Il ventenne Benjamin Braddock torna a casa dopo aver concluso gli studi, e nell’attesa di scoprire cosa vuole fare nella vita inizia una relazione con l’affascinate e matura signora Robinson. Quando conosce la figlia di lei, però, se ne innamora…
Un’astronave ritorna sulla Terra con un unico superstite che porta nel corpo un fungo che gli succhia il sangue. 1° dei 3 film prodotti dalla Hammer a basso costo (ma con una buona dose di intelligenza), ispirati a un popolare serial TV (1953) della BBC. Sceneggiato da Richard Landau con il regista. Fantascienza a misura d’uomo. Il migliore della serie è L’astronave degli esseri perduti . Seguito da I vampiri dello spazio (1957). Titolo USA: The Creeping Unknown .
La storia vera tratta dalle memorie di Mohamedou Ould Slahi, che fu arrestato nel 2002 in Mauritania perché sospettato di partecipazione agli attentati dell’11 settembre e trasferito a Guantanamo Bay. Sarà l’inizio di un’odissea spaventosa per Slahi, il quale senza prove e senza accuse verrà interrogato e torturato per anni nelle buie celle della base navale americana a Cuba. L’avvocato Nancy Hollander accetta di difenderlo in tribunale nonostante tutti lo diano per colpevole, mentre dalla parte dell’accusa il tenente colonnello Stuart Couch, in cerca di giustizia dopo aver perso un amico nell’attacco, viene incaricato di cercare una condanna esemplare.
Storia d’amore e di sfruttamento tra giovane sottoproletario omosessuale che ha vinto mezzo milione di marchi al lotto e il figlio di un piccolo industriale grafico sull’orlo del fallimento. Il secondo sfrutta il primo finché se ne sbarazza dopo averlo spremuto fino all’ultimo marco. Pur svolgendosi in un ambiente gay, l’omosessualità non è posta come un problema. Conta l’analisi dei temi di dominio, sfruttamento, espropriazione nella cornice di un melodramma raffreddato e lucido in cui Freud si concilia con Marx: un Sirk straniato alla Brecht. Uno dei film più politici di Fassbinder, e uno dei più riusciti. Il titolo originale corrisponde a “pugno di ferro della libertà”.
Un film di William Castle. Con Joan Crawford, John Ireland, Andi Garrett, Sarah Lane Titolo originale I Saw what You Did. Giallo, b/n durata 82′ min. – USA 1965. MYMONETRO Gli occhi degli altri valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Sole in casa, due ragazzine fanno scherzi telefonici dichiarando “so chi sei e cosa hai fatto”, ma trovano un vero uxoricida che ci crede. Tratto dal romanzo di Ursula Curtiss But of the dark è un discreto thriller, più sulla carta che nella realizzazione, nonostante la discreta interpretazione e la suspense.
A metà degli anni ’30 a New York, durante la veglia funebre, i fratelli Ray e Chez Tempio decidono di vendicare l’assassinio del più giovane Johnny. Più che un mafia movie, è una tragedia morale mimetizzata da film gangsteristico che fa irrompere il “sacro” (l’esistenza di Dio e quella del Male, l’etica cristiana, il libero arbitrio, la vendetta, il perdono, la carità) nei codici di un genere cinematografico. Scritto dal geniale Nicholas St. John, abituale collaboratore di Ferrara, e fotografato da Ken Kelsh su due tonalità dominanti (nero, verde), si conclude con una strage che l’avvicina ai massacri del teatro elisabettiano. Una delle novità del film che ha poco da spartire con quelli analoghi di Coppola e Scorsese, è il ruolo positivo, antagonistico e rivelatorio delle mogli. Passa attraverso loro la critica laica (o protestante?) al familismo amorale di fondo cattolico/mediterraneo che è alla radice del costume e della mentalità mafiosa. Straordinaria compagnia di attori. Coppa Volpi a Venezia per C. Penn.
Vittima nell’arco di un anno di tre violente e fulminee rapine prive di superstiti, l’azienda di trasporto contanti Vigilante è sull’orlo del fallimento. Alcuni parlano addirittura di complicità coi rapinatori all’interno dell’azienda. Un uomo, Alexandre Demarre, si presenta una mattina a Vigilante per cominciare il suo primo giorno. Disoccupato, poliziotto sotto copertura, rapinatore, cacciatore di teste di futuri acquirenti americani… chi è veramente quest’uomo e qual è il suo scopo?
