Archive for Novembre, 2023


Regia di Laurent Cantet. Un film Da vedere 2008 con François BégaudeauNassim AmrabtLaura BaquelaCherif Bounaïdja RachediJuliette DemailleCast completo Titolo originale: Entre les murs. Genere Drammatico, – Francia2008durata 128 minuti. Uscita cinema venerdì 10 ottobre 2008 distribuito da Mikado Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,46 su 16 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

È il film – il 4° di Cantet – che vinse la Palma d’oro a Cannes 2008, giuria unanime. Nel 2006 il libro Entre le murs di Bégaudeau – qui protagonista e cosceneggiatore – aveva vinto il premio France Culture/Télérama. In settembre Cantet gli chiese di trasporlo in un film da girare nel 2007. Decisero di farlo nel collegio Françoise Dolto, sito nel 20° Arrondissement alla periferia di Parigi, vicino alla scuola dove per 4 anni aveva insegnato. Racconta i difficili rapporti tra un prof. di francese e una classe 4ª (l’ultima) mista e plurietnica (francesi, nordafricani, europei dell’Est, cinesi), chiamati a parlare “la stessa lingua” con le sue insidie (in francese il computer si chiama “ordinateur”). Come nel libro il titolo – Tra i muri , quello della Mikado italiana è debole e ambiguo – indica che nel sistema scolastico francese la scuola è uno spazio di segregazione, non di integrazione: le differenze linguistiche e culturali diventano diseguaglianze, si aggravano invece di essere superate. In Francia discusso, attaccato da sinistra e da destra. Straordinario esempio di docufiction sociologica, girato da Cantet con un largo margine di improvvisazione, è un film onesto e autentico, sincero e coinvolgente. Pone molte domande senza pretendere di dare risposte anche nel doloroso finale in cui la finzione prevale sul documentario.

The Class (2008) on IMDb

Regia di Gillian Armstrong. Un film con Mel GibsonDiane KeatonMatthew ModineHeather GrahamEdward HerrmannMaury Chaykin. Titolo originale: Mrs. Soffel. Genere Drammatico – USA1984durata 110 minuti. – MYmonetro 2,50 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Basato su un fatto vero, la fuga di un condannato da un penitenziario di Pittsburgh nel 1902, con la complicità della moglie del direttore innamorata di lui. L’uomo era condannato a morte, ma le lettere inviate ai giornali nei mesi prima dell’esecuzione ne avevano fatto una figura romantica e suggestiva. Anche presso la moglie del direttore evidentemente, che decide di accompagnarlo nella fuga. Alla fine l’evaso è ucciso. La donna tenta il suicidio, ma non muore. Un melodramma girato con vigore dall’australiana Armstrong, ma che non riesce a ricreare l’impatto degli antichi film sugli evasi degli anni ’30. 

Mrs. Soffel (1984) on IMDb

Risultati immagini per Il villaggio incantato paese meraviglieUn film di Charles Rogers, Gus Meins. Con Stan Laurel, Oliver Hardy, Henry Brandon, Charlotte Henry.Titolo originale Babes in Toyland. Fantastico, b/n durata 73 min. – USA 1934. MYMONETRO Il viaggio incantato * * * * - valutazione media: 4,00 su 1 recensione.

Nel paese di Balocchia, Stanlio e Ollio aiutano maldestramente Babbo Natale a confezionare i doni. Ma un giorno il loro meraviglioso paese è preso di mira dal perfido Barnaba, che i nostri eroi cercano maldestramente di raggirare nel tentativo di salvare madre Peep e Little Bo Peep dalle grinfie dell’aguzzino.Inferocito per il raggiro, Barnaba decide di liberare i suoi orribili uomini delle caverne per fare a pezzi il paese. Stanlio e Ollio difendono l’avamposto aiutati da alcuni soldatini di piombo che si manifesteranno molto efficaci. La strampalata strategia di battaglia di Stanlio è una delle più esilaranti comiche del cinema.

