Un film di George Stevens. Con Rock Hudson, Elizabeth Taylor, Mercedes McCambridge, Carroll Baker, James Dean. Titolo originale Giant. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 201′ min. – USA 1956. MYMONETRO Il gigante valutazione media: 3,84 su 21 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Bick Benedict, barone del bestiame del Texas, sposa Leslie Lynnton, bella e ricca ragazza del Maryland. Jett Rink, bracciante innamorato senza speranza di Leslie, scopre il petrolio in un terreno ereditato. Molti anni dopo, per prendersi una rivincita, Jett, ormai ricchissimo, corteggia una giovane Benedict. Da un romanzo di Edna Ferber un Via col vento alla texana. Saga familiare, affresco storico-sociale, melodramma con tanti temi al fuoco: razzismo, matrimoni misti, bigottismo, conflitti tra generazioni, ossessioni psicoanalitiche. Dean ruba il film alla coppia Hudson-Taylor e ha almeno due scene memorabili. 10 nomination e un Oscar per la regia. Scritto da Fred Guiol e Ivan Moffat. Ultimo film di Dean, morto in un incidente d’auto poco prima che le riprese fossero finite.
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Un film di Gianni Amelio. Con Jacques Gamblin, Catherine Sola, Maya Sansa, Denis Podalydès, Ulla Baugué. Titolo originale Le premier homme. Drammatico, durata 98 min. – Italia, Francia, Algeria 2011. – 01 Distribution uscita venerdì 20 aprile 2012. MYMONETRO Il primo uomo valutazione media: 3,87 su 48 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Lo scrittore Jean Cormery torna nella sua patria d’origine, l’Algeria, per perorare la sua idea di un paese in cui musulmani e francesi possano vivere in armonia come nativi della stessa terra. Ma negli anni ’50 la questione algerina però è ben lontana dal risolversi in maniera pacifica. L’uomo approfitta del viaggio per ritrovare sua madre e rivivere la sua giovinezza in un paese difficile ma solare. Insieme a lui lo spettatore ripercorre dunque le vicende dolorose di un bambino il cui padre è morto durante la Prima Guerra Mondiale, la cui famiglia poverissima è retta da una nonna arcigna e dispotica. Gli anni ’20 sono però per il piccolo Jean il momento della formazione, delle scelte più difficili, come quella di voler continuare a studiare nonostante tutte le difficoltà. Tornato a trovare il professor Bernard, l’insegnante che lo ha aiutato e sorretto, il Cormery ormai adulto ascolta ancora una volta la frase che ha segnato la sua vita: “Ogni bambino contiene già i germi dell’uomo che diventerà”.
Senza mezzi termini il miglior film di Gianni Amelio almeno dai tempi de Il ladro di bambini. Adattamento del romanzo di Albert Camus, Il primo uomo ripercorre a ritroso le vicende di un personaggio straordinario, silenzioso e deciso, che ricerca nel proprio passato anche doloroso le convinzioni che lo hanno portato ad essere ciò che è nel presente. Lo stile del regista è come sempre asciutto ed elegante, evita inutili infarcimenti estetici e si concentra sulla pulizia e sull’efficacia dell’inquadratura. Ogni primo piano su volti segnati dalla loro vicenda personale è preciso, giustificato, emozionante. In questo lo supporta alla perfezione la fotografia accurata ma mai espressionista di Yves Cape, tornato con questo lungometraggio ai livelli altissimi che gli competono. Anche la sceneggiatura alterna i piani temporali costruendo un equilibrio narrativo basato sulla vita interiore del personaggio principale, un’architettura narrativa complessa e sfaccettata che funziona a meraviglia. Poi ovviamente ci sono gli attori, tutti in stato di grazia. Jacques Gamblin possiede la malinconia e insieme il carisma necessari per sintetizzare al meglio l’anima di una figura complessa come Jean Colmery. Accanto a lui una schiera di volti che regalano dignità e verità a tutte le parti, anche le più piccole: su tutti vale la pena citare una sontuosa Catherine Sola nelle vesti della madre di Jean, interpretata in gioventù dalla brava Maya Sansa.
Un’opera raffinata e umanissima, in grado di rivendicare l’importanza della memoria non solo personale ma collettiva, una memoria che deve essere adoperata come strumento d’indagine delle contraddizioni del presente. Sotto questo punto di vista quindi un film che guarda al passato per farsi attuale e necessario. Cinema di qualità estetica elevata e d’importanza civile. Da applauso.
