Archive for Agosto, 2024


Locandina italiana Paura e delirio a Las Vegas

Un film di Terry Gilliam. Con Johnny Depp, Benicio Del Toro, Tobey Maguire, Ellen Barkin, Gary Busey. Titolo originale Fear and Loathing in Las Vegas. Grottesco, durata 115 min. – USA 1998. MYMONETRO Paura e delirio a Las Vegas * * * 1/2 - valutazione media: 3,52 su 67 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Gilliam, un regista la cui creatività è incontenibile sin dallo straordinario film d’esordio Brazil, questa volta è fedele al libro di hunter S. Thompson a cui si ispira. Le avventure di Gonzo e Duke a Las Vegas rischiano di essere allucinate quanto quelle del Barone di Munchausen. Solo che qui lo sfondo è vero. In un’America sempre più consumista che del ’68 ha conservato solo gli aspetti più deleteri. Film ‘acido’ in tutti i sensi

Fear and Loathing in Las Vegas (1998) on IMDb

Mobile Suit Gundam Thunderbolt : Bandit Flower

 (Kidō Senshi Gandamu Sandāboruto Banditto Furawā ) è un film anime del 2017 creato da Sunrise. È una raccolta di lungometraggi della seconda stagione di
 Mobile Suit Gundam Thunderbolt ONA. Il film è stato presentato in anteprima contemporaneamente in Giappone e negli Stati Uniti il ​​18 novembre 2017

In seguito ai tragici eventi del Settore Thunderbolt, il conflitto tra le forze della Federazione legate alla Confraternita di Moore e le forze residue di Zeon della Divisione Living Dead, si sposta sulla Terra. Le forze sono ostili tra loro, ma una terza fazione trama nell’ombra: l’Alleanza dei Mari del Sud, un gruppo religioso che

Mobile Suit Gundam Thunderbolt: Bandit Flower (2017) on IMDb
Risultati immagini per Voltron: Defender of the Universe

Voltron (Voltron: Defender of the Universe) è una serie televisiva d’animazione realizzata negli Stati Uniti dalla World Events Production nel 1983 montando insieme due diverse serie di anime televisivi giapponesi del tutto indipendenti tra loro: Golion e Armored Fleet Dairugger XV, entrambe prodotte dalla Toei Animation rispettivamente nel 1981 e nel 1982.
Nel 1998 è stato realizzato un seguito in computer grafica (Voltron: The Third Dimension), mentre nel 2016 la Dreamworks ha prodotto un remake dal titolo Voltron: Legendary Defender.

La trama è incentrata sulle imprese di cinque terrestri che vengono a trovarsi in prima linea per difendere la pace interplanetaria dalle mire di conquista di una potente razza aliena belligerante. I cinque vengono chiamati a pilotare cinque grandi leoni robot che sono in grado di assemblarsi in un enorme robot chiamato Voltron. Nella seconda stagione i leoni vengono sostituiti dai quindici mezzi di Dairugger XV.

Voltron: Defender of the Universe (1984) on IMDb
Risultati immagini per Voltron: Legendary Defender.

Voltron: Legendary Defender è una serie televisiva statunitense animata in computer grafica prodotta nel 2016 dalla DreamWorks Animation Television e diffusa da Netflix; è ispirata alla serie di montaggio americana Voltron degli anni ottanta, ricavata dall’assemblaggio di scene di varie serie animate giapponesi, fra cui Golion. In Italia il 28 agosto 2017 sono stati trasmessi 3 episodi in anteprima su K2 e la trasmissione della serie completa è iniziata l’11 settembre sempre sullo stesso canale.