 Nel paese delle meraviglie
(1934) on IMDb

Regia di Bryan Singer. Un film Da vedere 1995 con Stephen BaldwinKevin SpaceyChazz PalminteriGabriel ByrneBenicio Del ToroCast completo Titolo originale: The Usual Suspects. Genere Giallo, – USAGermania1995durata 106 minuti. Uscita cinema giovedì 30 novembre 1995 distribuito da Lucky Red. – MYmonetro 3,96 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un gruppo di professionisti viene ingaggiato da un fantomatico committente, per un colpo che frutterà un’intera nave di cocaina. Sopra la banda aleggia il misterioso Kaiser Soze, più cattivo del demonio, forse il demonio in persona. In un intreccio di violenza e di misteri, mentre un detective cerca di sbrogliare la matassa ascoltando un “pentito”, tutti i componenti muoiono e il mistero Soze viene (in parte) svelato. Film arrivato dall’America nel segno del culto, ha avuto ottimo successo anche da noi. “Arrestate… i soliti sospetti” è una citazione di un film davvero di culto: sono le parole che il poliziotto Renault (Rains) dice ai suoi uomini per salvere il suo amico Rick (Bogart). Ricordiamo Kevin Spacey, diventato ormai il più grande cattivo del noir contemporaneo ( Seven).

 I soliti sospetti
(1995) on IMDb

Locandina Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'infernoUn film di Martin Scorsese. Con Robert Carradine, Harvey Keitel, Robert De Niro, Cesare Danova, David Carradine. Drammatico, durata 110 min. – USA 1973. MYMONETRO Mean Streets – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno 

Il fragile Charlie è diviso tra la volontà di fare l’arrampicata sociale con l’aiuto di uno zio mafioso, l’amicizia per il mattocchio Johnny Boy e l’amore per la sua epilettica cugina. Ambientato nella Little Italy di New York con l’affetto di chi la conosce come le proprie tasche, il puntiglio di un antropologo, l’occhio attento al neorealismo italiano e l’estro di un narratore di razza, questo film violento e tenero rivelò il trentenne Scorsese e lanciò De Niro verso Il padrino – Parte II e Novecento .

 Mean Streets - Domenica in chiesa, lunedì all'inferno
(1973) on IMDb
L'Uomo di Aran - 500 Film da vedere prima di morire - Recensione

Un film di Robert J. Flaherty. Con Colman King, Maggie Dirane Titolo originale Man of Aran. Documentario, b/n durata 75 min. – Gran Bretagna 1934. MYMONETRO L’uomo di Aran* * * * - valutazione media: 4,06 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Forse il miglior documentario di Robert Flaherty. Fuggito da Hollywood dopo i pesanti condizionamenti impostigli per Ombre bianche e Nanook l’esquimese, il regista girò in Inghilterra, con la collaborazione di John Grierson, e l’assistenza di Sir Michael Balcon, questa mirabile ricostruzione della vita dei pescatori in un piccolo porto irlandese.

 L'uomo di Aran
(1934) on IMDb

Regia di Robert Altman. Un film Da vedere 1993 con Anne ArcherJack LemmonMadeleine StoweLily TomlinTim RobbinsMatthew ModineCast completo Titolo originale: Short Cuts. Genere Drammatico, – USA1993durata 180 minuti. Uscita cinema mercoledì 10 agosto 1994 distribuito da Penta Distribuzione. – MYmonetro 3,74 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Da 9 racconti (e dalla poesia Lemonade : l’episodio con Jack Lemmon) di Raymond Carver. Nella sua mescolanza di generi e di toni questo grande capitolo della saga americana di Altman è una commedia umana dove si può trovare di tutto, come nella vita. Come Carver – di cui sviluppa i racconti, modificandoli e allacciandoli l’uno all’altro – il regista non interviene a commentare i fatti: si limita a raccontarli con lucidità, dolente partecipazione e una libertà che lascia allo spettatore la possibilità del giudizio. Si apre con un minaccioso volo di elicotteri e si chiude con una scossa di terremoto a Los Angeles, dove si svolgono le storie (ambientate da Carver a Seattle o Portland). C’è chi ha trovato quest’affresco troppo amaro, impietoso, disperato. Altman non ha bisogno di alzare la voce per fare l’apocalittico. America oggi? Ma qui si parla anche di noi. Leone d’oro 1993, ex aequo con Tre colori-Film Blu di Kieslowski, e una Coppa Volpi straordinaria al complesso degli interpreti.