Regia di James Ivory. Un film Da vedere 1987 con Denholm Elliott, Hugh Grant, James Wilby, Helena Bonham Carter, Rupert Graves. Cast completoTitolo originale: Maurice. Genere Drammatico – Gran Bretagna, 1987, durata 140 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 – MYmonetro 3,86 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Dal romanzo (postumo) di E.M. Forster. Due compagni di università si innamorano tra di loro. Dopo la scuola, uno, timoroso della dura morale vittoriana, si sposa e cerca di dimenticare il suo passato omosessuale. Per l’altro è più difficile. Dopo essersi tormentato a lungo, finisce per accettare la propria identità sessuale. Ivory soddisfa la sua ambizione di portare in cinema il romanzo “proibito” di Forster, ma la tematica ormai suona un tantino scontata (dopo molti film sull’argomento).
Un film di Sergio Citti. Con Franco Citti, Ninetto Davoli, Roberto Benigni, Olimpia Carlisi, Giorgio Gaber. Commedia, durata 104′ min. – Italia 1981. MYMONETRO Il minestrone valutazione media: 3,88 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Due pellegrini affamati partono da Roma verso il Nord, attraverso la campagna; lungo la strada altri si aggiungono a loro, ciascuno diverso dall’altro, ma accomunati dal bisogno di cibo. Scritta con Vincenzo Cerami, è una fiaba comico-poetica, dominata dallo sguardo dal basso del suo autore: distaccato, affettuoso, semplice eppur misteriosamente trasfiguratore. È lo sguardo di un anarchico epicureo che guarda il mondo come se per istinto (o antica saggezza?) sapesse già tutto. Qualche squilibrio: il film per le sale è la riduzione di un’edizione per la TV di 3 puntate.
Un film di John Sturges. Con Dana Andrews, Anne Francis, Richard Basehart, George Maharis, Edward Asner. continua» Titolo originale The Satan Bug. Fantascienza, Ratings: Kids+13, durata 114 min. – USA 1964.
Dalla segretissima base scientifica Stazione 3 vengono sottratte alcune fiale contenenti il pericolosissimo virus denominato “Satan”. L’autore del furto, dopo aver dimostrato ai danni di una cittadina gli effetti devastanti dell’arma ora in suo possesso, ricatta il governo degli Stati Uniti chiedendo la messa al bando di ogni ricerca finalizzata alla guerra batteriologica. Se le autorità non accetteranno il patto, Los Angeles sarà distrutta. Da un romanzo del prolifico MacLean, John Sturges dirige una storia incalzante coadiuvato dalla musica di Jerry Goldsmith e da buoni protagonisti. Il tema fa leva sulle nuove paure che negli anni ’60 si diffondono nell’opinione pubblica riguardo i possibili usi militari (e i conseguenti danni per la popolazione e l’ambiente) delle sperimentazioni biologiche: un argomento svolto qui essenzialmente secondo i tempi del thriller, destinato ad acquistare in seguito forza ben più drammatica.
Un film di Tonino Valerii. Con Henry Fonda, Piero Lulli, Terence Hill, Jean Martin, Benito Stefanelli. Western, durata 108′ min. – Italia 1973. MYMONETRO Il mio nome è nessuno valutazione media: 3,89 su 28 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
1899: un celebre pistolero, ormai vecchio, decide di lasciare il West e partire per l’Europa. Incontra un giovanotto che lo ammira e gli si mette alle costole, costringendolo a un’ultima, memorabile impresa… È un proseguimento ideale dei Trinità (manca Bud Spencer) e per molti versi è meglio dei suoi “genitori”: la contrapposizione Hill-Fonda è un’invenzione furbesca che tiene in piedi un western allegro e divertente. Ideato e prodotto da Sergio Leone.
Un film di Anthony Mann. Con Ralph Meeker, Janet Leigh, Robert Ryan, James Stewart Titolo originale The Naked Spur. Western, durata 91′ min. – USA 1953. MYMONETRO Lo sperone nudo valutazione media: 3,53 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Per risarcirsi di aver perduto quanto aveva di più caro, Owie Kemp (Stewart) dà la caccia a Ben Vandergroat (Ryan) sul quale pende una taglia di 5000 dollari. Lo cattura insieme alla sua ragazza Lina (Leigh) in una zona delle Montagne Rocciose, ma per scortarlo ad Abilene deve prendere con sé due infidi compagni, un cercatore d’oro (Mitchell) e un ufficiale disertore (Meeker). Durante il viaggio Ben gioca d’astuzia per seminare discordia tra i tre. 3° dei 5 western di J. Stewart con la regia di A. Mann e il 1° non scritto da Borden Chase, sostituito da S. Rolfe e H.J. Bloom. Il che purtroppo si sente, anche nel personaggio di Stewart, pur così sfaccettato nel suo impasto di dirittura morale e cinismo amaro. Il vilain R. Ryan gli ruba più di una volta la scena. La suggestione del paesaggio montagnoso, esplorato nei minimi anfratti dalla cinepresa di William Mellor; il rapporto tra personaggi e natura; l’insolita importanza drammatica del personaggio femminile; uno splendido duello finale ne fanno un western da non perdere. Girato nel Colorado. Nomination all’Oscar per la sceneggiatura.
