Archive for Novembre, 2023


Locandina Napoleone ad Austerlitz

Un film di Abel Gance. Con Claudia CardinaleVittorio De SicaRossano BrazziPierre MondyJean Marais. continua» Titolo originale AusterlitzDrammaticodurata 170 min. – Francia 1960.

Napoleone trasforma la Repubblica di Francia in Impero poco dopo aver dichiarato guerra all’Inghilterra che a sua volta ha chiesto aiuto all’Austria e alla Russia. La gigantesca armata austriaca e russa affronta l’esercito francese sicura di vincere, ma l’abilità strategica di Napoleone capovolge la situazione.

The Battle of Austerlitz (1960) on IMDb
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Kwaidan - Storie Di Fantasmi (1964): Amazon.it: Mikuni,Aratama,Watanabe,  Mikuni,Aratama,Watanabe: Film e TV

Kwaidan (怪談 Kaidan?, lett. “Storie di fantasmi“) è un film del 1964 diretto da Masaki Kobayashi. La pellicola ha vinto il Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes 1965[1] ed ha ottenuto una nomination ai Premi Oscar 1966 come Oscar al miglior film straniero.

Nella Kyoto del tardo medioevo, un giovane samurai, trovatosi in povertà, accetta di prendere servizio presso un signore di una lontana provincia e abbandona l’addolorata moglie. Passano alcuni anni e il samurai, dopo aver fatto carriera, si sposa con la giovane figlia del signore. Ma in lui comincia a riaffiorare, dopo il secondo matrimonio, il ricordo della sua prima moglie.

In quattro episodi ambientati in epoche diverse tutta la magnifica arte di un film che almeno agli occhi non può passare inosservato: la sontuosità delle carrellate, l’attenzione maniacale con cui sono studiate le inquadrature, la ricchezza delle scenografie e una fotografia straordinaria impreziosiscono ogni singolo fotogramma, vero trionfo della superba inclinazione orientale per il cinema dall’impatto visivo più stordente. Quattro episodi che si agganciano ad antichi racconti in cui la presenza di uno o più fantasmi o di eventi misteriosi e inspiegabili è sempre discreta, mai invadente, lontana dalla facile spettacolarizzazione cui Hollywood da anni ci ha abituato.

Kwaidan (1964) on IMDb

manifesto GLI AMORI DI UNA BIONDA Forman Lásky jedné plavovlásky W47Un film di Milos Forman. Con Jana Brejchova, Vlamidir Pucholt Titolo originale Lásky jedné plavovlávsky. Commedia, b/n durata 82 min. – Cecoslovacchia 1965. MYMONETRO Gli amori di una bionda * * * 1/2 - valutazione media: 3,71 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

 
Durante una festa in una cittadina di provincia una ragazza, operaia in una fabbrica, conosce un giovanotto, pianista, originario di Praga. Fanno l’amore. Poi lui se ne va. Lei lo segue a Praga ma viene accolta tiepidamente dal pianista e freddamente addirittura dalla famiglia di lui. La bionda ritorna alla fabbrica, favoleggiando con le amiche delle sue avventure nella capitale.

 

Loves of a Blonde (1965) on IMDb
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Criterion Collection: La Ronde (1950) [Edizione: Stati Uniti]: Amazon.it:  Gérard Philipe, Daniel G lin, Daniel Gélin, Danielle Darrieux, Simone  Signoret, Fernand Gravey, Jean-Louis Barrault, Grard Philipe, Daniel Gelin,  Simone Simon, Serge Reggiani,Un film di Max Ophüls. Con Simone Signoret, Anton Walbrook, Danielle Darrieux, Daniel Gélin, Gérard Philipe. Commedia, Ratings: Kids+13, b/n durata 97′ min. – Francia 1950. MYMONETRO La ronde * * * * - valutazione media: 4,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dalla commedia (1897) di A. Schnitzler: a Vienna all’inizio del ‘900 una ragazza di strada si dà a un soldato che seduce una soubrette. La quale si lascia corteggiare da un ragazzo di buona famiglia che poi si prende per amante una donna sposata. Il marito fa una scappatella con un’ingenua sartina, ispiratrice di uno scrittore di successo che ama un’attrice. La quale gli preferisce un giovane conte che si ritrova nella camera della ragazza di strada. Inizio della 2ª carriera francese del tedesco M. Ophüls, è un film di squisitaeleganza in cui il geometrico meccanismo narrativo è esibito in modo tale che diventa il soggetto stesso di una narrazione senza intrigo né personaggi, fatta di assenza e di vuoti come il cuore dei suoi protagonisti. Bello come una bolla di sapone attraverso la quale s’intravede una concezione desolata dell’esistenza. Nel 1989 in Francia fu distribuita una copia restaurata di 110 minuti. Dimenticabile remake di R. Vadim nel 1964.