 America oggi
(1993) on IMDb

Un film di Jonathan Demme. Con Tom Hanks, Denzel Washington, Jason Robards, Antonio Banderas, Joanne Woodward. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 119′ min. – USA 1993. MYMONETRO Philadelphia * * * * - valutazione media: 4,03 su 43 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Brillante avvocato di Philadelphia è licenziato per inefficienza e inaffidabilità dal prestigioso studio legale dove lavora. È una scusa, sostenuta con mezzi ignobili: in realtà hanno scoperto che è omosessuale e malato di Aids. Sostenuto dall’affettuosa famiglia e dal suo tenero compagno, difeso da un grintoso avvocato nero, fa causa agli ex datori di lavoro. 1ª produzione di alto costo (25 milioni di dollari) sull’Aids, è una lezione di tolleranza, una requisitoria sui pregiudizi, un’arringa contro l’ingiustizia affidata a uno straordinario T. Hanks, interprete simpatico e “leggero”, e a D. Washington, l’avvocato che lo difende, fiero eterosessuale e a disagio con i gay, che a poco a poco disperde i suoi pregiudizi e le sue paure insieme a quelli dello spettatore. L’ottima sceneggiatura di Ron Nyswater affidata alla sobria regia di J. Demme diventa qualcosa di più di un onesto esempio di cinema civile: ne fanno testo alcune scene memorabili, la festa gay e la sequenza in cui Hanks ascolta Maria Callas in Andrea Chenier (4° atto) di Giordano, e la colonna musicale in cui Mozart, Spontini, Cilea, Catalani s’alternano a Bruce Springsteen, Peter Gabriel, Neil Young. Oscar a T. Hanks attore protagonista e a Springsteen per la canzone “Streets of Philadelphia”.

 Philadelphia
(1993) on IMDb

Regia di Robert Altman. Un film Da vedere 2006 con Woody HarrelsonTommy Lee JonesGarrison KeillorKevin KlineLindsay LohanCast completo Titolo originale: A Prairie Home Companion. Genere Commedia – USA2006durata 100 minuti. Uscita cinema giovedì 1 giugno 2006 – MYmonetro 3,86 su 27 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Prima di essere demolito per farne un parcheggio, nel vecchio teatro Fitzgerald di St. Paul (Minnesota), città natia dello scrittore Francis Scott Fitzgerald, va in scena l’ultimo spettacolo del popolare programma radiofonico dal vivo A Prairie Home Companion , dedicato alla musica country e western e seguito da più di 4 milioni di ascoltatori (nella realtà continua ancora ora, ascoltato persino in Australia). Scritto, con Ken LaZenik, da G. Keillor che interpreta se stesso e fa da filo conduttore al programma, ha fornito a R. Altman l’occasione di un film corale come soltanto lui sa fare: 53 personaggi e 44 canzoni vecchie e nuove di cui, con poche eccezioni, si ascoltano frammenti di 50-60 secondi. Come il contemporaneo Volver di Almodóvar, seppur radicalmente diverso, è un film sulla morte e, insieme, un inno alla vita che commuove e diverte, alternando tenerezza, sentimentalismo (la canzone sulla mamma) alla comicità bassa a doppi sensi dei due cowboy canterini. È il corrispettivo di Nashville (1975), ma senza l’indignazione, sostituita dalla malinconia e dalla nostalgia per la fine di un’epoca. Girato tutto in studio con parecchie telecamere digitali HD che danno un risultato indistinguibile dal 35 mm (fotografia: Edward Lachman), ha l’incanto della leggerezza fluida, in linea con quello stile semplice che un tempo si chiamava attico: nasconde la profondità in superficie. Nessun pezzo di bravura, non un minuto di stanchezza. Un addio perfetto, maestro Altman.