Un film di Anthony Mann. Con James Stewart, Arthur Kennedy, Donald Crisp, Cathy O’Donnell. Titolo originale The Man from Laramie. Western, durata 104′ min. – USA 1955. MYMONETRO L’uomo di Laramie valutazione media: 4,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Capitano americano si finge mercante e va in Messico per scoprire chi vende fucili agli Apaches. Il suo compito è duramente ostacolato dal figlio di un ricco proprietario. 5° e ultimo film di Mann con Stewart, scritto da Philip Yordan e Frank Burt che gli hanno dato una struttura da tragedia classica sulla fine di una potente e corrotta famiglia. Una dose di violenza maggiore del solito, dialoghi piccanti, un ottimo uso dei paesaggi del New Mexico. Il sapiente gioco dei conflitti psicologici in un mondo primitivo ha un’insolita attendibilità storica. 1° film in Cinemascope di Mann. Restaurato.
Regia di Curtis Hanson. Un film con Rebecca De Mornay, Annabella Sciorra, Matt McCoy, Julianne Moore. Titolo originale: The Hand that Rocks the Cradle. Genere Thriller – USA, 1992, durata 111 minuti. – MYmonetro 3,08 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Dopo La finestra della camera da letto e Cattive compagnie, il regista Hanson confeziona questo film senza infamia e senza lode, comunque sotto le aspettative. Tuttavia evoca atmosfere alla Hitchcock. Peyton, alterata psicologicamente a causa della perdita del marito e del proprio bambino, viene assunta in casa Bartel come governante. Dietro questa assunzione però c’è di mezzo una vendetta: la signora Bartel infatti ha portato indirettamente al suicidio il marito di Peyton..
Regia di Giuseppe Tornatore. Un film con Marcello Mastroianni, Michèle Morgan, Salvatore Cascio, Valeria Cavalli, Nicola Di Pinto. Cast completo Genere Drammatico – Italia, 1990, durata 125 minuti. – MYmonetro 2,69 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Un film destinato al mercato estero e soprattutto americano. Infatti gli italiani sono proprio come ci vedono gli stranieri. Cliché, vedute turistiche. I figli di Matteo Scuro, interpretato da Mastroianni, vivono tutti in grandi città. Non ce n’è uno in provincia o in un paesino. Matteo ha dato i nomi ai figli pensando alle sue opere liriche preferite: Canio, Tosca, Guglielmo, Norma e Alvaro. Vorrebbe unirsi a loro ma sono troppo impegnati, così li cerca a Napoli, Roma, Firenze, Milano e Torino. Non sarà tutto rose e fiori. Qualche rara sequenza divertente c’è, come il bambino che guarda la lavatrice e non la televisione, ma si sente una ricerca presuntuosa delle scene madri e alla fine si rimane orfani ugualmente.
Fast & Furious, nota anche come Fast and Furious, è una serie cinematografica statunitense di film d’azione basata principalmente sulle corse d’auto clandestine. A partire dal quarto film la serie muta in parte i suoi connotati caratteristici, aggiungendo elementi che l’avvicinano sempre più al filone dei film di spionaggio e degli heist movie.
La serie verte sulle vicende di due personaggi, Dominic Toretto e Brian O’Conner, interpretati rispettivamente da Vin Diesel e Paul Walker; tuttavia, a seguito della prematura scomparsa di Walker, il personaggio di O’Conner è stato fatto uscire di scena a partire dall’ottavo film. Negli anni la serie si è trasformata sempre più in un ensemble cast e ha visto aggiungersi, fra gli altri, icone del cinema d’azione come Dwayne Johnson, Jason Statham, Gal Gadot, Kurt Russell, Charlize Theron, John Cena e Jason Momoa[1].
