Wayne che, infatti, ebbe un Oscar. Verboso, godibile quando schiaccia il pedale al grottesco. “Lo sceriffo che ammazza senza preavviso stabilisce una continuità storica tra la bandiera nera di Quantrell e i berretti verdi nel Vietnam” (T. Kezich). Idealmente seguito da Torna il Grinta. Il personaggio del guercio Rooster Cogburn fu ripreso da Warren Oates in un film TV del 1978. Rifatto nel 2010 dai fratelli Coen.

True Grit (1969) on IMDb
Locandina italiana Il grinta

Un film di Ethan Coen, Joel Coen. Con Jeff Bridges, Matt Damon, Josh Brolin, Hailee Steinfeld, Barry Pepper. Titolo originale True Grit. Western, Ratings: Kids+16, durata 110 min. – USA 2010. – Universal Pictures uscita venerdì 18 febbraio 2011. MYMONETRO Il grinta * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su 139 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Mattie Ross è una quattordicenne fermamente intenzionata a portare dinanzi al giudice, perché venga condannato alla pena capitale, Tom Chaney l’uomo che ha brutalmente assassinato suo padre. Per far ciò ingaggia lo sceriffo Rooster Cogburn non più giovane e alcolizzato ma ritenuto da tutti un uomo duro. Cogburn non vuole la ragazzina tra i piedi ma lei gli si impone. Così come, in un certo qual modo, gli verrà imposta la presenza del ranger texano LaBoeuf. I tre si mettono sulle tracce di Chaney che, nel frattempo, si è unito a una pericolosa banda.
“I malvagi fuggono quando nessuno li insegue”. Con questo passo dal Libro dei Proverbi si apre il film che rappresenta l’ennesima sfida dei Coen. Questa volta i due registi decidono di confrontarsi al contempo con un genere che hanno (seppure a modo loro) già esplorato (il western) e con un’icona del cinema di nome John Wayne. Non era un’impresa facile realizzare un remake del film di Henry Hathaway che fece vincere l’Oscar al suo protagonista. Ma, come sempre, i Coen riescono a costruire un’opera totalmente personale pur rispettando (più dell’originale) lo spirito del romanzo di Charles Portis a cui la sceneggiatura si ispira.
Già la citazione biblica ne è un segno. Mattie è spinta a cercare giustizia da un carattere assolutamente determinato e lontano dall’iconografia della donna del West (Calamity Jane, Vienna/Joan Crawford e pochi altri esempi a parte) ma anche da un fondamentalismo che ha radici religiose. I Coen eliminano visivamente il prologo proponendo la vicenda come un flashback della memoria della donna Mattie. Una donna divenuta troppo precocemente tale perché nata in un mondo in cui dominano l’ignoranza (“Mia madre sa a malapena fare lo spelling della parola cat”) e la morte.
È un film sul distacco, sulla perdita, sulla separazione Il Grinta. Mattie non bacerà il cadavere del padre (per quanto sollecitata) ma assisterà all’impiccagione di tre condannati due dei quali potranno esprimere il loro pentimento o la loro rabbia. Il terzo non potrà farlo: è un nativo pellerossa. La stessa Mattie però dormirà nella stanza mortuaria accanto ai cadaveri degli impiccati. Da quel momento avrà inizio un lungo percorso in cui Rooster Cogburn, detto Il Grinta, sarà una sorta di disincantato ma al contempo dolente Virgilio pronto a raccontare di sé e del suo confronto quotidiano con una morte inferta o subita. Mattie lo vedrà per la prima volta non mentre arriva in città con i malfattori catturati (come nel film del 1969) ma emergere progressivamente alla visione mentre in tribunale gli viene chiesto conto degli omicidi (a favore della Legge certo ma sempre omicidi) compiuti. Jeff Bridges è perfetto nel rendere quasi tangibile questa figura di uomo della frontiera cinematograficamente in bilico tra la classicità e lo spaghetti-western.
Si lascia The Duke Wayne alle spalle e affronta un viaggio in un genere destinato a proporre, incontro dopo incontro e scontro dopo scontro, una riflessione su un modo di concepire il confronto sociale non poi troppo distante da quello in atto in questi nostri difficili tempi. Perché, non dimentichiamolo, anche il più apparentemente astratto film dei Coen morde sempre (e con grande lucidità) sul presente.

True Grit (2010) on IMDb

Edit 4 Agosto 2024: sostituita versione 480p solo ita con ottima 1080p ita/eng

Regia di Sharunas Bartas. Un film con Sharunas BartasLora KmieliauskaiteIna Marija BartaitéEdvinas GoldsteinasGiedrus Nakas. Genere Drammatico – LituaniaFrancia2015durata 102 minuti.

Siamo in estate. Un uomo, la sua nuova moglie e la figlia arrivano nella loro casa di campagna per trascorrere un week-end. Nonostante l’uomo e sua moglie si amino, il loro rapporto è sempre più teso e ormai sull’orlo del collasso. La figlia, stanca della situazione, stringe amicizia con un ragazzo. I due si trovano a passeggiare insieme, nuotare nel lago, chiacchierare del più e del meno. Un giorno, il ragazzo ruba un fucile e dà inizio a una grande caccia.