 Radio America
(2006) on IMDb

Regia di Rok Bicek. Un film Da vedere 2013 con Igor SamoborNatasa Barbara GracnerTjasa ZeleznikMasa DergancRobert PrebilCast completo Titolo originale: Razredni sovraznik. Genere Drammatico, – Slovenia2013durata 112 minuti. Uscita cinema giovedì 9 ottobre 2014 distribuito da Tucker Film. – MYmonetro 3,76 su 9 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nell’omonima pièce di Nigel Williams, inscenata a Milano nel 1983 dal Teatro dell’Elfo, 6 studenti se ne fanno di tutti i colori attendendo un nuovo professore che non arriva mai. L’opera 1ª dello sloveno Bi&9 ek comincia con l’arrivo di un professore di tedesco chiamato a supplire, causa maternità, la titolare, la tipica prof. la cui priorità didattica è accattivarsi, vezzeggiandoli, gli studenti, che sono, chi più chi meno, ilarmente vuoti e creativamente svaccati – salvo il primo della classe, vuoto saccentemente e svaccato conformisticamente. Il supplente è un uomo serio, di essenziali parole, conoscitore appassionato della lingua e della letteratura tedesca e fervente cultore di Thomas Mann, intenzionato a far comprendere ai suoi studenti cosa davvero significhi essere uomini e a ottenere che pretendano da sé stessi il massimo. Il conflitto, dapprima strisciante, esplode in seguito al suicidio di una studentessa: gli studenti incolpano il supplente della morte della loro compagna. Scritto magistralmente dal regista, insieme a Nejc Gazvoda e Janez Lapajne, attinge alle sue esperienze scolastiche, ma in filigrana vi traspare Un nemico del popolo di Ibsen. È un’acuminata, chirurgica, implacabile radiografia dello sfacelo della scuola ma anche dell’intera società, che ne è causa ed effetto. La cinepresa del regista-stalker bracca i personaggi e ne stana le miserie con i continui mezzi busti, primi e primissimi piani, senza risparmiare nessuno, neanche il protagonista, che è l’unico consapevole dell’estremo pericolo, ma non riesce a far arrivare il suo grido d’allarme agli studenti. Premio Fedeora per la migliore opera 1ª della Settimana internazionale della critica a Venezia 2013. Andrebbe visto in tutte le scuole.

 Class Enemy
(2013) on IMDb
www.desordre.it/.a/6a00d8341ca4f953ef01a3fd2fbb...

Regia di Marcel L’Herbier. Un film con Brigitte HelmPierre AlcoverAlfred Abel. Genere Drammatico – Francia1928durata 100 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

Sull’orlo della bancarotta per le manovre del suo concorrente Gundermann (Abel), il banchiere Saccard (Alcover) punta tutto su Hamelin (Victor), aviatore che, messo a punto un nuovo carburante, vuole organizzare una trasvolata oceanica di 7000 km fino alla Guyana dove esistono ricchi terreni petroliferi da sfruttare. La falsa notizia della morte di Hamelin in volo provoca il panico in Borsa e una serie di manovre, speculazioni, intrighi e drammatici avvenimenti. Saccard e, al suo rientro, Hamelin vanno sotto processo, mentre Gundermann risolve la situazione, facendo, nello stesso tempo, un’ottima figura e i propri interessi. Ultimo film muto di M. L’Herbier che lo produsse e liberamente adattò, aggiornandolo, il romanzo (1891) di Émile Zola, uscì alla vigilia del crollo di Wall Street, mentre già erano in distribuzione i primi film sonori: il che spiega in parte il suo insuccesso commerciale, causato anche dall’incomprensione della critica, incapace di apprezzarne le qualità stilistiche, frutto di una geniale rielaborazione dell’avanguardia filmica degli anni ’20. Soltanto negli anni ’60 se ne compresero l’importanza, la novità, l’attualità: l’audace commistione di un montaggio corto (1952 inquadrature per 130′, ossia in media 6 secondi e mezzo per inquadratura) con i frenetici movimenti della cinepresa, commistione che esprime l’onnipotenza del denaro sui luoghi, la società, gli individui. Il punto più alto o almeno più spettacolare di questa frenesia è raggiunto nella famosa sequenza della Borsa (2000 comparse, 15 cineprese, un marchingegno meccanico che permette a una delle 15 di piombare da un’altezza di 22 metri). A questo virtuosismo tecnico si aggiunge la sobrietà nella direzione degli attori, dominati dal dinamismo delle cineprese mobili che li braccano. La denuncia polemica dello strapotere del denaro e della speculazione finanziaria “ha tolto al racconto ogni sentimentalismo, ogni magniloquenza per lasciare il posto a un’allegoria ardente e gelida, a un grande affresco astratto e intemporale…” (J. Lourcelles). Sulla lavorazione del film Jean Dreville girò il documentario Autour de “L’argent” che fece epoca. Il romanzo di Zola fu riportato sullo schermo nel 1936 da Pierre Billon.