La Ronde (1950) on IMDb

Versione da 105min

Lola Montès: Amazon.it: Martine Carol, Peter Ustinov, Anton Walbrook, Henri  Guisol, Lise Delamare, Oscar Werner, Paulette Dubost, Ivan Desny, Max  Ophüls, Martine Carol, Peter Ustinov: Film e TV

Regia di Max Ophüls. Un film Da vedere 1955 con Peter UstinovIvan DesnyAnton WalbrookMartine CarolOskar WernerWill Quadflieg. Genere Biografico – FranciaGermania1955durata 95 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 6 recensioni.

Dal romanzo La vie extraordinaire de Lola Montès di R. de Cecil Saint-Laurent, adattato da Jacques Natanson, Annette Wademant e Ophüls. Maria Dolorès Porriz y Montez, contessa di Lansfeld, rievoca in 7 momenti i suoi prestigiosi amori (Liszt, Luigi I di Baviera ecc.) e le sue pene. È il capolavoro (e una sorta di testamento) dello squisito, geniale M. Ophüls, l’opera dove – sullo sfondo di una sfarzosa scenografia di teatro nel teatro – sono riassunti i suoi temi al cui centro campeggia la donna-spettacolo. In un giuoco tragico e simultaneo di presente e passato, di finzione e vicende reali, di esibizionismi scandalistici e doloroso martirio, dietro il sontuoso apparato decorativo c’è la realtà di un personaggio, la sua verità interiore, come in ogni autentico spettacolo barocco. Ha una debolezza di fondo: la scelta di M. Carol. Nel dicembre 1955 a Parigi dà scandalo, spacca la critica in due fazioni, rischia di rovinare i produttori che ne riducono di 30′ la durata. Ripreso nel 1968 e accolto, quasi all’unanimità, come un trionfo. In originale girato in 3 lingue (francese, inglese, tedesco). Fotografia (Cinemascope, Eastmancolor): Christian Matras. Restaurato dalla Cinémathèque di Parigi grazie al digitale, e ridistribuito in Francia nel dicembre 2008.

Lola Montès (1955) on IMDb

Regia di Maxime Giroux. Un film Da vedere 2014 con Martin DubreuilHadas YaronLuzer TwerskyAnne-Élisabeth BosséBenoît GirardCast completo Titolo originale: Félix et Meira. Genere Drammatico – Canada2014durata 105 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Nel quartiere ebraico di Montréal si incontrano, prima per caso e poi per amore, Félix e Meira. Lui, single, per anni si è disinteressato della famiglia e delle sue aspettative e, ora che suo padre è morto, è ancora più solo, incerto, inconsapevolmente smarrito. Lei, sposata ad un rabbino chassidico e madre di una bambina piccola, si sente in trappola dentro le regole ferree imposte dalla tradizione della comunità e dal rigore del marito, e disobbedisce ascoltando musica soul e prendendo la pillola.
Meira e Félix sono due che fanno di testa loro. Pian piano, i nuovi riti di Meira diventano quelli di chiudersi in bagno, sognare Venezia, sussurrare il nome di Félix. Persi, i due si trovano. Tristi, si riconoscono. Rappresentano perfettamente, l’uno per l’altro, il materiale ideale e umano che riempie il vuoto reciproco. Non a caso, il film di Maxime Giroux sembra (ri)partire là dove era finito Fill the void, l’opera prima di Rama Burshtein che aveva per protagonista la stessa, incantevole, Hadas Yaron. Torna il tema dell’esotismo, inteso come ricerca ma soprattutto come posizione dello sguardo, ed è ancora una volta poco più di un pretesto, un velo, uno schermo. Non è più un “noi contro loro” ma un “lui e lei”. Félix e Meira entrano l’uno nel mondo dell’altro, solcando le strade mai percorse, scambiandosi metaforicamente le maschere sociali e letteralmente le parrucche che le reggono. La loro è una storia di bovarismo e di disperato bisogno di vivere e di amare, di amare per sentirsi vivi (e non dover più fingere una morte che, sebbene apparente, racconta un’asfissia reale e insopportabile).