OJ e Emerald Haywood, fratello e sorella, hanno ereditato un ranch ad Agua Dolce, non lontano da Hollywood, dopo la morte del padre Otis sr., avvenuta in circostanze difficili da spiegare scientificamente. L’attività di famiglia riguarda l’addestramento di cavalli selvaggi per l’industria del cinema, ma gli Haywood vantano origini ben più nobili e sostengono di discendere dal fantino bahamense immortalato da Eadweard Muybridge nella sequenza di fotografie del 1878, nota come la prima successione di immagini in movimento (in sostanza il primo film) mai girata. Mentre OJ cerca di vendere i propri cavalli a Jupiter, ex attore divenuto proprietario di un parco dei divertimenti western ad Agua Dolce, avvengono fatti sempre più strani e inspiegabili al ranch degli Haywood, tanto da far pensare a una presenza extraterrestre e ostile.
New England, 1630. Il rigido e bigotto William, che si difende fieramente sostenendo di aver solo praticato il verbo di Cristo, viene giudicato da una corte e allontanato dalla comunità assieme a sua moglie Katherine e ai loro cinque figli. I reietti si sistemano in una piccola fattoria solitaria ai confini di un fitto bosco. La figlia maggiore Thomasin ha dei dubbi, si sente peccatrice. Porta Sam, il fratellino neonato, a giocare vicino al bosco, ma il bambino le viene misteriosamente sottratto. Inoltre, il raccolto va male. Perciò William decide di cercare cibo nel bosco assieme al figlio Caleb, che, turbato dalla scomparsa del fratellino, si fa domande sul Bene e sul Male, sul peccato e su dove egli sia destinato, se Inferno o Paradiso.
Hrafnsey, X secolo d.C. In un regno del Nord Europa Amleth, figlio del re Aurvandil, assiste all’agguato in cui muore il padre per mano di suo fratello Fjölnir. L’usurpatore del trono prende in sposa Gudrun, la madre di Amleth, mentre il ragazzo riesce a fuggire e mettersi in salvo. Anni dopo, Amleth è cresciuto: diventato un berserker, guerriero implacabile e animalesco, conosce solo uno scopo per la sua vita: vendicare il padre, salvare la madre, uccidere lo zio.
Un ex poliziotto compie una rapina con tre banditi. Ognuno di essi non conosce l’altro, e poiché si sono serviti di un camion uguale a quello di un innocente, questi viene arrestato e poi rilasciato. Si improvvisa allora detective
Un film di Aleksandr Sokurov. Con Elena Rufanova, Leonid Mosgovoi, Leonid Sokol, Elena Spiridonova, Vladimir Bogdanov Storico, durata 103 min. – Russia 1999.
Storico e grottesco. Nell’eremo di Hitler in Baviera Eva Braun cerca di distrarre il suo amante-padrone dai tanti pensieri, siamo infatti nella primavera del ’42. Ma arrivano ospiti tutt’altro che rilassanti, Goebbels con sua moglie, e Borman. Tutta gente che si detesta. La riunione è sempre più tesa. Le caricature stilizzate dei tragici personaggi cercano persino di far sorridere ma riescono ad essere solo grottesche.
Il medico di una cittadina americana non esita a farsi passare per stregone in quanto spesso e volentieri cura i mali dei suoi pazienti con la psicologia piuttosto che con inutili medicine.
Melodramma raffreddato e ribaltato a 4 personaggi. Da una parte Servet, un padrone, dall’altra una famigliola – padre, madre, un figlio fannullone – al suo servizio. Comincia con un morto su una strada tra i boschi, investito dall’auto del padrone, politico in carriera, e si chiude con un omicidio. Parte come un noir, sbuca in un melò d’amore, adulterio, gelosia, odio, è attraversato da uno sprazzo di incubo horror: un cadavere di bambino in libera uscita che appare al figlio, suo fratello, e poi, di nascosto, accarezza il padre. Nel negare la verità, rimuovendo prove e responsabilità, la famiglia decide di non vederla, non sentirla, non parlarne. 5° film, e il più sociale – scritto con Kesal che fa il personaggio più odioso, il padrone – di Ceylan, che persegue un cinema d’autore affascinato dalle contraddizioni della psiche umana. Fa spicco la bruna, conturbante Aslan, con la quale il regista sembra avere un rapporto di attrazione/repulsione. Coprodotto da Valerio De Paolis per la BIM che lo distribuisce. Premio per la regia a Cannes.