 L'argent
(1928) on IMDb

Regia di Roman Polanski. Un film Da vedere 1968 con Mia FarrowJohn CassavetesRuth GordonSidney BlackmerMaurice EvansRalph BellamyCast completo Titolo originale: Rosemary’s Baby. Genere Fantastico – USA1968durata 136 minuti. – MYmonetro 3,92 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Rosemary Woodhouse (Farrow) sospetta una congiura demoniaca contro la creatura che porta in grembo, organizzata con la complicità del marito attore (Cassavetes) dagli arzilli Castevet (Gordon e Blackmer), coinquilini-stregoni mimetizzati negli abiti della borghesia di New York. Realtà o psicosi? Il polacco R. Polanski – al suo 1° film made in USA dopo 3 britannici – affascinato dal senso di mistero che serpeggia nel romanzo di Ira Levin, ne cava un memorabile esempio di cinema della minaccia e ripropone il tema dell’ambiguità fino a farne la struttura portante della narrazione. È “un incubo cinematografico dove la possibilità di orientarsi tra fantastico e reale è persa sempre, mentre resta a dominare la scena la sensazione di angoscia ridotta al grado zero e perciò ancor più inquietante” (S. Rulli). Oscar per R. Gordon. Prodotto da William Castle per la Paramount, nel 1976 ebbe un seguito TV di nessun interesse.

 Rosemary's Baby - Nastro rosso a New York
(1968) on IMDb
Risultati immagini per The Post

Regia di Steven Spielberg. Un film Da vedere 2017 con Meryl StreepTom HanksSarah PaulsonBob OdenkirkTracy LettsBradley Whitford.Cast completo Titolo originale: The Post. Genere Biografico – USA2017durata 118 minuti. Uscita cinema giovedì 1 febbraio 2018 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,77 su 74 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Convinto che la guerra condotta in Vietnam dal suo Paese costituisca una sciagura per la democrazia, Daniel Ellsberg, economista e uomo del Pentagono, divulga nel 1971 una parte dei documenti di un rapporto segreto. 7000 pagine che dettagliano l’implicazione militare e politica degli Stati Uniti nella guerra del Vietnam. Un’implicazione ostinata e contraria alla retorica ufficiale di quattro presidenti. È il New York Times il primo a rivelare l’affaire, poi impedito a proseguire la pubblicazione da un’ingiunzione della corte suprema. Il Washington Post (ri)mette mano ai documenti e rilancia grazie al coraggio del suo editore, Katharine Graham, e del suo direttore, Ben Bradlee. Prima donna al timone di un prestigioso giornale, Katharine decide di pubblicare il monumentale scandalo di stato con buona pace degli investitori (il giornale era allora in fase di ristrutturazione finanziaria) e a rischio della sua azienda, della prigione e della carriera dei suoi redattori. Fedeli al primo emendamento e all’intelligenza dei propri lettori, i giornalisti del Washington Post svelano le manovre e le menzogne della classe politica, assestando il primo duro colpo all’amministrazione Nixon.

 The Post
(2017) on IMDb

Regia di Michael Curtiz. Un film con Lauren BacallHoagy CarmichaelDoris DayKirk DouglasBess Flowers. Titolo originale: Young Man with a Horn. Genere Biografico – USA1950durata 112 minuti. – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Storia romanzata e poco attendibile di un pregevole suonatore jazz di cornetta, Bix Beiderbecke (il musicista bianco del dixieland), morto nel 1931 all’età di ventotto anni. Il film narra la sua ascesa, la crisi sentimentale che gli fa trascurare la professione, la lenta risalita. Molto belle le musiche. 