Felix and Meira (2014) on IMDb

Regia di Michael Almereyda. Un film Da vedere 2017 con Jon HammGeena DavisTim RobbinsLois SmithStephanie AndujarLeslie LylesCast completo Titolo originale: Marjorie Prime. Genere FantascienzaDrammatico – USA2017durata 99 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Gli ologrammi come supporti alla nostra memoria e allo stesso tempo come fantasmi. Questo l’assunto del testo teatrale di Jordan Harrison, finalista al premio Pulitzer nel 2015, dove una donna anziana parla con il marito dei bei tempi andati. Il marito le appare però giovane come lei lo ricorda e di quegli anni passati sembra sapere molto di più lei, solo però sulla base dei racconti che ha già ascoltato infinite volte dalla donna. È infatti un ologramma, con le sembianze del giovane marito, a registrare quelle storie e poi a interagire con la vecchia, facendo da supporto sia visivo sia verbale alle sue memorie, riportando ordine in una mente franta dall’Alzheimer. A programmarlo è stato il genero dell’anziana, uno scienziato, mentre la figlia non è così convinta che sia una buona idea creare una sorta di fantasma digitale di suo padre.

Marjorie Prime (2017) on IMDb

Regia di Michael Curtiz. Un film Da vedere 1942 con James CagneyJoan LeslieWalter HustonRosemary De CampJeanne Cagney. Titolo originale: Yankee Doodle Dandy. Genere Biografico – USA1942durata 126 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

Vita, imprese, successi, affetti di George Michael Cohan (1878-1942), attore, autore, compositore, ballerino, una vera istituzione del teatro americano, il primo uomo di spettacolo a vedersi, da vivo, dedicare un film biografico. Per molti critici americani, un vero capolavoro nel suo genere; per noi europei un tantino troppo sentimentale e patriottico. Vale, comunque, soprattutto per l’interpretazione (premiata con un Oscar insieme alla direzione musicale e al suono) di J. Cagney: grande, grandissimo attore. Osservatelo come canta e balla la canzone del titolo originale: “Yankee Doodle Dandy”. Contagioso.

Yankee Doodle Dandy (1942) on IMDb
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Regia di Mika Kaurismäki. Un film Genere Documentario musicale – GermaniaBrasileFinlandia2003durata 105 minuti. Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 4 recensioni.

Viaggio di 4000 km nelle regioni del Nordest – Pernambuco e Bahia – e a Rio de Janeiro attraverso la musica popolare brasiliana. Fratello maggiore di Aki, M. Kaurismäki – che dal 1989 ha una casa a Rio – comincia il viaggio con gli Indios (Grupo Fleetwtyxya, Grupo Fethxa) che furono i primi a cantare e ballare in Brasile. Mostra, e fa ascoltare, come la musica brasiliana precoloniale sia cambiata e si sia sviluppata prima a contatto con le culture straniere (portoghesi, africani) e nel ‘900 con l’avvento dei dischi e della radio. L’impostazione è tradizionale: in ogni tappa del percorso alla parte cantata e/o danzata segue un’intervista con uno dei musicisti. È un’occasione, almeno per i musicofili, di imparare che non esistono soltanto bossa nova e samba: frevo, coco, fôrro, maracatu, embolada. Il Brasile è vasto anche per la musica. Testi delle canzoni tradotti in sottotitoli. In Brasile M. Kaurismäki ha realizzato altri documentari: Amazonas (1990), Tigreiro (1994). Moro no Brasil significa “abito in Brasile”.

Moro No Brasil (2002) on IMDb

Regia di Michael Mayer. Un film Da vedere 2012 con Nicholas JacobMichael AloniJameel KhouryAlon PdutLoai NofiKhawlah HajCast completo Genere Drammatico – IsraeleUSAPalestina2012durata 96 minuti. Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Nimer è un venticinquenne palestinese che vive in un quartiere povero di Ramallah e ha un sogno nel cassetto: studiare Psicologia all’Università di Princeton, negli Stati Uniti. La sua meta si avvicina sempre di più quando supera il test di ammissione a un corso nella prestigiosa Università di Tel Aviv, in Israele. Ottenuto un permesso temporaneo per ragioni di studio, Nimer ha finalmente la possibilità di farsi strada, alla luce del giorno, in quella città a due passi dalla sua, dove fino a quel momento si era recato illegalmente, di notte, per frequentare il locale gay dove si esibisce il suo migliore amico, anche lui palestinese clandestino. Una sera conosce Roy, affascinante e benestante avvocato trentenne. I due si piacciono al primo sguardo e iniziano a frequentarsi. Quando, però, la loro storia diventa importante, Nimer e Roy devono fare i conti con il pregiudizio religioso e sociale e con le logiche malsane di un conflitto pluridecennale.