Regia di Guillermo Del Toro. Un film Da vedere 2021 con Bradley Cooper, Cate Blanchett, Toni Collette, Willem Dafoe, Richard Jenkins. Cast completo Genere Azione, Drammatico, – USA, 2021, durata 150 minuti. Uscita cinema giovedì 27 gennaio 2022 distribuito da Walt Disney. Oggi tra i film al cinema in 3 sale cinematografiche Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 – MYmonetro 3,50 su 34 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Negli Stati Uniti d’inizio anni ’40, Stan, uomo senza averi e dal passato doloroso, si unisce a un luna park ambulante, dove impara i trucchi del mestiere dalla veggente Zeena e da suo marito Pete. Sedotta la giovane Molly, il cui numero consiste nel resistere alle scariche elettriche che le attraversano, parte con lei verso la grande città. Ambizioso e avido, diventa il Grande Stanton, indovino e sensitivo che col suo numero di pseudo occultismo seduce uomini ricchi e potenti e li convince di poter comunicare coi loro morti.
Un film di Edmund Goulding. Con Joan Blondell, Tyrone Power, Coleen Gray Titolo originale Nightmare Alley. Drammatico, b/n durata 111 min. – USA 1947. MYMONETRO La fiera delle illusioni valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Un mago da luna park si accorda con una psicologa di pochi scrupoli per raggirare la gente con falsi esperimenti di spiritismo. La moglie non è d’accordo e lo abbandona. Truffato dalla sua complice, l’uomo ritorna dalla consorte.
Un film di Henri-Georges Clouzot. Con Bernard Blier, Louis Jouvet, Suzy Delair, Christian Marquand, Simone Renant Titolo originale Quai des Orfèvres. Poliziesco, b/n durata 107 min. – Francia 1947. – VM 14 –
Un uomo profondamente legato alla propria donna decide di eliminare un attempato dongiovanni che tenta di irretirla; lo trova già morto e, ovviamente, egli è il primo a essere sospettato.
Un film di Henri-Georges Clouzot. Con Jean Tissier, Pierre Fresnay, Suzy Delair Titolo originale L’assassin habite au 21. Giallo, b/n durata 84 min. – Francia 1942
Il film è incentrato sulla figura dell’investigatore Wens, reso con abilità dal bravo e disinvolto Pierre Fresnay.
Un film di Nanni Loy. Con Giancarlo Giannini, Carlo Croccolo, Leo Gullotta, Lina Sastri, Nicola Di Pinto. Commedia, durata 120′ min. – Italia 1984. MYMONETRO Mi manda Picone valutazione media: 3,00 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Traffichino dalle scarpe spaiate è incaricato dalla moglie di un operaio dell’Italsider di trovare il marito scomparso. Nella sua traversata del ventre di Napoli lo attendono sorprese. Commedia grottesca in cui la denuncia sociale sul degrado di Napoli ha cadenze di farsa, ma sfora nel fantastico sociale e ricorre alle tecniche dell’investigazione. Scritto da Elvio Porta con il regista. Musiche di Tullio De Piscopo e Pino Daniele.
Un film di Wong Kar-wai. Con Leslie Cheung, Tony Leung, Chang Chen Drammatico, durata 93 min. – Hong Kong 1997. MYMONETRO Happy Together valutazione media: 3,42 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
La storia è molto semplice. I protagonisti si amano, emigrano in Argentina, si lasciano e si ritrovano fino a che uno dei due decide di fare ritorno ad Hong Kong. Ciò che rende interessante il film è che, nei panni dei due protagonisti, troviamo due attori divenuti famosi grazie a film d’azione. C’è poi la regia, sempre estremamente attenta all’uso del mezzo, di Wong Kar-Wai che ci trasmette l’inumanità di un mondo che non riesce ad accogliere l’umanità disperata che lo abita.
Un film di Alfonso Cuarón. Con Sandra Bullock, George Clooney, Ed Harris, Orto Ignatiussen, Phaldut Sharma. Fantascienza, Ratings: Kids+13, durata 92 min. – USA, Gran Bretagna 2013. – Warner Bros Italia uscita giovedì 3 ottobre 2013. MYMONETRO Gravity valutazione media: 3,53 su 147 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Gli astronauti Ryan Stone e Matt Kowalsky lavorano ad alcune riparazioni di una stazione orbitante nello spazio quando un’imprevedibile catena di eventi gli scaraventa contro una tempesta di detriti. L’impatto è devastante, distrugge la loro stazione e li lascia a vagare nello spazio nel disperato tentativo di sopravvivere e trovare una maniera per tornare sulla Terra.
Lo spazio non è più l’ultima frontiera, nel nuovo film di Cuaròn non c’è nulla da esplorare, si rimane a un passo dal nostro pianeta ma lo stesso la profondità spaziale continua a non essere troppo distante dalle lande desolate del cinema western, un luogo talmente straniante da confinare con il mistico, l’ultimo rimasto in cui esista ancora la concreta sensazione che tutto possa accadere, in cui si avverte la presenza dell’ignoto e quindi in grado di mettere alla prova l’essenza stessa dell’essere umani.