Per millenni, l’Impero Galra ha afflitto l’universo distruggendo civiltà e schiavizzando varie razze. L’unica minaccia conosciuta abbastanza forte contro il potere e i piani dell’impero è il leggendario Voltron, un guerriero robot di 100 metri di altezza composto da cinque leoni, i piloti dei quali sono noti come i Paladini. Al punto cruciale della guerra che si concluse con la distruzione del pianeta Altea, Voltron fu separato nei cinque leoni da re Alfor di Altea per impedire che cadesse in possesso del potente e malvagio imperatore Zarkon, capo dei Galra. Re Alfor legò le energie dei leoni alla forza vitale di sua figlia Allura e li mandò attraverso l’universo in luoghi diversi, in attesa del momento in cui una nuova generazione di Paladini sarebbe apparsa e avrebbe guidato Voltron. La principessa Allura, il suo consigliere reale Coran e il castello Alteano dei leoni furono nascosti sul pianeta Arus insieme al Leone Nero. Nel presente, il percorso di conquista dell’Impero Galra e la ricerca di Voltron li ha condotti al sistema solare della Terra. Un gruppo di piloti spaziali – Shiro, Keith, Lance, Pidge e Hunk – scoprono il Leone Blu e vengono subito trascinati nella Guerra dei Galra. Incontrando la Principessa Allura, diventano i nuovi Paladini e riuniscono i cinque leoni per formare Voltron, iniziando la loro lotta per liberare l’universo dall’Impero Galra.

Voltron: Legendary Defender (2016) on IMDb

Regia di Roger Corman. Un film con Leo GordonJeanne CooperWilliam ShatnerRobert EmhardtFrank MaxwellBeverly Lunsford. Genere Drammatico – USA1962durata 80 minuti. – MYmonetro 2,50 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

L’approvazione della legge antirazziale negli Stati Uniti inasprisce così il fanatismo di un tale che convince una ragazza ad accusare un nero di averla assalita. 

The Intruder (1962) on IMDb

Regia di Frank Marshall. Un film con Harley Jane KozakJeff DanielsJohn GoodmanJulian SandsStuart PankinBrian McNamaraCast completo Titolo originale: Arachnophobia. Genere Fantascienza – USA1990durata 110 minuti. – MYmonetro 3,04 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un buon film ricco di tensione e raccapricciante, specie per chi non ama i ragni. Alla sceneggiatura c’è anche Don Jakoby, autore tra l’altro di Alien. Ovviamente il primo paragone che viene alla mente è con Gli uccelli del grande Hitchcock. La cittadina provinciale Canaima ha il piacere di ospitare un terribile esemplare di ragno venezuelano. Eccolo quindi, come i topi del Nosferatu di Murnau giunti in nave, costruire il proprio nido e procreare. Il protagonista, un medico appena giunto in città, dovrà lottare per distruggere gli esemplari e salvare la propria famiglia. Anche se sotto il sole non c’è nulla di nuovo, il materiale è efficace.

Arachnophobia (1990) on IMDb
Risultati immagini per Jeeg contro i Mostri Roccia

Ragazzi, durata 80 min. – Giappone 1979.

Lungometraggio d’animazione creato per le sale cinematografiche italiane assemblando i migliori episodi della serie televisiva Jeeg Robot d’acciaio.

Jeeg il robot d'acciaio contro i mostri di roccia!: La più grande vittoria di Jeeg Robot (1979) on IMDb

Regia di Shuji Terayama. Un film con Isabelle IlliersKlaus KinskiArielle DombaslePîtâSayoko Yamaguchi. Genere Drammatico – FranciaGiappone1981durata 83 minuti. – MYmonetro 2,42 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Sir Stephen accompagna la giovane e bella O in un bordello cinese dove la ragazza è disposta a concedersi a qualsiasi esperienza per amore del suo non giovanissimo amante. Stephen possiede anche un casinò a Shangai dove deve vedersela con i primi segnali di ribellioni alla dominazione straniera. Mentre lui ha un’altra donna e va a spiare O mentre si accoppia con i rozzi clienti che chiedono di lei, un ragazzo se ne innamora perdutamente. O ricambia e la gelosia di Sir Stephen esplode.
Correva l’anno 1981 e Klaus Kinski non si accontentava di essere il protagonista di Buddy Buddy di Billy Wilder ma si prestava per un film di serie z come Venom ed affrontava il seguito di Histoire d’O affidandosi a un regista capace di andare al di là della pura e semplice esibizione di coiti (superando talvolta bil confine tra l’erotico e l’hard) come Terayama.
Alle loro spalle c’era un produttore straordinario come Anatole Dauman che aveva nel suo carnet film come Notte e nebbia di Alain Resnais e L’impero dei sensi.