Out in the Dark (2012) on IMDb

Regia di Michelangelo Antonioni. Un film Da vedere 1955 con Gabriele FerzettiYvonne FurneauxEttore ManniValentina CorteseEleonora Rossi DragoCast completo Genere Drammatico – Italia1955durata 106 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 4,00 su 11 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Clelia, direttrice di un atelier di moda a Torino, si trova coinvolta in un intrigo futile e tragico di amicizie, amori, rivalità che comprende altre quattro donne e due uomini. Una delle quattro si suicida. Dal racconto Tra donne sole (in La bella estate , 1949) di Cesare Pavese sceneggiato con Suso Cecchi D’Amico e Alba De Céspedes. Una bella galleria di caratteri femminili, visti sullo sfondo della Torino borghese, raccontati in termini di un aspro, intenso realismo psicologico. Fotografia di Gianni Di Venanzo, musiche di Giovanni Fusco. Leone d’argento a Venezia. Nastri d’argento a V. Cortese e Antonioni.

The Girlfriends (1955) on IMDb
L'armata a cavallo - Film (1967)

Regia di Miklós Jancsó. Un film con Tibor MolnarJózsef MadarasAndrás KozákJácint JuhászAnatoli YabbarovCast completo Titolo originale: Csillagosok, katonák. Genere Drammatico – Ungheria1967durata 102 minuti. Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

Episodi della guerra civile tra guardie zariste e bolscevichi in Russia nell’estate del 1918. Il titolo originale sta per “Stellati, soldati”, le prime due parole dell’Internazionale in lingua magiara. Conosciuto anche come I rossi e i bianchi . Pur non privo di senso politico (sebbene la propaganda sia così controllata che le 2 parti si equivalgono moralmente sul piano della crudeltà), prevale il gusto dell’esercizio stilistico con belle invenzioni liriche, e una freddezza di fondo.

The Red and the White (1967) on IMDb
The Artist - Film (2011) - MYmovies.it

Un film di Michel Hazanavicius. Con Jean Dujardin, Bérénice Bejo, John Goodman, James Cromwell, Penelope Ann Miller. Drammatico, durata 100 min. – Francia 2011. – Bim uscita venerdì 9 dicembre 2011. MYMONETRO The Artist * * * * - valutazione media: 4,00 su 141 recensioni di critica, pubblico e dizionari.Hollywood 1927.

George Valentin è un notissimo attore del cinema muto. I suoi film avventurosi e romantici attraggono le platee. Un giorno, all’uscita da una prima, una giovane aspirante attrice lo avvicina e si fa fotografare sulla prima pagina di Variety abbracciata a lui. Di lì a poco se la troverà sul set di un film come ballerina. È l’inizio di una carriera tutta in ascesa con il nome di Peppy Miller. Carriera che sarà oggetto di una ulteriore svolta quando il sonoro prenderà il sopravvento e George Valentin verrà rapidamente dimenticato.
Anno Domini 2011, era del 3D che invade con qualche perla e tante scorie gli schermi di tutto il mondo. Michel Hazanavicius porta sullo schermo, con una coproduzione di rilievo, un film non sul cinema muto (che sarebbe già stato di per sé un bel rischio) ma addirittura un film ‘muto’. Cioé un film con musica e cartelli su cui scrivere (neanche tanto spesso) le battute dei personaggi. Si potrebbe subito pensare a un’operazione da filologi cinefili da far circuitare nei cinema d’essai. Non è così. La filologia c’è ed è così accurata da far perdonare l’errore veniale dei titoli di testa scritti con una grafica e su uno sfondo che all’epoa erano appannaggio dei film noir. Hazanavicius conosce in profondità il cinema degli Anni Venti ma questa sua competenza non lo ha raggelato in una riesumazione cinetecaria. Si ride, ci si diverte, magari qualcuno si commuove anche in un film che utilizza tutte le strategie del cinema che fu per raccontare una storia in cui la scommessa più ardua (ma vincente perlomeno al festival di Cannes) è quella di di-mostrare che fondamentalmente le esigenze di un pubblico distante anni luce da quei tempi sono in sostanza le stesse. Al grande schermo si chiede di raccontare una storia in cui degli attori all’altezza si trovino davanti una sceneggiatura e un sistema di riprese che consentano loro di ‘giocare’ con i ruoli che gli sono stati affidati. Se poi il film può essere letto linguisticamente anche a un livello più alto (come accade in questa occasione in particolare con l’uso della colonna sonora di musica e rumori) il risultato può dirsi completo. Per una volta poi si può anche parlare con soddisfazione di un attore ‘cane’. Vedere per credere.