C’è tutto questo nel blockbuster con Sandra Bullock e George Clooney che Alfonso Cuaròn è riuscito a realizzare senza muovere un passo dalle convenzioni hollywoodiane, quelle che impongono l’inevitabile coincidenza dell’avventura personale con un mutamento interiore e il superamento del solito trauma radicato nel passato. Eppure dietro i dialoghi ruffiani e dietro una tensione obbligatoriamente costante (tenuta con una padronanza della messa in scena, tutta in computer grafica, che ha del magistrale ma non sorprende dall’autore di I figli degli uomini) non è nemmeno troppo nascosto uno dei film più umanisti di un’annata che ha visto il cinema statunitense proporre, a Cannes, anche la straordinaria storia di sopravvivenza individuale contro gli elementi (marittimi) di Robert Redford in All is lost.
La visione prettamente americana dello spazio, un luogo d’avventure in cui l’uomo deve combattere contro ogni avversità naturale, stavolta è fusa con quella promossa dallo storico rivale, il cinema sovietico degli anni ’70, in cui lo spazio è il posto più vicino possibile alla metafisica, terreno di visioni interiori che diventano realtà e di incontro con il sè più profondo, fino a toccare anche l’idea di origine (o ritorno) alla vita di 2001: Odissea nello spazio in un momento di struggente bellezza, in cui il corpo di Sandra Bullock pare danzare con meravigliosa lentezza.
Per Cuaròn lo spazio può essere tutto questo insieme, allo stesso modo in cui il suo film può essere sia un blockbuster sia un’opera che cerca di toccare la profondità dell’animo umano, realizzata con una sceneggiatura densa di dialoghi e molto fondata sulla recitazione (come un film a basso budget) animata da una messa in scena interamente in computer grafica (da grande film di fantasia), un lungometraggio che più che essere di fantascienza pare d’avventura (nel senso classico del termine), in cui l’essere umano lotta in scenari naturali mozzafiato, nel quale anche solo un raggio di sole che entra dall’oblò al momento giusto può far battere il cuore.
Un film di Leos Carax. Con Juliette Binoche, Denis Lavant, Klaus Michael Gruber Titolo originale Les Amants du Pont-Neuf. Drammatico, durata 125′ min. – Francia 1991. MYMONETRO Gli amanti del Pont-Neuf valutazione media: 3,63 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Storia di una passione sul Pont-Neuf, il più antico di Parigi, tra un insonne clochard sputafuoco e una monocola studentessa di Belle Arti. Il talento visionario di Carax è fuori discussione: lo si vede anche nel montaggio giocato sull’opposizione acqua/fuoco, sogno/oblio, movimento/immobilità. Un surrealismo forsennato s’alterna con l’esibizionismo gratuito. Ne nasce un’isteria narrativa e una sovraeccitazione espressiva che frenano l’adesione. 3 anni di riprese, set ricostruito, cinema d’autore al suo parossismo (anche finanziario) più folle. Ma la visita notturna al Louvre resterà.
Un film di Mamoru Oshii. Con Akio Ohtsuka, Atsuko Tanaka, Kouichi Yamadera, Iemasa Kayumi, Yutaka Nakano. Titolo originale Kokaku kidotai. Animazione, Ratings: Kids+16, durata 83′ min. – Giappone 1995. MYMONETRO Ghost in the Shell – Lo Spirito nel Guscio valutazione media: 3,17 su 6 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Scritto da Kazonoru Ito, liberamente ispirato al romanzo manga di Shirow Masamune, è un film fantascientifico di animazione per adulti, piuttosto pessimista nell’annunciare un futuro ancor più corrotto del presente. Hong Kong, 2029. Al centro dell’intreccio, enigmatico nella sua calcolata confusione, c’è Kusanagi, cyberpoliziotto di seducente aspetto femminile alla ricerca, con un collega cyborg “maschio”, di un malvagio cyberburattinaio che sa introdursi nei cervelli umani. Scoprono che fa capo a una cospirazione connessa a un progetto segreto del governo. “È esattamente il genere di film che James Cameron vorrebbe fare se la Disney gli aprisse la porta della produzione” (Empire). Troppo intellettuale per un successo commerciale immediato, divenne un cult movie tra i cinefili più snob di lingua inglese. Presentato a Venezia 1996. Tarantino lo adora e i fratelli Wachowski l’hanno saccheggiato nella trilogia di Matrix. In Italia passato soltanto in homevideo.