 Les fruits de la passion
(1981) on IMDb
NOUVELLE VAGUE - Spietati - Recensioni e Novità sui Film

Un film di Jean-Luc Godard. Con Alain DelonDomiziana GiordanoChristophe OdentJacques DacqmineMaria Pitarresi. continua» Drammaticodurata 100 min. – Francia 1990.

Ogni opera di Godard viene sempre attesa dai critici come momento di sfogo per parlarne male e chiudere il discorso inneggiando al tradimento della Nouvelle Vague. Così il regista francese ha deciso di attribuire a questa pellicola quell’etichetta pesante e se vogliamo posticcia. Una giovane donna molto ricca è nei pressi del lago di Ginevra, quando incontra un uomo in abiti dimessi e in fase depressiva. Lo fa entrare nel suo ambiente, ma non riesce ad animarlo. Lascerà che affoghi per poi rivederlo apparire molto diverso. Si tratta di resurezione? Godard fa riferimento all’Antico e al Nuovo Testamento, ma non è tutto. La cosa migliore è lasciarsi andare e vedere il film cercando di percepire le decine di citazioni sparse nel calderone di questo “ragazzo selvaggio” che non vuole decidersi a crescere.

Nouvelle Vagueundefined on IMDb
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Un film di Elia Kazan. Con Deborah Kerr, Faye Dunaway, Kirk Douglas, Hume Cronyn. Titolo originale The Arrangement. Drammatico, durata 127′ min. – USA 1969. MYMONETRO Il compromesso * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dopo un mancato suicidio un ricco pubblicitario passa la convalescenza a fare un bilancio della propria vita. Diseguale e discontinuo, come il folto romanzo dello stesso E. Kazan da cui deriva, ha il torto di essere un arrangement tra intellettuale e popolare, tra impegno critico e prodotto di campagna. È, specialmente nella prima parte, un film carico di quell’energia che fa di Kazan un regista del desiderio e dello slancio vitale. Lo splendore della fotografia, la direzione degli attori, la varietà del registro narrativo ne fanno un film da rivisitare.

The Arrangement (1969) on IMDb
Risultati immagini per 1941 Allarme a Hollywood

Un film di Steven Spielberg. Con Dan Aykroyd, Ned Beatty, Christopher Lee, Toshiro Mifune, John Belushi. Titolo originale 1941. Comico, durata 118′ min. – USA 1979. MYMONETRO 1941 Allarme a Hollywood * * * - - valutazione media: 3,43 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Pochi giorni dopo l’attacco a Pearl Harbor, sulle coste della California infuria la psicosi dell’invasione. È il 13 dicembre 1941. Al largo c’è un sommergibile giapponese. In cielo sfreccia un aviatore pazzo. Il 1° fiasco nella carriera di Spielberg. Fantastoria col piede sull’acceleratore, ma spesso il motore s’imballa. Qua e là geniale, sempre eccessivo. Molte risate e il merito è della squadra degli effetti speciali. Scritto da Bob Gale e Robert Zemeckis, i futuri autori di Ritorno al futuro (1985), doveva essere diretto da John Milius. Su DVD ne esiste una versione più lunga di 26 minuti. Il portaordini in motocicletta è il regista John Landis, in una rara apparizione senza barba.

1941 (1979) on IMDb

Un film di Ingmar Bergman. Con Erland Josephson, Liv Ullmann, Gunnar Björnstrand, Kari Sylwan, Sven Lindberg. Titolo originale Ansikte mot ansikte. Drammatico, durata 135′ min. – Svezia 1976. MYMONETRO L’immagine allo specchio * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Rimasta sola (il marito è in viaggio, la figlia in campeggio) e senza casa (quella nuova non è pronta), la psichiatra Jenny va a stare dai nonni. Abitato da ricordi, sogni, incubi, allucinazioni, il soggiorno fa emergere in lei la consapevolezza di essere una donna mutilata nei sentimenti, un'”inferma emotiva”. Sprofonda in una crisi di depressione e di angoscia, tenta il suicidio con i barbiturici. La conclusione è o sembra positiva: torna al lavoro, la vita riprende. Fino a quando? Atroce, straziante, bellissimo ritratto di donna che non ha mai veramente amato perché non è mai stata amata. A differenza di Scene da un matrimonio (1973), pure girato per la TV, c’è un’importante componente onirica. Qualche passaggio didattico, ma anche momenti di struggente tenerezza. Purtroppo, dopo una prima parte compatta e coerente (fino al tentato suicidio), il racconto si sfilaccia. Grande interpretazione della Ullman, doppiata benissimo da Vittoria Febbi. Nell’edizione TV questo 36° film di Bergman dura 200 minuti, divisi in 4 parti.