The Artist (2011) on IMDb

Regia di Clint Eastwood. Un film Da vedere 1993 con Kevin CostnerClint EastwoodLaura DernT.J. LowtherKeith SzarabajkaLeo BurmesterCast completo Titolo originale: A Perfect World. Genere Drammatico – USA1993durata 135 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: – MYmoro 3,98 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Texas 1963. Un evaso (Costner) dal carcere comincia una lunga fuga verso l’Alaska con un bambino in ostaggio. Gli dà la caccia un Texas Ranger anticonformista (Eastwood) affiancato da una psicologa (Dern). Film d’inseguimento senza suspense in cui i meccanismi dell’azione violenta lasciano il posto alla tenerezza. Contano i personaggi e la sconsolata analisi morale della società USA. Su una bella sceneggiatura di John Lee Hancock Eastwood conferma, dopo Gli spietati , di essere arrivato al culmine della sua maturità. Troppo classico nel suo rigore etico per poter aspirare alla futile gloria dei premi Oscar e ai primi posti nella classifica degli incassi.

A Perfect World (1993) on IMDb

Rain Man - L'uomo della pioggia - Film (1988)

Un film di Barry Levinson. Con Dustin Hoffman, Tom Cruise, Valeria Golino, Gerald R. Molen, Michael D. Roberts.Titolo originale Rain Man. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 133 min. – USA 1988. MYMONETRO Rain Man – L’uomo della pioggia ***1/2- valutazione media: 3,98 su 40 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
 
Dustin Hoffman nella parte di un malato di autismo (patologia che rende la possibilità di comunicare molto ardua, e che impedisce l’autosufficienza dei colpiti, li condanna all’emarginazione). Hoffman ha ereditato tre miliardi e il suo giovane fratello (Tom Cruise), traffichino di pochi scrupoli, cerca di mettere le mani su una fetta, con la scusa di avere l’affido. Ma un viaggio verso Los Angeles riavvicinerà i due fratelli. Paradossalmente sarà proprio l’handicappato a giovare di più al fratello sano, facendogli vincere una ragguardevole somma (Dustin è un genio della matematica, anche se severamente carente in altre attività intellettuali).
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Risultati immagini per Le Vite degli altri