In un paesino del sud, un giornalista milanese in vacanza scopre l’efferato uccisore di tre bambini. I produttori riuscirono a montare una efficace trovata pubblicitaria: il fim fu sequestrato perché in una lunga sequenza la Bouchet appare nuda in compagnia d’un bambino, cosa proibita dalla censura, ma, al processo, si poté dimostrare che il bambino era in realtà un nano maggiorenne e ciò valse l’assoluzione della pellicola.
Un insegnante di provincia rassegna le proprie dimissioni al preside dell’istituto, sentendosi addosso la responsabilità della morte accidentale per annegamento di uno studente in una gita.
Decide di cambiare lavoro e si trasferisce in una cittadina più grande portandosi dietro il figlio ancora in età scolare. Rendendosi però conto di non poter mantenere gli studi futuri del ragazzo, cambia nuovamente impiego, questa volta spostandosi da solo a Tokyo da dove si curerà del mantenimento del figlio a distanza.
Ritrovatisi a commemorare la scomparsa dell’amico Miwa, tre uomini si preoccupano dei destini della vedova Akiko e della figlia Ayako e decidono di proporre loro dei buoni partiti affinché si sposino. Ayako, pur trovando gradevole la compagnia del pretendente Goto, si rifiuta di sposarlo per non lasciare da sola la madre. Quando però viene a sapere che anche Akiko potrebbe risposarsi, Ayako va su tutte le furie, convinta che la memoria del padre sia stata tradita. Il terzultimo film del maestro giapponese è anche il compendio del suo ultimo periodo, quello dell’Ozu a colori, caratterizzato da toni da commedia, che ha inizio con Fiori d’equinozio. Ogni situazione, discordia, evento affrontato in Tardo autunno rimanda ad almeno un’altra opera dell’autore, così come il cast, popolato da tutti i volti che hanno contraddistinto le opere precedenti.
Mentre tenta di organizzare il secondo matrimonio della sua ex nuora Akiko, vedova, e della figlia minore Norito, Manbei Kohayagawa riceve visite clandestine da parte della sua ex amante Tsune e della figlia illegittima Yuriko.
Ha come protagonista il regolare Chishū Ryū di Ozunei panni del patriarca della famiglia Hirayama che alla fine si rende conto di avere il dovere di organizzare un matrimonio per sua figlia Michiko ( Shima Iwashita ). Era l’ultimo film di Ozu; morì l’anno successivo il giorno in cui compì 60 anni.
Oggi, An Autumn Afternoon è considerato da molti uno dei migliori lavori di Ozu.
Dal romanzo (1895) di Theodore Fontane: sposata a 17 anni a un vecchio barone, si lascia sedurre da un ufficiale che il marito uccide; respinta dai genitori e ripudiata dallo sposo, invecchia e muore. È il film più delicato, spoglio, bressoniano di un regista incline al melodramma che, invece di drammatizzarlo, si è limitato a filmare il libro con una lettura sottovoce, costruendolo in brevi sequenze, quasi sempre a cinepresa ferma, e omettendo deliberatamente le scene d’azione, sostituite con la loro descrizione orale. Chiede allo spettatore, prima ancora che un occhio, un orecchio attento alla scrittura di Fontane: leggera, priva di violenza, attenta alle sfumature. Già portato 3 volte sullo schermo da Gustav Gründgens ( Il romanzo di una donna , 1939), Rudolf Jugert (1956) e Wolfgang Luderer (1968) nella Repubblica Democratica Tedesca. Il personaggio di Fontane è ispirato alla vera storia di Else (Elisabeth) von Ardenne, protagonista di uno scandalo clamoroso nella Berlino dell’ultimo ‘800. Morì a 99 anni.
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