Locandina Agonia sui ghiacci

Un film di D.W. Griffith. Con Lowell ShermanRichard BarthelmessLillian Gish Titolo originale Way Down EastDrammaticob/n durata 148′ min. – USA 1920.

Way Down East si situa nella duplice linea di tendenza delle opere griffithiane dei tardi anni Dieci. Come True Heart Susie e A Romance of Happy Valley, è una nostalgica storia di vita rurale pre-conflitto mondiale, “una storia semplice di gente comune”. Anche Tol’able David ha pressappoco la stessa matrice; Griffith comprò i diritti della storia di Joseph Hergesheimer durante le riprese di Way Down East, rivendendoli in seguito al protagonista di Way Down East, Richard Barthelmess, per un film che verrà realizzato da Henry King nel 1921. Way Down East è il primo dei due estremamente popolari, e pertanto molto costosi, lavori teatrali di cui Griffith si assicurò i diritti cinematografici nel 1920. Romance, un dramma dell’americano Edward Sheldon, era andato in scena per la prima volta nel 1913, ma aveva riscosso un grande successo solo in Inghilterra, con Doris Keane e Basil Sydney nei ruoli principali. Il contratto Griffith/Keane, che Richard Schickel ha definito “senza precedenti per l’epoca”, stabiliva un pagamento anticipato di 150.000 dollari più una partecipazione agli utili. Way Down East si rivelò perfino più costoso, giacché Griffith dovette sborsare 175.000 dollari al produttore William Brady, oltre a dover pagare i diritti d’autore della storia originale alla scrittrice Lottie Blair Parker e a Joseph Grismer, il quale aveva riadattato per Brady il copione di Parker e scritto un romanzo ispirato alla stessa pièce. Il film tratto da Romance, e diretto dall’assistente di Griffith Chet Withey, si rivelò un fiasco, mentre Way Down East ebbe un successo enorme, tanto da ispirare a Griffith un terzo adattamento da un testo teatrale nel 1921, ovvero Orphans of the Storm, basato sul dramma The Two Orphans di Adolphe d’Ennery e Eugène Cormon (1874).