Un film di Florian Henckel von Donnersmarck. Con Martina Gedeck, Ulrich Mühe, Sebastian Koch, Ulrich Tukur, Thomas Thieme. Titolo originale Das Leben der Anderen. Drammatico, durata 137 min. – Germania 2006. – 01 Distribution uscita venerdì 6 aprile 2007. MYMONETRO Le vite degli altri * * * * - valutazione media: 4,15 su 229 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Berlino Est, 1984. Il capitano Gerd Wiesler è un abile e inflessibile agente della Stasi, la polizia di stato che spia e controlla la vita dei cittadini della DDR. Un idealista votato alla causa comunista, servita con diligente scrupolo. Dopo aver assistito alla pièce teatrale di Georg Dreyman, un noto drammaturgo dell’Est che si attiene alle linee del partito, gli viene ordinato di sorvegliarlo. Il ministro della cultura Bruno Hempf si è invaghito della compagna di Dreyman, l’attrice Christa-Maria Sieland, e vorrebbe trovare prove a carico dell’artista per avere campo libero. Ma l’intercettazione sortirà l’esito opposto, Wiesler entrerà nelle loro vite non per denunciarle ma per diventarne complice discreto. La trasformazione e la sensibilità dello scrittore lo toccheranno profondamente fino ad abiurare una fede incompatibile con l’amore, l’umanità e la compassione.
All’epoca dei fatti, quando le Germanie erano due e un muro lungo 46 km attraversava le strade e il cuore dei tedeschi, il regista Florian Henckel von Donnersmarck era poco più che un bambino. Per questa ragione ha riempito il suo film dei dettagli che colpirono il fanciullo che era allora. L’incoscienza e la paura diffuse nella sua preziosa opera prima sono quelle di un’infanzia dotata di un eccellente spirito di osservazione. La riflessione e l’interesse per il comportamento della popolazione, degli artisti e degli intellettuali nei confronti del regime comunista appartengono invece a uno sguardo adulto e documentato sulla materia. Ricordi personali e documenti raccolti rievocano sullo schermo gli ultimi anni di un sistema che finirà per implodere e abbattere il Muro.
La stretta sorveglianza, le perquisizioni, gli interrogatori, la prigionia, la limitazione di ogni forma di espressione e l’impossibilità di essere o pensarsi felici sono problemi troppo grandi per un bambino. Le vite degli altri ha così il filo conduttore ideale nel personaggio dell’agente della Stasi, nascosto in uno scantinato a pochi isolati dall’appartamento della coppia protagonista. È lui, la spia, il singolare deus ex machina che non interviene dall’alto, come nella tragedia greca, ma opera dal basso, chiuso tra le pareti dell’ideologia abbattuta dalla bellezza dell’uomo e dalla sua arte. Personaggio dolente e civilissimo, ideologo del regime che in un momento imprecisato del suo incarico si trasforma in oppositore. Il “metodo” della sorveglianza diventa per lui fonte di disinganno e di sofferenza, perchè lo costringe a entrare nella vita degli altri, che si ingegnano per conservarsi vivi o per andare fino in fondo con le loro idee. Gerd Wiesler contribuisce alla riuscita dello “spettacolo” con suggerimenti, correzioni (alle azioni della polizia), aggiustamenti (dei resoconti di polizia) e note di regia che se non avranno il plauso dei superiori avranno quello dei sorvegliati. “Attori” che recitano la vita ai microfoni della Stasi e nella cuffia stereo dei suoi funzionari. La vita quotidiana fatta di paure ed espedienti è restituita da una fotografia cupa e bruna, tinte monocromatiche che avvolgono i personaggi decisi a sopravvivere, a compromettersi e a resistere. La Stasi aveva un esercito di infiltrati, duecentomila collaboratori, Donnersmarck ne ha scelto uno e lo ha drammatizzato con la prova matura e sorprendente di Ulrich Mühe. Il drammaturgo “spiato” è invece Sebastian Koch, l’ufficiale riabilitato di Black Book, intellettuale “resistente” per salvare l’anima del teatro e della Germania.

The Lives of Others (2006) on IMDb
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Un film di Agnès Varda. Con Phillippe Maron, Edouard Joubeaud, Jacques Demy Titolo originale Jacquot de NantesCommediaRatings: Kids+16, durata 118 min. – Francia 1991

La regista francese di Senza tetto né legge rende omaggio al marito Jacques Demy con questa pellicola che è un atto d’amore verso il cinema. Si narra dell’adolescenza di Demy che attraversa il periodo 1938/1949. Ciò che interessa la Varda sono gli avvenimenti personali.

Jacquot of Nantes (1991) on IMDb
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Import Posters King Kong 1933 - Poster da parete con immagine di film  americani, 30 x 43 cm : Amazon.it: Casa e cucina

Un film di Ernest Beaumont Schoedsack, Merian C. Cooper. Con Robert Armstrong, Bruce Cabot, Fay Wray, Frank Reicher, Sam HardyFantastico, b/n durata 100 min. – USA 1933.MYMONETRO King Kong * * * * - valutazione media: 4,08 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Carl Denham è un avventuroso produttore di documentari. Insieme a una giovane disoccupata di New York, Ann, parte alla volta di un’isola tropicale, Skull Island, abitata da un gigantesco e leggendario gorilla, King Kong. Il gorilla s’innamora della bella Ann e, preso in trappola, viene catturato da Denham. Portato a New York in catene, viene esibito. Ma King Kong riesce a liberarsi e a fuggire in cerca della sua amata Ann.