Il cinema di Sharunas Bartas, regista lituano, è un cinema lentissimo, poco parlato, introspettivo. Cinema che non racconta, ma contempla. Può quindi facilmente annoiare, se non si è predisposti a mettersi davanti alle immagini con pazienza e senso dell’attesa. Qui la vicenda, che pur finisce in tragedia, è quasi impalpabile, quasi trasparente.

 Peace to Us in Our Dreams
(2015) on IMDb

Regia di Arnaud Desplechin. Un film Da vedere 2017 con Mathieu AmalricMarion CotillardCharlotte GainsbourgLouis GarrelAlba RohrwacherCast completo Titolo originale: Les fantomes d’Ismaël. Genere Drammatico – Francia2017durata 110 minuti. Uscita cinema mercoledì 25 aprile 2018 distribuito da Europictures. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: – MYmoro 2,94 su 13 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Ismaël Vuillard, regista febbrile, scrive di notte per ricacciare gli incubi. Legato sentimentalmente a Sylvia, astrofisica con la testa tra le stelle, ha perso Carlotta, la giovane consorte inghiottita vent’anni prima dal nulla. Da allora si prende cura di Henri Bloom, autore cinematografico, mentore e padre inconsolabile di Carlotta, che una mattina d’estate ritorna dall’aldilà. Fantasma tangibile, la sua morte non è mai stata accertata, rientra da una fuga ostinata e da un soggiorno in India, dove si è risposata e dove è rimasta vedova. Di nuovo sola nel mondo, ripara nella sua vecchia vita e tra le braccia di Ismaël, sopraffatto dalle emozioni e dallo sconcerto. Il fantasma di Carlotta lo appressa e finisce per frangere i suoi sentimenti e la sua produzione artistica.

Ismael's Ghosts (2017) on IMDb

Regia di Eugène Green. Un film con Fabrizio RongioneChristelle ProtLudovico SuccioArianna Nastro, Hervé Compagne, Sabine Ponte, Gilles Tonnelé, Nathalie Chazeau, Irene Fittabile, Michele Franco. Genere Drammatico, – FranciaItalia2014durata 105 minuti. Uscita cinema lunedì 24 novembre 2014 distribuito da La Sarraz Pictures. – MYmonetro 2,88 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Alexandre Schmidt è un architetto di fama internazionale, sfiduciato verso la sua professione e incapace di comunicare con la moglie e psicologa Aliénor. L’incontro a Stresa della coppia con i giovani Gerardo e Lavinia, fratello e sorella, porterà a un ripensamento delle loro vite e a una nuova iniezione di fiducia.
C’è ancora qualcuno che crede al potere salvifico o terapeutico del cinema, c’è ancora qualcuno che crede nel ruolo prioritario e pedagogico del cinema. Qualcuno come Eugène Green, che appartiene alla schiatta dei Rossellini e dei de Oliveira, che professa un cinema che non si vergogna della sua antistoricità, palesandone invece l’assoluta contemporaneità attraverso insegnamenti e suggerimenti ispirati che non conoscono età. O per meglio dire illuminazioni, visto il ruolo che la luce riveste nell’ultimo lavoro di Green, in cui è centrale quanto lo è nel cinema stesso.
La lezione può essere appresa dal maestro e insegnata dall’allievo, in un ribaltamento di ruoli degno di un dialogo socratico sulle mancanze del razionalismo esasperato e sull’imprevedibilità del talento, quando questo è guidato dalla spiritualità. Alexandre e Gerardo come Bernini e Borromini, depositari di stili architettonici antitetici come le loro interpretazioni dell’esistenza, protagonisti di un susseguirsi di opposti che genera la più insperata delle osmosi creative. Una lectio moralis che Eugène Green conduce ricorrendo alle tecniche care al suo cinema: piani fissi, gesti ieratici, primissimi piani con attori che parlano rivolgendosi alla camera, inquadrature pittoriche (tra cui spicca il trittico dei severi esaminatori del progetto di Alexandre).
Per poi lasciarsi andare all’esame accurato delle architetture del Borromini, alla sua ascesa inarrestabile verso l’assoluto, in cui trascinare lo spettatore più attento e complice dell’operazione in atto. Un percorso verso la sapienza, inesorabilmente e inevitabilmente guidato dall’amore, che restituisce speranza in un’idea di cinema che non teme l’anacronismo e che rivendica la sua atemporalità.

La Sapienza (2014) on IMDb
CINEMA-manifesto I CUGINI blain, brialy, mayniel, CHABROL | eBay

Un film di Claude Chabrol. Con Jean-Claude BrialyJuliette MaynielGérard BlainStéphane Audran Titolo originale Les cousinsDrammaticob/n durata 110 min. – Francia 1958.MYMONETRO I cugini * * 1/2 - - valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Charles e Paul sono cugini, ma di indole diversissima. Quanto il primo è serio tanto l’altro è frivolo. Costretti a vivere insieme e a frequentare la stessa gente, le diversità del loro carattere si manifestano ancor più chiaramente. Tra l’altro Paul, estroverso e simpatico, passa di conquista in conquista, mentre il cugino timido e maldestro è continuamente frustrato. Nell’ambito degli studi dovrebbe essere Charles ad avere la meglio e invece viene bocciato mentre il cugino terribile, giocando sulla sua sicurezza, è promosso. Charles allora, in preda alla disperazione, cerca di uccidere il rivale, ma naturalmente è lui ad avere la peggio.

The Cousins (1959) on IMDb