All’epoca della realizzazione di Way Down East Griffith era pesantemente indebitato, sia per la costruzione del nuovo studio di Mamaroneck, situato in una tenuta di campagna affacciata sul Long Island Sound, sia per i soldi che gli erano stati anticipati dalla United Artists per acquistare i diritti di Romance e per coprirne i costi di produzione. In aggiunta, Way Down East, che pure non prevedeva set molto elaborati o folle di comparse, si rivelò molto più costoso del previsto. Richard Schickel sostiene che l’équipe e lo studio di Griffith rimasero impegnati nella lavorazione per sei mesi, un tempo molto più lungo rispetto ai suoi standard abituali, con la troupe ferma ad aspettare le condizioni atmosferiche indispensabili per poter girare la tempesta di neve e le scene sul ghiaccio. I grandi debiti contratti da Griffith crearono una notevole tensione con la United Artists al momento della distribuzione di Way Down East. Griffith voleva garantirsi la parte del leone sui proventi del film distribuendolo per proprio conto, in sale selezionate e a prezzo maggiorato, prima di farlo uscire nei normali circuiti sotto l’egida della United Artists. Ma la nuova società, che aveva anch’essa un enorme bisogno di denaro liquido e di nuovo prodotto (Chaplin non aveva ancora distribuito un solo film) fece pressione su Griffith per avere il film, e a un dato momento della discussione sui diritti di distribuzione, Griffith, Pickford, Fairbanks e Chaplin sembrarono molto vicini a una rottura. La frattura venne ricomposta, anche se, come fa osservare Richard Schenkel, né la società di produzione di Griffith, la D.W. Griffith Corporation, né la United Artists risolsero mai in modo definitivo il problema del finanziamento dei suoi film. Griffith era costretto a ipotecare gran parte dei potenziali introiti di un film semplicemente per poterlo realizzare, pertanto non era mai nelle condizioni di usare i proventi di una produzione per finanziarne un’altra. I favolosi incassi di Way Down East lo sollevarono temporaneamente dai debiti, ma i modesti incassi dei film successivi, a partire da Orphans of the Storm, per non parlare delle imprese ancor meno fortunate, misero in seria crisi la sua società già a partire dal 1924. Way Down East ottenne un enorme successo popolare e raccolse quasi dappertutto una inusuale messe di critiche lusinghiere, ma, dalla stampa metropolitana in particolare, venne accolto con una certa condiscendenza per via del suo materiale originale. Questa attitudine è esemplificata nella lettera di congratulazioni scritta a Griffith dal commediografo e regista Winchell Smith (5 settembre 1920; nei Griffith Papers): “Uno di questi giorni la gente di teatro aprirà gli occhi su ciò che lei è riuscito a fare: trarre un grande spettacolo cinematografico dalla consunta trama di Way Down East – presentarlo in una normale sala teatrale – e uscirne vittorioso! Non è assolutamente fantastico?!”. Quasi tutti i principali giornali newyorchesi seguirono la stessa falsariga, ma forse, ancor prima di questi, è interessante citare l’editoriale apparso su un giornale dell’hinterland rurale, l’Evening World-Herald di Omaha, Nebraska (9 febbraio 1921; nei Griffith-Papers) che, senza tergiversare, arriva subito al punto: “David Wark Griffith non è semplicemente un abile uomo d’affari col pallino del cinema. È anche un raffinato uomo di cultura dagli alti ideali – un vero grande artista… E in questa “storia semplice di gente comune”, grazie al suo elevato magistero d’arte, ci ha mostrato come il cinema possa essere usato non solo per divertire ma anche ponendosi al servizio del pubblico. Griffith ha saputo combinare verità e bellezza, restituendo all’arte il suo positivo e nobile ruolo di ancella della semplice bontà”. Al contrario, la stampa di categoria newyorchese sembrava quasi dispiaciuta di non poter separare il film dal testo teatrale d’origine, che spesso definiva un puro e semplice “melodramma”. Variety (10 settembre 1920) sommamente entusiasta del film (“sarebbe un sacrilegio tagliarne un solo fotogramma”), riconobbe a Griffith il merito di aver saputo trasformare un vecchio cavallo di battaglia: “‘D.W.’ ha preso un semplice, elementare, antiquato melodramma bucolico “distillandone” 12 rulli di avvincente spettacolo”. Wid’s Daily (12 settembre 1920), che definì il film “il più grande successo di cassetta di tutti i tempi”, fu più rispettoso nei confronti del dramma originale, ritenuto un ottimo prodotto commerciale e un probabile richiamo per il pubblico, ma non poté esimersi dal notare che l’originale “non aveva mai raggiunto la forma possente e compiutamente artistica del film di Griffith”. Frederik James Smith (“The Celluloid Critic”, in Motion Picture Classic, novembre 1920) prediceva anche lui un buon successo commerciale al film, definendolo “il più grande di Griffith dai tempi dell’epico The Birh of a Nation”. Ma, pur approvando la morale del testo originale, aggiungeva: “Naturalmente, ciò non implica che ‘Way Down East’ sia da ritenere un’opera di pregevole valore letterario o drammaturgico. Era infatti un melodramma dai dialoghi terribili e di ancor più malaccorta costruzione. Però il messaggio e l’ambientazione erano validi”. I critici accademici, pur riservando lodi pressoché unanimi alla sua versione cinematografica, furono perfino più veementi nel ricusare il dramma originale. Nel 1918, George Jean Nathan aveva compilato una lista di drammi popolari che considerava “spregevoli banalità”. La lista di Nathan, oltre a Tosca, East Lynne, Camille e The Old Homestead, includeva anche The Two Orphans e Way Down East.Per molti critici, la storia che Griffith aveva scelto di raccontare inficiava tout-court anche il suo adattamento per il cinema. Riconoscevano al film un certo fascino, in particolare alla scena del salvataggio in extremis sul ghiaccio, ma non riuscivano comunque a prenderlo sul serio. In un articolo apparso senza firma sul New York Times (“The Screen”, 4 settembre 1920), Alexander Woolcott motteggiava: “Anna Moore, la maltrattata eroina di ‘Way Down East’, è stata nuovamente gettata in balia della bufera di neve la notte scorsa, anche se la poverina non era mai stata scaraventata in una tempesta simile a partire da quel primo fatidico giorno di quasi 25 anni fa in cui Lottie Blair Parker aveva decretato la sua maledizione. Si trattava infatti della versione cinematografica del vecchio dramma romantico ambientato nel New England, e gli spettatori che sedevano rapiti nella sala del Forty-fourth Street Theater seguendone i primi sviluppi finalmente capivano perché D.W. Griffith l’aveva scelto per un film. Non per la sua notorietà, né per la sua eroina. E neanche per i maltrattamenti che questa subisce. Solo per la tempesta di neve”. – Lea Jacobs [D.W. Griffith Project # 598]