King Kong (1933) on IMDb

Regia di Miklós Jancsó. Un film con Lajos BalázsovitsAndras BalintAndrea DrahotaGyöngyi BürösErzsi CserhalmiCast completo Titolo originale: Még kér a nép. Genere Drammatico – Ungheria1971durata 88 minuti. – MYmonetro 3,00 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Intorno al 1890 nella puszta ungherese, tra canti e danze, i braccianti agricoli sono in lotta per i propri diritti. Interviene un gruppo di soldati, pronti alla repressione violenta che, dopo un tentativo di fraternizzazione, eseguono. Una ragazza resuscita e, impugnata una pistola, uccide i soldati a uno a uno. Musical ideologico che, più che una vicenda, propone una serie di azioni, scandite in 27 piani-sequenza in cui la cinepresa di Jancsó (e dell’operatore János Kende) si muove con estrema fluidità danzante, combinando per la prima volta il movimento del carrello con quelli dello zoom e della gru. Pur avendo la struttura di una danza di morte, è uno dei più sereni film di Jancsó, quasi interamente risolto in una luminosa leggerezza che ha il suo limite nella compiaciuta contemplazione di una liturgia rivoluzionaria. Scritto da Gyula Hernádi. Il titolo originale Il popolo chiede ancora è tratto da un verso di Sandor Petöfi. Palma d’oro a Cannes, Leone alla carriera a Venezia 1990.

Red Psalm (1972) on IMDb

Regia di Pedro Almodóvar. Un film Da vedere 2006 con Penélope CruzCarmen MauraLola DueñasBlanca PortilloYohana CoboChus LampreaveCast completo Titolo originale: Volver. Genere Drammatico – Spagna2006durata 120 minuti. Uscita cinema venerdì 19 maggio 2006Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 – MYmonetro 3,79 su 20 recensioni tra criticapubblico e dizionari

Raimunda, una giovane madre de la Mancha, trova rifugio dal suo passato a Madrid, dove vive col suo compagno Paco e la figlia adolescente, Paula. Durante un tentativo di abuso da parte del patrigno, Paula lo pugnala a morte. Scoperta la tragedia, Raimunda ‘abbraccia’ la figlia e la legittima difesa, coprendo l’omicidio e occultando il cadavere. Questo evento disgraziato rievoca fantasmi dolorosi e mai svaniti. Dall’aldilà torna Irene, sua madre, a chiederle perdono e a riparare la colpa.
A tornare in questo film di Almodóvar, come suggerisce il titolo, sono anche le sue attrici: ritorna Carmen Maura, non più donna sull’orlo di una crisi di nervi ma fantasma sull’orlo dell’aldiquà; ritorna Penélope Cruz, figlia e madre dopo Tutto su mia madre. Qualcuno ritorna e a qualcosa si ritorna: al cinema degli esordi, Che ho fatto io per meritare questo?, film di ambientazione popolare così prossimo a Volver, dove Carmen Maura esasperata uccideva il marito fedifrago; alla terra, la Mancha, regione dei mulini a vento e del picaresco su cui soffia incessantemente il solano, il vento dell’ovest che rende pazzi e che incendia boschi e cuori. Terra mancega, che ha generato Almodóvar, per un film mancego, che ha concepito cinque profili femminili rivelatori, in atto o anche solo in potenza, della grazia della maternità. Condizione femminile che comprende simultaneamente il materno e il natio, l’origine, il luogo in cui tutto comincia e a cui tutto ritorna. Madri, figlie e sorelle che bussano alla porta accanto dove trovano vicine generose e singolari come Augustine, che non manca mai di soccorrere, di solidarizzare e di contribuire all’economia anche affettiva della famiglia protagonista. Le donne sembrano bastare e bastarsi in questo film al femminile, dove gli uomini sono portatori di un dolore ancestrale che impongono incuranti a mogli, figlie e nipoti. Almodóvar le riunisce tutte insieme, chiamandole al di qua dall’aldilà, intorno ai tavoli, lungo i fiumi, dal parrucchiere, affinché i morti assistano i vivi, affinché le madri accudiscano le proprie figlie, “bellissime”, come quella viscontiana della Magnani che Carmen Maura guarda alla televisione. Una stella per la grazia creativa di Almodóvar, un’altra per la “resurrezione” di Carmen Maura e due per gli occhi neri di Penélope, quando lacrimano e quando si colmano senza versarsi.

Volver (2006) on IMDb