Young Man with a Horn (1950) on IMDb

Regia di Gareth Edwards. Un film Da vedere 2023 con John David WashingtonGemma ChanSturgill SimpsonMadeleine Yuna VoylesCast completo Genere AzioneAvventuraDrammatico, – USA2023durata 133 minuti. Uscita cinema giovedì 28 settembre 2023 distribuito da Walt Disney. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,14 su 24 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nel 2070 il mondo è diviso in due blocchi, quello Occidentale guidato dagli americani che rifiutano le AI, e quello asiatico che invece le accoglie. Joshua è sposato a Maya, ma in realtà la sua è una operazione di infiltrazione nel territorio delle Repubbliche asiatiche, dove cerca di individuare quello che le AI considerano “il Creatore”. Gli americani però attaccano con la loro piattaforma orbitante prima che lui ottenga l’informazione, uccidendo nel bombardamento sua moglie Maya. Cinque anni dopo l’esercito gli dice che Maya è invece sopravvissuta: Joshua ha una nuova possibilità di salvarla, a patto che distrugga l’arma che le AI hanno costruito. Ma l’arma in questione si rivela essere una bambina robot…

The Creator (2023) on IMDb

Regia di Paul Thomas Anderson. Un film Da vedere 2017 con Daniel Day-LewisVicky KriepsLesley ManvilleSue ClarkJoan BrownCamilla RutherfordCast completo Titolo originale: Phantom Thread. Genere Drammatico, – USA2017durata 130 minuti. Uscita cinema giovedì 22 febbraio 2018 distribuito da Universal Pictures. Oggi tra i film al cinema in 1 sala cinematografica Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,95 su 11 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Londra, anni Cinquanta. Reynolds Woodcock, celebre stilista, fa palpitare il cuore della moda inglese abbigliando la famiglia reale, le star del cinema, le ricche ereditiere, le celebrità mondane, le debuttanti e le signore dell’alta società. Scapolo impenitente, le donne vanno e vengono nella sua vita, offrendo compagnia e ispirazione. Lavoratore bulimico e uomo impossibile, Reynolds dispone delle sue conquiste secondo l’umore e dirige la sua maison con aria solenne, affiancato da Cyril, sorella e socia altrettanto ieratica. Mr. Woodcock ha un debole per la bellezza che riconosce in Alma, cameriera in un hotel della costa dove si è fermato per un break(fast).

 Il filo nascosto
(2017) on IMDb

Regia di Michael Curtiz. Un film Da vedere 1947 con William PowellElizabeth TaylorIrene DunneZasu Pitts. Titolo originale: Life with Father. Genere Commedia – USA1947durata 116 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Una donna dolce e apparentemente remissiva è sposata con un banchiere burbero e autoritario al quale, però, riesce a far fare quello che vuole. Il marito, infatti, è in fondo un brav’uomo che ama teneramente sia la moglie che i suoi quattro figli. Un giorno il poveraccio si lascia scappare di non essere battezzato. La consorte, in men che non si dica, riuscirà a trascinarlo in chiesa. 

Life with Father (1947) on IMDb

L’audio italiano è leggermente fuori sincrono

Locandina L'ultimo dei mohicani

Un film di Michael Mann. Con Daniel Day-Lewis, Madeleine Stowe, Russell Means, Eric Schweig, Jodhi May. Titolo originale The Last of the Mohicans. Western, durata 130 min. – USA 1992. MYMONETRO L’ultimo dei mohicani * * * * - valutazione media: 4,02 su 51 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

La Guerra dei sette anni è sbarcata oltre oceano. È il 1757. Le colonie americane sono terreno fertile per sangue e morti. Inglesi e francesi si contendono le terre, mentre le tribù autoctone decidono da quale parte schierarsi e a chi giurare una presunta fedeltà. Tra loro anche Nathan, nato inglese e adottato dai Mohicani, corre tra foreste e fiumi in cerca di una pacifica convivenza tra coloni e invasori. Gli equilibri verranno presto spezzati dalla crescente tensione tra le forze europee e dai labili patti che legano gli indigeni ai due schieramenti.
Tratto dal romanzo omonimo di J.F. Cooper e remake de I re dei pellerossa (1936), L’ultimo dei Mohicani è un kolossal in grande stile, epico racconto in cui l’interesse per la narrazione cede il passo all’azione. Micheal Mann procede di corsa, parte in medias res e avanza senza soste in un continuo susseguirsi di fughe e assedi. Tanto affanno e poche parentesi per il pensiero in un film dove lo spazio per l’animo dei personaggi è minimo e le azioni parlano per loro.
Questo registro espressivo pragmatico e poco dedito all’approfondimento psicologico dei caratteri è però funzionale a quel mondo selvaggio, dominato dalle armi, in cui la diplomazia si scopre arte faticosa e sterile, mentre la violenza divide facilmente il mondo in morti e vivi, vincitori e vinti. Con l’amore a fungere da unico antidoto. L’interesse principale ricade sullo scontro tra culture in cui solo l’habitat si distingue per purezza. I colonizzatori sono ingordi e non c’è più ingenuità nel popolo ospitante perché la contaminazione è già parte del Nuovo Mondo. Eppure la divisione è ancora netta, con gli invasori dediti al rispetto dei propri doveri e gli indigeni impegnati nella salvaguardia dei propri diritti.
L’opera di Mann si apprezza e si distingue soprattutto per l’affresco estetico di una Natura che funge da silenziosa testimone, sulle note di una travolgente colonna sonora capace di far respirare a pieni polmoni lo spettatore e di evocare in lui il recupero di una pace per lo spirito. Il carisma spigoloso di Daniel Day Lewis fornisce corpo e vigore ad uno dei tanti cuori impavidi del cinema epico-storico. Un eroe più coraggioso di un film che parla di sensi di appartenenza (alla terra, ai certi valori innati e alla persona amata) senza andare oltre gli argini del genere a cui appartiene.

The Last of the Mohicans (1992) on IMDb
Locandina Bassifondi

Un film di Akira Kurosawa. Con Kyôko KagawaToshirô MifuneIsuzu YamadaBokuzen Hidari Titolo originale DonzokoDrammaticoRatings: Kids+16, b/n durata 135 min. – Giappone 1957.

Tratto da L’albergo dei poveri di Gorkij. In una discarica un uomo senza scrupoli ha organizzato un dormitorio dove vari poveracci soggiornano. Un film neorealista che in parte preannuncia, sul tema degli emarginati, la bidonville di Dodes’ka-den girato dallo stesso regista tredici anni più tardi.

The Lower Depths (1957) on IMDb
Locandina L'angelo ubriaco

Un film di Akira Kurosawa. Con Toshirô MifuneTakashi ShimuraReisaburo YamamotoChieko Nakakita Titolo originale Yoidore tenshiDrammaticob/n durata 98 min. – Giappone 1948MYMONETRO L’angelo ubriaco. valutazione media: 3,77 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari

Considerato da Kurosawa il suo primo film esente da contaminazioni censorie, liberato dalla censura del regime fascista prima e degli occupanti americani in seguito, L’angelo ubriaco rimane una delle rare incursioni del regista nel noir (o almeno a una forma molto personale dello stesso). Kurosawa non si consegna al cinema di genere, ma lo usa per introdurre diversi temi a lui cari, concentrandosi sul valore morale della figura del medico, affidata come da tradizione all’interpretazione di un maestoso Takashi Shimura. Al dottore-angelo, fragile quanto a volontà ma baluardo di saldi principi morali, si contrappone il gangster – giovane, scriteriato e autolesionista – incarnato da un già promettente Mifune Toshiro: il rapporto tra i due, conflittuale ma di grande affetto reciproco, riprende la tipica dialettica kurosawiana sull’amicizia virile e sulla solidarietà umana, con un dualismo Shimura-Mifune che tornerà più volte, fino agli esiti di eccellenza de I sette samurai.
Lo stagno, che circonda il quartiere in cui Sanada si trova a operare, funge da metafora – facile, diretta, ma efficace, proprio come i primi piani espressionisti e altri topoi della poetica kurosawiana – della sporcizia morale e fisica di una società malata come quella del dopoguerra nipponico, scenario di miseria assoluta, senza alcuna speranza che non sia quella della dedizione al crimine e al profitto facile. Matsunaga è tutt’altro che un personaggio positivo, con le sue mille doppiezze e menzogne, ma è impossibile non simpatizzare con il dramma umano che dilania il suo animo tanto quanto la tubercolosi divora i suoi polmoni.
Tra le diverse sequenze memorabili un posto speciale va riservato, oltre che allo showdown improntato all’eccesso, al sogno di Matsunaga, bergmaniano presagio di morte difficile da dimenticare.

Drunken Angel (1948) on IMDb