Way Down East (1920) on IMDb

Regia di Claude Chabrol. Un film Da vedere 1988 con Isabelle HuppertFrançois CluzetMarie TrintignantLouis DucreuxCaroline Berg.Cast completo Titolo originale: Une affaire de femmes. Genere Drammatico – Francia1988durata 105 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 6 recensioni.


La storia di Marie Latour che nel 1943 venne condannata a morte e ghigliottinata. Marie procurava aborti (la chiamarono la “fabbricante di angeli”). Perché lo faceva? Per mantenere agiata la famiglia (il marito era tornato dalla guerra invalido). Uno Chabrol d’annata con la Isabelle Huppert più brava che si sia mai vista, in una parte che trent’anni fa sarebbe andata a Jeanne Moreau

Story of Women (1988) on IMDb
Risultati immagini per La Carica dei 600

Un film di Michael Curtiz. Con Olivia De Havilland, Errol Flynn, Patric Knowles, Henry Stephenson, Nigel Bruce. Titolo originale The Charge of the Light Brigade. Avventura, b/n durata 116′ min. – USA 1936. MYMONETRO La carica dei 600 * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Avvenne vicino a Sebastopoli il 24 ottobre 1854: un reggimento di ussari inglesi fu massacrato “per il re e per la patria”. La guerra di Crimea e il massacro di Balaklava mistificati in chiave eroica, sulla scorta di un famoso poema di Alfred Tennyson, per la maggior gloria di E. Flynn superstar. Sceneggiatura di M. Jacoby, R. Leigh. Prodotto da Warner Bros. Sono passati più di 60 anni, eppure la carica è ancora molto eccitante. Episodio rievocato da Tony Richardson in I seicento di Balaklava (1968) in tono critico.

The Charge of the Light Brigade (1936) on IMDb
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Un film di James Bridges. Con Jane Fonda, Jack Lemmon, Michael Douglas, James Hampton, Scott Brady. Titolo originale The China Syndrome. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 130′ min. – USA 1979. MYMONETRO Sindrome cinese * * * - - valutazione media: 3,21 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Una grintosa telecronista (Fonda) e il suo cameraman (Douglas) sono testimoni di un guasto tecnico nella centrale nucleare di Harrisburg (California) che potrebbe provocare un’esplosione atomica. Le autorità vorrebbero insabbiare la notizia, ma un ingegnere (Lemmon) si sacrifica per la verità. Scritto dal regista con Mike Gray e T.A. Cook e prodotto da M. Douglas, è un efficace thriller con messaggio antinucleare incorporato, che da più parti (nordamericane) fu accusato di isteria, allarmismo, ma che si rivelò più realistico e profetico del previsto. Un premio a Cannes per Lemmon. Senza commento musicale.

The China Syndrome (1979) on IMDb
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Un film di John Ford. Con Dolores Del Rio, Richard Widmark, Carroll Baker, Karl Malden, Gilbert Roland. Titolo originale Cheyenne Autumn. Western, durata 154 min. – USA 1964. MYMONETRO Il grande sentiero * * * - - valutazione media: 3,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Epopea della tribù dei Cheyenne che, ingannati e abbandonati dai vincitori bianchi, iniziano una lunga e drammatica fuga verso il nord, cercando di sfuggire alla fame e di tornare liberi nella terra dei padri.

 Il grande sentiero
(1964) on IMDb
L75 LOCANDINA IL GIORNO DEL GRANDE MASSACRO TOM LAUGHLIN THE MASTER  GUNFIGHTER | eBay

Un film di Tom Laughlin. Con Barbara Carrera, Tom Laughlin, Ron O’Neal Titolo originale The Master Gunfighter. Western, durata 101 min. – USA 1975. MYMONETRO Il giorno del grande massacro * * - - - valutazione media: 2,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Siamo nella California semiselvaggia. Il figlio di un possidente terriero deruba un vascello americano e uccide un gruppo di indios che hanno assistito al fatto. Suo cognato, testimone volontariamente impassibile, si esilia in Messico; qualche tempo dopo però torna e impedisce una nuova rapina.

 Il giorno del grande massacro
(1975) on IMDb

Mobile Suit Gundam Hathaway oMobile Suit Gundam: Hathaway’s Flash ( 
Mobile Suit Gundam: Flash of Hathaway Kidō Senshi Gandamu Senkō no Hasawei ? )
 è un film d’animazione giapponese del 2021. Il film è un sequel ambientato dodici anni dopo gli eventi di
 Mobile Suit Gundam: Char’s Counterattack . Parte del
 progetto UC NexT 0100 , adatta il volume 1 della
 serie di romanzi Mobile Suit Gundam: Hathaway’s Flash

Dopo la ribellione di Char, Hathaway Noa guida l’insurrezione contro la federazione terrestre, ma l’incontro con il nemico e una donna misteriosa cambia il suo destino.

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Un film di Chan-wook Park. Con Song Kang-ho, Lee Bzung Heon, Lee Yeong-ae Titolo originale Gong Dong Kyung Bi Gu Yuk Jsa. Storico, durata 110 min. – Corea del sud 2000. MYMONETRO Joint Security Area * * 1/2 - - valutazione media: 2,50 su 2 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Il Nord e il Sud della Corea si incontrano lungo una striscia di terra che è denominata Joint Security Area. Un confine che, a dispetto del nome beffardo, non è affatto un simbolo di unione, ma un baratro a due sponde, su ognuna delle quali una Corea contempla e aspetta di veder sprofondare l’altra. C’è una riga di cemento a dividere gli avamposti dei due schieramenti dove le guardie trascorrono anni a fissarsi, senza mai interagire in alcun modo se non premendo il grilletto quando cede la tensione.
È proprio uno di questi episodi che deve indagare il maggiore donna Sophie E. Jean: un soldato del Sud si è introdotto in una baracca della zona Nord e ha ucciso un ufficiale e un soldato nemici. Un folle commando “a solo”, sembrerebbe, ma la realtà nasconde un segreto insospettabile.
JSA segna alla sua uscita (2000) il record di spesa per un film coreano, ma ripaga rapidamente tale sforzo divenendo il campione d’incassi di sempre del paese asiatico, e imponendosi come il film della svolta nell’industria cinematografica della Corea del Sud. Il segreto di questo successo è frutto della convergenza virtuosa di diversi fattori: un cast di stelle tutte in stato di grazia; una cura inedita per le ambientazioni e la scenografia; una regia consapevole e finalmente capace di osare.
Ma soprattutto è la vicenda narrata a conferire a JSA la statura di un vero e proprio classico. Park Chan-wook, autore e regista, scandaglia la tensione tra Nord e Sud nel profondo, oltre la politica, oltre la storia, oltre il macroscopico conflitto, fino al punto in cui l’odio preconfezionato tra due parti di uno stesso popolo è ancora a portata di sputo, e di sorriso. Un solco divide gli uomini sia l’uno dall’altro che all’interno di ognuno di essi, dove il nazionalismo esasperato stride, con violenza, contro un riconoscimento reciproco fatto di usanze in comune, di una stessa lingua, di una fratellanza negata.
Con JSA Park Chan-wook rappresenta il clichè della guerra insensata e rapidamente lo scardina, scattando una fotografia che ha l’aria di un souvenir da gita militare ma che a guardarla meglio nasconde vicende di drammatica umanità.

Joint Security Area (2000) on IMDb


I subita nella versione 1080p sono stati tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni.